Slow Cosmetique
Consigli e ricette efficaci per una cosmesi eco-bio
di Julien Kaibeck
Slow Cosmetique - Libro
Creme da giorno, creme da notte,
creme antirughe dagli effetti miracolosi su una pelle già
segnata,
shampoo che promettono chiome degne di una dea…
Sei davvero convinta che acquistare quel particolare
prodotto cosmetico abbia a che fare col tuo valore?
Slow Cosmétique ti spiega come liberarti dai
condizionamenti della pubblicità, per rivolgerti a una cosmesi più efficace e
al tempo stesso più etica.
La Slow Cosmétique è un movimento che nasce per
sensibilizzare i consumatori all'uso della cosmesi, indirizzandoli verso un
approccio più appagante, consapevole e accorto dei prodotti. Riducendo il
numero dei cosmetici che usi e imparando a leggerne con cura l'etichetta, farai
del bene non solo alla tua pelle, che ti ripagherà con una freschezza e una
radiosità impagabili, ma anche al pianeta.
Pericoli e problemi della cosmesi tradizionale
Come identificare in etichetta gli ingredienti nocivi
I cosmetici e il loro impatto sull'ambiente
Semplici gesti di cura della pelle: detergere, idratare,
proteggere
Come porre rimedio in maniera naturale ai piccoli
inestetismi
Schede pratiche per conoscere i cosmetici
Ricette facili ed efficaci per cosmetici fai-da-te
Indice
Prefazione di Jean-Pierre Coffe
Introduzione
Prima Parte - i cosmetici, tra fascino e diffidenza
La pelle e i suoi bisogni
I cosmetici convenzionali e i loro pericoli
La slow cosmétique: una rivoluzione sana e naturale
Seconda parte - Adottare la Slow Cosmétique
La base: pulire la pelle (e i capelli)
I gesti quotidiani: idratare e proteggere la pelle
Le urgenze: curare e correggere le piccole imperfezioni
Il piacere: profumarsi, truccarsi e sedurre
Conclusione
Appendici
Il mio programma di bellezza slow a colpo d'occhio
Elenco indirizzi
La Slow Cosmétique, un invito alla rivoluzione
"Dite no al brainwashing cosmetico!"
Ecco uno slogan che un giorno potrebbe tranquillamente
essere scritto con il rossetto su tutti gli specchi del nostro paese. La
cosmesi è infatti la nostra miglior... nemica.
Dolce e voluttuoso, l'universo della bellezza ci fa
sognare e ci offre una straordinaria opportunità di sentirci più a nostro agio.
Le sue allettanti promesse ci fanno vedere la vita tutta rose e fiori. Eppure,
essendo guidato dalla legge del profitto, il mondo della cosmesi è crudele con
il nostro portafogli e la nostra salute. Per non parlare del suo impatto
sull'ambiente.
Siamo sempre più numerosi a renderci conto che qualcosa
non va.
Da decenni percepiamo che i messaggi inviati dai
professionisti della cosmesi suonano falsi.
Con l'avvento della cosmesi biologica certificata, molti
di noi si sono posti le domande giuste. Qual è il vero impatto degli
ingredienti cosmetici sulla salute? E sull'ambiente? Com'è possibile ritrovare
tracce di parabeni nell'organismo? E perché applicare sulla pelle derivati
petrolchimici inerti?
Queste domande hanno trovato parziali risposte grazie
alle etichette del biologico.
Nonostante tutto, però, la disinformazione regna sovrana
e possiamo letteralmente parlare di un lavaggio del cervello, un
"brainwashing cosmetico".
Questo lavaggio del cervello è doppio.
Da un lato ci viene fatto credere che i prodotti
cosmetici contengono unicamente ingredienti utili per la pelle, senza mai
parlare dei possibili pericoli a lungo termine, né della reale natura di questi
ingredienti, nella maggior parte dei casi di sintesi. Il loro impatto ecologico
è pesante!
