Il Grande Libro di Ho'Oponopono
Saggezza hawaiana di guarigione
di Luc Bodin, Nathalie Bodin, Jean Graciet
Ho’oponopono, letteralmente “mettere le cose al posto
giusto”, è una filosofia hawaiana e al tempo stesso una potente tecnica che aiuta
a eliminare tutti gli elementi consci e inconsci (credenze, ricordi,
programmazioni mentali) che ti ostacolano e ti controllano, permettendoti di
ritrovare serenità e libertà d’azione.
Ho’oponopono è la chiave per diventare artefice della tua
felicità.
Ogni situazione che vivi, ogni incontro, ogni azione
generano in te una traccia.
Nel corso del tempo, queste tracce diventano un intricato
sistema che prende il sopravvento sulla tua libertà, costringendoti ad agire e
a pensare secondo schemi fissi senza che te ne renda conto.
Il più delle volte, si tratta di schemi negativi che
portano infelicità, depressione e malattie.
La pratica di Ho’oponopono ti consente di spezzare queste
catene: le vibrazioni che mette in moto daranno luogo a strabilianti
cambiamenti a livello interiore, che non mancheranno di riflettersi
all’esterno.
Che cos’è e come si pratica Ho’oponopono
Il perdono quale via di serenità e felicità interiore
Ho’oponopono e la PNL: il potere delle parole
Ho’oponopono come tecnica di guarigione della psiche:
l’influenza dei ricordi
Spiritualità quotidiana: la presenza di Ho’oponopono
nelle grandi religioni
Ho’oponopono, istruzioni per l’uso
Leggi in anteprima un brano da "Il Grande Libro di
Ho'oponopono" scritto da Luc Bodin, Nathalie Bodin, Jean Graciet
Ho’oponopono, istruzioni per l’uso
La formula di Ho'oponopono
"Mi dispiace, perdonami, grazie, ti amo".
Cosa significano queste parole?
"Mi dispiace": vuol dire riconoscere la propria
creazione.
"Perdonami": perché non sapevo di averla dentro
di me.
"Grazie": perché mi permetti di pulire questo
ricordo.
"Ti amo": amo te, la Divinità interiore.
Potremmo dire: "Mi amo".
Quando pronunciare questa formula?
Quando ci troviamo di fronte a un conflitto, a una
reazione violenta, un incidente, un trauma, a tutto ciò che fa affiorare in noi
un'emozione forte e negativa.
Come pronunciarla?
Ad alta voce o in silenzio, tra sé e sé.
A chi rivolgere questa frase?
A se stessi, alla Divinità interiore, al proprio custode,
all'universo, a Dio.
Può essere usata come prevenzione?
È possibile pronunciare la formula "Mi dispiace, perdonami,
grazie, ti amo" anche quando non avvertiamo alcun particolare conflitto.
Farlo permette di cancellare i ricordi emersi a nostra insaputa. Alcuni
recitano la formula come un mantra durante una camminata, una corsa o un giro
in bicicletta.
È possibile pronunciarla durante un evento felice?
Sì, abbiamo a disposizione uno strumento che ci consente
di mettere a riposo l'ego e vivere fino in fondo la gioia, in tutta umiltà.
Si può praticare Ho'oponopono davanti alla tv?
È possibile praticare Ho'oponopono davanti a qualunque
cosa risvegli in noi emozioni negative, sia questo internet, il telefono o la
radio.
Occorre pronunciare ogni parola della formula?
Cominciando a praticare Ho'oponopono, prenditi il tempo
di pronunciare la formula per intero, fino a quando non avrai integrato la
sensazione trasmessa da ogni parola.
Dopo potrà essere sufficiente dire: "Grazie, ti
amo".
Che cosa succede poi?
Sopraggiunge la calma. Non abbiamo più aspettative su
quanto accadrà, perché Ho'oponopono significa innanzitutto conseguire la pace
interiore.
Entrare nel processo di Ho'oponopono è tutto sommato
piuttosto semplice.
