giovedì 5 settembre 2013

Guarire con la Vitamina C

Guarire con la Vitamina C

Malattie curate, effetti benefici, tipologie e modalità di assunzione

di Stefano Pravato



Una guida straordinaria per conoscere l'efficacia della vitamina C i suoi eccezionali poteri terapeutici
le indicazioni e le modalità pratiche per un'integrazione efficace.

In questa pratica guida tascabile troverai le straordinarie virtù curative della Vitamina C:

come sono state scoperte
le diverse forme di assunzione (pastiglie, polvere, ecc.)
le posologie di assunzione
come attuare la corretta integrazione vitaminica
le diverse tipologie (acido ascorbico, ascorbato di sodio, calcio ascorbato ecc.)
le malattie che cura (infezioni, cardiopatie, intossicazioni, cancro, disturbi respiratori, malattie autoimmuni, ecc.)
preconcetti della comunità scientifica
la questione sulla scelta tra sintetico e naturale
le megadosi
l'ignoranza dei medici su questa panacea così efficace
gli ostacoli posti dall'industria del farmaco in quanto non è brevettabile


Introduzione a "Guarire con la Vitamina C"

Esistono già diversi libri sulla vitamina C che elencano e spiegano le numerosissime applicazioni preventive e curative di questa sostanza.

Penso di averli letti quasi tutti, sia quelli disponibili in italiano che quelli in inglese. Ho letto anche buona parte degli articoli di ricerca in argomento, per lo più solo in lingua inglese. Ho frequentato anche i forum italiani e stranieri scambiando opinioni con persone appassionate di salute e di corretta nutrizione nei quali l’argomento vitamina C viene spesso affrontato per le sue implicazioni con una corretta supplementazione vitaminica personale.

Solo a questo punto ho ritenuto di aver messo insieme una base di conoscenze che mi ha qualificato per la traduzione del libro del dottor Levy Vitamina C. Malattie infettive e tossine, di Macro Edizioni e, soprattutto, per scambiare opinioni e chiedere consiglio a ricercatori quali il dottor Levy stesso, il dottor Cathcart, il dottor Levine, il dottor Saul e il giornalista divulgatore Bill Sardi.

Eppure, se torno a circa vent’anni fa, quando arrivai a decidere che valeva la pena di provare a integrare questa sostanza, ricordo i dubbi che avevo e le incertezze vissute nel cambiare le abitudini. Queste resistenze mi fecero affrontare quell’esperienza senza la decisione e la continuità, venute in seguito con la frequentazione abituale, che avrebbero potuto risparmiare a me e ai miei cari qualche acciacco.

In questo libro provo a indicare la via per un approccio pratico, per introdurre effettivamente nella propria routine quotidiana l’integrazione di vitamina C, sfruttando la mia storia di apprendimento, indicando possibili passi falsi da evitare e ponendo al centro dell’attenzione le indicazioni e le modalità pratiche per una supplementazione efficace.

Non esporrò tutto il materiale raccolto negli anni e tutte le argomentazioni a favore che potrebbero agevolare la decisione di cominciare l’integrazione con vitamina C in chi non la fa o per farla con modalità più efficaci in chi già la fa.
Ma riporterò almeno alcuni dei principali motivi per cui una tale decisione possa essere talmente efficace da indurre chi l’ha messa in pratica a non abbandonarla e, di solito, a proporla a parenti e amici in un passa parola che supplisce a una persistente carenza di informazioni scientifiche dei media convenzionali.

Mi auguro che questo libro non serva solo come guida per i neofiti decisi a provare i benefici della vitamina C. Ormai moltissime persone ne hanno sentito parlare. Tante avranno intrapreso qualche sperimentazione e tra loro ci sarà chi l’ha sospesa non avendone tratto beneficio a causa dell’adozione di modalità di somministrazione non appropriate.

Pur beneficiando delle dosi preventive che assumevo, anch’io ho capito solo dopo qualche anno come curarmi e come adeguare le dosi, ad esempio, per smorzare sul nascere un raffreddore.