Oggigiorno la cosmesi è ovunque e rappresenta un mercato
gigantesco. Mai sono stati usati così tanti cosmetici. Le più importanti
aziende produttrici hanno investito nei paesi emergenti e fanno scoprire all'umanità
intera il piacere di applicare una crema o di truccarsi.
Il problema è che i cosmetici in commercio non sono privi
di rischi per la pelle e per l'ambiente.
Ma non ne siamo abbastanza consapevoli.
Dall'altro lato, il marketing cosmetico ci condiziona a
una ricerca un po' folle del prodotto miracoloso, creando una frenesia
dell'innovazione, della pseudo-scientificità e del consumo. E' in gioco
l'impatto sulla società. Ci viene fatto credere che i cosmetici sono in grado
di garantirci una giovinezza eterna e che sono sempre più innovativi.
In termini di effetti tangibili e visibili a occhio nudo,
però, non è così. Ma il messaggio è lo stesso da quasi un secolo:
"Consumate! Questo prodotto risponde a un nuovo bisogno! E migliore del
precedente! Voi valete!".
Gli effetti di questo lavaggio del cervello sulla nostra
società sono molto potenti. Entrano in gioco somme ingenti. Persino i
professionisti della bellezza vengono ingannati da quanto hanno loro stessi
creato.
È sufficiente assistere a congressi di cosmetologia. Si
parla di ingredienti innovativi, in grado di riempire una ruga o cancellare una
macchia, quando qualsiasi dermatologo sa che è impossibile farlo con una
formulazione cosmetica. A ogni stagione viene proposta un'incredibile
innovazione a colpi di milioni di euro, promettendoci più comfort, più
giovinezza, più seduzione.
Tutti noi acquistiamo e testiamo questi prodotti.
Speriamo sempre che la novità sia garanzia di qualità, ma la nostra ricerca
della bellezza non ha mai fine. La pelle dell'umanità d'altro canto sembra
essere sempre la stessa: vive con le sue imperfezioni, evolve in continuazione
sotto l'influsso dello stress e delle intemperie. Poi, nel corso degli anni,
invecchia.
E' possibile che questa disinformazione non sia tanto
grave? Dopotutto, la cosmesi fa del bene al morale e ci trasmette piacere. Ma
che vantaggio trae una società dal mentire a se stessa, se il piacere che ne
deriva è assai scarso in rapporto ai danni ecologici e sulla salute?
Di fronte alle incoerenze del mondo cosmetico, non
dovremmo forse dimostrare un po' più di buon senso? Tentare di distinguere il
vero dal falso? Moderare le nostre aspettative illusorie? Distinguere tra le
azioni volte al consumo e i gesti di bellezza?
E' ciò che propone la Slow Cosmétique.
La Slow Cosmétique è un invito a vivere in maniera
diversa la bellezza. Si tratta di un movimento seguito dai consumatori e dai
protagonisti della bellezza naturale come risposta alle derive dell'industria
cosmetica convenzionale.
Probabilmente conoscete il movimento Slow Food. Nato agli
inizi degli anni Ottanta, Slow Food difende un'alimentazione più sana ed
ecologica di fronte alla crescente potenza dell'industria del fast food e del
cibo spazzatura. Slow Food raggruppa oggi migliaia di associazioni locali che
promuovono i prodotti del territorio, la cucina rispettosa degli alimenti e
dell'ambiente.
Anche la Slow Cosmétique ci invita a un diverso rapporto
con l'industria, nella fattispecie con quella dei prodotti di bellezza. Ci
spinge a consumare meno prodotti cosmetici e a optare per ingredienti di
qualità, naturali e atossici.
Siete sconcertati dal numero impressionante di prodotti
cosmetici che pullulano sugli scaffali dei negozi? Vi siete spaventati sentendo
parlare della potenziale tossicità di molti ingredienti chimici contenuti nei
cosmetici? E quando sciacquate il vostro docciaschiuma, ogni mattina, vi capita
di pensare all'impatto ecologico di questo prodotto?
