Giorgio Piccardi: uno scienziato particolare
Piccardi dedicò tutta la vita allo studio di fenomeni che
implicano l'azione di basse frequenze e di energie molto piccole, fenomeni
considerati insignificanti dalla scienza accademica
di Giorgio Papeschi, Mara Larini, Mariagrazia Costa -
17/06/2013
Giorgio Piccardi era per certi aspetti un chimico
eclettico. La sua carriera abbracciò molti settori di ricerca. Personalità
intellettualmente vivace, trovava sempre nuovi filoni di ricerca in tutto ciò
che lo circondava. La sua mente era una fucina di nuove ipotesi e di
ragionamenti che egli portava avanti spesso da solo, ma cercando di coinvolgere
colleghi ed allievi. Forzando la sua vera natura profondamente laica, si può
dire che lo sguardo molto acuto di Giorgio Piccardi fosse rivolto in egual
misura verso tutte le meraviglie del creato.
Giorgio Piccardi nacque a Firenze il 13 ottobre 1895. Nel
1913 si iscrisse al Regio Istituto di Studi Superiori Pratici e di
Perfezionamento, dove iniziò lo studio della chimica sotto la guida del celebre
Ugo Schiff (1834-1915). Gli studi vennero interrotti per l'avvento della
guerra, durante la quale, come ufficiale degli Alpini, egli si guadagno una
medaglia d'argento al valor militare ed il grado di capitano.
Finita la guerra, dopo una parentesi torinese tornò a
Firenze per laurearsi nel 1921 sotto la guida di Luigi Rolla (1882-1960).
Successivamente divenne assistente volontario del medesimo, che lo coinvolse
nelle sue ricerche; fra queste il laborioso frazionamento delle terre rare,
alla ricerca dell'elemento 61 ancora sconosciuto. Ma la ricerca molto
impegnativa purtroppo non portò i frutti desiderati con la scoperta
dell'elemento, denominato dal gruppo di Firenze “Florenzio” in onore della
città [1].
Giorgio Piccardi fu uno dei primi spettroscopisti
italiani; con questa tecnica pionieristica egli scoprì anche l'esistenza di
alcuni elementi presenti nella cromosfera del sole.
Nel 1938 Piccardi vinse la cattedra di chimica fisica
presso l'Università di Genova. Le mutevoli vicende seguite allo scoppio della
seconda guerra mondiale l'obbligarono a tornare in Toscana, dove proseguì le
sue ricerche presso l'Ateneo fiorentino. Nel 1945 ottenne la cattedra di
chimica fisica presso la Facoltà di Scienze Matematiche, Fisiche e Naturali di
Firenze, fondando l'istituto di chimica fisica del quale fu direttore fino al
1965.
Lo studio di fenomeni considerati
"insignificanti"
Il 1951 coincise con un drastico mutamento di interessi
di ricerca. Piccardi incentrò le sue energie sullo studio del tempo come
coordinata essenziale della dinamica dei processi naturali. Egli prese in
considerazione i così detti “fenomeni fluttuanti”, ovvero processi evolutivi
non inerziali in quanto soggetti all'influenza di forze esterne ed aperti allo
scambio di energia e di materia. Fra questi fattori egli includeva anche le
variabili terrestri, solari e cosmiche. Studiò alcune reazioni chimiche in
soluzione acquosa ed osservò il fenomeno della “energizzazione o attivazione
dell'acqua” quando veniva sottoposta all'azione di campi elettromagnetici di bassa
energia [2].
Studiò alcune reazioni chimiche in soluzione acquosa ed
osservò il fenomeno della “energizzazione e attivazione dell'acqua” quando
veniva sottoposta all'azione di campi elettromagnetici di bassa energia
Giorgio Piccardi notò che il tempo non era un fattore
omogeneo per ogni istante successivo. Ipotizzò l'esistenza di fenomeni non
perfettamente riproducibili, che meritavano di essere studiati
scientificamente: fenomeni o processi che implicano l'azione di basse frequenze
e di energie molto piccole, i quali vengono generalmente considerati
insignificanti, perché producono piccoli effetti. Il tempo, considerato
generalmente come successione d'istanti equivalenti è il dogma fondamentale
della scienza meccanicistica. Tuttavia la natura non segue questi canoni.
Ancora, nel ribadire la sua ipotesi egli scriveva: il non poter riprodurre le
condizioni in cui si svolge un'esperienza ci pone il problema di registrare
l'istante ed il periodo di tempo in cui l'esperimento s'è svolto. Un'ora non è
identica ad un'altra ora proprio perché i fenomeni sono fluttuanti. La data e
l'ora caratterizzano una situazione fisica che cambia nel corso del tempo. Il
tempo in chimica, biologia e forse in psicologia e sociologia non è soltanto
una durata, ma una coordinata. Esistono oggetti insensibili e sensibili a
queste azioni spaziali; fra questi ultimi i sistemi acquosi ed in particolare
quelli colloidali.
