Che cos'è la cardiologia metabolica?
Stephen T. Sinatra, un noto cardiologo statunitense, ha
sviluppato un protocollo a base di simil-vitaminici in grado di riattivare la
funzionalità metabolica dei mitocondri
di Valerio Pignatta - 28/05/2014
Che cos'è la cardiologia metabolica?
Una caratteristica ricorrente delle terapie mediche è la
loro lentezza nell'affermarsi e nel diffondersi, anche quando sono ottime e
funzionali. Del pari riscontriamo una riluttanza da parte del corpo medico ad
abbandonare determinate cure anche quando esse si sono dimostrate, magari da
anni, inefficaci o addirittura dannose. Le spiegazioni di queste dinamiche sono
probabilmente da ricercare in meccanismi sociali (gestione di posizione di
potere, associazionismo ecc.) o culturali (crescita infinita dell'informazione
biomedica, frammentazione delle opinioni ecc.). Sicuramente c'è anche di mezzo
il cosiddetto gap tra ricerca scientifica e pratica clinica, ossia quel ritardo
tra ciò che viene appurato in vari studi di settore nei laboratori degli
scienziati medici e biologi e ciò che viene praticato nella comune cura in
ambulatori medici e ospedali. Solitamente si parla di un ritardo di
acquisizione delle scoperte dell'ordine di svariati anni.
Tenendo presente e verificando con mano questo ritardo, è
interessante affrontare e illustrare la terapia cardiaca che negli Stati Uniti
sta emergendo sotto il nome di cardiologia metabolica.
Come sappiamo in molti paesi del mondo, le malattie
cardiovascolari precedono qualsiasi altra malattia come causa di morte.
Una spropositata proporzione di persone oltre i
quarant'anni soffre di patologie cardiovascolari e anche l'ipertensione sta
divenendo un luogo comune in classi di età che sinora ne erano state escluse.
Ma da qualche tempo si sta facendo strada in cardiologia
un metodo di cura in grado di offrire risultati insperati solo sino a un
decennio fa.
ATP e ossigeno
Il tutto è partito da un allargamento dell'approccio al
problema. Normalmente si ritiene che il fattore principale che spinge alla
genesi di patologie cardiache sia lo scarso afflusso di ossigeno al cuore.
Tuttavia è stato ormai più volte dimostrato che la malattia cardiaca non
dipende solamente dalla scarsità di sangue ossigenato che riesce a pervenire al
cuore, ma dal disordine del muscolo cardiaco dovuto a una carenza di energia.
Il focus quindi è stato spostato a livello delle cellule cardiache dove, in
presenza di patologie cardiovascolari, si è potuta verificare un'insufficienza
mitocondriale. Ossia l'ossigeno non è colui che provvede a fornire l'energia
della vita. Ne è un cofattore essenziale, ma non ultimativo. Di fatto,
l'elemento essenziale è un altro. Si tratta dell'adenosintrifosfato (ATP).
L'ossigeno è un mattoncino utilizzato nella sua produzione.
I mitocondri sono organelli presenti nelle cellule
addetti alla respirazione cellulare e sono coinvolti nella produzione di ATP,
la molecola dell'energia meccanica ottenuta dall'assimilazione e trasformazione
del cibo. In ogni cellula esistono centinaia di mitocondri. La loro efficienza
è importantissima per il funzionamento dell'organismo.
Essi possono però andare in crisi a causa di varie
sollecitazioni, come carenze nutrizionali di alcuni elementi nutritivi, stress
eccessivo e duraturo, invecchiamento, intossicazione ambientale oppure
assunzione per lunghi periodi di farmaci come statine, betabloccanti,
antidepressivi e ipoglicemici.
La cardiologia metabolica affronta quindi il problema
della debolezza cardiaca incentrando la risposta terapeutica sulla produzione
di energia vitale. La patologia del cuore cioè viene interpretata semplicemente
come un'assenza o carenza di energia, ossia di ATP prodotto dai mitocondri.
L'intervento clinico, quindi, si orienta al rafforzamento
delle funzioni energetiche e respiratorie dei mitocondri per migliorare
l'ossigenazione del flusso sanguigno, ma si interviene anche sull'accelerazione
del ritmo con cui le cellule convertono le sostanze nutritive introdotte con
l'alimentazione in energia, ATP. Se non c'è sufficiente ATP molte funzioni
metaboliche vanno in crisi.
Affinché i mitocondri possano trasformare l'energia
contenuta negli alimenti in una forma che l'organismo possa utilizzare (ossia
appunto ATP e nicotinamide-adenin-dinucleotide NAD) occorrono alcune serie di
reazioni: proteine, grassi e carboidrati devono essere convertiti in gruppo
acetilico per potervi entrare. Per questa operazione, e per un efficiente ciclo
di Krebs, servono enzimi che sono prodotti da diverse vitamine, minerali, acidi
grassi e amminoacidi.
