Guarire con la Vitamina C
Malattie curate, effetti benefici, tipologie e modalità
di assunzione
di Stefano Pravato
Una guida straordinaria per conoscere l'efficacia della
vitamina C i suoi eccezionali poteri terapeutici
le indicazioni e le modalità pratiche per un'integrazione
efficace.
In questa pratica guida tascabile troverai le
straordinarie virtù curative della Vitamina C:
come sono state scoperte
le diverse forme di assunzione (pastiglie, polvere, ecc.)
le posologie di assunzione
come attuare la corretta integrazione vitaminica
le diverse tipologie (acido ascorbico, ascorbato di
sodio, calcio ascorbato ecc.)
le malattie che cura (infezioni, cardiopatie,
intossicazioni, cancro, disturbi respiratori, malattie autoimmuni, ecc.)
preconcetti della comunità scientifica
la questione sulla scelta tra sintetico e naturale
le megadosi
l'ignoranza dei medici su questa panacea così efficace
gli ostacoli posti dall'industria del farmaco in quanto
non è brevettabile
Introduzione a "Guarire con la Vitamina C"
Esistono già diversi libri sulla vitamina C che elencano
e spiegano le numerosissime applicazioni preventive e curative di questa
sostanza.
Penso di averli letti quasi tutti, sia quelli disponibili
in italiano che quelli in inglese. Ho letto anche buona parte degli articoli di
ricerca in argomento, per lo più solo in lingua inglese. Ho frequentato anche i
forum italiani e stranieri scambiando opinioni con persone appassionate di
salute e di corretta nutrizione nei quali l’argomento vitamina C viene spesso
affrontato per le sue implicazioni con una corretta supplementazione vitaminica
personale.
Solo a questo punto ho ritenuto di aver messo insieme una
base di conoscenze che mi ha qualificato per la traduzione del libro del dottor
Levy Vitamina C. Malattie infettive e tossine, di Macro Edizioni e,
soprattutto, per scambiare opinioni e chiedere consiglio a ricercatori quali il
dottor Levy stesso, il dottor Cathcart, il dottor Levine, il dottor Saul e il
giornalista divulgatore Bill Sardi.
Eppure, se torno a circa vent’anni fa, quando arrivai a
decidere che valeva la pena di provare a integrare questa sostanza, ricordo i
dubbi che avevo e le incertezze vissute nel cambiare le abitudini. Queste
resistenze mi fecero affrontare quell’esperienza senza la decisione e la
continuità, venute in seguito con la frequentazione abituale, che avrebbero
potuto risparmiare a me e ai miei cari qualche acciacco.
In questo libro provo a indicare la via per un approccio
pratico, per introdurre effettivamente nella propria routine quotidiana
l’integrazione di vitamina C, sfruttando la mia storia di apprendimento, indicando
possibili passi falsi da evitare e ponendo al centro dell’attenzione le
indicazioni e le modalità pratiche per una supplementazione efficace.
Non esporrò tutto il materiale raccolto negli anni e
tutte le argomentazioni a favore che potrebbero agevolare la decisione di
cominciare l’integrazione con vitamina C in chi non la fa o per farla con
modalità più efficaci in chi già la fa.
Ma riporterò almeno alcuni dei principali motivi per cui
una tale decisione possa essere talmente efficace da indurre chi l’ha messa in
pratica a non abbandonarla e, di solito, a proporla a parenti e amici in un
passa parola che supplisce a una persistente carenza di informazioni
scientifiche dei media convenzionali.
Mi auguro che questo libro non serva solo come guida per
i neofiti decisi a provare i benefici della vitamina C. Ormai moltissime
persone ne hanno sentito parlare. Tante avranno intrapreso qualche
sperimentazione e tra loro ci sarà chi l’ha sospesa non avendone tratto
beneficio a causa dell’adozione di modalità di somministrazione non
appropriate.
Pur beneficiando delle dosi preventive che assumevo,
anch’io ho capito solo dopo qualche anno come curarmi e come adeguare le dosi,
ad esempio, per smorzare sul nascere un raffreddore.
E non si finisce mai di imparare.
