La Terapia Chelante
Disintossicarsi dai Metalli Tossici
di Fiamma Ferraro
Un metodo scientificamente provato per prevenire gli
effetti nocivi dei metalli pesanti e delle tossine presenti nell'ambiente e
curare i danni da essi provocati alla nostra salute
Per la prima volta un libro che parla in maniera completa
della Terapia Chelante. Questa efficace e scientificamente provata terapia ha
la scopo di disintossicare il nostro organismo dall’accumulo di metalli pesanti
e tossici.
L’inquinamento di questo tipo è infatti sempre più
profondo: dall’aria all’acqua, dai cibi alle otturazione dentali, nell’ambiente
in cui viviamo si trovano sempre più particelle per noi nocive. Le tossine che
assimiliamo quotidianamente, e che si accumulano nel nostro corpo nel corso
degli anni, possono scatenare o aggravare numerose malattie e accelerare il
normale processo di invecchiamento.
Come possiamo quindi riconoscere i metalli tossici? Dove
si trovano?
C’è una differenza tra i metalli pesanti e tossici?
Agiscono da soli o abbinati e potenziati da altre
sostanze nocive?
Siamo veramente a rischio? Possiamo prevenire le
intossicazioni?
Sono a rischio anche i bambini? Il rischio è uguale per
tutti?
Quali sono le manifestazioni cliniche? Esistono test
diagnostici?
La dott.ssa Fiamma Ferraro, esperta di terapia chelante,
risponderà a tutte queste domande in questa straordinaria opera presentando le
misure di prevenzione e le terapie dirette a liberare il nostro corpo del
carico di metalli ed altri elementi tossici che tutti, con il passare degli
anni, inevitabilmente accumuliamo.
“Viviamo in un mondo tossico, ma non dobbiamo per forza
vivere anche in un corpo tossico”
Fiamma Ferraro
Anteprima "La Terapia Chelante" di Fiamma
Ferraro
Le intossicazioni da metalli tossici possono essere in
forma acuta oppure cronica
Intossicazioni acute e intossicazioni croniche:
non sono la stessa cosa.
L'esposizione ai metalli tossici viene generalmente
classificata in base alla sua durata in giorni.
Le modalità che l'esposizione così definita può assumere
sono:
- acuta — da 1 a 14 giorni
- intermedia — da 15 a 354 giorni
- cronica — maggiore di 365 giorni
Solitamente l'evento acuto è imprevisto e inaspettato:
riguarda un'esposizione in ambienti nei quali si riscontrano livelli alti del
metallo, come può avvenire nel caso di una sua fuoriuscita (a volte anche
copiosa) da un impianto industriale, in laboratorio o in fase di trasporto. Le
fuoriuscite sono generalmente attribuibili a incidenti e alla mancata
applicazione delle dovute precauzioni.
In passato ci sono stati molti incidenti causati dal
mercurio liquido che si usava nei termometri (il mercurio liquido sembra
argento, spesso molto attraente per un bambino).
Un’esposizione cronica invece è continua, costante e
ripetuta ma in “dosi minuscole”, che tuttavia con il passare del tempo si
accumulano nell’organismo in quantità non più tanto piccole.
Quanto alle intossicazioni intermedie, non sono molto
frequenti.
La medicina convenzionale conosce da molto tempo, e di
conseguenza tratta, le intossicazioni acute da metalli tossici.
L’esempio più noto, citato nei testi medici di varie
specializzazioni, è l’intossicazione da piombo in dosi notevoli. Vengono invece
in genere presi in considerazione con minore attenzione i potenziali danni,
lievi ma persistenti, provocati da fattori nocivi, in questo caso i metalli
tossici che, pur in dosaggi minimi, sono costantemente presenti nell’ambiente e
infine provocano anch’essi dei danni alla salute.