Il noto cardiologo statunitense Stephen T. Sinatra ha
sviluppato negli anni un protocollo a base di simil-vitaminici che è in grado
di riattivare la funzionalità metabolica dei mitocondri e la loro corretta
produzione di energia. Per fare questo, egli ricorre ad alcune sostanze
naturali quali il coenzima Q10, la L-carnitina, il D-ribosio e il magnesio.
Vediamo nel dettaglio cosa sono questi “fantastici
quattro” di cui parla Sinatra.
I “fantastici quattro”
Sicuramente un ruolo terapeutico fondamentale in questa
terapia lo riveste il primo elemento, ossia il coenzima Q10, di cui i
ricercatori stanno scoprendo infinite virtù curative in vari ambiti.
Il coenzima Q10 è un composto lipidico simil-vitaminico
(è detto anche vitamina Q). È attivo proprio nei mitocondri delle cellule dove
è coinvolto, con una funzione di trasporto degli elettroni, nella produzione di
energia tramite ATP. È un potente antiossidante protettivo nei confronti dei
radicali liberi. Viene chiamato anche ubichinone proprio perché è presente in
tutte le cellule del corpo (distribuzione ubiquitaria).
In natura, il coenzima Q10 si trova in vari alimenti come
carne, pesce, frutta in guscio, spinaci, cereali integrali, soia, germe di
grano, oli ecc. e viene sintetizzato anche da tutte le cellule dell'organismo
stesso, ma sempre meno man mano che si invecchia. Può esserci carenza di questo
elemento anche a causa di malnutrizione, uso di farmaci, malattie croniche ecc.
La L-carnitina è il secondo nutriente usato da Sinatra ed
è un derivato aminoacidico utilizzato dalla cellula per trasportare sostanze
nutritive come gli acidi grassi a catena media e lunga attraverso la membrana
mitocondriale interna sempre al fine di produrre energia sotto forma di ATP . È
anche utilizzata per detossificare i mitocondri e rendere più efficiente il
metabolismo ossidativo.
La L- carnitina è contenuta soprattutto negli alimenti di
origine animale come la carne e i prodotti caseari. Altri cibi che la
contengono sono tempeh, avocado, pere, mele, pomodori, riso, funghi ecc.
Essa viene anche sintetizzata nel fegato e nei reni a
partire da due amminoacidi essenziali (lisina e metionina) in presenza di
vitamina C, vitamina B6 e ferro.
Le carenze possono essere dovute a una dieta vegana
stretta o a malnutrizione e inoltre a malattie cardiache, sindrome di
affaticamento cronico ecc.
Il D-ribosio è invece uno zucchero naturale a cinque
atomi di carbonio (pentoso) che si trova in tutte le cellule viventi e fa parte
di strutture complesse come l'acido ribonucleico e l'adenosintrifosfato stesso.
Il ribosio è la sostanza utilizzata dalle cellule, comprese quelle cardiache e
dei muscoli scheletrici, per preservare e sintetizzare nuovi composti
energetici (nucleotidi dell’adenina). Esso si forma naturalmente attraverso una
serie di reazioni biochimiche lente ed energivore. In dosi integrative è utile
per la ricostituzione delle riserve di energia dell'organismo, esaurite per
qualche motivo.
Il ribosio è un carboidrato ma non esiste in natura un
alimento che lo contenga direttamente. È solitamente presente solo in piccole
quantità non prontamente disponibili per essere fisiologicamente rilevanti in
alcuni cibi come le carni rosse. Per produrne una maggiore quantità si possono
però assumere quei cibi che contengono riboflavina (vitamina B2) che è un
precursore del ribosio stesso (cereali, spirulina, lievito di birra ecc.). Esso
viene comunque prodotto dal nostro organismo che lo sintetizza dal glucosio.
Non esiste una carenza di D-ribosio vera e propria, ma una sua lentezza di
sintesi rispetto ai bisogni dell'organismo, dovuta a malattie cardiache, scarsa
ossigenazione cellulare ecc. Il ricorso all'integrazione di D-ribosio già
sintetizzato permette di ricostituire velocemente le scorte di ATP che servono.
Il magnesio infine è un minerale che si trova in piccole
quantità in tutti i tessuti umani. È il secondo catione intracellulare più
comune (ione caricato positivamente) nel corpo umano, secondo solo al potassio.
Esso è un cofattore decisivo per tutte le reazioni biochimiche che coinvolgono
l’ATP. In medicina è noto inoltre perché migliora la rigenerazione cellulare,
aumenta l'elasticità dei tessuti, agisce contro l'ossidazione e
l'acidificazione, promuove i processi di eliminazione e dissolve le
calcificazioni inappropriate a carico dei tessuti molli ed è di primaria
importanza nella cura delle patologie cardiovascolari.
