Il linguaggio quantistico delle piante
Psicologia Quantistica
Il linguaggio quantistico delle piante
Le piante sono esseri viventi dotati di una coscienza
propria in grado di captare e rispondere alle informazioni a cui
quotidianamente sono esposte. Scopriamo il linguaggio quantistico delle piante
e come scegliere quelle più adatte a ripulire energeticamente i nostri ambienti
Carmen Di Muro - 22/04/2018
L’energia della Natura è una per tutte le cose. Ogni
entità materiale, attraverso l’energia di cui è dotata, è interrelata con tutte
le altre ed è parte costitutiva del Tutto. Questo livello di interconnessione-dipendenza
della realtà subatomica, caratterizzato dal principio di non località, vede le
particelle dei nostri organismi interagire tra loro e con quelle dell’universo,
simultaneamente attraverso una rete di informazioni vibrazionali. Allora perché
continuare a credere che le piante non siano esseri viventi dotati di una
coscienza propria in grado di captare e rispondere alle informazioni a cui
quotidianamente sono esposte?
Già dai primi del ‘900 vari ricercatori come Backster,
Sauvin e Volger guidati dalla convinzione che esse avessero un campo di energia
simile a quello generato dall’uomo, condussero svariati esperimenti che misero
in luce non solo l’esistenza di una notevole sensibilità che permette alla
pianta e all'uomo di intercomunicare, ma anche di trasmettere ed immagazzinare
informazioni elettromagnetiche per la salute dell’organismo vivente.
La sensibilità elelttromagnetica delle piante
Oggigiorno, sono stati fatti notevoli sforzi di ricerca
per studiare i possibili effetti biologici dovuti all'esposizione a campi
elettromagnetici ad alta frequenza o a frequenza ultrabassa e, la sensibilità
elettromagnetica delle piante, è ormai comprovata. Pensiamo, per esempio, alla
loro struttura cromofora, ossia a quegli atomi capaci di conferirle colorazione,
utilizzata per il trasporto intercellulare di energia ed informazione: ciò
avviene tramite la clorofilla che accumula energia direttamente dai fotoni del
sole.
Infatti, pur senza alcun organo assimilabile ad un
cervello centrale esse riescono a percepire le vibrazioni ambientali con un
livello di sensibilità notevolmente superiore rispetto ad altri organismi
viventi, trasducendoli in risposte molecolari o alterazioni morfogenetiche nel
loro schema di sviluppo. Ma non solo, esse sono ricettive soprattutto
all’esposizione di campi disarmonici essendo la rappresentazione vivente della
solidità e della malleabilità, adattandosi e rimodulandosi in virtù dei
cambiamenti a cui sono sottoposte. E noi stessi possiamo averne la prova nel
momento in cui posizioniamo una pianta nel nostro ambiente quotidiano. Non
soltanto essa è in grado di adeguare la sua crescita alle caratteristiche del
luogo (esposizione alla luce, clima, posizione), ma di risentire anche delle
frequenze del biocampo umano di chi lo popola usualmente.
Quante volte dopo periodi intensi di stress o di
malessere psico-fisico abbiamo notato nei nostri amici vegetali la comparsa di
parassiti, l’alterazione delle foglie o del colore? O, addirittura, quante
volte ci è capitato di vederle morire improvvisamente giustificandoci con la
frase “Non ho il police verde”? Ma quante volte capita anche il contrario: esse
crescono rigogliosamente e senza sforzo seppure le innaffiamo o le curiamo
poco?
Le piante misurano le nostre frequenze vibrazionali
Se solo ponessimo attenzione al periodo e al contesto in
cui la pianta manifesta determinati sintomi nella sua struttura, avremo
sicuramente la percezione della frequenza vibrazionale che stiamo irradiando in
un determinato momento della nostra vita. Questo ci darebbe il senso anche sul
tipo di informazione che inevitabilmente riverseremo all’esterno,
nell’ambiente, nelle relazioni e soprattutto nel nostro corpo. Basta solo
osservare per notare l’interazione costante che esiste tra il flusso dei nostri
pensieri e delle nostre emozioni con le strutture vegetali, notando il
linguaggio quantistico di interconnessione e scambio che avviene perpetuamente
e che si manifesta nel cambiamento spontaneo della loro conformazione nel bene
e nel male.
Le piante giuste per "ripulire" i nostri
ambienti
Eppure, le piante possono essere nostre grandi alleate,
nel momento in cui le selezioniamo minuziosamente in base alle loro
caratteristiche salutari riempiendo i nostri ambienti di più varietà. Per ogni
luogo la sua pianta o meglio, le sue piante. Ci sono infatti esemplari che
amano stare in cucina, piuttosto che in altre stanze in quanto la loro
struttura energetica è più resistente nel tollerare i campi elettromagnetici
che si diffondono in questi spazi di uso giornaliero. Tra queste abbiamo il
phothos, la pachira acquatica, l’orchidea, la menta peperita, il timo come pure
tutti i tipi di piante semigrasse. Abbiamo poi la spatifillo, l’aloe, la felce,
la sanseveria e l’edera per la purificazione di quei luoghi popolati da numerose
informazioni difformi, come uffici, studi professionali o case appena
acquistate in cui non ci è noto il tipo di vibrazione a cui erano sottoposte.
Queste varietà hanno il beneficio di ripulire e bilanciare i campi del luogo.
Ma attenzione! Sortiscono effetto se ne posizioniamo più insieme così da creare
un piccolo microclima vegetale tale da esercitare un’influenza di campo di una
certa intensità nella stanza. Esse devono essere posizionate nei diversi
angoli, o in prossimità, così che l’informazione possa fluire armonicamente
senza interruzioni.
Al contrario di quanto si crede, anche in camera da letto
possono sortire effetti benefici. La lavanda per esempio, come pure l’areca
palmata o il ficus benjamin sono perfette per ripulire il biocampo umano
durante la notte generando pace e serenità durante il sonno e una sensazione di
equilibrio al risveglio.
Ma anche i cactus godono di una buona reputazione. La
NASA dopo aver completato il suo massiccio studio sulle piante da casa ha
scoperto che il cactus era abbastanza efficiente nell'assorbire le radiazioni
elettromagnetiche generate dagli attuali dispositivi elettronici (wi-fi, pc,
Tv, ripetitori). Poiché la radiazione EMF viaggia in linea retta, l’ideale
sarebbe posizionare le piante tra noi e il computer, o qualsiasi dispositivo
nelle vicinanze emetta frequenze di questo tipo.
Quelle citate sono solo alcune varianti da interni più
comuni, ma esistono tantissime tipologie adatte alle nostre esigenze e alla
nostra personalità. Ogni pianta è capace di ricondurci al contatto più profondo
con l’essenza prima, con la Natura e la sua potente energia, nel momento in cui
delicatamente con la nostra interiorità la sfioriamo, la sentiamo e
comprendiamo il suo linguaggio sottile che non è fatto di parole, ma di pure
vibrazioni emozionali.
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Nuovi orizzonti della psiche e della guarigione
Carmen Di Muro