L'influenza del Sole
Dai suoi test emerse che le macchie solari ed i fenomeni
conseguenti hanno influenza sull'andamento di alcune reazioni chimiche [3]. Uno
dei fattori più rilevanti risultò essere il ciclo annuale, legato alle
variazioni di posizione e velocità della terra nel suo moto elicoidale rispetto
alla galassia, dovuto alla composizione del movimento ellittico del nostro
pianeta con quello rettilineo di traslazione del Sole verso la costellazione di
Ercole. A marzo, quando la terra si muove sul piano equatoriale e la velocità è
massima, la flocculazione dell'ossicloruro di bismuto è in media bassa, mentre risulta
alta in settembre, quando il movimento del pianeta è perpendicolare al piano
dell'equatore e la sua velocità è minima.
Giorgio Piccardi descrisse la sua “ipotesi solare” nel
libro The Chemical Basis of Medical Climatology [4], i cui dati erano stati raccolti
da moltissimi ricercatori nelle più remote regioni della terra:
dal¬l'Università di Bruxelles dove operava Mme Capel Boute (1914-2003) al
Circolo Polare Artico, dalle regioni equatoriali del Congo, alle Isole
Kerguelen nelle Terre Antartiche Francesi.
Un pioniere dell'interdisciplinarità
Come fece notare Enzo Ferroni (1921-2007), suo successore
nella direzione dell'Istituto di Chimica Fisica ed in seguito Rettore
dell'Università di Firenze, in occasione della commemorazione del maestro,
Giorgio Piccardi si spense la notte del solstizio d'inverno del 1972.
Giorgio Piccardi, The Italian Physical Chemist and Master
of the Sun [5] – così l'aveva definito l'americano George B. Kauffman – era un
uomo comprensivo, amichevole e pacato, ma anche deciso e determinato. Fu padre
affettuoso e liberale di tre figlie, molto seguite ed amate. La sua azione come
“maestro” per gli studenti, i collaboratori ed i familiari è stata costante,
incisiva ed indelebile. I suoi insegnamenti non riguardavano solo la chimica, ma
molti altri campi della cultura: dall'astronomia, alla pittura, alla vela.
Giorgio Piccardi introdusse per primo lo studio delle interfasi e dei fenomeni
di superficie (suo il brevetto del “tensiometro bifilare” conservato al Museo
della Scienza di Milano).
Piccardi con il suo lavoro ventennale, ha aperto una via
innovativa della scienza, ma dopo la sua morte le ricerche furono proseguite
prevalentemente all'estero. Solo recentemente alcuni gruppi di lavoro si sono
fatti strada in Italia e nell'agosto 2002 è stato inaugurato a Filignano
d'Isernia un “Laboratorio Biometeorologico Giorgio Piccardi”.
Egli in un certo senso tentò di portare un cambiamento al
modo di pensare degli scienziati; fu un antesignano dell'interdisciplinarità,
batté strade nuove che molti colleghi si rifiutarono di seguire, o
semplicemente comprendere. A molti anni di distanza si può dire che ciò che
fece non fu affatto vano, perché il suo lavoro e le sue idee non sono andate
perdute, anzi oggi si ritrovano in pubblicazioni scientifiche di vari campi di
ricerca di differenti paesi.
Bibliografia
[1] L. Rolla “Un nuovo elemento: il Florenzio” Atti Soc.
It. Progresso delle Sci. Riunione 15° (1926) pp. 58-62.
[2] G. Piccardi “Sopra un nuovo fenomeno di natura
elettrica e sopra un nuovo effetto presentato dai metalli” Gazzetta Chimica
Italiana vol. 68, fasc. IV (1938) pp. 246-263.
[3] G. Piccardi e U. Becker “Test chimico ed attività
solare” Geofisica e Meteorologia vol. IV, n. 4-5 (1956) p. 2.
[4] G. Piccardi The Chemical Basis of Medical Climatology
Thomas Publisher, Springfield, Illinois USA (1962) 146 pp.
[5] G. B. Kauffman e L. Belloni “Giorgio Piccardi,
Italian Physical Chemist and Master of the Sun” Journal of Chemical Education
vol. 64 (1987) pp. 205-208.
tratto dalla rivista
Scienza e Conoscenza - N. 39 >> http://goo.gl/mirB9
Editore: Scienza e Conoscenza - Editore
Data pubblicazione: Febbraio 2012
Formato: Rivista - Pag 80 -