lunedì 11 marzo 2019

Che cosa e' veramente la febbre?



Che cosa e' veramente la febbre?

Medicina Non Convenzionale


Abbiamo sempre considerato la febbre come una malattia da combattere, scopriamo finalmente che cos'è veramente la febbre e da cosa è scatenata

Redazione Scienza e Conoscenza - 08/03/2019

Estratto dal libro Tachipirina, Paracetamolo e altri Farmaci per Abbassare la Febbre: Sì o No? Di Stefano Montanari, Antonietta Gatti

Probabilmente non esiste nessuno che nel corso della vita non abbia avuto esperienza di alterazioni in rialzo della temperatura: la febbre o, per chi vuole parlare difficile, la piressia.

Il fenomeno, di natura molto complessa e su cui non ci addentreremo se non al volo, è dovuto all’azione dei cosiddetti pirogeni (bella parola derivata dal greco “generatori di fuoco”).Questi possono essere divisi in due grandi categorie: i pirogeni endogeni e i pirogeni esogeni. I primi sono sostanze contenute in un tipo di globuli bianchi chiamati granulociti che vengono prodotte quando ci sia la presenza d’infezioni o di certi fenomeni legati al cancro; i secondi sono proteine estranee all’organismo e particelle solide particolarmente piccole (nanoparticelle) e, comunque, minuscole entità che non appartengono all’organismo tra cui batteri vivi o morti. Le febbri più comuni, certo non le sole, sono proprio quelle che vengono da un attacco da parte di batteri vivi o di virus tra quelli con cui noi non riusciamo a convivere pacificamente.

Sì, perché con la maggior parte di essi noi, come, del resto, tutti gli esseri viventi, abbiamo stabilito una sorta di patto di non belligeranza e di mutua convivenza e, insomma, non ci diamo fastidio l’un l’altro. A scanso d’incomprensioni, esistono batteri e virus che convivono tranquillamente con certi animali e che, invece, provocano malattie gravissime in altri.

Un esempio è il virus chiamato SV40 che convive senza problemi con certe scimmie e che, invece, è cancerogeno nell’uomo che pure delle scimmie è parente stretto. Se nel grandissimo numero di queste entità la maggior parte di loro è innocua - e, anzi, ci sono non pochi batteri che noi ospitiamo nei nostri organi, l’intestino in particolare, che sono indispensabili alla nostra vita - con alcuni non andiamo proprio d’accordo, e questo con grande dispiacere prima di tutto per loro perché, una volta che sono penetrati nel nostro corpo, vengono combattuti. Idem per i virus, particelle piccolissime, di norma invisibili al microscopio ottico e visibili solo a quello elettronico, fatte di proteine e acidi nucleici.

Se i batteri sono sconfitti, muoiono (i virus non sono propriamente esseri viventi), mentre se stravincono uccidono chi, pur del tutto controvoglia, li ospita. L’ovvia conseguenza è che, morto l’ospite, muoiono pure loro. Insomma, come capita anche in altri campi della vita comune, una convivenza serena è interesse di tutti. Però a volte c’è la guerra. Così arrivano gl’invasori, l’ipotalamo sposta in alto la sua soglia di “normalità” termica da mantenere e il sangue mobilita un esercito fatto di globuli bianchi. Si tratta dei monociti, i globuli bianchi più grossi che abbiamo, con un diametro che può arrivare a 18 micron (come abbiamo già detto, un micron è un millesimo di millimetro), che si “militarizzano” diventando macrofagi, cioè cellule specializzate di cui abbiamo accennato in precedenza la cui funzione principale è la cosiddetta fagocitosi, vale a dire la capacità d’inglobare gl’invasori, siano essi virus, batteri o piccole particelle estranee. Fatto questo, se ne vanno a morire con il loro contenuto di “prigioniero catturato”. La sorte è quella di subire una specie di dissoluzione che finisce con l’eliminazione naturale dei suoi prodotti da parte dell’organismo.

