I fondamenti della dieta alcalina: perché è tanto
importante?
Scritto da: Redazione Scienza e Conoscenza
Alimentazione e Salute
I fondamenti della dieta alcalina: perché è tanto
importante?
Gli organi e i tessuti del corpo danno il meglio di sé
quando si trovano in un ambiente più alcalino che acido. Il livello di acidità
e alcalinità (o basicità) di un ambiente è misurato dal pH, con valori
oscillanti tra 1 e 14, dove 1 indica il massimo dell’acidità, il 7 una
situazione di neutralità e il 14 il massimo dell’alcalinità. L’acido contenuto
nelle batterie è un esempio di acido forte, mentre la soda caustica (idrossido
di sodio) è un esempio di base forte (ovvero una sostanza fortemente alcalina).
L’acqua, in particolare quella distillata, è neutra. I sistemi biologici, come
l’organismo umano, sono in equilibrio in un’area intermedia della scala, quando
cioè hanno un pH compreso tra 4 e 9,5. Quasi tutti i sistemi, fatta eccezione
per alcune parti dell’apparato digerente, operano al meglio in un ambiente
lievemente alcalino. La saliva, per esempio, dovrebbe avere un pH compreso tra
6,5 e 7,5 e l’urina intorno al 7. (In qualunque farmacia si possono acquistare
cartine indicatrici, come quelle tornasole, con cui eseguire una valutazione
pratica).
La dieta occidentale tipo è costituita in grandissima
parte da alimenti che nel processo di degradazione digestiva e metabolica fanno
aumentare l’acidità dell’organismo.
Quelli che lasciano i più consistenti residui acidi sono:
la carne,
il pollame,
il formaggio e i latticini in genere,
i cibi fritti, tutti i tipi di zucchero,
i prodotti a base di farine raffinate (per esempio pasta
e pane bianchi),
le bibite, il caffè, il tè, la birra, il vino, i
superalcolici,
certi frutti e tutto il cibo spazzatura.
Alimenti alcalini sono invece:
gli ortaggi,
i succhi di verdura,
gli oli “buoni” come quelli di oliva e di cocco,
alcuni semi oleosi e quasi tutti i legumi.
Se la maggior parte del cibo che mangiamo viene
trasformato dal metabolismo in ceneri alcaline, allora ci nutre, ci riempie di
energia e rende più forte l’organismo. Per contro, se ci nutriamo soprattutto
di alimenti che nel processo metabolico lasciano residui acidi, gli effetti che
ne derivano sono l’intossicazione e il logorio degli organi e dei tessuti. Ci
sono anche altri fattori che contribuiscono ad accrescere l’acidità, come gli
inquinanti chimici e ambientali, i radicali liberi e i campi elettromagnetici,
ma anche i pensieri negativi e le emozioni come paura, preoccupazione, rabbia e
ansia.
I pericoli dell'eccesso di acidità
Se a causa delle nostre scelte di vita malsane le
cellule, i tessuti e gli organi vengono alimentati da fluidi acidi, probabilmente
si infiammeranno dando luogo a patologie quali obesità, cardiopatie e cancro.
Il sangue è particolarmente sensibile alle variazioni di pH: deve mantenersi
sempre leggermente alcalino, con valori oscillanti tra 7,35 e 7,45. È
esattamente come per la temperatura corporea: se è troppo alta o troppo bassa
possiamo morire, ma se si abbassa o si innalza lievemente stiamo semplicemente
male. Analogamente, se il sangue è un po’ più acido o più basico ci sentiamo
male, ma se il pH cambia molto rischiamo la vita.
Per ristabilire l’equilibrio del pH e ridurre l’acidità
(ovvero lo squilibrio più frequente), l’organismo cerca di neutralizzare gli
acidi in eccesso riversando nel flusso sanguigno dei tamponi alcalini. I
principali minerali che provvedono a questa funzione sono l’ortofosfato di
calcio e il carbonato di calcio che, se non sono assunti regolarmente con
l’alimentazione, il sistema preleva direttamente dalle ossa. È questo uno dei
motivi per cui tante donne, e talvolta gli uomini in età molto avanzata,
soffrono di osteopenia o di osteoporosi. Se consumiamo troppi cibi
acidificanti, lo scheletro diventa debole e poroso. Inoltre, se il nostro
terreno è acido, soffriremo facilmente di artrite o dolori articolari, se non
addirittura di usura delle cartilagini, come avviene nell’artrite cronica e
nella coxartrosi. Organi e tessuti soffrono sia per l’infiammazione derivante
dall’acidità sia per la carenza dei minerali necessari a neutralizzarla. Un
organismo troppo acido è un organismo intossicato, dove prosperano
microrganismi come batteri, virus, funghi e lieviti – ma anche cellule tumorali
– che invece non riescono a svilupparsi in un ambiente moderatamente alcalino.
L’eccesso di acidità favorisce anche l’aumento di peso e
ostacola il dimagrimento. Il corpo tende infatti a immagazzinare le scorie
acide nelle cellule adipose e si affida al grasso per impedire che l’acidità
danneggi altri distretti corporei. Non è raro che, quando una persona ritrova
un corretto equilibrio acido-base, cominci anche a dimagrire quasi senza
accorgersene.
Il modo ideale per mantenere un pH adeguato è bilanciare
la dieta con il 50-75% di succhi e alimenti alcalini, acqua pura (meglio ancora
se alcalina), esercizio fisico, emozioni e pensieri positivi. A quel punto
potremo ancora goderci alcuni tra i nostri cibi preferiti, anche se
acidificanti, purché non rappresentino più del 25-30% del totale di ciò che
mangiamo.
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