Il magnesio è l'ottavo elemento più abbondante sulla
terra ed è contenuto anche in molti alimenti: cereali integrali, noci,
mandorle, arachidi, miglio, grano saraceno, cacao, germe di grano, lenticchie,
verdure verdi, carne, latticini ecc. Una sua carenza può derivare dall'uso di
cibi industriali e troppo cotti, disfunzioni della tiroide, malattie croniche,
patologie cardiovascolari, sforzi fisici, stress ecc. Le carenze di magnesio
sono abbastanza documentate anche perché gli alimenti coltivati oggi ne
contengono proporzionalmente molto meno che non alcuni decenni fa a causa
dell'impoverimento dei suoli.
Malattie cardiache e non solo
Con questo approccio è dunque possibile curare malattie
cardiocircolatorie come ipertensione, angina, aritmia, insufficienza cardiaca
congestizia, prolasso della valvola mitrale, ipertensione ecc.
Gli studi che comprovano questa terapia ortomolecolare
sono ormai molti e riconosciuti. Nei reparti di cardiologia di alcuni ospedali
statunitensi il protocollo a base di questi simil-vitaminici è una realtà già
da vari anni. Anche perché utilizzare quantità adeguate di antiossidanti, come
appunto quelli sopra citati, permette anche di ridurre l'ossidazione del
colesterolo e conseguenti danni alle arterie. Senza contare che gli
antiossidanti permettono pure lo smaltimento di metalli pesanti e altre tossine
ambientali che nuocciono al sistema cardiocircolatorio.
Ma se il cuore è senz'altro l'organo tra tutti che è più
sensibile agli stress ossidativi, di certo non è il solo. Difatti, con questo
sistema terapeutico si possono ottenere risultati notevoli anche in caso di
altre malattie correlate alla respirazione mitocondriale come la sindrome X, la
fibromialgia, la sindrome della stanchezza cronica, il diabete,
l'insulinoresistenza ecc.
È dimostrato che l'insufficienza mitocondriale può
derivare anche da uno stato di stress. Se un individuo spende energia più
velocemente di quanto riesca a produrla, si crea una situazione metabolica che
porta a una fatica differita.
La dottoressa americana Sarah Myhill, che si occupa di
sindrome da affaticamento cronico da anni, da lei definita come una
“insufficienza cardiaca a bassa gittata secondaria a una insufficienza
mitocondriale”, afferma che «se pensiamo al glucosio e alla catena corta di
acidi grassi come al carburante del motore, l’acetil-L-carnitina e il coenzima
Q10 sono l’olio e il magnesio è la candela!».
Utilizzare questi rimedi ortomolecolari si è rivelato di
efficacia superiore alle convenzionali terapie cardiologiche e immunitarie che
anzi impediscono il corretto metabolismo mitocondriale e la produzione di ATP.
Purtroppo, per i vari motivi di cui si diceva in
apertura, queste nuove scoperte e pratiche cliniche in ambito cardiologico (e
non solo) sono ancora piuttosto sconosciute nei nostri ospedali e nei nostri
ambulatori. Esse offrono tuttavia grandi speranze ai pazienti cardiopatici e
prospettano loro un notevole miglioramento della qualità e della speranza di
vita rispetto alle terapie farmacologiche tradizionali. Come sempre in
medicina, il punto di forza sta nel risalire il più possibile alle cause di una
malattia senza fermarsi ai sintomi. E in questo caso pare che l'obiettivo,
perlomeno a livello fisiologico, sia stato centrato.
I fondamenti della terapia Sinatra
Coenzima Q10: si trova in vari alimenti come carne,
pesce, frutta in guscio, spinaci, cereali integrali, soia, germe di grano, oli.
L-carnitina: è contenuta soprattutto negli alimenti di
origine animale come la carne e i prodotti caseari. Altri cibi che la
contengono sono tempeh, avocado, pere, mele, pomodori, riso, funghi.
D-ribosio: per produrne una maggiore quantità si possono
però assumere quei cibi che contengono riboflavina (vitamina B2) che è un
precursore del ribosio stesso (cereali, spirulina, lievito di birra ecc.).
Magnesio: è contenuto anche in molti alimenti: cereali
integrali, noci, mandorle, arachidi, miglio, grano saraceno, cacao, germe di
grano, lenticchie, verdure verdi, carne, latticini ecc.
Questo articolo è tratto dalla rivista
Scienza e Conoscenza - N. 43 >> http://goo.gl/SGid5p
Nuove scienze e antica saggezza per svelare i misteri
della vita
Editore: Scienza e Conoscenza - Editore
Data pubblicazione: Febbraio 2013
Formato: Rivista - Pag 80 - Cartacea - Ebook