Questa tendenza della medicina a prendere in
considerazione più i problemi medici acuti che non quelli cronici è dovuta al
fatto che i sintomi di un problema acuto di solito sono relativamente eclatanti
ed evidenti, ed è difficile non notarli.
Un fenomeno nocivo cronico, invece, come quello provocato
dai metalli tossici in dosaggi minimi ma quotidiani o quasi, è costante ma
“semi-nascosto”, poiché questi metalli piano piano si accumulano sempre di più
nell’organismo in modo subdolo, subclinico e non sempre facilmente rilevabile.
Può pertanto essere difficile per un soggetto avvertire, percepire e rendersi
conto dell’oscura presenza dei metalli tossici.
Accumulandosi “silenziosamente” nei tessuti, con il
passare del tempo questo tipo di accumulo, definito per l’appunto cronico, può
tuttavia essere ancora più dannoso rispetto a un singolo evento acuto.
Generalmente in medicina prevale la mentalità del crisis
management, ovvero della gestione della crisi o dell’evento acuto, in quanto in
questi casi si interviene con maggiore facilità, seguendo specifici protocolli
e linee-guida, anche se i fattori che hanno scatenato l’evento potrebbero non
essere facilmente identificabili e trattabili.
Metalli e malattie cronico-degenerative
In Italia si stima che nel 2050 la spesa pubblica per la
sanità sarà raddoppiata.
Come accennato, sono conosciuti da tempo in campo medico
i danni provocati da avvelenamenti acuti da metalli tossici. Ora si va, per
fortuna, seppur lentamente, diffondendo anche la conoscenza rispetto ai danni
cronici provocati da intossicazioni lievi ma persistenti. Soprattutto in
riferimento alle varie modalità terapeutiche da applicare in relazione a
malattie croniche – degenerative provocate, o aggravate, da questi metalli e da
altre tossine.
Le malattie cronico-degenerative da decenni regnano
sovrane quali prima causa di morte e morbosità nei Paesi sviluppati.
Non è semplice mettere a punto dati statistici sulle
cause di morte su ampia scala; tuttavia, in base ai dati dell’OMS, nei Paesi
sviluppati e industrializzati, pur essendo lievemente diminuita la mortalità e
la morbosità da malattie cardiovascolari, esse costituiscono ancora la prima
causa di morte, causando un terzo di tutti i decessi.
Molti milioni di individui all’anno sono affetti da
malattie cardiovascolari e moltissimi si sottopongono a un intervento di bypass
aorto-coronarico; tra questi pazienti, il 3-6% perde la vita durante l’intervento
oppure a seguito di complicanze da questo causate.
I tumori sono la seconda causa di morte, la quarta
diagnosi in assoluto negli studi medici, poliambulatori e ospedali, e le
statistiche negative attinenti al numero dei tumori purtroppo sono in aumento.
Non si è avverato il sogno del presidente americano Nixon che nel 1972 dichiarò
la guerra al cancro. Nei bambini, invece, dopo i traumi/incidenti, i tumori
costituiscono la seconda causa di morte.
Al terzo posto negli adulti vi è l’ictus, ovvero le affezioni
cerebrovascolari strettamente collegate alle malattie cardiovascolari.
Quarta causa di mortalità: le malattie delle basse vie
respiratorie. Di recente l’OMS ha dichiarato che in molti casi per queste
malattie è da prendere in considerazione l’inquinamento ambientale.
Nei capitoli successivi esamineremo il ruolo svolto da
depositi di metalli tossici in queste malattie, e soprattutto come sia
possibile trattarle con la terapia chelante in varie forme.
Qualche delucidazione e aggiunta
Ricordiamoci innanzitutto che l’organismo umano è dotato
di grandissime capacità di autorigenerazione, per cui una terapia chelante ben
mirata non può che agire in sintonia con remissioni spontanee o miracoli!