Se avete risposto sì a queste domande, siete già sulla
strada della Slow Cosmétique.
I cosmetici convenzionali e i loro pericoli - Estratto da
"Slow Cosmetique"
I cosmetici cosiddetti convenzionali sono quelli più
spesso presenti sugli scaffali. Costituiscono oltre l’80% della quota di
mercato e sono chiamate in causa tutte le gamme, dalle più basilari alle più
lussuose. I cosmetici offrono oggi un impressionante ventaglio di texture,
formule e profumi, risultato di oltre cent’anni di ricerche in cosmetologia.
Oggigiorno siamo ben lontani dai semplici unguenti dell’antichità o dalle prime
creme idratanti della famosa marca con la scatola blu. I cosmetici convenzionali
ricorrono copiosamente alla chimica per sviluppare in continuazione formule più
efficaci e più complesse.
Eppure, è piuttosto sconcertante come i prodotti
cosmetici di ultima generazione perseguano sempre lo stesso, semplice
obiettivo: lavare la pelle o i capelli, idratare e abbellire.
La legge sui cosmetici è tale che, nel mondo occidentale,
non è più possibile parlare propriamente di prodotti “cattivi”. Ogni formula
infatti deve essere approvata da un’autorità competente prima di essere messa
in commercio. Questa convalida richiede test batteriologici per quantificare la
conservazione del prodotto, ma anche test d’innocuità tossicologica. Qualunque
tossicologo ve lo confermerà: i cosmetici immessi legalmente sul mercato dopo
l’autorizzazione sono sani! Quantomeno, a breve termine...
Certo, ci sono sempre delle eccezioni alla regola e
alcuni rari prodotti cosmetici convenzionali provocano ancora danni immediati
alla salute della pelle. Nella maggior parte dei casi ciò è dovuto alla
presenza nella formula di ingredienti irritanti, allergenici o
fotosensibilizzanti. Questi “danni collaterali” sono sempre più numerosi e il
mondo della dermatologia non ha mai visto come oggi tante allergie da contatto
e reazioni cutanee.
I sostenitori della cosmesi biologica del resto ne hanno
fatto un cavallo di battaglia e additano gli ingredienti di sintesi quali
maggiori responsabili del pietoso stato in cui versa la nostra pelle. Sono
inoltre sconcertati dall’utilizzo di ingredienti sospettati di essere
cancerogeni (per esempio i parabeni), dannosi per la fertilità umana,
irritanti, allergizzanti o molto inquinanti. E forse hanno ragione!
A oggi, non è stato condotto nessuno studio a lunghissimo
termine per sapere se gli ingredienti di sintesi dei cosmetici possano essere
tossici per la salute qualora utilizzati quotidianamente su periodi molto
lunghi.
Però il dubbio esiste.
E in caso di dubbio... il saggio si astiene.
Infine, i cosmetici convenzionali fanno un uso intensivo
della chimica di sintesi e dei derivati del petrolio. Questi ingredienti
cosmetici non biodegradabili, di pesante impatto ambientale, si ripercuotono
per forza di cose in maniera nociva sull’ambiente.
In questo capitolo tenteremo di capire perché le formule
cosmetiche più diffuse sono talvolta deludenti, inquinanti o tossiche a lungo
termine. Per farlo, studieremo in dettaglio gli ingredienti principali... e
impareremo a leggere le etichette!
Da ricordare
I cosmetici sul mercato sono tutti severamente
controllati dalle autorità sanitarie ed economiche, che ne testano l’innocuità
a breve termine. Non esistono quindi prodotti cosmetici “cattivi”. Del resto,
si assomigliano tutti parecchio!
