lunedì 11 maggio 2009

Nada Yoga, lo yoga del suono 1

Nada Yoga, lo yoga del suono 1 compilato da Marco Stefanelli dal libro "Suono, Meditazione e Psicoterapia" Il suono e la meditazione nella trasformazione dei contenuti inconsci per l'evoluzione della coscienza Ed. Amadeux Network & Multimedia http://www.sublimen.com Stampa Lulu.com http://www.lulu.com/amadeux , Ilmiolibro.it (Gruppo Editoriale L'Espresso) http://ilmiolibro.kataweb.it/autore.asp?id=21323 [...] Il Nada Yoga, lo yoga del suono, è un aspetto dello yoga che utilizza il suono, i mantra e la musica al fine di raggiungere la meta dello yoga: l'integrazione della personalità, la ri-connessione con il Divino e la realizzazione spirituale. Alain Danielou definisce lo yoga "la scienza della reintegrazione totale". Lo yoga dunque è un'integrazione armoniosa di corpo, mente e spirito. Per conseguire questo obiettivo, lo yoga dispone di molte tecniche psicofisiche, tra cui quelle del Nada Yoga. Prima di addentrarci nello specifico però è opportuno comprendere che lo yoga è soprattutto uno stile di vita, uno stato di coscienza proteso verso l'unità, l'armonia e l'equilibrio. Nella Bhagavad Gita, infatti, Sri Krishna spiega ad Arjuna: "Lo yoga non è per chi mangia troppo o troppo poco; non è per chi dorme troppo o troppo poco; lo yoga è la condizione di chi è equilibrato nelle attività quotidiane, nel lavoro e nel riposo. Questo yoga distrugge i conflitti ed elimina la sofferenza". Da questi insegnamenti si evince che lo yoga non può essere solamente un insieme di tecniche, pur raffinate che siano. Lo yoga dunque è l'espressione di un'attitudine interiore di equilibrio, di una consapevolezza che abbraccia l'universo intero nell'armonia. Le tecniche dello yoga, come il Nada Yoga, vanno perciò intese come uno strumento per ri-educare la mente e il corpo nel ritrovare la nostra attitudine interiore illuminata della pura consapevolezza. Le origini Le radici di quella che oggi viene chiamata "musica classica indiana" si ritrovano nel Sama Veda e in altri testi di epoche più recenti dedicati agli aspetti più tecnici della musica. I Veda sono gli antichi testi sacri indiani che raccolgono l'antica sapienza rivelata tramandata da maestro a discepolo fino ai giorni nostri. In queste sacre scritture sono tramandati molti insegnamenti nei più svariati campi della scienza, ciò che alcuni grandi fisici e scienziati sono giunti oggi ad affermare e confermare con i loro esperimenti di fisica nucleare e quantistica. I Veda sono composti da quattro libri: Rig Veda, Atharva Veda, Yajur Veda e il Sama Veda da cui trae origine la scienza del suono utilizzato come via di purificazione ed elevazione spirituale. Nel Sama Veda sono raccolti i canti liturgici, gli inni rivolti ai vari aspetti del Divino che si manifesta in infinite forme al fine di divenire accessibile ad ogni persona, secondo i vari livelli di coscienza iniziali e le varie capacità di comprensione. Nelle Upanishad, letteratura vedica immediatamente posteriore ai Veda, si trovano molti riferimenti al suono primordiale: OM (AUM). OM è anche detto Nada Brahma, cioè suono creatore. Nella tradizione musicale indiana le melodie (Raga) e i cicli ritmici (Tala) possono provocare svariati tipi di emozioni, reazioni fisiologiche, agire sui fenomeni atmosferici, sono inoltre indicate in determinate stagioni o in differenti periodi del giorno o della notte. In India esiste tutto l'impianto teorico musicale, codificato da secoli, riguardante l'uso dei suoni, melodie e ritmi collegati a stagioni, orari, stati fisici e psichici e a tutte le circostanze della vita dell'uomo e della Natura, e la pratica musicale è saldamente fissata su questo sistema. Il prof. Ferrini, ad una sua lezione all'Università di Siena, parla dei Veda e il luogo dell'ascolto: "I Veda sono per definizione Ascolto. Il loro nome tecnico è Shruti che vuol dire: ciò che si ascolta. Il Veda quindi si ascolta, non si legge, lo si apprende ascoltando. Le Upanishad, che sono il corpo filosofico dei Veda, sono ciò che si ascolta ai piedi del Maestro. L'ascolto ha sicuramente un ruolo di primo piano. Il luogo è l'Atman, il Sé, per dirla in termini