La ricerca della felicita' e il campo magnetico di
background
Psicologia Quantistica
La ricerca della felicità vista da un punto di vista
diverso: troviamo l'equilibrio dentro di noi e intorno a noi. Come raggiungiamo
la vera felicità?
Carmen Di Muro - 25/01/2019
Cosa spinge un individuo a ricercare la felicità? Chi di
noi non vorrebbe scoprirne la risposta, così da saziarsi di questa magica
sensazione. Se il raggiungimento di questo stato interiore si continuerà a
decodificare esclusivamente attraverso molecole, ormoni, profitto o
realizzazione, non si giungerà mai ad una soluzione esaustiva, in quanto essa è
il sensazionale risultato di emozioni che si ritrovano da uno stato di caos in
equilibrio, in periodi diversi della nostra esistenza. Questa, infatti, non è
tanto il punto di arrivo, ma di partenza di un viaggio che dura tutta la vita,
di cui il segreto è contenuto non tanto nella ricerca non di questo stato in
sé, ma di un equilibrato campo di background, ovvero una tela adatta a noi su
cui dipingere le nostre emozioni realizzando un capolavoro.
Per “Campo di background” o “Gravitazionale” s’intende un
complesso di forze e campi elettromagnetici che fanno da sfondo al nostro
procedere giornaliero.
Messa così si potrebbe dedurre che la sperimentazione di
diversi campi di background, finché non si trova quello adatto a noi, ci
potrebbe condurre e far assaporare questo stato di appagamento vibratorio ed
interiore. Ma in realtà, nel misterioso ed elegante mondo dell’informazione
quantica, le cose non funzionano proprio così, in quanto non esiste un unico
campo esterno stabile che una volta trovato rimane invariato perennemente. Al
contrario, siamo noi che, di volta in volta, siamo chiamati ad adattarci ai
vari campi di forza a cui siamo sottoposti.
Ognuno è sottoposto a onde energeticamente informate
provenienti dagli ambienti in cui viviamo. Esse sono generate in primis dalla
natura, che è l’unica ad essere in sintonia con il suo campo di background,
ossia la terra, che è molto più dinamica e ricettiva di quanto si possa
credere. Essa risponde accuratamente ad ogni segnale ed impulso che la sfiora,
inviando, allo stesso tempo, frequenze vibratorie all’intero universo. In
presenza di luoghi altamente naturali, le vibrazioni della terra non dovrebbero
variare in quanto risuonano alla stessa frequenza del cosmo, ma come oggi
possiamo notare guardandoci intorno, la natura è scarsamente presente nei
luoghi in cui viviamo. Nelle nostre città le onde di background sono generate
da altri fattori che risuonano a frequenze molto più disarmoniche rispetto a
quelle terrestri, modificando il campo di energia che diviene confuso e non lineare.
Pensiamo per esempio alle onde elettromagnetiche prodotte dalle attuali
tecnologie, fino ad arrivare a quelle che noi stessi produciamo ed emaniamo, le
quali a loro volta, si rapportano con il campo gravitazionale, alterandolo.
Sorge quindi la necessità di chiedersi come fare a
sintonizzarci sulla stessa frequenza del campo di informazione primordiale, se
ogni qual volta proviamo a trovare un equilibrio, questo campo si modifica. La
risposta potrebbe snodarsi prendendo come esempio l’arte del “ Tai Chi Chuan” ,
antica disciplina psicofisica cinese basata sui principi della filosofia
taoista dello Ying-Yang, l’eterna alleanza degli opposti. Nata come sistema di
autodifesa, Tai Chi Chuan significa letteralmente “ suprema arte di
combattimento ” e si basa sul controllo e la difesa dalla forza, ovvero opporsi
alla potenza meccanica, ma non usando altra forza, ma al contrario la fluidità,
la morbidezza, l’impermeabilità, centrandosi sulle proprie radici, nonostante
l’energia del mondo si muova continuamente. Proprio prendendo spunto da
quest’antica arte, possiamo capire, che sebbene tutto si muove intorno a noi,
la nostra energia può rimanere ferma e centrata. Dove? Su sentimenti, valori e
convinzioni positive, aspetti che sono funzionali all’evoluzione e alla
crescita, malgrado intorno a noi la realtà veicoli messaggi negativi. Seppure
la forza della società ci colpisce costantemente, sta a noi avere la capacità
di rimanere immobili con le nostre strutture fondanti, ben piantate a terra.
L’immobilità nel Tai chi, come nella vita, è solo una
conseguenza di un’azione di fluidità e di morbidezza in risposta agli stimoli
esterni. Difatti si potrebbero “evitare i flussi di energia caotica che
impattano quotidianamente su di noi” essendo fluidi piuttosto che contratti.
Per esempio, quando arriva un’onda di energia elettro-magnetica molto forte,
poiché è impossibile sfuggirne, impariamo a percepirla e a conoscerla, la
facciamo scivolare su di noi lasciandola scorrere. Se induciamo forza resistiva
essa impatta violentemente e, a seconda dell’intensità, arreca danni
inevitabili sul nostro campo elettromagnetico vitale e di rimbalzo sul corpo
denso.
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