La verità sul colesterolo
Il colesterolo cattivo non esiste, così come quello
buono: scopri tutto quello che devi sapere sul colesterolo e sulla sua
correlazione con l'incidenza delle malattie cardiovascolari
di Valerio Pignatta
per gentile concessione “Scienza e Conoscenza” nr. 52
È di fatto divenuto patrimonio comune considerare un
determinato livello di colesterolo nel sangue un indice predittivo che
stabilisce la situazione dell'organismo rispetto alle malattie cardiovascolari.
La terminologia e i concetti clinici che dominano in
questo ambito sono vari ma, da quello che è possibile dedurre da un approccio
meno superficiale, le spiegazioni di questa correlazione sono piuttosto
contraddittorie.
Come sempre in questi casi, la vulgata della
colesterolemia rimane costituita da quell'insieme di informazioni ufficiali
acquisite dagli studenti di medicina (e futuri medici) all'università e
sedimentate ormai da decenni, sebbene poi nel prosieguo degli anni con la
ricerca e le nuove acquisizioni scientifiche le cose cambino di continuo, e di
molto, senza però che ciò abbia – nella maggioranza dei casi – effetti sulla
pratica clinica quotidiana.
Siccome la questione è abbastanza complessa e variegata
proviamo a farne un riassunto sintetico per schemi di facile assimilazione.
I vari “colesteroli”
a) Il colesterolo in senso generale appartiene alla
classe degli steroli. Più precisamente si può descrivere la molecola di
colesterolo come un involucro proteico (apoproteina) con un contenuto lipidico.
È presente anche negli animali e quasi completamente assente nei vegetali (che
però contengono sostanze lipidiche simili dette fitosteroli).
b) Il colesterolo HDL è il cosiddetto colesterolo
“buono”. È costituito da lipoproteine ad alta densità (High Density
Lipoproteins). Quello che cambia è solo il rivestimento proteico (il
colesterolo è sempre quello) che ne orienta la destinazione finale. Quindi
questa specifica classe di proteine riveste il colesterolo diretto dai tessuti
al fegato, dove sarà rimosso.
c) Il colesterolo LDL è il cosiddetto colesterolo
“cattivo”. È costituito da lipoproteine a bassa densità (Low Density
Lipoproteins). Anche in questo caso quello che cambia è solo la proteina
avvolgente secondo l'affinità dei tessuti verso i quali è diretta. Questo tipo
di proteine riveste il colesterolo diretto dal fegato ai tessuti e agli organi.
d) Il colesterolo Lp(a) o lipoproteina(a) è il secondo
colesterolo “cattivo”, scoperto solo nel 2009. È un colesterolo rivestito da
un'altra lipoproteina simile alle LDL ma che serve a trasportare una proteina
denominata apoproteina A, anche se, ufficialmente, il suo ruolo biologico non è
ancora ben definito.
e) Trascuriamo qui inoltre le lipoproteine a densità
molto bassa (Very Low Density Lipoprotein, VLDL, incaricate principalmente del
trasporto dei trigliceridi) e quelle a densità intermedia (Intermediate Density
Lipoprotein, IDL, che pure trasportano trigliceridi e colesterolo esterificato)
perché il discorso si farebbe ancora più complesso e rimaniamo solo sulle
conseguenze immediate delle più note delle stesse sul sistema cardiaco.
Funzioni ufficiali del colesterolo
a) Il colesterolo è una componente importantissima della
membrana cellulare. Regola lo scambio di sostanze messaggere attraverso tale
membrana. È coinvolto nella crescita e divisione cellulare, è il precursore
degli ormoni sessuali (sia maschili che femminili), permette la produzione di
ormoni surrenalici, è implicato nella sintesi di vitamina D, viene utilizzato
per la produzione di bile e molto altro ancora.
b) Le lipoproteine HDL prelevano il colesterolo dalle
cellule e da altre lipoproteine per portarlo al fegato dove verrà metabolizzato
e smaltito.
c) Le LDL distribuiscono il colesterolo ai vari organi e
tessuti. In questo modo le cellule sono agevolate, dato che possono risparmiare
parecchia energia altrimenti necessaria per eseguire da sole tale sintesi, che
è un processo lungo e complicato.
d) Come si diceva sopra, la funzione effettiva delle
Lp(a) non è ancora chiara.