junghiani. Le Upanishad dicono che l'orecchio non ascolta, come l'occhio non vede e come la pelle non sente. E' il Sé ad esserne testimone. Il Sé è immobile, non compie attività. Il luogo dell'ascolto è sicuramente il Sé. E' anche il luogo dove le dinamiche si mettono in moto e fanno succedere gli accadimenti emozionali. E' la qualità della coscienza che fa accadere le cose. Nel bene e nel male i filtri del Sé, i filtri mentali, la struttura psichica, possono riflettere dal mondo distorsioni o raggi di luce imperfetti. Il luogo della memoria, dove possono rivivere e vengono evocati e quindi fatti germinare i semi della conoscenza, sia essa artistica, scientifica, filosofica o religiosa, è il Sé, l'unico centro creativo che si manifesta nel mondo attraverso il piano immanente con l'ausilio dell'intelletto, dell'ego, dei sensi. La centrale è il Sé, l'Atman, o il Brahman per utilizzare la terminologia vedica". Le principali categorie di suono nei Veda Nada: indica il suono primordiale, il suono nella sua essenza, energia ed emanazione del Brahman, la potenza creatrice che genera l'universo. Ci sono scoperte dell'astrofisica moderna che si stanno avvicinando sorprendentemente alle definizioni degli scienziati vedici su questo fenomeno della creazione. Shabda: significa genericamente "suono". Accostato alla parola "pramana" (prova), questo termine indica la testimonianza più autorevole sulla realtà, testimonianza che proviene dai Veda, dai Maestri, da altre dimensioni e quindi il suono "udito" dai mistici. Dhvani: suono proferito e udibile (in opposizione a suono interiore). Ciò che viene insegnato ma non è ancora giunto a destinazione. Svara: suono specifico delle note musicali. Tono musicale. Ciò che splende di per sé e risuona. Unione di luce e suono. Shruti: ciò che è stato udito, insegnamento giunto a destinazione. Nel linguaggio musicale definisce i microtoni. Rivelazione, letteratura relativa alla Rivelazione tramandata oralmente da Guru a discepolo (per questo udita, ascoltata). Questi termini riguardano i diversi aspetti del suono che a loro volta riflettono differenti aspetti dell'estetica musicale, scienza che si occupa delle percezioni ma il cui scopo originario ha la funzione trascendente di portare il soggetto oltre le percezioni sensoriali. Nada Brahma Yoga L'antica disciplina indiana del Nada Yoga ci aiuta a scoprire chi siamo veramente dal tono della voce e a liberare, con il canto e con la musica, le emozioni represse. Sei razionale o intuitivo, estroverso o timido, pigro o dinamico? La risposta è nella voce o meglio nella nota personale. Ad ogni nota personale infatti corrisponde un tipo di personalità. Così il tipo RE è un curioso dotato anche di grande senso pratico, il LA ha la stoffa del manager, il SOL desidera fortemente un amore spirituale. Lo dice il Nada Yoga, o yoga del suono, disciplina che utilizza la vibrazione del suono per aiutare l'uomo a migliorarsi. Recentemente, a metterlo a punto attingendo alle antichissime tradizioni dei Veda, i testi sacri indiani, è stato un maestro contemporaneo, Vemu Mukunda, fisico nucleare e famoso musicista indiano. Coniugando i suoi studi scientifici con la tradizione millenaria del suo paese ha elaborato una lunga indagine sul corpo umano e le sue risposte fisiche e psichiche al suono, arrivando alla conclusione che ogni essere vivente è un suono. La sua formazione scientifica in fisica nucleare gli ha permesso di sviluppare l'attitudine a verificare sperimentalmente tutto quello che la millenaria tradizione musicale indiana ci ha tramandato. Il suo metodo terapeutico utilizza il suono come fenomeno vibratorio che può agire direttamente su specifici punti del corpo. Questi punti sono collegati a stati emozionali, quindi, il suono utilizzato con attenzione, può indurre modificazioni sia psichiche che fisiche nella direzione desiderata. La possibilità di indurre trasformazioni nel campo della materia rende questo metodo assai differente dalla moderna musicoterapia del mondo occidentale che invece impiega la musica prevalentemente come strumento di comunicazione, di gioco e di socializzazione. Da qui nasce la necessità di ritornare alla fonte, a