E non si finisce mai di imparare.

Nel 2004, i ricercatori Hickey e Roberts hanno rimarcato un fatto che era sotto gli occhi di tutti: la vita media della vitamina C nel sangue è di circa 30 minuti.
Ciò invalida la gran parte degli studi con esiti negativi o dubbi e fornisce allo stesso tempo un criterio temporale quantitativo per l’integrazione e una spiegazione attendibile di un fatto segnalato dal dottor Cathcart sin dai primi anni Ottanta del secolo scorso: piccole dosi, ripetute, hanno effetti migliori di singole dosi elevate.

Questo non è ovviamente un manuale di terapia e citerò solo alla fine alcune delle numerosissime situazioni di malattia nelle quali la vitamina C può giovare.

Per quel che ho appreso, l’integrazione fai-da-te, oltre che ammissibile, è praticamente necessaria, mentre la cura fai-da-te, possibile nei casi di affezioni relativamente semplici, nei casi più seri dovrebbe lasciare il posto a una collaborazione col medico curante, per valutare compiutamente l’associazione più appropriata della vitamina C con altre forme di cura.

Migliorare la vostra salute, vi cambierà la vita.

Spero che stiate già abbastanza bene in salute. Allora il vostro cambiamento, pur sensibile, all’inizio potrebbe non sembrarvi grandissimo.
Abbiate comunque la costanza e la pazienza di raggiungerlo prima di sentenziare che non ne valeva la pena e probabilmente vedrete che la vostra condizione di partenza vi permetterà di apprezzare dettagli che non sono permessi ad altri, meno in salute.
Conosco sportivi che stavano già bene e hanno capito in fretta il vantaggio di una corretta integrazione con vitamina C.

Se invece sapete che la vostra salute non è ottima, pur senza sapere di cosa soffrite, vi dirò che il dottor Klenner per primo ha insegnato che, mentre si cerca di capire la reale causa della malattia, nel frattempo vale comunque la pena di cominciare ad assumere vitamina C.

E non è un’esagerazione: essa è indispensabile al punto che non esiste nessuna condizione che non ne possa trarre giovamento. Non aspettatevi, però, miracoli.

Ottant’anni di ricerca e sperimentazioni dicono che la vitamina C “funziona” per tutti e, quindi, funzionerà anche con voi. Ma

1) bisogna procurarsela;
2) bisogna assumerla in dosi appropriate;
3) bisogna avere costanza.

Assumere un’unica pasticca da un grammo e cercare di capire se vi siano benefici o, peggio, dedurre che non ve ne siano, è la maniera di procedere di chi vuole fallire.

Solo assumendone una quantità fissa di qualche grammo, con costanza, ripartita durante il giorno, si possono avere grossi benefici. Al primissimo accenno di qualche malattia o intossicazione, non esitare e aumentare la dose di mantenimento.

Dovremo operare così, almeno fino a quando una terapia genica non ci permetterà di sintetizzare la vitamina C direttamente all’interno del nostro corpo, come succedeva milioni di anni fa e come succede oggi nella maggior parte degli altri mammiferi, ponendo rimedio a questa vera e propria malattia genetica di cui pochi esseri umani sanno di soffrire.
Tale terapia da qualche anno non è più teoria ma un filone di ricerca scientifica che conta già diverse pubblicazioni in merito anche se a oggi, fine 2012, la sperimentazione su esseri umani non è ancora iniziata, almeno non ufficialmente.

È paradossale, come notò il dottor Cathcart nel 1992, che proprio l’impiego universalmente accettato della vitamina C in minime dosi per la prevenzione e la cura dello scorbuto conclamato abbia indotto tanti scienziati ad avversarne altri utilizzi.

Ormai, dopo decenni di felice impiego con migliaia di casi favorevoli e nessuna seria reazione avversa, anche i più incalliti scettici dovrebbero aver capito che la dose individuale ottimale di vitamina C è ben superiore a quella minima standard.