Nel corso della loro attività i macrofagi producono delle sostanze proteiche chiamate citochine.

Le citochine sono piccole proteine che si legano alla membrana cellulare comunicando alla cellula un’istruzione che può essere lo stimolo a crescere o a differenziarsi o a morire. Queste inducono diversi effetti e, tra loro, l’innalzamento della temperatura di cui sono responsabili alcune prostaglandine, sostanze di natura acida prodotte dalla maggior parte delle membrane cellulari, che vanno a modificare la termoregolazione. L’organismo mette in atto anche meccanismi apparentemente semplici come i brividi che altro non sono se non rapide contrazioni muscolari che, come fossero un’azione sportiva, innalzano la temperatura. Un altro espediente che l’organismo usa è quello della vasocostrizione periferica: i vasi sanguigni di mani e piedi vengono ridotti di calibro in modo da convogliare il sangue in zone centrali dove è indispensabile per i fenomeni di contrasto agli invasori. È così che, pur avendo una temperatura corporea alta, si sente freddo alle mani e ai piedi.

L’innalzamento della temperatura è un fenomeno indispensabile che, in maniera quanto mai complessa e raffinata, l’organismo mette in atto per potersi opporre all’invasione di ospiti non certo graditi. Di fatto tutti i farmaci febbrifughi, e il paracetamolo fra loro, inibiscono la formazione di una quantità di sostanze di difesa, opponendosi così all’innalzamento della temperatura. Il che significa inevitabilmente rendere più difficile l’azione che l’organismo saggiamente organizza e, in definitiva, ostacolare la guarigione.

Ma l’organismo, per quanto opera mirabile, non è perfetto o, almeno, non lo è se noi lo consideriamo dal nostro punto di vista personale e decisamente egoistico. Mentre la Natura ha un piano infallibile per ucciderci, lasciando così spazio alla nuova vita, noi, pur coscienti dell’inevitabilità della sorte che ci toccherà, non abbiamo nessuna intenzione di morire e nemmeno di ammalarci. Ma, se proprio ci ammaleremo, non vogliamo subire l’incomodo dei sintomi della malattia.

I sintomi sono alterazioni della percezione che il soggetto ha dello stato che per lui è quello di benessere. Dunque, qualcosa di soggettivo diverso da quelli che sono i segni clinici che, a loro volta, sono aspetti oggettivamente anormali riscontrabili nel paziente (facendo attenzione a che cosa consideriamo “normale”). E, allora, magari non proprio in modo saggio, cerchiamo qualche mezzo capace di restituirci la percezione che ci piace e forse il mezzo più frequentato è proprio quello di sopprimere la febbre.

Vero è che a volte l’organismo esagera con le sue azioni di contrasto agli invasori e la guerra rischia di comportare effetti che possono rivelarsi deleteri per l’organismo che ospita quella guerra. Uno di quelli è il raggiungimento di una temperatura corporea eccessiva che può essere certamente utile ai fini della guerra in corso ma che può avere effetti deleteri addirittura irreparabili come provocare condizioni quali, ad esempio, l’epilessia o l’autismo. È in questi casi che si ricorre razionalmente ad un farmaco come il paracetamolo, principio attivo che ritarda sì la guarigione dalla malattia che ha provocato la temperatura eccessiva ma che previene effetti collaterali potenzialmente catastrofici.

5. Gli acidi nucleici sono composti chimici la cui acidità è piuttosto debole formati da grosse molecole presenti nel nucleo cellulare di tutti gli organismi viventi. Si tratta di sostanze importantissime per quanto riguarda l’informazione genetica e la sua trasmissione di generazione in generazione. Rivestono pure grande importanza nella sintesi delle proteine...

Tachipirina, Paracetamolo e altri Farmaci per Abbassare la Febbre: Sì o No? - Libro >> http://bit.ly/2Ty3uOf
Stefano Montanari, Antonietta Gatti