Che cosa non e' l'Ayurveda 2
seconda parte
Medicina Non Convenzionale
Sentiamo sempre parlare di cos'è l’Ayurveda, causando
spesso dubbi e incertezze. Scopriamo insieme cosa non è l’Ayurveda per
comprenderla al meglio
Antonio Morandi - 07/05/2019
Tratto dall’ebook Il Paradigma dell’Ayurveda
4. L’Ayurveda non è una medicina “dolce”
Sempre guidati dal bisogno di trovare conforto e rifugio
dalla violenza e aggressività del mondo moderno occidentale, in questi ultimi
anni sono nate tutta una serie di definizioni illusorie. Medicina “dolce” è uno
di questi ed in realtà è praticamente un ossimoro. La funzione della Medicina è
quella di curare, di ripristinare un equilibrio che si è alterato.
Di opporre quindi una forza o resistenza verso quella che
è la tendenza invece del cambiamento patologico al fine anche di invertirne lo
sviluppo. In ogni caso è l’applicazione di una forza uguale e contraria a
quella della malattia. La Medicina è l’adeguato impiego di strumenti
proporzionali allo stato di gravità e avanzamento della malattia, adeguato
significa ciò che è necessario e sufficiente, non quello che è desiderato.
Se io sto seduto per anni in una posizione scorretta,
finisco per trovarla comoda anche se nel frattempo la mia struttura
muscolo-scheletrica si è alterata. Se voglio curare l’alterazione del mio corpo
dovrò cambiare il mio modo di stare seduto e ciò comporterà tempo, energia,
lavoro, dolore e volontà proporzionale all’entità del danno. Le cose non vanno
via da sole, ci vogliono sistemi adeguati. L’Ayurveda, essendo una medicina a
tutti gli effetti, indicherà le soluzioni terapeutiche più adeguate al
problema. È opportuno ricordare che una parte molto importante dell’Ayurveda è
costituita dalla Chirurgia, la forma più drastica, ma talvolta la più adeguata,
di cura.
Si può quindi affermare che l’Ayurveda non è una Medicina
“Dolce” ma una Medicina Adeguata e Realistica.
5. L’Ayurveda non è una religione
Questo è un punto molto complesso e delicato, ma anche
molto chiaro una volta che si conoscono le cose nella loro reale essenza.
A un’occhiata superficiale il mondo dell’Ayurveda può
apparire pieno di riferimenti che, secondo il nostro pensiero occidentale e
moderno, possono apparire collegati con un sistema religioso. Ma non è così. Ad
esempio, le immagini delle “divinità” colorate ed esotiche e le “preghiere”
dalle parole incomprensibili possono trarre in inganno. Niente è quello che
sembra, questa è una regola che considero fondamentale per capire la vita. Per
questo è importante conoscere a fondo le cose prima di formulare dei giudizi.
Nella cultura indiana le immagini delle “divinità” non
rappresentano entità trascendenti, ma le varie forme delle forze della Natura
che vengono raffigurate attraverso elementi pittorici simbolici. La
trasposizione iconografica si perde nella notte dei tempi, ma è stata proprio
quella che ha consentito, attraverso la chiave simbolica, di mantenere intatta
la conoscenza e di poterla traghettare intatta nel corso dei millenni
indifferente ai cambiamenti di lingua e cultura. Ogni immagine utilizzata in
Āyurveda è quindi una sorta di “unità di informazione complessa” della Natura e
delle sue innumerevoli espressioni.
Le “preghiere” in realtà non sono tali, ma sono Mantra,
termine sanscrito che indica “Strumento della Mente”. Essi sono utilizzati per
cambiare stati mentali e raggiungere particolari stati di attenzione,
concentrazione e intuizione. La Scienza Moderna si è occupata e si sta
occupando con risultati straordinari, degli effetti neurofisiologici e
comportamentali della recitazione dei Mantra. La recitazione ad esempio del
Mantra di Dhanvantari, la “divinità” della medicina, davanti alla sua immagine,
serve ad esempio a focalizzare l’attenzione sulla pratica medica, sui relativi
elementi archetipici e a modulare le proprie capacità cognitive in quella
direzione.
Tutti questi elementi è vero, possono essere utilizzati
in modo diverso dai singoli individui, ma quello che ho appena descritto è il
significato che viene trasmesso dalla Tradizione e cultura indiana per quanto
riguarda l’Ayurveda. È interessante inoltre notare come l’Ayurveda non chieda
di credere, ma di capire, e la sua serrata struttura logica ne è una chiara
dimostrazione. È anche vero che la dimensione spirituale nell’Ayurveda è molto
importante ma non è mai legata a elementi di fede o religione, piuttosto è
orientata ad accettare la realtà per quella che è, composta da cose che
possiamo percepire e da cose che non possiamo percepire direttamente. Del resto
non possiamo percepire il campo gravitazionale o magnetico direttamente, ma
solo attraverso le conseguenze su di noi e sull’ambiente. La fisica non ci
chiede di credere, ma di capire la realtà e i suoi fenomeni anche se non
possiamo averne un’esperienza diretta.
Si può quindi affermare che l’Ayurveda non è una
Religione ma è un Sistema Epistemologico su fondate basi filosofiche e scientifiche.
