Copernico e l'astronomia moderna - 2
Niccolò Copernico pone le basi della moderna astronomia
di Emanuele Cangini - 19/02/2016
Copernico e l'astronomia moderna
(Seconda parte)
Il primo maggio del 1514 un professore dell’Università di
Cracovia, nel catalogare la propria biblioteca, elencò un «manoscritto di sei
pagine che espone la teoria di un autore il quale afferma che la Terra si muove
mentre il Sole è immobile». Questo manoscritto anonimo è senza dubbio il
Commentariolus, la prima breve stesura dell’astronomia geodinamica ed
eliostatica di Copernico, da cui egli deliberatamente soppresse il proprio nome
come autore a causa del danno potenziale che ne sarebbe derivato dalla divulgazione
di una cosmologia rivoluzionaria.
Niccolò continuava, imperterrito, a osservare il cielo:
poiché però nelle sue Rivoluzioni cita solo un numero relativamente ristretto
di osservazioni, se ne trae l’errata convinzione che si dedicasse ben poco a
tale pratica contemplativa. Egli viveva in un periodo in cui gli astronomi non
pubblicavano tutte le loro osservazioni, ma selezionavano invece quelle
decisive al determinare i punti critici di un’orbita. Degli appunti di
Copernico rimane solo una frazione trascurabile, per lo più nei margini dei
libri della sua piccola biblioteca. Nonostante ciò, con un così limitato
materiale e tre semplici strumenti di osservazione che si era costruito con le
proprie mani, Niccolò pose le basi della moderna astronomia.
Allo stesso modo in cui pose in circolazione il suo
Commentariolus, solo sotto forma di manoscritto tra i pochi e veramente fidati
amici, così ora egli desiderava pubblicare le tabelle astronomiche risultanti
dai calcoli e dalle osservazioni che aveva eseguite, ma non le deduzioni che le
stesse racchiudevano. Questo limitato modo di vedere, che anteponeva la
sicurezza personale al progresso dell’umana conoscenza dell’universo fisico, fu
bruscamente ridimensionato dalla comparsa sul palcoscenico scientifico del
tempo, di un giovane ed entusiasta professore di matematica: Rheticus. Avendo
inteso gli echi delle nuove idee dottrinali di Copernico, Rheticus decise di
apprenderle dal vecchio maestro in persona. Dove tutti i precedenti sforzi per
persuadere Copernico alla pubblicazione di un libro erano falliti, Rheticus
riuscì.
Una prima relazione, Narratio prima, sull’astronomia
copernicana, rapidamente completata il 23 settembre del 1539, venne da lui
pubblicata a Danzica nei primi del 1540. Quando Copernico vide che nessuna
reazione violenta fece seguito alla pubblicazione del discepolo, permise allo
stesso di fare una copia del suo caro manoscritto per poi pubblicarlo,
anticipandone però la prima parte sulla trigonometria, nel 1542 a Wittenberg;
l’intera De revolutionibus orbium coelestium fu pubblicata ufficialmente nel
1543 a Norimberga. Strano a dirsi, nel frattempo, il giovine discepolo di
Frombork, Rheticus, si ammalò gravemente, a tal punto da poter avere solo il
tempo di tenere tra le mani una prima copia del suddetto capolavoro.
Sotto il “segno dell’Acquario”
Come Galileo, come Volta, come Leon Battista Alberti,
come Mozart: anche Niccolò apparteneva al segno dell’Acquario, ad esso fedele
nel rappresentarne tanto nei contorni che nei contenuti quella avanguardia di
frontiera capace di distruggere i costrutti vigenti a favore della introduzione
delle nuove istanze. Una precettistica nuova che, nel più totale fermento,
premeva per prendersi quello spazio che era nei suoi destini.
Il paradigma del nuovo mutava la direzione dei venti: le
vetuste concezioni tolemaiche erano giunte a conclusione. Serviva solo una
spinta propulsiva, degna virtù esclusiva di quelle anime eccelse che sapevano
riconoscerla. In questo Copernico era un vero e autentico Acquario, portatore
di quel rinnovamento che sapeva attuarsi solo dopo aver pensionato una
filosofia che aveva dimostrato tutti i suoi limiti.
Come Caronte, sul fiume Acheronte, Copernico traghettava
la sua epoca verso un nuovo orizzonte. Che Galileo, qualche decennio appresso,
avrebbe ufficialmente consacrato.
Scharf Caleb
Il Complesso di Copernico - Libro >> http://goo.gl/al2AaT
Il nostro posto nell'universo
John Chambers (planetologo), Jacqueline Mitton
Dalla Polvere alla Vita - Libro >> http://goo.gl/DivGrB
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