lunedì 24 febbraio 2020

Il sistema nervoso del cuore



Il sistema nervoso del cuore

Medicina Integrata


Scopriamo i meccanismi fisiologici di comunicazione cuore-cervello e il modo in cui l’attività del cuore influenza le percezioni, le emozioni, l’intuito e la salute

Carmen Di Muro - 22/02/2020

La scoperta di un vero e proprio sistema nervoso all’interno del cuore risale al 1991, quando uno dei primi pionieri della Neurocardiologia, il dottor J. Andrew Armour, ha introdotto il concetto di “cervello del cuore”. Il cuore-cervello, come viene comunemente chiamato, o sistema nervoso cardiaco intrinseco, è una rete complessa di gangli, neurotrasmettitori, proteine e cellule, molto simili a quelle cerebrali. Tali circuiti gli permettono di agire indipendentemente dal cervello craniale per imparare, ricordare, prendere decisioni e persino sentire. L’attività discendente dei rami simpatico e parasimpatico dell’SNA è integrata nel sistema nervoso intrinseco del cuore insieme ai segnali derivanti dai suoi neuroni sensori che ne rilevano la pressione, la frequenza, il ritmo cardiaco e gli ormoni. Le informazioni afferenti elaborate contribuiscono a sincronizzare globalmente l’attività delle aree frontocorticali, subcorticali e della corteccia motoria, influenzando fattori psicologici come il livello di attenzione, la motivazione, la sensibilità percettiva e l’elaborazione emotiva.

Queste ricerche svolgono un ruolo importante nel chiarire i processi di base che connettono cuore, cervello, mente e corpo, mettendo in luce che una funzionalità sana e ottimale è il risultato di interazioni dinamiche tra molteplici sistemi di controllo neurali, ormonali e meccanici, sia a livello locale che centrale. Ma questo non è tutto. Oltre alla vasta rete di trasmissione neurochimica che collega l’organo cardiaco, la psiche e il soma, i ricercatori dell’HMI hanno fatto una scoperta ancora più sorprendente: il cuore trasmette informazioni essenziali tramite interazioni di campi elettromagnetici.

Comunicazione cardio-elettromagnetica

“Il nostro cuore è un’ondata di luce” potrebbe dire chi si lascia trasportare dal dolce sentire celato in ogni pulsazione dell’organo primo del nostro corpo. Ma cosa significa realmente?

Gli scienziati dell’HMI hanno riscontrato che il “cuore fisico”, oltre ad avere ampie connessioni afferenti con i centri corticali, ha anche canali di comunicazione che operano nel dominio della frequenza, al di là dei limiti dello spazio-tempo, e che lo collegano con il “cuore energetico” il quale può informare virtualmente, momento per momento, i circuiti del sistema biologico. È stato visto che il cuore genera il campo elettromagnetico più potente e più esteso del corpo, 5000 volte più ampio rispetto a quello cerebrale, che può essere rilevato a diversi metri di distanza, in tutte le direzioni, attraverso un dispositivo superconduttore a interferenza quantistica (SQUID) basato su magnetometri.

Il campo del cuore agisce come un’onda portante di informazioni, fornendo un segnale di sincronizzazione globale per l’intero organismo. Specificamente, l’informazione codificata agisce per in-formare (letteralmente, dare forma a) l’energia di tutte le funzioni corporee e per coordinare i processi fisiologici nel suo insieme. Ogni cellula è, infatti, immersa in un ambiente, esterno e interno, di fluttuanti forze magnetiche invisibili. L’evidenza sperimentale dimostra che le chiare modalità ritmiche nella variabilità delle onde elettromagnetiche – nella pressione sanguigna e in quella sonora – prodotte dall’attività del ritmo cardiaco sono alterate e modellate dall’esperienza di differenti emozioni, la cui qualità determina il tipo di segnale che il nostro cuore trasmette alla corteccia cerebrale...

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Scienza e Conoscenza n. 67 - Gennaio/Marzo 2018 >> http://bit.ly/2FFrLu7
Nuove scienze, Medicina Integrata