Nel 2004, i ricercatori Hickey e Roberts hanno rimarcato
un fatto che era sotto gli occhi di tutti: la vita media della vitamina C nel
sangue è di circa 30 minuti.
Ciò invalida la gran parte degli studi con esiti negativi
o dubbi e fornisce allo stesso tempo un criterio temporale quantitativo per
l’integrazione e una spiegazione attendibile di un fatto segnalato dal dottor
Cathcart sin dai primi anni Ottanta del secolo scorso: piccole dosi, ripetute,
hanno effetti migliori di singole dosi elevate.
Questo non è ovviamente un manuale di terapia e citerò
solo alla fine alcune delle numerosissime situazioni di malattia nelle quali la
vitamina C può giovare.
Per quel che ho appreso, l’integrazione fai-da-te, oltre
che ammissibile, è praticamente necessaria, mentre la cura fai-da-te, possibile
nei casi di affezioni relativamente semplici, nei casi più seri dovrebbe
lasciare il posto a una collaborazione col medico curante, per valutare
compiutamente l’associazione più appropriata della vitamina C con altre forme
di cura.
Migliorare la vostra salute, vi cambierà la vita.
Spero che stiate già abbastanza bene in salute. Allora il
vostro cambiamento, pur sensibile, all’inizio potrebbe non sembrarvi
grandissimo.
Abbiate comunque la costanza e la pazienza di raggiungerlo
prima di sentenziare che non ne valeva la pena e probabilmente vedrete che la
vostra condizione di partenza vi permetterà di apprezzare dettagli che non sono
permessi ad altri, meno in salute.
Conosco sportivi che stavano già bene e hanno capito in
fretta il vantaggio di una corretta integrazione con vitamina C.
Se invece sapete che la vostra salute non è ottima, pur
senza sapere di cosa soffrite, vi dirò che il dottor Klenner per primo ha
insegnato che, mentre si cerca di capire la reale causa della malattia, nel
frattempo vale comunque la pena di cominciare ad assumere vitamina C.
E non è un’esagerazione: essa è indispensabile al punto
che non esiste nessuna condizione che non ne possa trarre giovamento. Non
aspettatevi, però, miracoli.
Ottant’anni di ricerca e sperimentazioni dicono che la
vitamina C “funziona” per tutti e, quindi, funzionerà anche con voi. Ma
1) bisogna procurarsela;
2) bisogna assumerla in dosi appropriate;
3) bisogna avere costanza.
Assumere un’unica pasticca da un grammo e cercare di
capire se vi siano benefici o, peggio, dedurre che non ve ne siano, è la
maniera di procedere di chi vuole fallire.
Solo assumendone una quantità fissa di qualche grammo,
con costanza, ripartita durante il giorno, si possono avere grossi benefici. Al
primissimo accenno di qualche malattia o intossicazione, non esitare e
aumentare la dose di mantenimento.
Dovremo operare così, almeno fino a quando una terapia
genica non ci permetterà di sintetizzare la vitamina C direttamente all’interno
del nostro corpo, come succedeva milioni di anni fa e come succede oggi nella
maggior parte degli altri mammiferi, ponendo rimedio a questa vera e propria
malattia genetica di cui pochi esseri umani sanno di soffrire.
Tale terapia da qualche anno non è più teoria ma un
filone di ricerca scientifica che conta già diverse pubblicazioni in merito
anche se a oggi, fine 2012, la sperimentazione su esseri umani non è ancora
iniziata, almeno non ufficialmente.
È paradossale, come notò il dottor Cathcart nel 1992, che
proprio l’impiego universalmente accettato della vitamina C in minime dosi per
la prevenzione e la cura dello scorbuto conclamato abbia indotto tanti
scienziati ad avversarne altri utilizzi.
Ormai, dopo decenni di felice impiego con migliaia di casi
favorevoli e nessuna seria reazione avversa, anche i più incalliti scettici
dovrebbero aver capito che la dose individuale ottimale di vitamina C è ben
superiore a quella minima standard.