Shabda Brahma, il Suono Creatore, con l'aiuto del Nada Yoga. Il principio base del Nada Brahma Yoga, descritto nei testi vedici, afferma che dapprima è necessario purificare la mente riportandola sotto controllo, quindi regolare le percezioni sensorie per avere una vita più armoniosa. Successivamente è possibile irradiare vibrazioni sonore e utilizzare specifici passaggi e determinati movimenti musicali per permettere al paziente di curarsi da solo, aiutando l'autoregolazione dei vari sistemi dell'organismo. Voce, note e scale delle emozioni Ogni essere umano, dice Mukunda, raggiunta l'età adulta assume una vibrazione che lo distingue e lo rende nota unica e caratteristica del grande concerto cosmico. Scoprire quale è la propria nota personale (Tonica o Ground Tone) e come vibra dentro il corpo che fa da cassa armonica, aiuta a riarmonizzare le energie per stare meglio nel proprio corpo, nei luoghi e con le persone con cui si vive in tutti gli ambiti, in coppia, in famiglia, sul lavoro. Ma scoprire la propria nota personale o fondamentale vuol dire anche andare alla radice della personalità, scoprirne lati oscuri e sorprendenti. Oltre alle parole infatti la voce nasconde in sé risonanze profonde di ciò che siamo quando siamo realmente noi stessi. E come il corpo anche la voce invia messaggi che vanno al di là delle parole. Basti pensare alla sola intonazione: rotta, spezzata, tremante, è spia di ansia o preoccupazione, mentre un tono rilassato, pacato o brioso trasmette sicurezza, calma interiore o allegria. Studiando i dati relativi alle frequenze percorse dalla voce di una persona mentre parla, è possibile osservare che tende sempre a parlare attorno ad una determinata frequenza. Si osserva che il tono della voce forma una sorta di melodia, attraversando ripetutamente determinate note, e che ogni individuo tende a ripetere un certo percorso melodico e ad attraversare ripetutamente determinate frequenze. Si nota, infine, che una particolare nota emerge e spicca come elemento centrale. Quindi una persona parla e canta fondandosi su una determinata frequenza che tende a rimanere costante. Un mutamento di questa nota fondamentale si ha quando siamo in presenza di forti emozioni o di agitazione mentale. La nota fondamentale corrisponde al chakra dell'ombelico ed esprime i caratteri generali della persona. Il maestro H. Mitrà afferma: "La nota fondamentale di una persona rappresenta sotto forma di suono il cordone ombelicale che la collega all'esistenza. Essa definisce che cosa è fondamentale, irrinunciabile, essenziale nella sua vita" La voce dunque è spia di stati emotivi che, sempre secondo Mukunda, si possono collocare con precisione nei chakra, i centri energetici posti idealmente lungo la colonna vertebrale, dal coccige al centro della testa. Ogni chakra vibra ad una frequenza sempre più alta man mano che si sale dalla base della colonna alla sommità del capo e si comporta un po' come le corde di una chitarra o di un contrabbasso. Le note più cupe e profonde provengono dalla corda che vibra più lentamente, quelle più acute dalla corda che vibra più velocemente. In pratica come si fa l'analisi della personalità con lo yoga del suono? La ricerca della nota personale si fa attraverso incontri individuali in un ambiente il più naturale e rilassato possibile. Alla persona si chiede di stare in silenzio per almeno 20-30 minuti prima della seduta, per favorire la concentrazione. Quindi, seduto comodamente davanti all'insegnante, l'interessato comincia a parlare di tutto quanto le passa per la mente mentre un frequenzimetro (FFT) rileva le frequenze della voce. L'importante è concentrarsi sul proprio respiro e di volta in volta sui 3 punti precisi del corpo cioè l'ombelico, il centro del petto e la fronte, dove hanno sede i chakra più importanti, quelli in cui vibra anche la nota cosmica. Entro mezz'ora, al massimo 45 minuti, si può individuare la nota dominante e fare un quadro della personalità. Questo lavoro di ricerca non è però così immediato e facile come potrebbe sembrare, perché possono intervenire elementi di disturbo, per esempio squilibri nel fluire dell'energia della persona che