Carboidrati resistenti alla digestione e microbiota
Cosa sono i carboidrati resistenti alla digestione e cosa
c'entrano con il microbiota?
Medicina Non Convenzionale
Le fibre insolubili in acqua non sono digeribili dal
nostro intestino, ma possono essere fermentate dal microbiota intestinale e ne
costituiscono infatti il principale carburant: ce ne parla la biologa
nutrizionista Simone Grazioli Schagerl
Redazione Scienza e Conoscenza - 11/07/2019
Le recenti evidenze scientifiche mostrano come alla base
di una buona salute ci sia un intestino in salute. Quella che abbiamo sempre
chiamato flora batterica ora ha un nuovo nome: il microbiota intestinale,
ovvero l'insieme dei microrganismi che vive nel nostro intestino.
Il microbiota deve essere vario ed equilibrato nella sua
composizione per coadiuvare al meglio la funzione immunitaria: come fare perché
ciò accada? Quali stili di vita - soprattutto a tavola - dobbiamo adottare per
nutrire al meglio il nostro microbiota? Cosa dobbiamo dargli da mangiare?
"I carboidrati resistenti alla digestione - ci
spiega Simone Grazioli Schagerl, biologa nutrizionista laureata all'Università
di Vienna - sono le fibre indigeribili dall’apparato digerente umano. Questi
residui alimentari sono invece fermentabili dal microbiota intestinale e
rappresentano il loro principale combustibile.
Si tratta perlopiù delle fibre insolubili in acqua: le
cellulose e le emi-cellulose dei vegetali (ad esempio la crusca del grano, la
parte fibrosa delle verdure, dei semi, dei frutti e dei legumi, ecc.), e delle
fibre solubili vegetali (come le pectine e le mucillagini contenuti in avena,
frutta, legumi, semi, ecc.).
In generale i vegetali contengono entrambi tipi di fibra,
ma in una composizione particolare: le pesche e i broccoli, ad esempio,
possiedono entrambi tipi di fibra in parti quasi uguali, i fagioli borlotto
sono più ricchi in fibra solubile, i fagioli rossi più ricchi in fibra
insolubile.
L'importante è mangiare molti vegetali variandoli. Studi
recenti suggeriscono che un regime alimentare ricco in vegetali è in grado di
stimolare l’attività delle specie benefiche presenti nel microbiota
intestinale, ma l'assunzione di fibra dovrebbe essere a livelli superiori alle
attuali raccomandazioni dietetiche ed arrivare fino a 25-30 g al giorno".
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