Discordanze
a) Il colesterolo è un alcol pesante con struttura
cristallina rigida e indistruttibile la cui sintesi avviene nel fegato. Quindi
in realtà non è un grasso o quantomeno non è un grasso come gli altri, ossia
non è un combustibile, ma un cristallo la cui punta è costituita da un gruppo
ossidrilico con cui aggancia e trasporta gli acidi grassi formando il
cosiddetto colesterolo esterificato.
b) L'aumento del colesterolo alimentare riduce la sintesi
epatica dello stesso. Altri autori però non rilevano alcuna regolazione di
questo tipo.
Cause ufficiali di ipercolesterolemia
a) Il livello di colesterolo nel sangue a partire da cui
si classifica un rischio elevato di patologia cardiovascolare è fissato oggi a
240 mg/dl e oltre. Da 200 a 239 il rischio è considerato moderato e al di sotto
di questi valori e sino a 120 si reputa siano i livelli desiderabili.
b) Le cause di un livello consistente di colesterolo nel
sangue possono essere varie. Innanzitutto esso può essere di origine esterna
(alimentazione) e interna (produzione cellulare)
c) Il colesterolo alimentare rappresenta il 30% di tutto
il colesterolo presente nell'organismo umano nelle società occidentali.
L'assunzione di cibi ad alto livello di colesterolo aumenta il colesterolo
totale presente.
d) Ci sono anche ipercolesterolemie di tipo genetico, ma
sono rare.
e) Stress (la sovrapproduzione di adrenalina e cortisolo
influisce sulla capacità del fegato di metabolizzare il colesterolo),
sedentarietà (diminuiscono le HDL) e sovrappeso (legame con i trigliceridi)
sono altrettante cause di aumento del colesterolo.
f) Alcune malattie come diabete, disfunzioni della
tiroide sono coinvolte nell'aumento del livello di colesterolo nell'organismo
Discordanze
a) Tutto il sistema organico è organizzato in modo da
evitare una carenza di colesterolo piuttosto che un surplus. Il colesterolo non
viene mai veramente eliminato, ma sempre riciclato all'interno dell'organismo e
questo induce a prendere in considerazione l'importanza dello stesso. Non ci
sono quindi metodi efficaci di eliminazione, ma semmai di redistribuzione del
colesterolo nei processi metabolici.
b) Si danno casi di assunzione elevatissima di
colesterolo alimentare senza influenze sul colesterolo totale.
Fattori di rischio dovuti all'ipercolesterolemia
a) Il colesterolo cattivo (LDL) intasa i macrofagi e le
arterie riducendone il lume e aumentando l'infiammazione. Questo a lungo andare
provoca cardiopatia coronarica. Va quindi costantemente combattuto e limitato.
Il valore di riferimento è 130 mg/dl: al di sopra di questa concentrazione si
parla di rischio cardiovascolare.
b) Le HDL assicurano tramite la loro funzione di
trasporto inverso l'efflusso tissutale del colesterolo e svuotano le placche
ateromatose riveicolando il colesterolo al fegato dove viene solubilizzato
attraverso le vie biliari. Va quindi incrementata la loro concentrazione nel
sangue.
c) Le Lp(a) tendono a ispessire le arterie in assenza di
antiossidanti.
d) La somma dei vari colesteroli (LDL, HDL e VLDL) dà il
colesterolo totale utilizzato come indicatore di rischio.
e) Il rapporto tra colesterolo totale e HDL è un marker
di rischio più affidabile rispetto al conteggio del colesterolo totale e delle
sole LDL. Un valore sotto 4 rappresenta uno scarso rischio di cardiopatia
ischemica.
