Domande e risposte sui Chakra
di Kriyacharya Jayadev Jaerschky
Tratte dal libro "Risveglia i Chakra" - Ananda
Edizioni
Basato sugli insegnamenti e le tecniche di Paramhansa
Yogananda
Ecco alcune comuni domande sui chakra, con le relative
risposte.
DOMANDA: Che cosa si intende per chakra
"aperto" e "chiuso"?
RISPOSTA: L'energia dei chakra può fluire in due
direzioni: verso l'interno e l'alto o verso il basso e l'esterno. I chakra,
quindi, vengono rappresentati talvolta con i petali rivolti in basso, talvolta
con i petali rivolti in alto, a seconda del flusso di energia.
Di solito, durante tutta la giornata, la nostra energia
fluisce dai chakra verso l'esterno, nel corpo e poi nel mondo circostante. In
questo caso, anche se i chakra sono attivi, vengono comunque definiti
spiritualmente "chiusi", poiché i loro petali sono rivolti in basso
come un loto capovolto. Ad esempio, una persona potrebbe essere piena d'amore,
ma se quell'amore fluisce all'esterno verso il mondo e gli altri, il chakra del
cuore è comunque spiritualmente "chiuso", essendo chiuso ai misteri
interiori.
Quando l'energia fluisce verso l'esterno, può avere molte
qualità: una qualità pura (sattwica), irrequieta (rajasica) o oscura
(tamasica). Parleremo in seguito di queste tre qualità.
Per aprire i chakra, è necessario rivolgere verso l'alto
i loro petali durante la meditazione, allontanandoli dal corpo e dal mondo
esterno per far sì che l'energia possa fluire nuovamente verso la sua fonte
interiore. Allora si dice che il loto è "aperto", perché solo quando
l'energia viene ritirata dai sensi e fluisce in alto, verso l'occhio
spirituale, possiamo vedere le luci interiori, udire i suoni interiori e
percepire la beatitudine dell'anima. Questo processo non è facile: richiede la
pratica quotidiana della meditazione, del pranayama (controllo dell'energia),
della devozione e della sintonia con un Maestro spirituale.
Un metodo potente per aprire i chakra è rappresentato dai
pranayama che stimolano il flusso dell'energia in i da, pingala e shushumna.
Molto utili in questo senso sono Ujjayi pranayama, Nadi shodanam e Chandra
bedha, che fanno circolare consapevolmente l'energia su e giù lungo la spina
dorsale. I chakra si aprono completamente con il risveglio dell'energia
Kundalini, che si trova alla base della spina dorsale.
Come abbiamo detto, un altro ingrediente principale per
aprire i chakra è la sintonia con un Maestro, un santo o un guru, i cui chakra
sono aperti. Grazie a questa sincera sintonia interiore, i nostri chakra un po'
alla volta si dischiudono. Questo fenomeno può essere paragonato a una calamita
posta accanto a una barra d'acciaio non magnetizzata: attraverso quel contatto,
anche la barra d'acciaio si magnetizzerà.
DOMANDA: Che cos'è un chakra bloccato?
RISPOSTA: Un chakra è bloccato, ad esempio, nel caso in
cui una persona non abbia alcun senso di radicamento (primo chakra), di potere
(terzo chakra) o di amore (quarto chakra). Un blocco in un chakra si riferisce
a qualche grosso ostacolo (una tendenza, o samskara, creata da molte vritti, o
vortici) che ostruisce il flusso del chakra: una tendenza alla paura, per
esempio, come pure tutte le emozioni dannose, gli stili di vita sbagliati, le
tensioni, i traumi e gli attaccamenti.
DOMANDA: Come si puliscono i chakra?
RISPOSTA: I chakra sono influenzati e bloccati da molti
vortici di energia, chiamati vritti. Ne parleremo nel capitolo "I chakra e
la mente", ma per ora immagina semplicemente dei piccoli vortici che
intasano ogni centro. Un potente flusso interiore di energia, creato da una
forte pratica di pranayama, con il tempo può spazzare via questi vortici. Il
KriyaYoga è specializzato in questo e purifica potentemente i chakra. Altri
metodi — come la musica, gli oli essenziali, i trattamenti energetici e le
visualizzazioni — possono avere effetti benefici, ma non sono una soluzione a
lungo termine.
DOMANDA: È sufficiente stimolare i chakra?
