Che cos'e' la cimatica?
Scienza e Fisica Quantistica
Che cos'é la cimatica? Scopri insieme a noi questa
particolare disciplina che rappresenta un portale sul mondo invisibile delle
forme del suono
Carmen Di Muro - 09/11/2018
La Cimatica è la scienza che si occupa dello studio
sistematico delle manifestazioni periodiche della gamma acustica e dell’effetto
delle vibrazioni sulla materia. Tale termine deriva dal greco kymatika
(κυματικά) e designa lo “studio dei fenomeni ondulatori”.
Questa particolare disciplina, che rappresenta un portale
sul mondo invisibile delle forme del suono, fu elaborata dal medico svizzero
Hans Jenny che, verso la metà del Novecento, attraverso la scrupolosa
sperimentazione e l'acuta osservazione, è stato in grado di articolare una base
concettuale fenomenologica completa sugli effetti morfogenetici delle onde
sonore sulla materia. Buona parte del suo lavoro traeva ispirazione dall’opera
di Ernst Chladni, fisico viennese del XVII secolo il quale, facendo risuonare
con un archetto una lamina di metallo, cosparsa di sabbia finissima, applicata
alla cassa armonica di un violino, notò che l’energia sonora agiva sulla sabbia
e ne plasmava l’assetto, disegnando su di essa delle figure geometriche
caratterizzate da forma regolare e da linee simmetriche che si modificavano al
mutare dell’altezza della nota. Tali configurazioni sono tuttora designate con
il nome di "figure di Chladni " il quale è noto per aver fissato i
principi sperimentali dell’acustica, documentandoli in modo sistematico nel suo
volume Entdeckungen über die Theorie des Klanges (Scoperte sulla Teoria dei
Suoni).
Il dottor Jenny si accorse però che risultava difficile
lavorare sulla base delle indagini condotte da Chladni, in quanto le condizioni
dell'esperimento non permettevano un sufficiente campo di osservazione, ragion
per cui elaborò un metodo basato sull’effetto piezoelettrico. Nei suoi
esperimenti si avvalse infatti del “tonoscopio”, un’apparecchiatura da lui
stesso ideata capace di propagare la voce umana su lastre vibranti senza alcun
dispositivo elettronico di collegamento intermedio. Ciò offriva la possibilità
di vedere dal vivo l'immagine fisica della vocale, del tono o della canzone
nell’istante in cui veniva prodotta e degli di schemi vibranti che
continuamente prendevano forma. Ponendo sostanze viscose, polveri di licopodio
e fluidi su una piastra metallica collegata a un oscillatore di cristallo,
controllato da un generatore di frequenza in grado di produrre un'ampia gamma
di onde acustiche, faceva vibrare la piastra, notando che le varie sostanze,
sotto l’influsso della pressione sonora, si organizzavano in diverse strutture
caratterizzate da forme geometriche tipiche in base alla frequenza emessa
dall'oscillatore. Jenny scoprì anche che se aumentava la frequenza, la
complessità dei modelli cresceva e il numero di elementi diventava maggiore.
Questo gli diede l’opportunità di osservare tre principi
in azione nel campo vibratorio che chiamò rispettivamente “cinetico-dinamico”,
“figurativo-dinamico” e “periodico essenziale”. Questa triade costituiva un
tutto indivisibile, in quanto ogni effetto prodotto dall’oscillazione portava
la firma della configurazione, del movimento e di un gioco di forze dov’era
proprio la periodicità che generava e sosteneva tutto.
Scienza e Conoscenza n. 66 >> http://bit.ly/2PLGBoi
Rivista - Settembre 2018
Nuove scienze, Medicina Integrata, Coscienza
La cimatica e l'evoluzione biologica
Infatti, tutti i fenomeni osservati sulla superficie
vibrante erano sempre il prodotto di un campo più ampio, e qualsiasi
cambiamento nella frequenza del campo vibrazionale alterava immediatamente i
fenomeni osservati. Gli schemi, quindi, potevano essere compresi solo
all’interno del loro ambiente e i modelli di forma erano un'espressione del
movimento e del processo di energizzazione, dove la relazione “creato-creatura”
era inscindibile. Questo tipo di esperimenti permise a Jenny di produrre
modelli vibrazionali in serie, di fotografarli e confrontarli, mostrando
empiricamente come certe frequenze all'interno della gamma udibile potevano
creare forme fluide, non solo nei liquidi, ma anche in polveri e paste viscose
e come la materia inerte, animata dal suono, poteva assumere un movimento
circolatorio analogo a quello degli organi del corpo e al complesso sistema
fisiologico degli organismi viventi.
Jenny intuì che l’evoluzione biologica e la formazione
della vita potessero originare da una primordiale matrice energetica, in un
moto altamente organizzato dalle pulsazioni periodiche del suono. I suoi studi
forniscono, tutt’oggi, una solida base per l’applicazione del suono e della
musica in terapia, laddove sono proprio le frequenze sonore a influenzare i
campi d’informazione dei geni, delle cellule e delle varie strutture del corpo,
regolando il sistema ormonale e immunologico, così da ripristinare la
condizione metabolica, qualora fiaccata.
Molti considerano il lavoro di Jenny la dimostrazione
seminale più importante della capacità del suono di modellare la materia. Egli
decise di concentrarsi sull'aspetto empirico dei fenomeni in un “quadro
osservativo e sperimentale indiviso” in cui il “Tutto” era maggiore della somma
delle singole parti, in modo da fornire un’indiscutibile summa di ricerche
oggettivamente verificabili.
"Guardate il Tutto e arriverete a nuove comprensioni
sui principi universali della Natura" asseriva Hans Jenny e noi non
possiamo che essere ispirati dalla sua grande dedizione e intuizione. Anche noi
dobbiamo vedere noi stessi come interezza, che in virtù di specifiche tonalità
emotive si accorda alla realtà esterna scegliendo, a ogni istante, il ritmo e
la melodia delle innumerevoli forme esperienziali dell’esistenza. D’altronde,
stando alla natura onnipervasiva delle connessioni quantiche non locali, al di
là dei limiti dello spazio e del tempo, non dovrebbe sorprenderci il fatto che
non soltanto siamo noi il suono della creazione, ma anche i musicisti che lo
intonano e i compositori che lo co-creano. Come noi suoniamo, così echeggia il
mondo, perché il mondo siamo noi.
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