Quando qualcosa ci disturba, quando sopraggiunge una
piccola seccatura nella vita quotidiana oppure un evento molto più grave, è
sufficiente ripetere le quattro piccole frasi, che in realtà sono delle
paroline: "Mi dispiace, perdonami, grazie, ti amo". Attraverso queste
quattro frasi ripetute varie volte nell'arco di un certo periodo, accade
qualcosa, talvolta addirittura un miracolo.
Niente appare più semplice e alla portata di tutti.
Le diverse parti dell’identità
I ricordi sono immagazzinati nel subconscio, che gli
hawaiani chiamano Unihipili o “Bambino interiore”.
È la sede delle emozioni e dei ricordi.
Per questo motivo il processo di Ho’oponopono invita a
chiedere al Bambino interiore di lasciar andare le sue paure e liberare i
ricordi che sono stati la causa del problema o della situazione. È infatti in
questa parte del sé che sono conservati tutti i ricordi. Il Bambino interiore
ha un grande bisogno di essere rassicurato e amato, giacché è proprio
attraverso l’amore che riuscirà ad alleggerirsi di questo fardello liberando i
ricordi.
Al contrario il conscio o Uhane, che per gli hawaiani
significa “madre”, è la parte che rappresenta la mente o l’intelletto, la parte
che può scegliere se pulire i ricordi o evitare di intraprendere il processo e
continuare così ad alimentare l’illusione del controllo.
Il suo è un ruolo importante. Richiede parecchia umiltà,
perché compiendo la scelta di pulire i ricordi la mente deve abbandonare i
comandi.
Deve riporre fiducia e annullarsi davanti alla
“Divinità”.
Vi è infine il superconscio, anima o Sé superiore, che
gli hawaiani chiamano Aumakua, ossia “padre”. Questa parte è in collegamento
diretto con la Divinità interiore e a essa chiediamo di pulire i ricordi nel
momento in cui vengono liberati dal subconscio.
La richiesta è rivolta al Sé superiore o all’anima, che
subito passa il comando alla Divinità interiore, il cui ruolo consiste nel
pulire e purificare la causa o le cause del problema.
È pertanto possibile rivolgersi direttamente alla
Divinità interiore.
Come fare pulizia?
Per fare pulizia si utilizzano le quattro frasi chiave di
Ho’oponopono:
“mi dispiace, ti chiedo perdono, ti ringrazio, ti amo”.
La regolare pratica del processo permette di ridurre
queste frasi a un semplice “mi dispiace, perdonami, grazie, ti amo” o anche
“grazie, ti amo”. Ci lasceremo dunque guidare soprattutto dall’intuito,
utilizzando le parole che ci sembrano più adatte.
Diciamo “mi dispiace” perché non sapevamo di racchiudere
dentro di noi quel ricordo.
Diciamo poi “perdonami” alla Divinità, le chiediamo di
aiutarci a perdonare noi stessi per esserci lasciati trascinare da tali
ricordi.
In seguito, “ringraziamo” i ricordi per essere emersi e
averci dato l’opportunità di liberarli. Ringraziamo inoltre la Divinità per il
suo aiuto.
Concludiamo infine con “ti amo” perché soltanto l’amore
guarisce. Con queste parole ci rivolgiamo ai nostri ricordi, come pure a noi
stessi.
Il processo di Ho’oponopono consiste nel perdonare,
ringraziare e inviare a se stessi amore.
Nel farlo, cancelliamo il ricordo. Man mano che la
sofferenza dentro di noi svanisce, svanisce anche nell’altro. Pronunciando queste
parole le rivolgiamo a noi stessi, ma ancor più precisamente al bambino che è
dentro di noi e soffre.
La semplicità di Ho’oponopono sta in questo. Non è più
necessario scoprire da dove deriva il ricordo o da quale evento doloroso trae
origine. Per la mente si tratta di un concetto ostico, perché essa cerca di
comprendere e tenere tutto sotto controllo.