impediscono, deviano o rendono faticosa l'identificazione della nota personale. Poiché questo rappresenta un momento di crescita interiore va guidato, pertanto è sconsigliato qualunque tentativo fai da te: utilizzare note improprie rilevate in modo casuale e approssimativo, può essere persino dannoso creando grossi squilibri nella persona. La voce cambia in relazione alle diverse esperienze del momento e cambiano anche le sue frequenze. Normalmente la frequenza di una voce condizionata dai vari stati d'animo ha l'estensione di un'ottava musicale. Questa è l'ottava centrale di una serie di tre ottave di risonanza che possiamo trovare nel corpo umano: ottava inferiore dagli alluci all'ombelico, ottava centrale dall'ombelico al centro della fronte (occhio spirituale) e ottava superiore, dall'occhio spirituale alla sommità del capo. Nell'ottava centrale la tonica inferiore produce calma mentale e fisica ed è localizzata in corrispondenza dell'ombelico. La tonica superiore porta serenità spirituale e richiama la consapevolezza in corrispondenza dell'occhio spirituale, al centro della fronte, dove idealmente guardano gli occhi incrociati verso l'alto. Tutte le altre emozioni si collocano tra questi due punti e la frequenza della voce cambia man mano che la consapevolezza si muove da un punto all'altro del corpo. Ascendendo dalla tonica inferiore a quella superiore, lungo lo spettro sonoro di un'ottava, si passerà attraverso 22 punti principali di energia emozionale, chiamati Nadi, che corrispondono ad altrettanti punti nel corpo, e la consapevolezza si muoverà da un'emozione all'altra. Tutte le cose create, dai fenomeni più grossolani fino ai fenomeni più sottili, come il pensiero, sono in uno stato di perpetuo movimento e tutto ciò che è in movimento emette delle vibrazioni, quindi dei suoni. Nell'essere umano la voce è il canale attraverso il quale la coscienza si manifesta esteriormente; è l'anello di congiunzione fra la mente e le emozioni di una persona a quelli di un'altra. Tutte le cose che vibrano sono sensibili tra di loro, quindi potremmo dire che il suono è l'anello di congiunzione fra tutti i fenomeni. Come le corde di una chitarra che vengono pizzicate vibrano e fanno vibrare la cassa armonica o le corde di un altro strumento, così pure tutte le cose si influenzano a vicenda mediante la legge sottile dello scambio vibratorio. Secondo gli antichi insegnamenti dell'India il più perfetto di tutti gli strumenti è la voce umana. Nessun altro strumento esprime, in modo così perfetto, le sfumature del pensiero e del sentimento. Il cambiamento del più delicato stato d'animo influisce direttamente sulla voce: l'affilato coltello dell'ira, la spumeggiante cadenza di una risata, il tono misero e duro della cupidigia, la dolcezza della compassione. Le parole, più che suono puro, sono lo spirito dell'individuo manifestato a livello materiale di esistenza. Quando le parole sono usate rettamente come espressione cosciente dello spirito, hanno il potere di raggiungere il cuore di ogni cosa, di effettuare ciò che la gente comune definisce "miracoli". Certe vibrazioni del pensiero e del sentimento, benché inavvertibili a livello sensoriale, possono essere captate in qualche modo, dato che esse reagiscono a parecchi livelli. Queste vibrazioni unite alla musica, che a sua volta viene saturata con il potere del pensiero, possono influenzare la Natura in tutti i suoi aspetti. Tutta la musica oggettiva si basa sulle "ottave interiori". Essa può dare dei risultati precisi, non solo di ordine psicologico, ma anche di ordine fisico. Esiste una musica tale da far gelare le acque, come vi è una musica capace di uccidere un uomo all'istante. La leggenda della distruzione delle mura di Gerico con la musica è proprio una leggenda di musica oggettiva. La leggenda di Orfeo è tessuta su tali ricordi perché Orfeo si serviva della musica per insegnare. La musica degli incantatori di serpenti in Oriente è un altro esempio. Spesso non si tratta che di una sola nota, appena modulata e prolungata indefinitamente; in questa semplice nota si sviluppano incessantemente delle "ottave interiori" e, in queste ottave, delle melodie non percepibili