Discordanze
a) Non vi è alcun beneficio a livello di incidenti
coronarici nell'alzare i livelli di HDL oltre i 35 g/l. Gli incidenti infatti
non sono più frequenti se le HDL sono < 0,35 g/l, ovvero solo nell'8-10% dei
casi salvo che, allo stesso tempo, il colesterolo totale non sia > 2 g/l.
Non c'è evidenza scientifica di una supposta correlazione inversa tra HDL e
mortalità cardiaca. Il colesterolo “buono” è una leggenda.
b) Anche il colesterolo “cattivo” non esiste in quanto
tale. Vari studi pubblicati su «Circulation» nel 2002 e 2003 stabiliscono che
non esiste relazione tra infarto e colesterolo.
c) Alcuni studi sostengono che i grassi saturi riducono
il livello di Lp(a) (!).
d) I valori di colesterolo totale non sono un indice
significativamente rappresentativo che individui i soggetti a rischio di
malattia coronarica. Il noto studio Framingham ha dimostrato che si muore allo
stesso modo con 150 e con 300 mg/dl di colesterolo totale. Nello stesso studio,
inoltre, circa la metà degli eventi coronarici si è manifestata in soggetti con
un colesterolo minore di 240 mg/dl.
e) I livelli di colesterolo nel sangue dopo i 65 anni
anni di età smettono di essere predittivi di un qualche rischio
cardiovascolare. O meglio ancora, dopo i 70 anni la mortalità per malattia
cardiovascolare con colesterolo elevato è nulla.
f) Dopo i 70 anni più è alto il colesterolo e minore è la
possibilità di morire di tumore o di infezioni. E le differenze sono notevoli.
Per un livello di colesterolo di 280 mg/dl c'è un 30% in meno di mortalità per
queste patologie e se fosse di 320 mg/dl si arriva al 50%.
g) Non esiste alcuna relazione di causalità diretta
dimostrata tra colesterolo e ateroma.
h) Nelle donne, valori alti o bassi di colesterolo sono
ininfluenti rispetto alla mortalità totale.
Diete ufficiali di contrasto
a) Normalmente a chi viene riscontrato un alto livello di
colesterolo nel sangue viene suggerita una dieta a basso o zero consumo di cibi
con elevata presenza di questa molecola. Quindi niente uova, niente carne,
niente burro ecc.
Discordanze
a) Nessun regime dietetico mirato a ridurre il livello di
colesterolo ha mai ridotto il numero di incidenti cardiovascolari né ridotto in
modo significativo il volume delle placche.
b) I grassi che contribuiscono alla formazione delle
placche sono infatti i grassi saturi di origine animale e non il colesterolo.
c) L'eliminazione dei cibi con alti livelli di
colesterolo incide al massimo per il 20% sulla diminuzione del colesterolo in
circolo.
d) Un'alimentazione a forte consumo di glucidi (ad alto
indice glicemico) è capace di generare una consistente risposta insulinica che
stimola a sua volta la produzione di colesterolo endogeno. Quindi
l'eliminazione di determinati cibi dovrebbe tener conto di questa variante.
e) Il consumo di calorie eccessive ha effetti sui livelli
di grassi del corpo. Un controllo adeguato in tal senso è in grado di stimolare
maggiormente la biosintesi interna dei lipidi.
Terapie ufficiali per la cura dell'ipercolesterolemia
a) La terapia per eccellenza oggi utilizzata è a base di
farmaci denominati statine. Secondo alcuni studi il trattamento va prescritto
indipendentemente dal livello di colesterolo o delle LDL perché il rischio
aumenta linearmente con l'aumento della loro concentrazione, anche già dai
valori più bassi, e le statine riducono tale rischio a tutti i valori.
