Bere poco o bere molto?
Alimentazione e Salute
Il consiglio di bere tanto può essere valido sempre e per
tutti, oppure è meglio seguire lo stimolo della sete? Cosa ci dice la Medicina
Tradizionale Cinese a questo proposito?
Redazione Scienza e Conoscenza - 26/06/2019
Tratto dal libro I Rimedi Naturali per Depurare e Curare
il Fegato di Roberto Marrocchesi
Al giorno d’oggi si sente sempre dire che bisogna bere
molto anche quando non si sente lo stimolo della sete e che la disidratazione è
frequentissima e magari non ce ne accorgiamo e cose simili. Soprattutto
l’attuale classe medica si è fatta alfiere di questa tesi e spesso ho
incontrato persone che bevono perché hanno sentito dire che “fa bene” e
agiscono quindi meccanicamente senza esercitare un loro giudizio e senza
ascoltarsi veramente.
Ci sono casi opposti tra loro: la persona che ha molta
sete e beve e la persona che non ha quasi mai sete e beve pochissimo.
Di questi due, direi che il primo ha sicuri problemi di
salute, fa bene a bere, ma ciò non migliorerà molto la sua salute globale
perché - secondo la Medicina Tradizionale Cinese (ndr) - si tratta di un vuoto
dello yin, con presenza di calore, secchezza, infiammazioni varie a carico di
rene, stomaco, fegato o anche cuore. In questi casi si tratta di soggetti che
mangiano troppo sale, carne e salumi, troppi cibi cotti, consumano in eccesso
fritti o alimenti grigliati, alimenti yang, pane e prodotti da forno, e che si
muovono, parlano, passano molto tempo in piedi, portano tacchi alti che incurvano
all’interno la fascia lombare della schiena (lordosi, che danneggia rene e
vertebre), lavorano molto e dormono poco. Sono pletorici, in stato di pieno. Ad
eccezione dei bambini che sono già yang di loro natura, questa condizione
potrebbe sfociare in patologie anch’esse yang del cuore, del fegato o dello
stomaco, o essere già un segno di pre-diabete o ipertensione, la sindrome
metabolica insomma.
Per chi invece non beve perché non ha sete, la situazione
pare un poco più equilibrata: ben difficilmente si danneggia l’organismo non
bevendo se non si ha sete, perché il corpo sente e manifesta l’emergenza quando
si trova in condizione di reale disidratazione. Allora, sarà vero che, come
dicono in molti, bisogna bere anche sforzandosi, specie in età matura o anziana?
Ritengo che ciò possa essere corretto solo in pochi casi.
Nella scuola macrobiotica di origine giapponese veniva
detto in passato, intorno alla prima metà del Ventesimo secolo, di “bere il
meno possibile” per evitare il rigonfiamento delle cellule e l’esaurimento del
rene nella sua funzione di riassorbimento liquidi; l’indicazione veniva
spiegata anche in funzione di combattere obesità, edemi o gonfiori, tutti
collocati nel cosiddetto Inferno, il regno dello yin, secondo il suo
proponente, l’originalissimo filosofo Georges Ohsawa.
Questa valutazione portò spesso a rilevare tra i primi
seguaci la presenza di soggetti di corporatura magra, asciutta, austeri come
sagrestani, dalla pelle rinsecchita e grinzosa, anche se con occhi accesi,
eloquio brillante e pieni di energia. L’approccio “poco yin, tanto yang”, che
la macrobiotica ha sostenuto fino agli anni ’80 circa, è stato però moderato
più saggiamente in “beviamo quanto ci fa sentire bene, a ciascuno la sua
quantità”, che è assai più accettabile. La sensazione di sete va ascoltata e
seguita.
C’è un elemento sul quale invito a riflettere; oggi i
nutrizionisti e i medici consigliano di bere molto e tale suggerimento potrebbe
avere un senso in quanto è elevato il consumo di cibi ritenuti “normali” ma che
sono in realtà contaminati da sostanze chimiche tossiche, cioè i cibi moderni
industriali, salati e trattati, che sporcano il sangue, che si affiancano
all’eccesso di alimenti animali, a loro volta pure denaturati e sempre più
tossici, pieni di grassi non salubri, di ormoni e di quell’impronta di violenza
che resta impressa in essi dall’istante della macellazione, foriera di una
scarica adrenergica non certo salutare.
Scopri il libro dai cui è tratto questo articolo!
Depurare e Curare il Fegato con i Rimedi Naturali — Libro
>> http://bit.ly/2Ll42ST
Roberto Marrocchesi