Può capitare di leggere sui giornali o sul web di casi di
persone affette da una malattia (il più delle volte affezioni neurologiche) che
sono miracolosamente guarite o migliorate dopo una terapia chelante. Di
conseguenza, gli studi medici e gli ambulatori vengono a volte invasi da
persone affette dalla malattia in questione che sventolano l’articolo in faccia
allo specialista e pretendono di iniziare anche loro questa terapia.
Gran parte di queste persone successivamente rimane
delusa per due motivi:
a) lo specialista oppure il medico di base non informato
sconsiglia di intraprendere una terapia chelante;
b) il soggetto, convinto che la responsabilità dei suoi
mali sia da attribuire esclusivamente a metalli tossici, si sottopone a una
terapia chelante senza ottenere i risultati sperati.
In realtà, come ho già fatto presente, i metalli tossici
sono UNO dei tanti fattori da prendere in considerazione in caso di malattia,
ma non certo l’unico.
Pertanto, una terapia chelante, quando è indicata (come
vedremo, non lo è sempre) ed è effettuata con le modalità terapeutiche
appropriate, può migliorare la sintomatologia, ma non necessariamente “guarire”
il soggetto al 100%.
Allora a cosa sono dovuti i “miracoli”?
A mio avviso entrano in gioco probabilità statistiche e,
per semplificare il concetto, mi servo di un’analogia interessante: presso i
miei studi effettuo trattamenti con un metodo di agopuntura, “Agopuntura
2000”*, molto conosciuto e rinomato nel Nord dell’Europa in quanto conferisce
spesso risultati eccezionali in caso di patologie oftalmologiche (la classica
agopuntura tradizionale cinese solitamente non è invece di grande aiuto in
questi casi).
Ebbene, in circa 13.000 persone trattate con questo
metodo in Europa, ci sono stati 9 “miracoli”: si trattava di persone del tutto
non vedenti che hanno ripreso a vedere, al punto di poter guidare. Nelle altre
migliaia e migliaia di casi, invece, nell’85% dei pazienti si sono riscontrati
dei miglioramenti di un’entità intorno al 20% (in realtà, già questo potrebbe
essere considerato un “piccolo miracolo”).
Nel contesto dei metalli tossici, invece, è probabile che
nei soggetti “miracolosamente” guariti con una terapia chelante i metalli
tossici fossero la causa esclusiva della malattia, ma purtroppo non è così nella
maggior parte dei casi.
Se ci si sottopone a una terapia chelante, specialmente
se si soffre di affezioni neurologiche, conviene non contare necessariamente
sul “miracolo totale”, bensì tenere presente che se la terapia è indicata ed
effettuata bene, ci potrebbero comunque essere dei miglioramenti.
Estratto dal libro "La Terapia Chelante" di
Fiamma...
Leggi in anteprima la premessa e l'introduzione del nuovo
libro di Fiamma Ferraro "La Terapia Chelante" dedicato a tutti coloro
che vogliono proteggersi dai metalli tossici!
Premessa colloquiale: la realtà non-fantascientifica
Carissimo lettore, prima di comprare questo libro, avevi
mai preso in considerazione la tematica dei metalli tossici e degli altri
veleni ambientali?
Il lettore è pregato di riflettere intensamente, per non
più di dieci secondi, prima di scegliere una tra le seguenti risposte:
a) No, credo di no.
Se, prima di leggere la quarta di copertina di questo
libro, avete risposto così, allora forse, come tante altre persone, sapete
“all’incirca” cosa possa essere un metallo tossico, ma vi sfugge magari la
differenza con un metallo pesante. Inoltre, forse non avete la più pallida idea
di dove si trovino i metalli cosiddetti “tossici”, pur sapendo in linea generale
che l’ambiente è inquinato.
Forse sapevate invece che i metalli tossici si possono
trovare in una vasta gamma di prodotti, ma vi sentivate tranquillizzati dalle
affermazioni dei produttori, i quali assicurano che le quantità sono così
infinitesimali da non comportare alcun pericolo di danni per l’organismo umano.