Cionondimeno, i cosmetici convenzionali che ricorrono
alla chimica di sintesi per ottenere formule sempre più performanti contengono
molti ingredienti discutibili per quanto riguarda l’impatto sulla salute o
sull’ambiente.
La cosmesi biologica è nata per offrire un’alternativa al
consumatore il quale, nel dubbio, preferisce evitare di usare qualunque
sostanza controversa.
Analisi delle formule nei cosmetici convenzionali
La maggior parte dei cosmetici è formulata come una
maionese: acqua, olio e un emulsionante! Come nella maionese, vogliamo
mescolare cose che non si mescolano: un liquido idrofilo (nella maionese,
l’aceto) e un liquido lipofilo (l’olio) utilizzando un emulsionante (l’uovo o
il sale nella ricetta della maionese). I prodotti cosmetici convenzionali per
le loro innumerevoli emulsioni utilizzano ingredienti nella maggior parte dei
casi di sintesi e profondamente manipolati, mentre la cosmesi naturale vieta
l’utilizzo di questi ingredienti e privilegia le materie vegetali o minerali.
Ma che cosa contengono tutti i cosmetici?
Acqua
La fase acquosa di un prodotto cosmetico può servire ad
“alleggerire” la texture del prodotto, renderlo fluido o veicolare gli attivi
idrofili della formula, ossia quelli che si mescolano all’acqua. Per farlo si
usa l’acqua, distillata o meno, l’alcol, le acque floreali oppure succhi di
frutta o di piante. Ovviamente, la scelta degli ingredienti della fase acquosa
dipende dal livello di qualità ricercato: un’acqua floreale è più costosa
dell’acqua di rubinetto!
Olio
La fase oleosa dal canto suo contiene materie grasse in
grado di stabilizzare la formula e renderla più idratante o occlusiva, in modo
da limitare la naturale perdita d’acqua dalla pelle. Secondo la qualità del
prodotto, troveremo oli minerali, derivati petrolchimici, oli vegetali naturali
o esterificati, alcoli grassi o sostanze di sintesi. Anche in questo caso
occorre osservare che gli oli minerali sono di qualità inferiore ma meno
costosi degli oli vegetali naturali. Questi ultimi ovviamente sono assai
migliori per la pelle, perché la loro composizione, ricca di vitamine e di
acidi grassi complessi, è benefica per il tessuto cutaneo.
Emulsionanti
Gli emulsionanti sono necessari per miscelare le due
fasi. Sono innumerevoli e per la maggior parte provenienti dalla chimica,
ecologica o meno. Talvolta gli emulsionanti sono chiamati anche “tensioattivi”,
perché “legano” la formula acqua in olio o olio in acqua, a seconda della fase
più presente nella ricetta. La famiglia degli emulsionanti è vasta e certi
ingredienti di questo tipo possono anche svolgere il ruolo di agenti umettanti
o idratanti. La cosmesi convenzionale utilizza tensioattivi di sintesi
sospettati di essere irritanti o poco ecologici. La cosmesi naturale invece
impiega cere vegetali, cera d’api, derivati della noce di cocco, della barbabietola
o dello zucchero. A voi la scelta!
E i conservanti?
Se la formula cosmetica contiene acqua o qualsiasi fase
acquosa, vi è il rischio di proliferazione batterica, che deve essere evitato.
Il prodotto infatti deve essere in grado di resistere al tempo che passa senza
venir contaminato dai batteri presenti nell’aria o sulle dita. Questo perché,
per la maggior parte dei prodotti, ci tuffiamo dentro le manine!