Cionondimeno, la mente risulta utile in questo processo e
il suo ruolo è importante. Possiede infatti il libero arbitrio.
Può prendere la decisione di abbandonare ogni tipo di
controllo e di potere, riponendo fiducia nella Divinità interiore e chiedendo
al Sé superiore di pulire i nostri ricordi, liberandoci.
Per questo motivo, quando ci rivolgiamo all’energia di
Ho’oponopono dobbiamo riuscire a sviluppare una profonda fiducia in noi stessi,
una fede totale nella nostra anima, cosicché la mente possa infine abbandonare
qualsiasi potere e controllo.
L’intelletto lascia spazio all’intuito del cuore.
Potremmo dire che la mente è simile a un super computer,
una macchina così perfetta che l’uomo non sarà mai in grado di fabbricarne una
altrettanto efficiente.
Tuttavia, un computer senza software e senza dati non è
di alcuna utilità.
È soltanto una macchina vuota.
La mente funziona allo stesso modo.
A fungere da dati sono i ricordi del passato.
La mente vi fa sempre riferimento prima di prendere una
decisione e questo ci porta a vivere la vita secondo schemi dettati dal
passato. Se smettiamo di giudicare, cioè se smettiamo di utilizzare le ricette
del passato, vivremo l’istante presente e saremo pronti ad accogliere una nuova
realtà. Una realtà non più sotto il controllo del nostro ego, bensì sotto la
guida della nostra anima.
Abbandonare le aspettative
L’obiettivo, il fine di Ho’oponopono consiste nel
collegarci con la Divinità interiore attraverso l’anima. Per farlo, occorre
abbandonare qualsiasi aspettativa, perché l’energia di Ho’oponopono implica il
non doversi più sforzare di capire e pertanto il non aspettarsi nessun
risultato. L’aspettativa infatti chiama nuovamente in causa la mente.
Aspettarsi qualcosa richiede un intervento da parte della
mente e se quest’ultima riprende il controllo, l’anima si ritrae e nulla
accadrà. A partire da quel momento, la mente blocca il processo. Ecco perché
essa deve allentare fino in fondo la presa.
A quanto pare questo aspetto, ossia “abbandonare le
aspettative”, è il più difficile da mettere in pratica, perché significa “non
desiderare nulla”. Per inseguire e raggiungere un obiettivo siamo stati
abituati innanzitutto a comprenderlo, ad analizzare i dati, dopodiché a entrare
in azione.
È l’ambito della “razionalità”, che dipende
dall’intelletto, dalla mente e dall’ego.
D’altro canto, la scelta stessa dell’obiettivo da
raggiungere ha rappresentato in precedenza il frutto di una riflessione
mentale. È così che, in linea molto generale, ogni essere funziona.
Per scegliere un obiettivo da raggiungere la mente
attinge alla sua banca dati, ossia i ricordi o le esperienze passate, così come
farebbe un computer con i dati sull’hard disk. La scelta di un obiettivo, di
una decisione da prendere, è dunque in ultima analisi soltanto il prodotto dei
nostri ricordi.
È questo il motivo per cui la mente si sbaglia tanto
spesso.
Lo stato di “vuoto” e il momento presente
La mente esiste solo nel passato o nel futuro, per cui
perde potere e controllo nel momento presente. Nel presente infatti non riesce
più ad agire e abbandona i comandi. Ecco perché per Ho’oponopono esiste soltanto
questo particolare momento, il “qui e ora”. Per essere efficace, va pertanto
praticato nel momento presente, quando il collegamento con la mente viene a
mancare.
Praticando Ho’oponopono (e mi spingo addirittura a dire
“vivendo” Ho’oponopono, perché si tratta di uno stato d’animo), la “rinuncia” e
il distacco devono essere totali, così da permetterci di conseguire uno stato
di “vuoto”, lo stato “zero” di cui parla il dottor Len.
Lo stato di “vuoto” può essere raggiunto soltanto nel
“qui e ora”.