6. L’Ayurveda non è semplice
Molti pensano che basti leggere qualcosa sui Doṣa o sugli
Elementi o sulle Prakṛti per conoscere l’Ayurveda. Oppure altri compongono
l’equazione (sbagliata) Medicina Tradizionale uguale rimedi della nonna. Molti
purtroppo si improvvisano esperti conoscitori pensando che un’imparaticcio di
qualche fine settimana e di qualche libro, magari mal tradotto, possa essere
sufficiente, con grande detrimento e delegittimazione di questa grande scienza.
L’Ayurveda non è per niente semplice, tuttavia può essere
al contempo fruita da tutti. Potrebbe sembrare una contraddizione, tuttavia noi
usiamo uno smartphone, ma pochi sanno come usare tutte le sue funzioni e meno
ancora sanno come funziona. Usare qualcosa non significa sapere come funziona e
come intervenire per modificarne le funzioni e quindi l’uso finale.
L’esempio che mi piace fare è quello del fiore.
L’Ayurveda è come un fiore. Tutti possono apprezzarne la bellezza, i colori, il
profumo. E tutti possono fare decorazioni con i fiori, regalarli e trarne
profonde sensazioni. Tuttavia se vogliamo fare crescere e far sbocciare dei
fiori dobbiamo avere competenze e sensibilità diverse. Se poi vogliamo sapere
come mai un fiore si apre al mattino e si chiude alla sera la complessità
aumenta e le nostre conoscenze dovranno essere ancora più profonde e potrà
essere necessario estenderle ad altro oltre che al fiore stesso.
Ancora più profonda e particolare dovrà essere la nostra
conoscenza se vogliamo sapere perché un fiore è un fiore. E così via.
L’Ayurveda è così, chiunque può trarre benefici da una sua conoscenza
superficiale, ma se si vuole entrare in profondità, conoscerne i meccanismi ed
essere in grado di utilizzarli è necessario uno studio molto profondo, una
reale dedizione e, perché no, una particolare attitudine individuale. La
conoscenza profonda dell’Āyurveda non è per tutti.
Del resto per tutte le attività si devono avere
particolari attitudini e talenti, avvocato, idraulico, architetto, venditore
ecc. Quindi perché dire che chiunque può fare Ayurveda? È pertanto estremamente
importante che le persone che si rivolgono all’Ayurveda richiedano le
qualifiche al personale a cui si rivolgono. Un percorso formativo serio
richiede anni di studio e di esperienza(7). Non basta certo un corso di qualche
fine settimana, magari sponsorizzato da qualche casa farmaceutica o un periodo
in un’oscura clinica indiana, o peggio in un resort, per garantire una
formazione professionale adeguata.
Si può quindi affermare che l’Ayurveda non è semplice ma
molto complessa.
A questo punto, se ora noi prendiamo e mettiamo assieme
le conclusioni delle elaborazioni delle precedenti affermazioni su cosa “non è
l’Ayurveda” emerge un quadro indicativo su che cosa invece sia l’essenza
dell’Ayurveda ovvero:
è Salute;
è un Sistema Medico Completo è una Medicina Tradizionale;
è una Medicina Adeguata e Realistica;
è un Sistema Epistemologico su fondate basi filosofiche e
scientifiche;
è molto complessa.
BIBLIOGRAFIA
(1) Morandi A., Tosto C., Roberti di Sarsina P., Dalla
Libera D. “Salutogenesis and Ayurveda: indications for Public Health
management” The EPMA Journal 2,4 459-65 (2011) DOI 10.1007/s13167-011-0132-8.
(2) Morandi A., Delle Fave A. “The Emergence of Health in
Complex Adaptive Systems: A Common Ground for Ayurveda and Western Science” in
Morandi A., Nambi A.N. Narayanan (Eds) “An integrated view of Health and
Well-being - Bridging Indian and Western Knowledge” Series on Cross-Cultural
Advancements in Positive Psychology, pp 163-185 vol. 5 2013, XI Springer
Verlag.
(3) World Health Organization (WHO) “WHO Traditional
Medicine Strategy: 2014-2023”. 2013. WHO. Hong Kong.
(4) Roberti di Sarsina P, Morandi A, Alivia M, Tognetti
M, Guadagni P. “Medicine Tradizionali e Non Convenzionali in Italia.
Considerazioni su una Scelta Sociale per la Medicina Centrata sulla Persona.”
Advanced Therapies-Terapie d’Avanguardia 2012;1:3-29.
(5) Manohar RP, Morandi A, Delle Fave A. “The integration
quagmire: Why we need to watch our steps” Ancient Science of Life 2015; 34:
123-5.
(6) Morandi A. “The Challenges Of A New Path Of Research
In Ayurveda” Annals Of Ayurvedic Medicine 2018; 7; 1-2: 9-13.
(7) Morandi A., Sartori G., Tosto C. “La Formazione in
Ayurveda in Italia: attualità, esigenze, criticità, prospettive” in Roberti di
Sarsina P., Tognetti M., Gensini G. (a cura di) La Formazione nelle Medicine
Tradizionali e Non Convenzionali in Italia: attualità, esigenze, criticità,
prospettive. pp 110-133 Franco Angeli, Milano (2015).
eBook - Il Paradigma dell'Ayurveda >> http://bit.ly/2Z494rw
L'antica scienza indiana per la salute del nuovo
millennio
Antonio Morandi