L’industria cosmetica ricorre quindi a conservanti di
sintesi o naturali per evitare questo rischio batterico. Il problema è che i
conservanti sono innanzitutto materie destinate a “uccidere” i batteri. Non
sono quindi sostanze inoffensive se dosate o scelte incautamente. È in corso
una discussione molto polemica sulla qualità dei conservanti presenti nelle
formule cosmetiche (v. “I parabeni”, pag. 63). I conservanti sono un male
necessario sia per la cosmesi convenzionale sia per la cosmesi naturale. E il
dibattito infuria. La cosmesi convenzionale utilizza conservanti opinabili, ma
lo fa anche la cosmesi naturale. Infatti, l’alcol e gli oli essenziali presenti
nelle formule naturali sono talvolta considerati irritanti o allergenici. A
oggi pertanto non è stata stabilita alcuna verità sull’argomento. Ricordiamoci
semplicemente che i conservanti chimici sono di sintesi e che la scelta da
compiere è soprattutto di tipo etico.
Se la formula non contiene alcuna fase acquosa (un olio
da massaggio, per esempio), non è necessario utilizzare conservanti “biocidi”,
perché i batteri non possono viverci. L’unico obiettivo è quindi prevenire
l’ossidazione della formula. Per farlo si aggiunge vitamina E agli oli o li si
tratta per limitarne l’ossidazione. L’uso di prodotti cosmetici senz’acqua è
quindi una soluzione semplicissima per evitare l’esposizione ai conservanti più
aggressivi.
E gli attivi?
Gli attivi cosmetici sono le star delle nostre riviste!
Numerosissimi, ogni mese ne esce una nuova serie... Certi laboratori spendono
milioni di euro per sviluppare un unico attivo da brevettare. Altri utilizzano
estratti di piante esotiche o preziose.
Anche l’azione degli attivi cosmetici è controversa,
avendo noi l’abitudine di doverne provare gli effetti presentando degli studi,
i quali però sono poco significativi perché incentrati spesso su risultati a
malapena quantificabili, tanto sono ridotti o soggettivi.
L’unica cosa certa è che, nella maggioranza dei prodotti,
gli attivi rappresentano la parte più piccola della formula cosmetica, qualche
punto percentuale appena! È una delle verità più vergognose del mondo della
cosmesi attuale.
E i profumi?
A meno di non formulare un’eau de toilette o un profumo,
per profumare una formula si utilizza una piccolissima quantità di aromi di
sintesi o naturali. Il profumo è però necessario, perché permette di vendere e
al tempo stesso copre l’odore degli ingredienti di sintesi o derivati dalla
chimica. Troviamo il profumo (“fragrance”) nella maggior parte dei prodotti
convenzionali e naturali. Anche qui la questione è controversa, perché i
profumi in genere contengono molecole descritte come allergizzanti. La maggior
parte di queste molecole del resto viene esplicitamente elencata nella
direttiva europea sulla cosmesi. Di conseguenza, i profumi vanno
obbligatoriamente menzionati sulla confezione del prodotto.
Da ricordare
Tutti i cosmetici, naturali o no, sono formulati secondo
gli stessi principi. Come in una maionese, si tratta di emulsionare una fase
acquosa e una fase grassa. Per farlo, si utilizzano degli emulsionanti.
La differenza tra cosmetici convenzionali e cosmetici
naturali sta nella qualità degli ingredienti.
Se la formula contiene acqua, occorre aggiungervi dei
conservanti. In caso contrario, è sufficiente prevenirne l’ossidazione e i
conservanti non sono necessari.
Il profumo utilizzato nei cosmetici è spesso di sintesi e
può essere allergizzante.
Nella cosmesi
convenzionale gli attivi veri e propri sono pochissimi. Inoltre, la loro
efficacia è discutibile.
Che cosa contengono i cosmetici convenzionali?
I cosmetici convenzionali hanno in primo luogo lo scopo
di essere venduti! Contengono quindi ingredienti che conferiscono loro una
texture piacevole, un profumo inebriante e, ovviamente, anche un po’ di effetto
cosmetico. Il tutto rimanendo tassativamente entro un budget che ne garantisce
la redditività e che dipende dal posizionamento che il marketing del prodotto
ne fa.