Ad esempio, sono rimasta esterrefatta quando, vedendo una
mia amica-compagna di studi medici all’Università che dava al suo bambino
numerose compresse contro l’acidità di stomaco, le avevo chiesto: «Ma lo sai
che queste compresse contengono alluminio?» e mi ero sentita rispondere: «E
allora? Che problema c’è?». Si è trattato dell’ultima goccia che mi ha indotta
a sacrificare numerose nottate per riuscire a scrivere presto questo libro!
Ebbene, proprio questo testo potrebbe riservarvi delle
brutte sorprese, in quanto non solo i metalli tossici si trovano anche nei
posti più insospettati e inimmaginabili, ma possono aggravare, se non
addirittura causare, un gran numero di malattie.
Grazie al cielo ci sono comunque dei modi per difendersi,
e questo libro vi spiegherà come prevenire, limitare e trattare i danni da
metalli tossici e altri veleni diffusi nell’ambiente.
b) So cosa sono i metalli tossici, ma non credo nella
leggenda secondo la quale sono dannosi per la nostra salute.
Come spiego nel libro, non si tratta di credere o non
credere, ma di accertare dei fatti scientificamente provati: fisiologicamente
parlando, il livello accettabile di metalli tossici nei tessuti è dello 0,00.
Questo perché quando è stato “progettato” l’organismo
umano, che in realtà è una macchina perfetta nel suo design, il
“creatore-designer” non ha preso in considerazione la presenza nell’ambiente di
massicce quantità di metalli tossici e agenti inquinanti; non possediamo
pertanto dei meccanismi in grado di espellere, se non in minima quantità,
queste tossine che quindi si accumulano nei tessuti con il passare degli anni.
Non tutti i metalli tossici però causano gli stessi
effetti, e ritengo che questo sia uno dei motivi per cui ancora pochi medici
prendono in considerazione la tematica.
Nel libro spiego perché e come i metalli tossici il più
delle volte sono nocivi per la salute, e spiego inoltre perché certi soggetti
potrebbero non accorgersi mai di essere intossicati, mentre altri invece si
trovano alle prese, magari già in tenera età, con i sintomi di questa
intossicazione.
c) Sono così preoccupato per gli effetti dannosi
attribuibili ai metalli tossici, e tra l’altro anche per le scie chimiche e per
la pianta con antiparassitari che è stata messa, contro la mia volontà,
nell’ufficio in cui lavoro, che sto pensando di andare in giro con la
mascherina chirurgica.
Ehm… no comment; la risposta si commenta da sola;
purtroppo molti, per esempio in Giappone, vanno già in giro con la mascherina
per difendersi dai fumi provenienti dai tubi di scappamento e, continuando
così, tra poco sarebbe bene fare lo stesso anche da noi!
d) È da un po’ di tempo che mi sto documentando in
merito; mi fa piacere che sia uscito questo libro in quanto spero di imparare
qualcosa di nuovo, ma innanzitutto mi farebbe piacere sapere cosa si può fare
per evitare danni alla salute.
Immagino e spero che la maggior parte dei lettori abbia
scelto quest’ultima risposta.
I più informati avranno sicuramente sentito parlare della
terapia chelante effettuata per endovena con l’acido etilendiamminotetracetico
(EDTA); questa terapia “chelante” è così chiamata perché l’EDTA “afferra”, come
fanno i granchi con le loro chele, i metalli tossici e li porta fuori
dall’organismo.
Ovviamente nel libro si parlerà anche di questa terapia;
purtroppo, però si tratta di una cura non agevole da praticare, costosa e che
presenta una serie di svantaggi, pur trattandosi della terapia classica, in
effetti inevitabile in certi casi.