È in questo stato di “vuoto”, nel quale non desideriamo
più nulla, che può manifestarsi l’ispirazione.
L’ispirazione proviene dall’anima o dalla Divinità in
noi.
La Divinità sa esattamente ciò che va bene per noi.
L’ispirazione è sempre giusta.
Amare se stessi
È importante mantenere questa energia d’amore a un
livello sempre elevato.
Per farlo, le frasi andranno pensate ogni giorno.
Ho’oponopono può infatti essere utilizzato per qualsiasi
cosa. Quando esci di casa per recarti al lavoro o a un appuntamento, chiedi
subito al Sé superiore o alla Divinità di pulire ciò che potrebbe essere in te
causa di un qualsiasi problema o ostacolo con le persone che incontrerai.
Ripeti le frasi “mi dispiace, perdonami, grazie, ti amo”
e pian piano vedrai compiersi la magia.
Per trovare le parole, le frasi che più ti si confanno,
lascia briglia sciolta all’intuito.
Rivolgiti al Bambino interiore e chiedigli di liberare i
ricordi, ringraziandolo e ricordandogli che lo ami. Rassicuralo. Rivolgiti
quindi al tuo Sé superiore e domandagli di pulire, di purificare con l’aiuto
della Divinità le cause del problema, dopodiché ringrazialo.
È altresì possibile rivolgersi ai propri ricordi
rammentando loro che li amiamo, perché ci offrono la possibilità di liberarli e
dunque di liberare noi stessi.
Ecco perché praticando Ho’oponopono tutti i giorni, varie
volte al giorno, sviluppiamo sempre più dentro di noi quei magnifici valori
simili a briciole d’amore: gratitudine, perdono, rinuncia, umiltà, gioia,
assenza di giudizio, fiducia in se stessi e amore verso la propria persona.
In questo modo, poco a poco scopriamo chi siamo
realmente.
Lo scopo di Ho’oponopono consiste nel liberarci dai
nostri ricordi
per raggiungere la luce e l’illuminazione, così da
conoscere la pace e la libertà.
Indice
Prefazione
Ho'oponopono, istruzioni per l'uso
Capitolo 1. Dalle origini alla pratica odierna
Definizione e storia di Ho'oponopono
Morrnah Simeona
Il dottor Ihaleakala Hew Len
La realtà fisica è una creazione della mente
Le diverse parti dell'identità
Come fare pulizia?
Abbandonare le aspettative
Lo stato di "vuoto" e il momento presente
Amare se stessi
La pratica di Ho'oponopono
Il potere di creare
Il proiettore
Il perdono apre la porta all'amore
La luce e l'ombra
Il perdono totale
Il Buddha d’oro
Pulizia dei ricordi
L’amore è nell’unità
Capitolo 2. Dal mondo della psiche alla realtà quantica
I ricordi erronei: comprenderli con la PNL
Situazioni conflittuali
Il ciclo dei conflitti
La memoria degli eventi
Psicologia e Ho'oponopono
Epigenetica e Ho'oponopono
Le radici sciamaniche di Ho'oponopono
Materializzazione dei pensieri
Ho'oponopono nella fisica quantistica
Il nostro mondo è reale?
Le conseguenze di Ho'oponopono sugli individui
Ho'oponopono e le nuove energie
Capitolo 3. Dalla spiritualità all’abbondanza
Una religione spirituale
Ho’oponopono, reincarnazione e famiglia
Il buddhismo, sempre
Essere cristiani
Un po’ d’Islam
Creature creative
Come cambiare il mondo
Come vivere i momenti di dubbio
Ho’oponopono nella quotidianità
Ho’oponopono per te
Luc Bodin, Nathalie Bodin, Jean Graciet
Il Grande Libro di Ho'Oponopono - Libro >>
http://goo.gl/kgHwvr
Saggezza hawaiana di guarigione
Editore: Punto d'Incontro
Data pubblicazione: Gennaio 2014
Formato: Libro - Pag 154 - 24x21 cm