dalle orecchie, ma che possono essere sentite nel centro emozionale. E il serpente ode questa musica o, per meglio dire, la sente e le obbedisce. La voce è il mezzo principale per trasformare i nostri pensieri, suoni, emozioni e sentimenti in forma fisica nel mondo materiale. E' anche un mezzo di identificazione della persona. La voce fa parte della nostra personalità. Capire a fondo la voce e le sue variazioni è molto importante e può aiutare ad avere autocoscienza e comprensione di come si "muovono" le emozioni. Il prof. Marco Ferrini parla del potere trasformante della parola e del suo rapporto con il sacro: "La musicalità strumentale è inferiore rispetto a quella della parola. La verità è musica di per sé, è la musica divina trasformante, che trasforma l'ambiente e le persone. Grandi leader dell'umanità hanno trasformato masse intere con racconti e parabole, metafore. Oggi la musica si consuma, non la si utilizza come un mezzo trascendentale in senso kantiano, ma come uno dei tanti oggetti usa e getta, perciò si è dissacrata, diventata soggetta alla moda, roba da spazzatura. Chi la produce ha abusato della musica, rendendola un oggetto di consumo. La musica serviva per accompagnare un atto sacro, per trasformare in sacro ciò che sacro non era. Era utilizzata come un'astronave per andare in altre dimensioni, in altri livelli di realtà. Ora l'atteggiamento e l'attitudine sono ben diversi ed è evidente che portino a risultati diversi. L'uomo moderno teorizza la musica in modo distratto, mentre fa altre cose, la musica quindi risulta un sovrappiù. E' come mettersi del profumo banalmente e non invece per andare al matrimonio, al rogo o per un giuramento solenne. Oggi si usa la musica per narcotizzare, stordire, indurre, ipnotizzare. I suoni sono sempre nell'aria, come i colori sono sempre a disposizione sulla tavolozza, ma l'artista che fa con quei suoni una musica celeste, aiuta a trascendere e ci rimanda ad altri mondi, alla gioia essenziale che non dipende dall'esterno ma zampilla naturalmente dal nostro cuore". L'antico termine sanscrito "Nada" indica che il suono trae origine dall'unione tra l'energia del respiro (na) e quella del calore (da) ed è proprio l'attrito del fiato contro le corde vocali che fa scaturire la voce. Il primo effetto si ha infatti nell'utilizzo di sistemi e tecniche vocali per attivare un'azione del respiro sull'energia vitale, il Prana. Il secondo effetto è quello dell'attivazione dell'elemento calore, che nei Veda è associato alla coscienza (Cit-Agni). Il suono riesce quindi ad evocare tale energia, il calore percepito durante il canto è un indicatore di questa attivazione. Nel caso di emozioni "trattenute" siamo di fronte ad energia ghiacciata, cristallizzata, in quanto privata della sua forza dinamica, e che è necessario scioglierla ed elaborarla. Sappiamo che parlare dei propri problemi già aiuta a scongelare queste energie bloccate e di conseguenza i sentimenti e le emozioni collegate. Le emozioni sono paragonabili a onde in quanto energia dinamica attivata dal contatto e dal confronto tra l'individuo e la realtà, e come per le onde, esse non possono essere arrestate o soppresse ma solo trasformate, in caso di necessità. La voce ed il respiro possono essere dei potenti strumenti di trasformazione, liberando i canali dell'energia vitale dalle tossine interiori che oltre a condizionare ed inquinare la mente, possono creare conseguenze negativa anche a livello fisico. Quando il conflitto interiore viene risolto, l'armonia ristabilita si riflette sul piano mentale ed emozionale permettendo anche l'accesso ai piani più elevati dell'essere. Il processo che porta ai piani elevati dello spirito deve prima armonizzare i piani emozionali e mentali e quant'altro può agitare la psiche. Ecco perché canti e musiche sacre hanno spesso proprietà guaritrici. Nella tradizione vedica si dice che "una mente pura diventa messaggera degli dei", e il cavallo alato dei "messaggi divini" è l'intuizione, che però ha necessità di trovare il percorso sgombro da blocchi emozionali per poter raggiungere la mente. [...] Bibliografia http://www.amadeux.it/sublimen/informazioni/bibliografia.html