Akasa e la Teoria delle Stringhe
Medicina Non Convenzionale
Dall’antica sapienza indiana alla fisica dei quanti, la
dimostrazione che niente è separato, tutto è collegato, tutto è una cosa sola
Antonio Morandi - 05/06/2019
L’idea originaria di Ākāśa la troviamo espressa nei Veda,
il cuore della tradizione sapienziale dell’India da cui si è sviluppata tutta
la vasta letteratura scientifica e spirituale che sta alla base della cultura
indiana.
Per meglio comprendere il grado di complessità del tema è
importante precisare che nella cultura indiana il concetto di Ākāśa è
utilizzato in svariate modalità: in Āyurveda, la più importante Medicina
Tradizionale Indiana è uno dei 5 elementi che costituiscono il corpo umano,
nella Matematica Vedica è sinonimo di “zero” mentre nel Vastu Śastra, l’antica
forma di architettura vedica, indica l’idea dello “spazio” che tutto pervade.
Tutto quello che ha una forma, i “mattoni” della materia, gli organismi, le stelle,
l’universo intero deriva da Ākāśa.
Che cos’è Ākāśa
Tutto quello che è percepibile dai nostri sensi evolve da
Ākāśa, che tuttavia non è percepibile nella sua pura sostanza. L’elemento Ākāśa
è l’anello di congiunzione fra uno stato potenziale puramente energetico della
materia, il Brahman e l’Ātman della tradizione vedica, e la materia stessa. Da
Ākāśa evolvono tutti gli altri elementi, o stati della materia, chiamati Pañca
Mahābhūta secondo un ordine ben preciso di densità crescente: Ākāśa (Etere),
Vāyu (Aria), Tejas (Fuoco), Jala (Acqua) e Pṛthvī (Terra). Questa sequenza
evolutiva, che ritroviamo anche alla base dell’Āyurveda, è ben descritta in
tutti i Darśana, i sistemi di pensiero, o se vogliamo filosofici, tradizionali
dell’India.
La sequenza a densità incrementale dei Pañca Mahābhūta
racchiude in sé un dato di primaria importanza: ogni elemento più denso poiché
derivante dal precedente meno denso, ne contiene le proprietà. Quindi
l’elemento meno denso ha un’informazione e una potenzialità creativa ed
evolutiva, mentre quello più denso contiene l’informazione attuata del sistema.
Le proprietà base dei singoli elementi sono progressivamente più complesse man
mano che si progredisce nella sequenza. Ākāśa è caratterizzato dalla
diffusibilità, Vāyu dalla capacità di pressione, Tejas da calore radiante, Jala
dall’attrazione vischiosa e Pṛthvī dall’attrazione coesiva. Attraverso la
presenza di Ākāśa in ogni elemento si diffonde quindi l’informazione
dell’ordine primigenio. È evidente quindi come Ākāśa sia presente e
determinante in tutti i Pañca Mahābhūta. Ākāśa offre il background affinché
tutto avvenga.
Ākāśa e PrāṆa e la Teoria delle Stringhe
Secondo alcune correnti di pensiero indiane la spinta
propulsiva in questa evoluzione è il Prāṇa. La relazione fra Ākāśa e Prāṇa
determina la costituzione dell’universo e di tutta la realtà percepibile. Il
Prāṇa è la forza vitale ed evolutiva di ogni organismo vivente, è coincidente
con la capacità di esistere attraverso l’armonizzazione degli elementi, i Pañca
Mahābhūta, che lo costituiscono. La descrizione di Ākāśa ne evidenzia la
superiorità ontologica rispetto agli altri elementi. L’essenza stessa di Ākāśa
è quindi un’informazione, una qualità vibratoria primordiale e prototipica che
si diffonde e pervade, senza però che ci sia movimento.
È sconcertante come la descrizione di Ākāśa ricordi
quanto espresso nella moderna Teoria delle Stringhe sulla costituzione
dell’universo. Secondo questa teoria la realtà e le forze fondamentali della
Natura possono essere considerate come delle corde, stringhe appunto,
monodimensionali vibranti. Le stringhe hanno una dimensione infinitamente
piccola, a livello della costante di Planck (10-35m), si diffondono nello
spazio definendolo e interagiscono fra loro costituendo la rete della realtà:
esattamente quello che secondo la cultura indiana fa Ākāśa. E così come a un
livello dimensionale maggiore della costante di Planck le stringhe appaiono
come normali particelle, con massa, carica e altre proprietà determinate dallo
stato vibrazionale della stringa, Ākāśa a un livello maggiore di complessità si
evolve negli altri stati della materia, negli altri elementi o Mahābhūta, per
formare la realtà percepibile.
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Scienza e Conoscenza n. 68 - Aprile/Giugno 2019 — Rivista
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Nuove scienze, Medicina Integrata