Lista delle condizioni che possono trarre giovamento - dal Libro "Guarire con la Vitamina C"

La vitamina C ha dimostrato la sua efficacia contrastando la tossicità di sostanze quali:

acetaminofene, acetanilide, anilina e antipirina, acido metilmalonico, acido valproico, acroleina, aflatossina, alcol allilico, anfetamina, benzantrone, benzene, chinone, cianuri, ciclofosfamide, ciclosporina, cisplatino, cloramfenicolo, cloroformio, difenile policlorato (PCB), digossina, diossido di azoto, dopamina, doxorubicina, eteri alogenati, farmaci sulfamidici, fenciclidina, fenolo, idrocarburi aromatici, iproniazide, isoproterenolo, metanolo, morfina, N-metil-D-aspartato, nicotina, nitrati e nitriti, ocratossina, ofloxacina, ozono, paraquat, porfirine, rubidio, selenio, solfato di idrazina, stronzio, tallio, tetraciclina, tetracloruro di carbonio, tioacetammide.
Si è rivelata efficace contro l’avvelenamento da funghi, la tossicità dei pesticidi, il danno provocato dalle radiazioni, i danni provocati dalla stricnina e dalla tossina tetanica.

Ha ridotto i danni causati da alcuni elementi tossici come:

mercurio, piombo, cromo, arsenicali, cadmio, vanadio, nichel, alluminio, fluoro (fluoruro).
È servita come antidoto per l’avvelenamento da morso di insetti e animali velenosi:

vedova nera, bruco della farfalla Megalopyge opercularis, serpente mocassino
Ha permesso la terapia di malattie quali:

poliomielite, epatite virale, morbillo, parotite, encefalite virale, varicella e infezioni erpetiche, polmonite virale, influenza, rabbia, AIDS /HIV , raffreddore comune, ebola.
Si è rivelata efficace in altre malattie infettive non virali come:

difterite, pertosse, tetano, tubercolosi, infezioni da streptococco, lebbra, febbre tifoide, malaria, brucellosi, trichinosi, dissenteria amebica, dissenteria bacillare, infezioni da pseudomonas, febbre maculosa delle Montagne Rocciose, infezioni da stafilococco, infezioni da tripanosoma.
Cancro: è stato dimostrato che per endovena o in liposomi si possono ottenere concentrazioni chemioterapiche e che è sinergica a molti farmaci antitumorali. Il suo impiego è primario in alcuni tipi di cancro e ausiliario in praticamente tutti gli altri.

Malattie cardiovascolari: ipertensione, colesterolo (alti livelli di LDL). L’arteriosclerosi può essere descritta come l’effetto a lungo termine di una cronica ipoascorbemia.

Ha svolto azione efficace anche nelle seguenti condizioni:

Alzheimer, artrite, bruciature, sclerosi multipla, affaticamento cronico, colpi di calore, schizofrenia, diabete, ulcera corneale e glaucoma, rottura di dischi intervertebrali, pancreatite, infezioni renali, stress, allergie, tossicodipendenza, SIDS, smagliature.
Levy ne raccomanda l’uso per attenuare la tossicità delle vaccinazioni, seguendo l’esempio di Kalokerinos che diminuì drasticamente la mortalità infantile spesso associata alla somministrazione dei vaccini in bambini aborigeni fisicamente debilitati (http://orthomolecular.org/resources/omns/v08n07.shtml).

Talvolta il “problema” con la vitamina C è dovuto alla diversità delle specialità mediche coinvolte: virologia, tossicologia, oncologia, cardiologia, dermatologia…

La spiegazione di questo fatto risiede nell’esiguo numero di nutrienti di cui il corpo assolutamente necessita e, tra questi, nel ruolo del tutto particolare e di assoluto primo piano svolto da questa sostanza.
La ragione per cui una sola sostanza riesce a curare così tante, differenti, malattie e condizioni è semplicemente perché l’insufficienza di un solo nutriente fondamentale può provocare tante differenti malattie.

