5G: tra rischi e salute
Critica al sistema sanitario
L’avvento dell'ultima generazione della telefonia mobile
accende nuovamente i riflettori sulla pericolosità dei campi elettromagnetici
di Diego Tomassone
Articolo tratto da Scienza e Conoscenza 71
Si è svolto il 5 novembre 2019 alla Camera dei Deputati
il partecipatissimo convegno “Moratoria nazionale 5G, tra rischi per la salute
e principio di precauzione” promosso dall’Alleanza Stop 5G e da parlamentari
delle più svariate appartenenze politiche: presenti relatori di grande spessore
scientifico quali Olle Johnsson, Annie J. Sasco, Marc Arazi.
L’evento ha seguito quello del 19 ottobre 2019, dove
nella sede dell’Ordine dei Medici di Torino, si è tenuto un altrettanto
interessante congresso dal titolo: “Onde EM, quali effetti sulla salute?”, dove
hanno relazionato medici e ingegneri di spessore, nonché membri
dell’Associazione Italiana Elettrosensibili.
Perché tutto questo interesse per la quinta generazione
della telefonia mobile?
Facciamo un passo indietro: come tutti (o quasi) sanno,
attualmente la tecnologia di reti e telecomunicazioni è arrivata alla quarta
generazione, denominata “4G”, e stiamo arrivando molto velocemente al 5G
(quinta generazione). Con questa nuova tecnologia si passerà a una trasmissione
dati ancora più veloce e “l’Internet delle cose”, cioè un sistema di
connessione di più oggetti per facilitare la vita quotidiana, diventerà realtà.
Fin qui tutto bene, ben venga una vita migliore e ancora
più comoda!
Il problema però, quando si parla di nuova tecnologia, è
sempre lo stesso: i principi di precauzione e di prevenzione sono stati
rispettati? Ci sono sufficienti lavori scientifici che decretano senza ombra di
dubbio che questa nuova tecnologia così efficiente e affascinante, è anche sana
e pressoché priva di rischi?
Dire "NO" al 5G
Proprio di questo si è parlato nei due convegni, dove
sono emerse importanti criticità in merito a questa nuova tecnologia. Esiste
infatti una corposa letteratura scientifica attestante che gli effetti
biologici dei campi elettromagnetici (CEM) vanno ben oltre la sola azione di
riscaldamento acuto, quella su cui si basano i limiti di legge.
Le onde del 5G, in particolare, penetrano nella cute fino
a 10 mm, con effetti sia locali (cellule cutanee, terminazioni nervose,
microcircolo) che sistemici per rilascio di mediatori infiammatori.
Emerge inoltre con chiarezza l’inadeguatezza dei limiti
vigenti anche in Italia – che pur vanta una delle legislazioni più cautelative.
Il nostro Paese ha adottato un limite di 6 V/m (volt su metro) e se si pensa
che fino agli anni Quaranta del secolo scorso il fondo naturale pulsato era
pari a 0,0002 V/m, ben si capisce l’enorme aumento del “groviglio”
elettromagnetico cui siamo tutti esposti.
Il Comitato europeo per i rischi da radiazioni (Ecrr),
tenendo conto degli studi pubblicati nel 2018 dal National Toxicology Program
(Ntp) e dall’Istituto Ramazzini, ha recentemente proposto di adottare anche per
le radiofrequenze limiti che – come per le radiazioni ionizzanti – tengano
conto dell’effetto cumulativo e adottino fattori correttivi legati alla
frequenza, all’età e alla tipologia delle persone esposte. A questo proposito
esiste una vera “schizofrenia” normativa, perché, ad esempio, da un lato il
Consiglio d’Europa raccomanda agli Stati membri di fissare soglie preventive che
non superino gli 0,6 V/m e di ridurre questo valore a 0,2; dall’altro la
Commissione europea raccomanda la commercializzazione su larga scala del 5G,
con cui si prevede un aumento dei limiti fino a 61 V/m.
5G: senza misurazione del pericolo non c'è sicurezza
Se si aggiunge che non esistono attualmente
strumentazioni in grado di misurare i campi elettromagnetici generati dal 5G,
che le agenzie di protezione ambientale (come ARPA) dispongono solo di modelli
teorici da validare nella pratica e che la normativa attuale è del tutto
inadeguata e impreparata a regolamentare gli scenari generati dal 5G, come si
potrà stabilire se i limiti vengono superati, se non c’è neppure la possibilità
di eseguire misurazioni?
Da medico clinico, ancor prima che da ricercatore,
confermo che parecchi disturbi possono essere causati dai campi EM, ed è
facilmente verificabile se i disturbi sono causati da queste onde, perché in
assenza di altre cause eziologiche, allontanandosi dalla fonte irradiante
scompaiono.
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