Animali da macello: una vita da cani
Scoprire come gli animali vengono cresciuti e macellati
negli allevamenti intensivi deve farci riflettere sul nostro consumo di carne e
farci optare per una dieta a base vegetale...
di Gene Stone - 11/09/2013
Tratto da La Rivoluzione della Forchetta Vegan (Macro
Edizioni, 2013).
Chiaramente, l’impatto di una dieta a base vegetale sulla
salute umana è formidabile. Ma la nostra dieta ha altri effetti al di là della
salute individuale e solleva interrogativi sul rapporto del genere umano con
gli animali, in particolare sul nostro modo di trattare quelli che abbiamo
addomesticato per i nostri scopi e che catturiamo allo stato libero per
nutrircene.
GLI ALLEVAMENTI INTENSIVI
Un tempo, la vita nella fattoria evocava immagini di
contadini allegri e abbronzati che si prendevano cura di vaste distese di
pascoli verdeggianti, con le galline che razzolavano libere sull’aia
becchettando il grano appena raccolto e deponevano le uova quando ne avevano
l’estro, mentre la mucca di famiglia vagava intorno al pollaio con la campana
d’argento legata al collo che risuonava pigramente.
Ma la vita degli allevatori è cambiata. Per ottenere il
massimo profitto e per rendere più efficiente la produzione, oggi la maggior
parte della carne proviene da fattorie simili a fabbriche: enormi stabilimenti
industriali stipati di migliaia di tacchini, polli, mucche, maiali o altri
animali. Questi produttori mirano a ottenere la massima efficienza allevando il
più alto numero di capi di bestiame nel più breve periodo di tempo.
Una volta ci volevano due anni perché un vitello
raggiungesse le dimensioni richieste per la macellazione: dalla prospettiva di
una grande azienda questo periodo di crescita rappresenta un notevole costo,
giacché gli animali devono essere continuamente alimentati e curati in caso di
malattia. Per ridurre la durata di questo periodo, la maggior parte degli
allevamenti impiega sostanze sintetiche che promuovono la crescita del bestiame
come l’rBGH (ormone ricombinante della crescita bovina), che permettono uno
sviluppo dei muscoli in tempi più rapidi del normale. Benché l’Unione Europea
abbia proibito l’uso degli ormoni della crescita, circa i due terzi di tutti i
bovini degli Stati Uniti vengono trattati con queste sostanze: di fatto gli
Stati Uniti sono l’unico Paese sviluppato a permettere l’uso dell’rBGH per
incrementare la produzione di latte nelle vacche d’allevamento.
ANIMALI DA MACELLO: UNA VITA DA CANI
Purtroppo, il bestiame degli allevamenti industriali
viene spinto fino ai propri limiti biologici e sottoposto a un’enorme quantità
di stress.Come altri animali d’allevamento, le mucche da latte subiscono una
pressione snervante e sono soggette a malattie e affaticamento. Somministrando
loro alimenti altamente energetici e iniezioni di ormoni della crescita,
l’allevatore è in grado di ottenere più latte dalle proprie mucche: in media,
una vacca produce circa 45 kg di latte al giorno, dieci volte quella che
sarebbe la sua produzione naturale. Benché una mucca possa raggiungere l’età di
vent’anni e più, al momento di compiere quattro anni molti animali allevati
negli stabilimenti non riescono quasi più a camminare.
Negli allevamenti per la produzione intensiva delle uova,
le galline sono solitamente così stipate nelle gabbie da non riuscire a
muoversi e nemmeno a sbattere le ali. Le inospitali gabbie di metallo sono
allineate e impilate una sopra l’altra negli enormi capannoni industriali.
Quando sono ancora pulcini, gli animali vengono sottoposti a un processo detto
debeaking (rimozione del becco), una pratica che comprende la resezione di osso,
cartilagine e tessuto, così da eliminare parte del becco: una precauzione
necessaria in molti allevamenti industriali in cui il sovraffollamento delle
gabbie fa sì che i polli si becchino e combattano fra loro.
Normalmente i vitelli da carne vengono separati dalle
madri subito dopo la nascita per essere rinchiusi in box larghi appena 60 cm,
con una catena al collo che ne limita i movimenti; i maschi vengono castrati
senza la somministrazione di antidolorifici.
Poiché il costo di ogni centimetro quadrato di spazio è
accuratamente calcolato per ottenere profitti ottimali, anche i maiali vengono
stipati l’uno sull’altro e devono continuamente respirare le esalazioni
tossiche dei loro stessi escrementi.
Nei macelli, i polli in perfetto stato di coscienza
vengono appesi ai ganci per le zampe: poiché il pollame è escluso dallo Humane
Methods of Livestock Slaughter Act [legge americana sui metodi umani di
macellazione; N.d.T.], tramortirli prima della macellazione non è una procedura
prevista. Se il tagliatore automatico non mozza loro il collo al primo colpo,
vengono uccisi con altri procedimenti, oppure immersi vivi nella vasca bollente
usata per ammorbidire le penne, così da permetterne la successiva rimozione.
Complessivamente, nel 2008 il numero di animali uccisi
per soddisfare i palati americani ha toccato gli 8,56 miliardi, in media 29
animali per ogni cittadino carnivoro americano. Il numero totale di animali
uccisi in terra e in mare si aggirava intorno agli 80 miliardi, 270 per ogni
mangiatore americano di carne e pesce, da cui deriva che ogni americano nel
corso della vita consuma 21.000 animali. Se è vero che negli ultimi anni il
numero totale degli animali uccisi per nutrire gli americani è lievemente
diminuito, il numero dei capi macellati in realtà è aumentato in seguito
all’incremento delle esportazioni di carne dagli Stati Uniti (a fronte di una
percentuale della popolazione mondiale corrispondente al 5%, gli USA sono
responsabili del 20% degli animali uccisi nel mondo per ricavarne alimenti).
Tratto da La Rivoluzione della Forchetta Vegan (Macro
Edizioni, 2013) >> http://goo.gl/gfCmQX
Gene Stone
La Rivoluzione della Forchetta Vegan - Libro >> http://goo.gl/gfCmQX
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Editore: Macro Edizioni
Data pubblicazione: Giugno 2013
Formato: Libro - Pag 238 - 19x19 cm