RISPOSTA: Per il ricercatore spirituale non è sufficiente
stimolare i chakra e i loro elementi. La semplice concentrazione dell'energia
in un chakra non garantisce che quel flusso di energia sia diretto verso
l'alto. Spesso, specialmente per quanto riguarda i tre chakra inferiori, e
perfino in una certa misura per il chakra del cuore, un'insolita concentrazione
di energia è indice di un flusso discendente, piuttosto che ascendente. Lo yogi
cerca sempre di dirigere la propria energia verso l'alto. Specialmente quando
si lavora con i primi tre chakra, è importante guidare la loro energia verso
l'occhio spirituale, perché in caso contrario saranno stimolate le qualità
esteriori (mondane) di questi centri.
Ad esempio, se stimoliamo il terzo chakra e il suo
elemento fuoco, questo fuoco può facilmente essere guidato dall'ego e
manifestarsi come potere personale concentrato sull'ego, controllo degli altri,
brama di conquiste terrene. Se, invece, quell'energia viene guidata verso
l'alto dopo essere stata stimolata, si manifesteranno le qualità superiori del
chakra, in particolare l'autocontrollo, che conquista le "cittadelle"
interiori della collera e dell'egocentrismo.
DOMANDA: Quali sono gli strumenti per stimolare i chakra?
RISPOSTA: Ci sono molti modi di stimolare i chakra. Puoi
provarli tutti.
· Canalizzare
energia nei chakra, cioè tendere e rilassare i muscoli attorno al chakra e poi
sentire il chakra. Si può fare questa pratica anche senza tensione fisica, ma è
più difficile. È già stata insegnata nel secondo capitolo.
- I bandha dell'Hatha Yoga (ne parleremo nel capitolo
diciassettesimo).
- Pranayama che lavorino con il flusso di energia nella
spina dorsale: specialmente Nadi shodanam, Chandra bedha e Ujjayi pranayama.
- La concentrazione meditativa sui chakra: l'energia
segue la concentrazione. Quando ci concentriamo intensamente sui chakra nella
meditazione, automaticamente li stimoliamo.
- La visualizzazione dei chakra e dei loro elementi: si
possono visualizzare i fiori di loto che si aprono, oppure l'energia o la luce,
o l'elemento caratteristico di ogni chakra: ad esempio, visualizzarsi come una
roccia o seduti sopra una roccia, assorbendo le qualità del primo chakra.
Troverai queste visualizzazioni sugli elementi nel capitolo quinto.
- Mantra: Yogananda insegnava (e consigliava caldamente)
di cantare il mantra supremo, AUM, in ogni chakra. In questo senso egli si
differenziava dalla comune tradizione yogica, che insegna spesso questi
mantra:
LAM in muladhara chakra; VAM in svadhisthana chakra; RAM
in manipura chakra; YAM in anahata chakra; HAM in vishuddha chakra; AUM in agya
chakra.
- Sviluppare consapevolmente la particolare qualità di
ogni chakra: l'amore per stimolare il chakra del cuore; la calma saggia e
distaccata per il chakra della gola, ecc. Queste qualità saranno descritte in
dettaglio nel capitolo quinto, "I chakra e la mente".
- Le affermazioni: ad esempio: «Sono saldo e stabile come
una roccia», mentre ci si concentra sul primo chakra e sul suo elemento terra.
Le affermazioni per i chakra verranno insegnate più avanti in questo stesso
capitolo.
- I colori: visualizzare i colori in ogni chakra. Per la
vita esteriore si possono usare i colori dell'arcobaleno: rosso per muladhara e
così via. Per la nostra vita interiore, i colori sono diversi, come vedremo. Un
esempio di tale pratica verrà offerto nel capitolo quarto.
- Le posizioni yoga praticate con la cosciente intenzione
di stimolare e sentire i chakra. Ne parleremo nel capitolo dodicesimo.
- La musica: i nostri chakra rispondono alla musica.
Questo argomento verrà discusso nel capitolo decimo.
- L'arte: ne parleremo nel capitolo undicesimo.
- Le essenze floreali: questo tema verrà affrontato nel
capitolo quinto.
da Risveglia i Chakra di Kriyacharya Jayadev Jaerschky -
Basato su Insegnamenti e tecniche di Paramhansa Yogananda - Ananda Edizioni
2016.