Inquinamento ambientale e salute
intervista alla dottoressa Patrizia Gentilini
Scritto da: Marianna Gualazzi
Inquinamento ambientale e salute: intervista alla
dottoressa Patrizia Gentilini
L’inquinamento ambientale globale è tra le più gravi
sfide cui siamo chiamati a far fronte nel presente e nell’immediato futuro. Per
capire la gravità della situazione e quante e quali patologie dipendono da come
acque, aria e suolo si siano ridotti a vere e proprie discariche abbiamo intervistato
Patrizia Gentilini, medico ISDE (Associazione Medici per l’Ambiente) da anni
impegnata nella lotta all’inquinamento ambientali e nella divulgazioni sui temi
della prevenzione primaria e della salute uomo-ambiente.
A cosa ci riferisce quando si parla oggi di inquinamento
ambientale?
Le persone, purtroppo, non sono consapevoli del fatto che
nel giro di pochissime generazioni abbiamo modificato, in modo temo
irreversibile, il nostro habitat dal punto di vista sia fisico (pensiamo ai
campi elettromagnetici) che chimico, con l’introduzione nell’aria, nell’acqua,
nei suoli, di centinaia di migliaia di molecole chimiche di sintesi, molto
spesso tossiche e persistenti, di cui nulla, o quasi, sappiamo circa gli
effetti sulla salute.
Sostanze che entrano nei nostri corpi attraverso la
pelle, l’aria che respiriamo, il cibo che mangiamo e interferiscono con le
funzioni di organi e apparati delicatissimi originando malattie e dando luogo a
quello che è stato definito “il paradosso del progresso”.
Sostanze tossiche e cancerogene si ritrovano a centinaia
anche nel cordone ombelicale e nel latte materno, interferendo quindi con lo
sviluppo embrio-fetale, con la possibilità di dare origine a patologie che poi
si manifesteranno non solo nell’infanzia ma anche nella età adulta, tanto che
di parla di una “origine fetale delle malattie dell’adulto”: dal cancro alle
patologie metaboliche, dall’infarto a quelle neurodegenerative. Abbiamo
trasformato il mare in un deposito di plastiche e l’atmosfera in una discarica
cambiandone la stessa composizione chimica: nel 2015 la CO2 ha superato
stabilmente la soglia delle 400 parti per milione, si pensi che solo nel 1985
la sua concentrazione era di circa 340 ppm e sappiamo che l’aumento della CO2-
fondamentalmente conseguente all’utilizzo di combustibili fossili - è
strettamente connesso con il riscaldamento globale e i cambiamenti climatici in
atto. La situazione, per come io la vedo è semplicemente drammatica, ma
continuiamo sulla strada perversa delle incentivazioni alle combustioni: dal
biogas, alle biomasse, dai rifiuti al petrolio, anche se oggi le tecnologie per
ottenere tutta l’energia di cui abbiamo bisogno da fonti davvero rinnovabili –
ovvero dal sole- sono più che mature.
Metalli pesanti, pesticidi, diossine, inquinamento
elettromagnetico: come abbiamo trasformato il Pianeta in una discarica di
sostanze che ci fanno ammalare?
Quali sono le sostanze più pericolose per la salute umana
e per quali patologie rappresentano una agente eziologico scientificamente
accertato?
Non è semplice fare una “graduatoria” e distinguere “in
vivo” e non in esperimenti di laboratorio l’azione di una singola sostanza
dall’altra, dal momento che sono migliaia le molecole cui siamo esposti e
centinaia quelle presenti in cocktail nei nostri corpi. L’azione di queste
sostanze può modularsi reciprocamente ed è variabile in base alle condizioni
individuali dell’individuo (età, stato di salute) e alla sua capacità di
detossificazione, che in gran parte è geneticamente determinata. Si è visto, ad
esempio, che le persone che presentano particolari profili degli enzimi della
famiglia di paraoxonase 1 (PON 1) che comportano una eliminazione meno efficace
di pesticidi organofosfati, presentano tossicità molto più rilevanti di
carattere neurotossico, metabolico e cardiovascolare per esposizione a queste
sostanze.