La buona notizia è che, nella mia esperienza e anche in
quella di altri medici e terapeuti che praticano da molti anni la terapia
chelante negli Stati Uniti, in Russia, in Germania e in altri Paesi, in realtà
è spesso possibile somministrare l’EDTA in modi diversi da quello per via
endovenosa, e inoltre esistono vari altri agenti chelanti, più “convenienti” in
tutti i sensi.
INTRODUZIONE DA NON PERDERE!
Pot-pourri di fatti tristemente interessanti!
Ecco alcuni “stuzzichini” per l’appunto tristemente
interessanti, che dovrebbero afferrare, metaforicamente parlando, il lettore
per la giacca e indurlo a leggere questo libro in una nottata, naturalmente
dopo averne regalato copie agli amici!
La dottoressa Ella Thorpe, un medico che da anni si
occupa della terapia chelante, ha prelevato una goccia di sangue da 250 persone
sane, che non presentavano alcun sintomo clinico. Ebbene: ha riscontrato la
presenza di metalli tossici nel 100% dei casi; e il livello era altissimo nel
17% di questi casi, alto nel 22%, significativo nel 39% e insignificante solo
nel rimanente 2%.
Già nel 2000 negli Stati Uniti si stimava che un bambino
su 22 avesse livelli elevati di piombo nel sangue.
Alcuni studi hanno accertato che nello scheletro delle
persone morte negli ultimi centocinquant’anni si trova una quantità di piombo
da 700 a 1000 volte più elevata rispetto a quella degli scheletri di persone
morte prima della rivoluzione industriale. Eppure… è meglio non pensare di
quanto aumenteranno ulteriormente questi livelli nei prossimi
venticinque-cinquant’anni.
Possiamo fare alcuni esempi
Nelle esalazioni dalla bocca delle persone che hanno
quattro otturazioni ai denti con amalgama d’argento, che contiene sempre
mercurio, vi è una percentuale di vapori di mercurio superiore al massimo
livello “accettabile” negli operai dell’industria. Quando la cavità orale è in
contatto con liquidi caldi, come ad esempio il caffè, o con sostanze acide, in
chi ha otturazioni con amalgama vi è un ulteriore aumento del vapore di
mercurio.
Se si prelevasse qualche otturazione con amalgama e la si
gettasse in un laghetto vi sarebbe, per eccesso di mercurio, un divieto di
pesca, nuoto e immersione in queste acque in base alla legislazione di molti
Stati negli USA.
Tutti i giorni più di cinquemila aerei sorvolano gli
Stati Uniti, inquinando l’aria; in Italia non saranno forse cinquemila, ma in
virtù della posizione geografica del nostro Paese sicuramente non sono pochi. È
ancora possibile trovare frutta e verdura del tutto “pulita”? Probabilmente no.
Se i deodoranti-antiperspiranti sono super-efficaci nel
prevenire odori potenzialmente imbarazzanti, c’è da “ringraziare” l’alluminio,
il quale si deposita letteralmente nelle ghiandole sudoripare, ostacolando così
la perspirazione. La prossimità anatomica delle ghiandole sudoripare ai
linfonodi mammari e il fatto che al giorno d’oggi una donna su tre sia a
rischio di tumore al seno, dovrebbero indurci a riflettere sul possibile nesso
con l’alluminio.
Pare che l’elemento più tossico in assoluto sia l’uranio
e il secondo in classifica il mercurio. Nella lista delle sostanze cancerogene
il piombo, il mercurio e l’arsenico occupano i primi posti in assoluto, mentre
la formaldeide, il cui uso è ammesso solo in proporzioni ultrainfinitesimali, è
solo al 244° posto.
L’arsenico è aggiunto all’acqua potabile in alcuni Paesi
a seguito del processo di filtrazione: questo metallo fa sì che particelle di
materiale organico e inorganico presenti nell’acqua possano coalescere, e ciò
facilita il filtraggio. Questo arsenico, però, una volta assorbito
dall’organismo umano può aumentare il rischio di formazione di trombi. Milioni
di persone che vivono nel Bangladesh sono a rischio di gravi danni agli organi
e di tumori a seguito dell’ingestione cronica di arsenico presente nell’acqua.
