lunedì 27 novembre 2017

Campane tibetane e ipersensibilita' - 3



Campane tibetane e ipersensibilita' elettromagnetica - 3

terza parte

Scritto da: Francesca Brocchetta

Medicina Non Convenzionale



Campane tibetane e ipersensibilità elettromagnetica - terza parte

L'efficacia del massaggio è stata avvertita fin dai primi secondi di trattamento, con un insieme di sensazioni psicofisiche di benessere. Circa la metà del campione intervistato ha dichiarato una riduzione media dell’intensità dei sintomi più ricorrenti e invalidanti pari al 60% (in ordine di intensità sono stati rilevati: irritabilità, stanchezza, irrequietezza, problemi gastrointestinali, tensione muscolare, ansietà). E tra questi, il 39% ha comportato un azzeramento totale dell’intensità del sintomo. Dall’analisi dei questionari e dalla lettura dei polsi si evince come l’utilizzo delle frequenze abbia favorito il recupero degli equilibri del sistema, aprendo i collegamenti bloccati e ristabilendo una circolazione energetica normale ed un corretto equilibrio tra Yin e Yang.  Il dato più significativo è stato la riduzione delle contratture muscolari, riscontrata in tutti i volontari. Si tratta indubbiamente di un fattore decisivo nel ripristino del flusso energetico naturale corporeo.

A conclusione della ricerca, riporto le parole del Prof. Giuseppe Genovesi raccolte durante l’analisi dei polsi: «dopo il trattamento si evince un’apertura dei collegamenti bloccati e quindi il ristabilimento di una circolazione energetica normale. In tutti i pazienti analizzati si evidenzia, in generale, un recupero del collegamento tra i polsi e un’armonizzazione degli stessi. Le alterazioni degli equilibri tra Yin e Yang tendono a essere recuperate con evidente miglioramento del quadro clinico. In particolare il rene Yin, che è molto spesso carente proprio per motivi ambientali, viene quasi sempre recuperato, mentre il rene Yang rimane un po’ più resistente; tuttavia la carenza di Yin recuperata consente di ottenere un maggior equilibrio energetico».

Una sintesi conclusiva del Professor Giuseppe Genovesi

A validare l'approccio funzionale, ed estremamente versatile, del massaggio sonoro con le campane tibetane nel trattamento di disturbi psico-fisici di malattie ambientali, è intervenuto anche il Prof. Giuseppe Genovesi, endocrinologo-immunologo all'Università degli Studi La Sapienza di Roma. «L’obiettivo peculiare del massaggio sonoro», testimonia Genovesi, «è quello di indurre un effetto benefico sull’organismo attraverso la vibrazione e il suono prodotti dalla campana. Il metodo di valutazione della palpazione dei polsi, sebbene molto distante dalla medicina occidentale, ha dimostrato come il massaggio sonoro abbia favorito il recupero degli equilibri del sistema, aprendo i collegamenti bloccati e ristabilendo una circolazione energetica normale.

Se pensiamo ai risultati straordinari degli studi dei professori Carlo Ventura e Livio Giuliani che hanno dimostrato come campi magnetici pulsati a frequenza bassa, campi radioelettrici e la vibrazione sonora, siano in grado di modificare sostanzialmente il destino cellulare, compreso quello delle cellule staminali, risulta semplice comprendere che i presupposti scientifici dell’efficienza delle campane tibetane sulla salute umana siano reali e dovrebbero essere dimostrati attraverso nuove ricerche. Per verificare, ad esempio, l'effetto delle loro vibrazioni rispetto al riequilibrio del rapporto tra campo elettromagnetico e campo atomico/molecolare, e quindi rispetto alla possibilità di ristabilire una coerenza dell’acqua all'interno del nostro organismo, si potrebbe effettuare una risonanza magnetica su un campione esterno di acqua prima e dopo che questo venga sottoposto a trattamento vibrazionale con le campane.

Il principale effetto negativo che ha lo stress ossidativo, presente in maggiore misura nei pazienti affetti da EHS, è quello di ridurre la coerenza sull’acqua citoplasmatica, quindi una terapia che la ristabilisca, potrà agire per la coerenza biologica e il benessere dell'intero organismo. Un ulteriore contributo a questa ricerca potrebbe essere la valutazione ematochimica di parametri infiammatori prima e dopo un determinato trattamento su pazienti che abbiano parametri alterati sulla base di una valutazione preliminare. Una modalità semplice e per certi versi banale che utilizza un linguaggio più occidentale e quindi più comprensibile per chi, nel nostro ambiente, ha bisogno di un rigoroso metodo deduttivo-matematico. Insomma, le basi per fare ricerca ci sono: ponendo attenzione ai concetti della moderna fisica quantistica, distaccandosi dal mero dato analitico dello scienziato classico e ristabilendo un concetto olistico si giungerebbe ad una riconciliazione generale, che esca dalle logiche di interesse parziali, per lo più di natura economica, e rimetta al centro l'armonia complessiva dell'individuo, quel suono per l'appunto, della vibrazione fra Essere e Universo.»

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