Comunque i migliori esempi di relazione fra sostanze
tossiche e patologie umane li troviamo nelle malattie professionali: amianto e
mesotelioma, amine aromatiche e tumori alla vescica, benzene e leucemie
mieloidi, formaldeide e tumori nasali, cloruro di vinile monomero e tumori
epatici, ma anche fumo di sigaretta e cancro al polmone.
Ci sono poi le sostanze dichiaratamente cancerogene (vedi
box) e il foltissimo gruppo degli interferenti endocrini (vedi box). Ma
pensiamo anche alla qualità dell’aria, oggi ritenuto il maggior problema a
livello globale per la salute umana in quanto si stima che la mortalità
attribuibile all'inquinamento atmosferico ammonti annualmente a 4,33 milioni di
individui e comporti la perdita di 123 milioni di anni di vita La situazione
dell’Italia a questo riguardo è molto critica e il Rapporto dell’UE (14) vede il
nostro paese al 1° posto in Europa per morti premature dovute alla cattiva
qualità dell’aria: per i livelli di PM2,5, NO2, Ozono si stima che nel corso
del 2013 si siano verificati nel paese 91.050 decessi prematuri.
È ormai assodato che ad ogni aumento di particolato
nell’aria è associato, a breve termine, un aumento di eventi avversi cardiaci e
respiratori in quanto si induce stress ossidativo, alterazioni dell’endotelio
vasale, stato pro-trombotico, infiammazione sistemica tali da provocare innalzamento
della pressione arteriosa, aritmia, aumento della coagulabilità sanguigna,
trombosi, vasocostrizione, aterosclerosi, ischemia cardiaca e infarto
miocardico. In seguito ad esposizione nel lungo periodo aumenta il rischio di
broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO), asma, cancro al polmone e morte.
Ma per la cattiva qualità dell’aria si registra anche
l’incremento della abortività spontanea, della prematurità, di malformazioni,
ma anche di danni per lo sviluppo cognitivo con aumento di autismo, demenza e
patologie metaboliche quali il diabete. La principale modalità con cui gli
inquinanti presenti in aria interagiscono con le funzioni cerebrali è
rappresentata ancora una volta da stress ossidativo e da conseguente
neuro-infiammazione: recenti studi hanno evidenziato che per ogni incremento di
10 μg/m3 di PM10 e PM2,5 si registra un incremento del rischio di autismo
rispettivamente del 7% e del 132%. Anche per quanto attiene la demenza e il
declino cognitivo sono numerosi gli studi che già da alcuni anni correlano
queste forme morbose con l’inalazione di particolato, specie se di taglia più
fine. Particolarmente pericoloso risulta essere a questo proposito il PM 0,1
(nanoparticelle) che già in studi condotti a Città del Messico aveva dimostrato
di poter raggiungere i lobi frontali attraverso il nervo olfattivo e indurre
alterazioni di tipo neuro infiammatorio che precorrono l’insorgenza della
malattia conclamata.
Chi è Patrizia Gentilini
Medico oncologo ed ematologo, ha lavorato per oltre 30
anni nel reparto di Oncologia di Forlì.
Ha cominciato a interessarsi fattivamente delle
problematiche ambientali oltre 10 anni fa, in occasione del raddoppio di
potenzialità dei due inceneritori della sua città. L’incontro e l’amicizia con
il professor Lorenzo Tomatis le hanno lasciato l’insegnamento e la
testimonianza per una Scienza e una Medicina che siano sempre e comunque al
servizio dell’Uomo e della sua dignità. Concretamente impegnata nella
salvaguardia dell’ambiente e della salute umana, si adopera per ridurre l’esposizione
delle popolazioni alle sostanze tossiche e cancerogene.
È impegnata nel Comitato Scientifico della Associazione
dei Medici per l’Ambiente e nel Direttivo di Medicina Democratica.
Tiene un blog sul Il Fatto Quotidiano: www.ilfattoquotidiano.it/blog/pgentilini
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