Chi era Albert Einstein?
Scienza e Fisica Quantistica
Albert Einstein: andiamo alla scoperta di questa mente
geniale, acuta, sottile, poliedrica, nel firmamento delle intelligenze che
hanno caratterizzato il secolo appena trascorso.
Emanuele Cangini - 13/04/2020
Albert Einstein: un'icona inconfondibile del Ventesimo
secolo, che da sola ne potrebbe riassumere le forze e le idee, le tensioni e le
domande, i desideri e i timori. Una mente geniale, acuta, sottile, poliedrica,
nel firmamento delle intelligenze che hanno caratterizzato il secolo appena
trascorso.
Indubbiamente quella di Albert Einstein è stata tra le
più rivoluzionarie e innovative, data la portata e la caratura delle sue
scoperte, le quali hanno influenzato profondamente l’ottica della scienza che,
di lì in poi, subirà una seconda rivoluzione copernicana.
Nato in Germania nel marzo del 1879, di origine ebrea,
ricevette nel 1921 il Premio Nobel per la Fisica, grazie ai notevoli contributi
forniti in sede teorica.
Le sue geniali intuizioni furono quelle di comprendere
l’equivalenza tra massa ed energia e la non assolutezza delle leggi della
Fisica a prescindere dal sistema di riferimento. Conseguenza del secondo
aspetto è proprio quella della diversa “durata” del tempo, che non viene più
concepito come un parametro fisso e immutabile ma strettamente dipendente dal
sistema di riferimento (ecco perché la teoria viene denominata della
Relatività).
L'esperimento dei due gemelli
Famoso è l’esempio, dallo stesso Einstein “brevettato”,
dei “Due Gemelli”, con il quale lo scienziato intendeva dimostrate quanto il
tempo scorresse diversamente per il gemello rimasto sulla Terra rispetto a
quello partito su un’astronave a velocità molto elevata (sub-luminale).
Al ritorno, il gemello partito, avrebbe trovato il
corrispettivo gemello ad attenderlo, molto più invecchiato di quanto non lo
fosse lui. Lo spazio e il tempo non sono più due entità separate ma
profondamente interconnesse, al punto da creare una nuova concezione, una nuova
metrica dell’universo: lo spazio-tempo.
La famosa formula matematica E=mc2
È la sintesi di una nuova concezione teorica della
Fisica: massa ed energia altro non sono che le due facce della stessa medaglia,
la massa è energia “congelata”, l’energia è massa a uno stato vibrazionale
molto alto. Ne consegue che piccole quantità di materia “possiedono” grandi
quantità di energia, come è stato in seguito confermato dalle modalità delle reazioni
termonucleari interne alle stelle (grazie all’equazione è stato possibile
calcolare l’energia prodotta ogni secondo, nel Sole, dalla conversione
dell’idrogeno in elio con relativa emissione elettromagnetica).
Rilevante è anche il contributo cosmologico che lo
scienziato ha fornito grazie alle implicazioni delle equazioni da lui formulate
poiché, proprio come prodotto di tali costrutti, vennero gettate le basi per un
famoso modello cosmologico: il Big Bang.
Tale modello si oppone nei propri cardini teoretici a
quello, successivo, dell’universo stazionario; tale opposizione sollevò la
discussione accademica, con tratti anche aspri.
Nel 2014 uscì la notizia relativa al ritrovamento, in un
museo di Gerusalemme, di un manoscritto dello scienziato (fonte:
http://www.stoccolmaaroma.it/2014/einstein-inedito-scoperta-lipotesi-perduta-e-sbagliata-sulluniverso),
simile a una raccolta di appunti, nel quale si evince un tentativo di formulazione
di un modello cosmologico alternativo a quello del Big Bang.
Poiché scritto nel 1931, il documento anticipa di circa
venti anni l'ufficialità del modello stazionario dello scienziato Fred Hoyle
che, ricordiamo, asseriva un universo immutabile e uniforme la cui diminuzione
di densità media sarebbe stata compensata dalla creazione nello spazio di altra
materia. Nel manoscritto Einstein, cerca di trovare una mediazione tra i propri
convincimenti, quelli appunto di un universo non in espansione, con quanto al
contrario mostrato chiaramente da Hubble nel 1929, rivelando l’allontanamento
progressivo delle galassie.
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Dalla Parigi di Einstein al CERN di Rubbia: 15 scienziati
e le loro straordinarie scoperte
Emanuele Cangini
Scienza e Conoscenza - n. 60 >>
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