Che cos'e' la pranoterapia oggi?
Intervista a Gabriele Laguzzi
Medicina Non Convenzionale
Che cos'è la pranoterapia oggi? Intervista a Gabriele
Laguzzi
La pranoterapia può essere intesa come dono dell’uomo per
l’uomo, come il tramite per un nuovo umanesimo in medicina, nella scienza e
nella società
Marianna Gualazzi - 27/05/2019
Le pratiche di medicina popolare e tradizionale, le
religioni e le tradizioni spirituali di tutto il mondo hanno da sempre
utilizzato l’imposizione delle mani a scopo terapeutico, di benedizione e di
guarigione. È una pratica che affonda le sue radici nella notte dei tempi, in
un mondo simbolico e mitico che oggi sembra molto distante da noi. Eppure
ancora oggi, in tutto il mondo, la pranoterapia è viva e vitale, e continua ad
affascinare l’uomo comune, il ricercatore indipendente, il medico che ne
intravede la potenzialità in percorsi terapeutici integrati. Ne parliamo con
Gabriele Laguzzi, pranoterapeuta e docente.
Marianna Gualazzi - La pranoterapia è letteralmente la
terapia del Prana: che cos’è il Prana e qual è il rapporto tra il Prana della
pranoterapia occidentale e quello della tradizione indiana e ayurvedica?
Gabriele Laguzzi - La Pranoterapia è di certo la “madre”
di tutte le altre pratiche energetiche, poiché da sempre l’uomo l’ha utilizzata
spontaneamente come il più immediato tra i rimedi che la Natura gli ha messo a
disposizione, contro i mali psico-fisici. La più antica e circostanziata
definizione dell’energia vitale universale che abbiamo ci viene dall’India e
risale ad alcuni millenni prima di Cristo. Il termine Prana deriva dai due
termini sanscriti Pra che vuol dire “unità fondamentale” e Na che vuol dire
“energia”: energia che è fondamento di ogni cosa, energia che unifica tutto.
La pranoterapia, anche alla luce di una visione
scientifica – così come’è quella vissuta, sperimentata e insegnata dal dottor
Luigi Lapi e oggi dalla Scuola A.L.A.R.O è quindi medicina naturale per
eccellenza essendo non lesiva, non invasiva, utile per “ristabilire
l’omeostasi” (ad reparandam omeostasim) che è l’equilibrio funzionale e vitale
dell’organismo; integrativa dell’opera del medico. Oggi come ieri il Prana è
sempre il medesimo: rispetto alla tradizione indiana cambia solamente
l’approccio, date le valenze culturali e psicologiche tipiche del mondo
occidentale.
Come si inscrive la pranoterapia nell’orizzonte culturale
contemporaneo?
Oggi a pieno titolo si inscrive in un grande momento di
rinascenza delle virtù essenziali dell’Uomo: la tecnologia e l’Humanitas (la
sostanza tipica dell’essere uomo) forgeranno nel tempo una nuova, più autentica
e consapevole dimensione dell’umanità intera. E nell’Humanitas vedo integrarsi
bene anche la pranoterapia, come espressione viva e vivente di quell’ Amor che
– come dice Dante – “move il sole e l’altre stelle”. La pranoterapia è un dono
dell’uomo per l’uomo.
Oggi ci sono strumenti sofisticati per la misurazione
dell’energia vitale. La pranoterapia ha avuto una validazione scientifica? Ci
sono studi in corso?
Negli anni tra il 1950 e il 1980 numerosi ricercatori
hanno effettuato studi di carattere scientifico al fine di spiegare l’azione e
l’efficacia del Prana. In particolare ricordiamo le esperienze del dottor
Francesco Racanelli a Firenze (Medicina bioradiante) del dottor Luigi Lapi a
Firenze (Chirtest), del dottor Gerardo Ciannella presso l’Ospedale Monaldi di
Napoli (Teletermografia Dinamica), dell’ingegner Marco Todeschini
(Fluidometro), del professor Giuseppe Ambrosini (Elettrovisore).
In Italia, partire dal 1986, i chimici Patrizia Vecchi e
Alberto Ansaloni hanno condotto altri studi volti a dimostrare l’influenza del
Prana sull’acqua: i risultati delle loro ricerche, sviluppatesi presso il
Centro di Ricerche di Bioclimatologia Medica dell’Università di Milano,
evidenziano le modificazioni chimico-fisiche dei composti acquosi colloidali
(metodo del Bismuto e metodo dell’Oro) sottoposti ai flussi di bioenergia: ho
citato solo alcune esperienze.
Attualmente le nuove scienze (come la quantistica e
l’epigenetica) evidenziano un rinnovato e più approfondito interesse di ricerca
verso la Vita in toto e – in conseguenza – verso la bioenergia e le sue
manifestazioni particolari. Si ritorna all’Unità dell’esistenza, con la
revisione positiva di tutto ciò che un tempo veniva chiamato “paranormale”.
Ad esempio, l’Institute of HeartMath (Istituto di
matematica del cuore) di Boulder Creek, in California, collegato all’Università
di Stanford, studia le nostre emozioni e i nostri sentimenti e le modalità del
loro impatto sulla nostra fisiologia, con un particolare riferimento agli
effetti fisiologici delle emozioni positive. Le ricerche del dottor Bruce
Lipton, che si svolgono nell’ambito della medicina epigenetica e quelle di uno
staff di ricercatori dell’Istituto di Boulder Creek, in California, guidati dal
dottor Rollin McCraty hanno evidenziato che nella molecola del DNA possono
prodursi cambiamenti misurabili se essa viene sottoposta all’influenza di
desideri, intenzioni ed emozioni.
Risultati straordinari e stimolanti, questi, utili a
spiegare l’influenza e il meccanismo di azione della preghiera, della
meditazione e anche del nostro Prana. Ottimi elementi di riflessione per ogni
operatore che vuol accrescere la propria consapevolezza umana e professionale.
In Russia tra i numerosi studi di medicina energetica, ricordiamo quelli di
Vladimir Nesterov, volti a indagare sullo stato bioenergetico di salute.
Ovviamente anche in Italia si lavora in questo senso: per tutti cito il
partecipato convegno sul tema “Acqua, Luce e Suono nella riprogrammazione e
potenziamento epigenetico del benessere” tenutosi a Firenze il 24 maggio 2018
presso l’Auditorium della Giunta Regionale Toscana, evento promosso da
Egocreanet Cluster diretto dal prof. Paolo Manzelli, come elemento di consenso
fondante e condiviso per sviluppare un progetto innovativo di “biologia
quantica della vita”...
Continua la lettura di questo articolo su
Scienza e Conoscenza n. 68 - Aprile/Giugno 2019 — Rivista
>> http://bit.ly/2YKRKHY
Nuove scienze, Medicina Integrata