In Italia l’arsenico non viene “aggiunto” all’acqua potabile… ma c’è chi se lo
ritrova comunque negli alimenti e nelle bevande.
Negli anni in cui è vissuto Van Gogh, l’arsenico veniva
aggiunto alle pitture e il celebre artista eccentrico ne inalava costantemente
i vapori; c’è chi sostiene che egli dipingeva “come vedeva” (in modo anomalo)
in tutti i sensi!
Non è purtroppo facile stabilire il carico complessivo
(total body burden) di metalli tossici nel corpo umano; a tale proposito
sarebbe necessario farsi cremare per poi estrarre i metalli dalle ceneri e
pesarli!
Indice
Premessa colloquiale: la realtà non-fantascientifica
Introduzione da non perdere!
Parte Prima - La presenza di metalli tossici e altre
tossine nell’ambiente che ci circonda e i problemi da ciò derivanti
Metalli “pesanti” e “tossici”: definizioni e
delucidazioni
Dimensioni di un problema non quantificabile
Utilizzi e ubiquità dei metalli tossici
“Chi bella e profumata vuole apparire, deve soffrire”…
triste ma vero
Intossicazioni da metalli tossici nella storia… che
continua
Esposizioni occupazionali
Metalli tossici killer: colpevoli o innocenti? Cosa ci
dimostra la letteratura scientifica?
Danni per la salute derivanti dalla presenza di metalli
tossici nell’ambiente
Parte Seconda - I "protagonisti": metalli
tossici e altre tossine
I metalli tossici: eccone alcuni
La doppia faccia dei metalli pesanti
Sostanze chimiche nocive
La radioattività
Parte Terza - Sintomatologia e problematiche attribuibili
a intossicazioni croniche da metalli tossici
Sintomi e diagnosi potenzialmente riconducibili a
un'intossicazione cronica da metalli tossici
Meccanismi di tossicità
Alcuni problemi di salute in cui potrebbe essere notevole
il ruolo dei metalli
I metalli tossici sono come il prezzemolo e certi
politici
La psiconeuroimmunologia
Filo conduttore di sintomi vaghi e aspecifici
Sintomatologia e problematiche da intossicazioni croniche
da metalli tossici in età pediatrica
Test per diagnosticare un'intossicazione cronica da
metalli tossici
Parte Quarta - Il trattamento delle intossicazioni da
metalli tossici: la terapia chelante
La chelazione
La storia della terapia chelante: l’EDTA
TERAPIA CHELANTE
Terapia chelante con EDTA
Altre forme di somministrazione di EDTA
Notizie più recenti sull’EDTA
Sostanze chelanti sintetiche diverse dall’EDTA
Agenti naturali con effetto chelante
Sostanze naturali chelanti con effetto più blando
La sudorazione: disintossicazione e chelazione per via
diretta verso l’esterno
Ideazione di un protocollo chelante personalizzato e
valutazione delle modalità terapeutiche
Quali potrebbero essere i sintomi attribuibili a una
terapia chelante/disintossicante?
Quale dovrebbe essere il ruolo di un buon medico, sia per
gli adulti che per i bambini?
Parte Quinta - Riflessioni, consigli e conclusioni
I puntini sulle "i": chi potrebbe trarre
beneficio da una terapia chelante?
La prevenzione viene prima della cura: è possibile
evitare i metalli tossici?
Consigli pratici per la quotidianità
Ulteriori riferimenti scientifici e bibliografici
Indice analitico
L'Autrice
Fiamma Ferraro
La Terapia Chelante - Libro >> http://goo.gl/nFFhM3
Disintossicarsi dai Metalli Tossici
Editore: Macro Edizioni
Data pubblicazione: Aprile 2014
Formato: Libro - Pag 224 - 13.5x20.5 cm