Il sistema nervoso del cuore
Medicina Integrata
Scopriamo i meccanismi fisiologici di comunicazione
cuore-cervello e il modo in cui l’attività del cuore influenza le percezioni,
le emozioni, l’intuito e la salute
Carmen Di Muro - 30/03/2020
La scoperta di un vero e proprio sistema nervoso
all’interno del cuore risale al 1991, quando uno dei primi pionieri della
Neurocardiologia, il dottor J. Andrew Armour, ha introdotto il concetto di
“cervello del cuore”. Il cuore-cervello, come viene comunemente chiamato, o
sistema nervoso cardiaco intrinseco, è una rete complessa di gangli,
neurotrasmettitori, proteine e cellule, molto simili a quelle cerebrali. Tali
circuiti gli permettono di agire indipendentemente dal cervello craniale per
imparare, ricordare, prendere decisioni e persino sentire. L’attività
discendente dei rami simpatico e parasimpatico dell’SNA è integrata nel sistema
nervoso intrinseco del cuore insieme ai segnali derivanti dai suoi neuroni
sensori che ne rilevano la pressione, la frequenza, il ritmo cardiaco e gli
ormoni. Le informazioni afferenti elaborate contribuiscono a sincronizzare
globalmente l’attività delle aree frontocorticali, subcorticali e della
corteccia motoria, influenzando fattori psicologici come il livello di attenzione,
la motivazione, la sensibilità percettiva e l’elaborazione emotiva.
Cuore, cervello, mente e corpo sono connessi
Queste ricerche svolgono un ruolo importante nel chiarire
i processi di base che connettono cuore, cervello, mente e corpo, mettendo in luce
che una funzionalità sana e ottimale è il risultato di interazioni dinamiche
tra molteplici sistemi di controllo neurali, ormonali e meccanici, sia a
livello locale che centrale. Ma questo non è tutto. Oltre alla vasta rete di
trasmissione neurochimica che collega l’organo cardiaco, la psiche e il soma, i
ricercatori dell’HMI hanno fatto una scoperta ancora più sorprendente: il cuore
trasmette informazioni essenziali tramite interazioni di campi
elettromagnetici.
Comunicazione cardio-elettromagnetica
“Il nostro cuore è un’ondata di luce” potrebbe dire chi
si lascia trasportare dal dolce sentire celato in ogni pulsazione dell’organo
primo del nostro corpo. Ma cosa significa realmente?
Gli scienziati dell’HMI hanno riscontrato che il “cuore
fisico”, oltre ad avere ampie connessioni afferenti con i centri corticali, ha
anche canali di comunicazione che operano nel dominio della frequenza, al di là
dei limiti dello spazio-tempo, e che lo collegano con il “cuore energetico” il
quale può informare virtualmente, momento per momento, i circuiti del sistema
biologico.
È stato visto che il cuore genera il campo
elettromagnetico più potente e più esteso del corpo, 5000 volte più ampio
rispetto a quello cerebrale, che può essere rilevato a diversi metri di
distanza, in tutte le direzioni, attraverso un dispositivo superconduttore a
interferenza quantistica (SQUID) basato su magnetometri.
Il campo del cuore agisce come un’onda portante di
informazioni, fornendo un segnale di sincronizzazione globale per l’intero
organismo. Specificamente, l’informazione codificata agisce per in-formare
(letteralmente, dare forma a) l’energia di tutte le funzioni corporee e per
coordinare i processi fisiologici nel suo insieme. Ogni cellula è, infatti,
immersa in un ambiente, esterno e interno, di fluttuanti forze magnetiche
invisibili. L’evidenza sperimentale dimostra che le chiare modalità ritmiche
nella variabilità delle onde elettromagnetiche – nella pressione sanguigna e in
quella sonora – prodotte dall’attività del ritmo cardiaco sono alterate e
modellate dall’esperienza di differenti emozioni, la cui qualità determina il
tipo di segnale che il nostro cuore trasmette alla corteccia cerebrale...
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Scienza e Conoscenza n. 67 - Gennaio/Marzo 2018 >> http://bit.ly/2FFrLu7
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