Lista delle condizioni che possono trarre giovamento -
dal Libro "Guarire con la Vitamina C"
La vitamina C ha dimostrato la sua efficacia contrastando
la tossicità di sostanze quali:
acetaminofene, acetanilide, anilina e antipirina, acido
metilmalonico, acido valproico, acroleina, aflatossina, alcol allilico, anfetamina,
benzantrone, benzene, chinone, cianuri, ciclofosfamide, ciclosporina,
cisplatino, cloramfenicolo, cloroformio, difenile policlorato (PCB), digossina,
diossido di azoto, dopamina, doxorubicina, eteri alogenati, farmaci
sulfamidici, fenciclidina, fenolo, idrocarburi aromatici, iproniazide,
isoproterenolo, metanolo, morfina, N-metil-D-aspartato, nicotina, nitrati e
nitriti, ocratossina, ofloxacina, ozono, paraquat, porfirine, rubidio, selenio,
solfato di idrazina, stronzio, tallio, tetraciclina, tetracloruro di carbonio,
tioacetammide.
Si è rivelata efficace contro l’avvelenamento da funghi,
la tossicità dei pesticidi, il danno provocato dalle radiazioni, i danni
provocati dalla stricnina e dalla tossina tetanica.
Ha ridotto i danni causati da alcuni elementi tossici
come:
mercurio, piombo, cromo, arsenicali, cadmio, vanadio,
nichel, alluminio, fluoro (fluoruro).
È servita come antidoto per l’avvelenamento da morso di
insetti e animali velenosi:
vedova nera, bruco della farfalla Megalopyge opercularis,
serpente mocassino
Ha permesso la terapia di malattie quali:
poliomielite, epatite virale, morbillo, parotite,
encefalite virale, varicella e infezioni erpetiche, polmonite virale,
influenza, rabbia, AIDS /HIV , raffreddore comune, ebola.
Si è rivelata efficace in altre malattie infettive non
virali come:
difterite, pertosse, tetano, tubercolosi, infezioni da
streptococco, lebbra, febbre tifoide, malaria, brucellosi, trichinosi,
dissenteria amebica, dissenteria bacillare, infezioni da pseudomonas, febbre
maculosa delle Montagne Rocciose, infezioni da stafilococco, infezioni da
tripanosoma.
Cancro: è stato dimostrato che per endovena o in liposomi
si possono ottenere concentrazioni chemioterapiche e che è sinergica a molti
farmaci antitumorali. Il suo impiego è primario in alcuni tipi di cancro e
ausiliario in praticamente tutti gli altri.
Malattie cardiovascolari: ipertensione, colesterolo (alti
livelli di LDL). L’arteriosclerosi può essere descritta come l’effetto a lungo
termine di una cronica ipoascorbemia.
Ha svolto azione efficace anche nelle seguenti
condizioni:
Alzheimer, artrite, bruciature, sclerosi multipla,
affaticamento cronico, colpi di calore, schizofrenia, diabete, ulcera corneale
e glaucoma, rottura di dischi intervertebrali, pancreatite, infezioni renali,
stress, allergie, tossicodipendenza, SIDS, smagliature.
Levy ne raccomanda l’uso per attenuare la tossicità delle
vaccinazioni, seguendo l’esempio di Kalokerinos che diminuì drasticamente la
mortalità infantile spesso associata alla somministrazione dei vaccini in
bambini aborigeni fisicamente debilitati
(http://orthomolecular.org/resources/omns/v08n07.shtml).
Talvolta il “problema” con la vitamina C è dovuto alla
diversità delle specialità mediche coinvolte: virologia, tossicologia,
oncologia, cardiologia, dermatologia…
La spiegazione di questo fatto risiede nell’esiguo numero
di nutrienti di cui il corpo assolutamente necessita e, tra questi, nel ruolo
del tutto particolare e di assoluto primo piano svolto da questa sostanza.
La ragione per cui una sola sostanza riesce a curare così
tante, differenti, malattie e condizioni è semplicemente perché l’insufficienza
di un solo nutriente fondamentale può provocare tante differenti malattie.
