L'impronta dell'entropia nella fisiologia umana - seconda
parte
Scritto da: Fausto Bersani Greggio
Scienza e Fisica Quantistica
L'impronta dell'entropia nella fisiologia umana - seconda
parte
Oltre gli organi di senso
In sostanza ritengo che la legge di Weber – Fechner non
sia altro che una forma mascherata della seconda legge della termodinamica. Se
così fosse, dal momento che essa rappresenta una legge trasversale a tutto
l’Universo fisico, dovrebbe potersi manifestare, per quanto ci riguarda, anche
laddove il nostro apparato sensoriale, dotato di specifiche sensibilità
(acustica, visiva, gustativa, olfattiva, tattile), non riesce ad essere
allertato.
Ad esempio non siamo in grado di inseguire visivamente il
movimento troppo veloce della luce, ma ciò non impedisce che la nostra vista ne
riceva stimoli e fornisca delle risposte percettive. Allo stesso modo non siamo
in grado di apprezzare il moto troppo lento della terra, ma ciò non toglie
comunque che alcuni nostri bioritmi, ad esempio, si siano adattati al ritmo
circadiano notte – giorno legato proprio alla rotazione terrestre, basti
pensare alla produzione di melatonina o di cortisolo.
Pertanto ritengo che uno stimolo non sia solamente
energia in grado di suscitare una risposta rapida a livello dei recettori
legati agli organi di senso, quanto piuttosto ad ogni tipo di bioricettore.
Potrebbero essere coinvolti complessi meccanismi, non
solo quelli preposti alla raccolta e all’elaborazione di informazioni in tempi
molto brevi. È noto che esistono effetti, anche patologici, a distanza di tempo
senza un preavviso sensoriale. Una sollecitazione silente che tuttavia potrebbe
comportare un aumentato rischio di evoluzioni patologiche a causa di una sorta
di effetto di accumulazione nel tempo.
A questo punto ho provato ad applicare queste valutazioni
ad una serie di studi epidemiologici volti a verificare l’ipotesi di incidenza
di leucemia infantile per esposizioni a campi magnetici generati da linee
elettriche in bassa frequenza (50 Hz). A questo proposito è utile segnalare che
in virtù di alcuni di questi studi la IARC (International Agency for Research
on Cancer, Lione, Francia) classificò, nel 2002, tali campi fra i possibili
cancerogeni per l’uomo.
Nel corso della mia ricerca bibliografica [2], [3], [4],
[5], che ha coinvolto 20 pubblicazioni apparse dal 1993 al 2010, è stato preso
in considerazione, come parametro statistico, il cosiddetto Rapporto di
disparità (Odds Ratio = OR) (3).
Il suo significato si può facilmente chiarire con un
esempio: se in un’indagine risulta che il 12% dei fumatori e il 4% dei non
fumatori si ammalano di broncopolmonite in un periodo di osservazione di dieci
anni, il fattore OR si ottiene confrontando il rapporto tra individui colpiti
dall’evento e individui non colpiti, selezionati tra gli esposti, ed il
corrispondente rapporto tra i non esposti. Nell’esempio precedente, tra i
fumatori il rapporto è 12/(100-12), ossia 3/22, mentre tra i non fumatori
risulta 4/(100-4), ossia 1/24; pertanto si ha che OR = 3/22 : 1/24 = 72/22 =
3,27. Quando il fattore OR è pari a 1 l’esposizione non ha alcuna influenza sul
rischio, siamo cioè in condizioni di soglia, quando risulta maggiore di 1 il rischio
aumenta con l’esposizione, se invece è inferiore a 1 l’esposizione ha un ruolo
protettivo. I dettagli dell’analisi statistica che ho condotto sono reperibili
sul mio sito [6]. In questa sede mi limito a riportare solo il risultato
principale: mediando la variabile di rischio OR ottenuta nei vari studi e
mettendola in relazione con il campo magnetico, espresso in microTesla, a cui
erano esposti a livello residenziale campioni della popolazione in età
pediatrica, si ottiene nuovamente una curva logaritmica:
La soglia si colloca intorno a 0,2 microTesla (uT),
esposizione che fornisce un OR = 1. Il coefficiente di correlazione R2, che
compare nel riquadro giallo, ci indica il livello di adattamento della curva ai
punti sperimentali. L’interpolazione è tanto più corretta quanto più R2 si
avvicina ad 1. Nel nostro caso si ottiene un valore pari a 0,9985. Un’analisi
statistica dettagliata dimostra che la probabilità che due variabili non
correlate diano un R2 maggiore o uguale a quanto ho trovato (cioè forniscano un
“falso positivo”) è solo del 2,5%. Secondo gli standard statistici questa
correlazione viene definita significativa.
Una riflessione finale
In conclusione credo che questo tipo di approccio possa
aprire un varco estremamente interessante nell’ambito della fisiologia umana.
In sostanza ritengo si possa affermare che l’impronta dell’entropia sia
riconoscibile a tutti i livelli: sia negli effetti immediati e acuti legati
agli organi di senso, sia nelle dinamiche più complesse dei cosiddetti effetti
cronici caratterizzati da lunghi periodi di latenza. Il filo conduttore comune
è la natura statistica dell’entropia, un connotato fondamentale dei sistemi
macroscopici per i quali Boltzmann dimostrò l’esistenza di una freccia
temporale, una vera e propria rottura di simmetria nell’Universo fisico. È
forse veramente il caso di dire che la seconda legge della termodinamica non
perdona!
Note
(3) L’epidemiologia consiste nell’osservazione delle
frequenze e della distribuzione delle patologie nelle popolazioni umane
ricercando eventuali rapporti di causalità con agenti esterni.
Bibliografia
[1] Sensazione e Percezione, Eleonora Bilotta,
https://it.pinterest.com/pin/561613016010986164.
[2] AGENZIA INTERNAZIONALE PER LE RICERCHE SUL CANCRO
(O.M.S.), DI LIONE (FRANCIA): IARC Monographs, Vol. 80 (2002).
[3] Esposizione a campi elettromagnetici a bassa ed alta
frequenza e rischi per la salute, Paola Michelozzi - Dipartimento di
epidemiologia del Lazio, Università degli studi di Brescia, Seminari di Sanità
Pubblica, V Edizione, 2012.
[4] CAMPI ELETTROMAGNETICI NON IONIZZANTI (CEM): QUALI
RISCHI PER LA SALUTE?, ANGELO GINO LEVIS, Prof. Ordinario di Mutagenesi
Ambientale, Univ. PD Padova/ISDE, 16.05.2013.
[5] Inquinamento da campi elettrici, magnetici ed
elettromagnetici, Paolo Bevitori – Maggioli Editore (2007).
[6] Bersani G. Fausto, https://sites.google.com/site/unasvoltainfisica/attualita,
Leucemia infantile e campi magnetici ELF
(2017).
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