Discordanze
a) La riduzione media dei valori di colesterolo
conseguita con la statine non influisce tuttavia sul numero di morti
complessivi per le patologie in questione. Ossia se è vero che un colesterolo
più basso riduce in minima parte il rischio di evento cardiaco è possibile che
gli effetti indesiderati del farmaco cancellino il beneficio.
b) L'ateroma è una malattia che inizia molto presto e può
essere causa di mortalità dopo cinquant'anni di progressione. Un trattamento
così tardivo come quello che viene consigliato non ha nessun senso. Il
trattamento andrebbe eseguito su soggetti a rischio tra i 30 e i 50 anni e non
come viene invece svolto sulla maggior parte della popolazione di età compresa
tra i 60 e i 75 anni.
c) La necessità dell'esercizio fisico aerobico come modo
per aumentare l'HDL trova invece tutti d'accordo. Nuoto, bicicletta, corsa,
camminata sono ottimi.
d) L'esercizio fisico è molto più efficace nella
riduzione dei grassi nel sangue di qualsiasi rimedio farmaceutico.
e) Le statine hanno in realtà un grado di efficacia dello
0,5% (!). D'altra parte producono invece notevoli complicanze, effetti
indesiderati e collaterali anche di seria gravità.
f) Un'alimentazione priva di grassi saturi di origine
animale è probabilmente la miglior prevenzione e anche terapia che è possibile
attuare in caso di situazione di rischio cardiovascolare.
Conclusioni
Come abbiamo visto, e come accade in molte altre
patologie umane, la medicina ha posizioni diverse a seconda degli studi che si
prendono in considerazione, a seconda degli interessi che rappresenta la
ricerca valutata oppure delle idee e formazione degli scienziati che le
sostengono.
Nell'insieme, valutando ogni cosa, seppur da un punto di
vista non specialistico come può essere il nostro (ma molto vicino a quello di
qualsiasi cittadino), ci pare di poter trarre le seguenti conclusioni.
L'ipercolesterolemia e il suo presunto legame con la
malattia cardiovascolare è risolvibile in ogni caso a monte, e preventivamente
rispetto a qualsiasi schieramento di parte, rifuggendo alcune situazioni che
sono ormai croniche e dilaganti nella nostra società: la sedentarietà
terrificante che caratterizza ormai ampi strati di popolazione sin da bambini,
il sovrappeso, pure ormai peculiare delle nostre comunità e lo stress,
fortemente coinvolto, più di quanto non crediamo, nel meccanismo cardiopatico.
Si può ottenere un buon effetto inoltre (ma forse prima di tutto) riducendo o
eliminando la quantità di cibi zeppi di grassi saturi di origine animale che
normalmente ingeriamo nella nostra abituale dieta industriale e onnivora. Anche
questo, come molti studi indipendenti hanno mostrato, ha i suoi effetti positivi
sulla prevenzione e cura delle malattie cardiovascolari (quando però allo
stesso tempo si evitano comportamenti deleteri per la salute come il tabagismo,
il consumo di alcol o altri insalubri stili di vita che favoriscono diabete e
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INTERTESTI
I livelli di colesterolo nel sangue dopo i 65 anni di età
smettono di essere predittivi di un qualche rischio cardiovascolare. O meglio
ancora, dopo i 70 anni la mortalità per malattia cardiovascolare con
colesterolo elevato è nulla
Nelle donne, valori alti o bassi di colesterolo sono
ininfluenti rispetto alla mortalità totale
L'esercizio fisico è molto più efficace nella riduzione
dei grassi nel sangue di qualsiasi rimedio farmaceutico
Un'alimentazione priva di grassi saturi di origine
animale è probabilmente la miglior prevenzione e anche terapia che è possibile
attuare in caso di situazione di rischio cardiovascolare
Scienza e Conoscenza - n. 52 >> http://goo.gl/AaPB0W
Nuove scienze, Medicina non Convenzionale, Consapevolezza
Editore: Scienza e Conoscenza - Editore
Data pubblicazione: Maggio 2015
Formato: Rivista -