Questo comportamento della vitamina C contrasta con
l’approccio convenzionale che associa una precisa molecola a uno specifico
farmaco brevettabile per una specifica malattia.
L’ascorbato ha un ampio spettro applicativo per prevenire
o curare le malattie più disparate, dalla cataratta, agli aneurismi, dalla
poliomielite, alle malattie cardiovascolari, dal cancro ai calcoli biliari, dal
colesterolo alto alle malattie del cervello.
Limitarne l’uso alla prevenzione dello scorbuto
conclamato è purtroppo un successo della cattiva informazione fornita al
pubblico e di un apparente sforzo intenzionale per mantenere basse le quantità
raccomandate basandosi su ricerche perlomeno viziate.
Come dice Levy, la forte azione antiossidante e riducente
della vitamina C la rende importantissima, ma limitare a questo il suo compito
vorrebbe dire sottovalutarne ampiamente gli effetti positivi esercitati
sull’organismo.
Levy elenca ben venti meccanismi noti con cui la sola
vitamina C agisce, dall’aumento di produzione dell’interferone all’aumento
dell’ossido nitrico.
L’utilizzo in dosi di decine di migliaia di milligrammi
di vitamina C al giorno
può essere la ricerca di successo maggiormente sottovalutata
in medicina.
La necessità di dosi elevate è stata sostenuta quasi
immediatamente dopo che l’acido ascorbico è stato isolato.
I medici più importanti e pionieri della terapia ad alte
dosi di vitamina C sono: Jungeblut (1898-1976), McCormick (1880-1968) e Klenner
(1907-1984). Più di recente, importanti lavori di ricerca sono stati pubblicati
da Riordan (1932-2005) e Cathcart (1932-2007).
Jungeblut scrisse per la prima volta dell’ascorbato come
prevenzione e trattamento per la polio nel 1935. Sempre nel 1935, Jungeblut
mostrò che la vitamina C inattivava la tossina della difterite. Nel 1937,
Jungeblut ha dimostrato che anche la tossina del tetano era inattivata
dall’ascorbato.
Tra il 1943 e il 1947, Klenner, specialista in malattie
del torace, guarì 41 casi di polmonite virale con vitamina C.
Dal 1946, McCormick ha mostrato come la vitamina C
previene e cura anche i calcoli renali; dal 1957, come combatte le malattie
cardiovascolari.
A partire dagli anni Sessanta, Cathcart ha usato grandi
dosi di vitamina C per curare la polmonite, l’epatite e l’AIDS.
Per più di tre decenni, a partire dal 1975, Riordan e il
suo team hanno utilizzato con successo grandi dosi endovena di vitamina C
contro il cancro.
La letteratura medica ha praticamente ignorato quasi ottant’anni
di relazioni mediche e studi clinici sui successi della terapia con ascorbato
ad alto dosaggio.
Indice libro
1 – Introduzione
2 – Come effettuare l'integrazione
Quantità, frequenza, durata
3 – Vitamina C: quale forma?
4 – Luoghi comuni e preconcetti
La vera vitamina C è quella presente nella frutta e nella
verdura - Basta attenersi a una dieta diversificata per avere la vitamina C
necessaria - Non ci sono studi seri sulla vitamina C - Non ci sono prove che la
vitamina C funzioni - La vitamina C non è sicura - La vitamina C produce
calcoli renali - Grandi dosi di vitamina C servono solo per fare urina costosa
- Se la vitamina C funzionasse la userebbero tutti - Si tratta di effetto
placebo - Alla tolleranza intestinale c'è la massima concentrazione
raggiungibile dal corpo
5 – Dose e assorbimento. Vita media
6 – Cronologia e un po' di storia
7 – Lista delle condizioni che possono trarre giovamento
8 – Vitamina C e malattie cardiovascolari
Prologo
Situazione attuale
Riferimenti bibliografici
Stefano Pravato
Guarire con la Vitamina C - Libro >>
http://goo.gl/HvLXLH
Malattie curate, effetti benefici, tipologie e modalità
di assunzione
Editore: Macro Edizioni
Data pubblicazione: Settembre 2013
Formato: Libro - Pag 112 - 11x17