Questo comportamento della vitamina C contrasta con l’approccio convenzionale che associa una precisa molecola a uno specifico farmaco brevettabile per una specifica malattia.

L’ascorbato ha un ampio spettro applicativo per prevenire o curare le malattie più disparate, dalla cataratta, agli aneurismi, dalla poliomielite, alle malattie cardiovascolari, dal cancro ai calcoli biliari, dal colesterolo alto alle malattie del cervello.

Limitarne l’uso alla prevenzione dello scorbuto conclamato è purtroppo un successo della cattiva informazione fornita al pubblico e di un apparente sforzo intenzionale per mantenere basse le quantità raccomandate basandosi su ricerche perlomeno viziate.

Come dice Levy, la forte azione antiossidante e riducente della vitamina C la rende importantissima, ma limitare a questo il suo compito vorrebbe dire sottovalutarne ampiamente gli effetti positivi esercitati sull’organismo.
Levy elenca ben venti meccanismi noti con cui la sola vitamina C agisce, dall’aumento di produzione dell’interferone all’aumento dell’ossido nitrico.

L’utilizzo in dosi di decine di migliaia di milligrammi di vitamina C al giorno
può essere la ricerca di successo maggiormente sottovalutata in medicina.

La necessità di dosi elevate è stata sostenuta quasi immediatamente dopo che l’acido ascorbico è stato isolato.

I medici più importanti e pionieri della terapia ad alte dosi di vitamina C sono: Jungeblut (1898-1976), McCormick (1880-1968) e Klenner (1907-1984). Più di recente, importanti lavori di ricerca sono stati pubblicati da Riordan (1932-2005) e Cathcart (1932-2007).

Jungeblut scrisse per la prima volta dell’ascorbato come prevenzione e trattamento per la polio nel 1935. Sempre nel 1935, Jungeblut mostrò che la vitamina C inattivava la tossina della difterite. Nel 1937, Jungeblut ha dimostrato che anche la tossina del tetano era inattivata dall’ascorbato.

Tra il 1943 e il 1947, Klenner, specialista in malattie del torace, guarì 41 casi di polmonite virale con vitamina C.

Dal 1946, McCormick ha mostrato come la vitamina C previene e cura anche i calcoli renali; dal 1957, come combatte le malattie cardiovascolari.

A partire dagli anni Sessanta, Cathcart ha usato grandi dosi di vitamina C per curare la polmonite, l’epatite e l’AIDS.

Per più di tre decenni, a partire dal 1975, Riordan e il suo team hanno utilizzato con successo grandi dosi endovena di vitamina C contro il cancro.

La letteratura medica ha praticamente ignorato quasi ottant’anni di relazioni mediche e studi clinici sui successi della terapia con ascorbato ad alto dosaggio.


Indice libro

1 – Introduzione

2 – Come effettuare l'integrazione
Quantità, frequenza, durata

3 – Vitamina C: quale forma?

4 – Luoghi comuni e preconcetti
La vera vitamina C è quella presente nella frutta e nella verdura - Basta attenersi a una dieta diversificata per avere la vitamina C necessaria - Non ci sono studi seri sulla vitamina C - Non ci sono prove che la vitamina C funzioni - La vitamina C non è sicura - La vitamina C produce calcoli renali - Grandi dosi di vitamina C servono solo per fare urina costosa - Se la vitamina C funzionasse la userebbero tutti - Si tratta di effetto placebo - Alla tolleranza intestinale c'è la massima concentrazione raggiungibile dal corpo

5 – Dose e assorbimento. Vita media

6 – Cronologia e un po' di storia

7 – Lista delle condizioni che possono trarre giovamento

8 – Vitamina C e malattie cardiovascolari

Prologo
Situazione attuale
Riferimenti bibliografici


Stefano Pravato
Guarire con la Vitamina C - Libro >> http://goo.gl/HvLXLH
Malattie curate, effetti benefici, tipologie e modalità di assunzione
Editore: Macro Edizioni
Data pubblicazione: Settembre 2013
Formato: Libro - Pag 112 - 11x17