Pertanto, una crema convenzionale nella maggior parte dei
casi (dal prodotto più diffuso a quello più scarso) contiene:
• Acqua
• Olio minerale e/o siliconi che conferiscono consistenza
alla formula
• Emulsionanti per miscelare i due
• Attivi “di punta”, che verranno messi in risalto dalla
pubblicità
• Conservanti
• Profumo di sintesi (“fragrance”)
• Talvolta dei coloranti
Questo elenco è chiaramente una semplificazione estrema
della formulazione cosmetica, ma riassume più o meno ciò che i prodotti più
diffusi contengono invariabilmente. È chiaro che un latte detergente conterrà
più acqua di una crema idratante. Analogamente, un fondotinta o un balsamo
contengono quasi sempre dei siliconi, mentre una crema per il corpo può farne a
meno. Sia quel che sia, che si tratti di un siero liftante da 180 euro o di una
crema per le mani da tre euro, la struttura della formula è spesso la stessa:
acqua, sostanze inerti che depositano un film sulla pelle, una puntina di
attivi e di profumo.
Indipendentemente dalla formula di un prodotto, abbiamo
però un modo infallibile per conoscerne gli ingredienti. È il famoso elenco
INCI.
Bisogna però saperlo leggere e capirlo!
Una parola sull’INCI
In Occidente la legge impone ai produttori di cosmetici
di riportare sulla confezione dei prodotti di bellezza l’elenco dettagliato
degli ingredienti. Questo elenco viene chiamato “INCI”: International
Nomenclature of Cosmetic Ingredients. Deve rispettare vari principi:
Gli ingredienti della formula devono comparire tutti in
etichetta. Vengono nominati in latino o in inglese per facilitarne la
comprensione da parte di tutti. In pratica, però, il latino non facilita
davvero le cose.
Gli ingredienti devono essere elencati in ordine
decrescente. Pertanto, se un INCI inizia con la parola “Aqua”, l’ingrediente
più presente nella formula è l’acqua. D’altro canto, è spesso così.
Tutti gli ingredienti sono menzionati, dal primo
all’ultimo, ma quando l’ingrediente è in dosi inferiori all’1% della formula, è
possibile modificarne la posizione nell’elenco. Pertanto, se un estratto
naturale di lavanda (lavandula extract) è presente allo 0,03%, il produttore lo
collocherà nell’elenco prima dei conservanti brutti e cattivi, anche se questi
ultimi sono allo 0,9%. Potenza del marketing!
L’elenco INCI viene obbligatoriamente riportato
sull’imballaggio visibile del prodotto, in genere la scatola. I produttori
giocano al gatto con il topo e in genere stampano questo elenco a caratteri
minuscoli sul fondo della confezione. Certamente hanno moltissima paura che
leggiamo la formula per scoprire cosa contiene davvero il loro prodotto!
Esercitatevi a casa, è istruttivo...
Da ricordare
Nel mondo occidentale l’elenco degli ingredienti di un
prodotto cosmetico deve obbligatoriamente comparire sulla scatola e viene
chiamato INCI.
Non è facile capire in dettaglio l’INCI, ma è l’unico
modo di sapere ciò che contiene un cosmetico.
Per vendere può succedere che nell’INCI compaia in buona
posizione un ingrediente naturale assai poco presente nel prodotto finito (per
gli ingredienti al di sotto dell’1%).
Julien Kaibeck
Fondatore del movimento Slow Cosmétique, Julien Kaibeck
insegna aromaterapia e cosmesi naturale in Francia e in Belgio. Interviene
regolarmente sui vari media con argomenti di salute e bellezza.
Julien Kaibeck
Slow Cosmetique - Libro >> http://goo.gl/fTcnCH
Consigli e ricette efficaci per una cosmesi eco-bio
Editore: Punto d'Incontro
Data pubblicazione: Dicembre 2014
Formato: Libro - Pag 256 - 14 x 21 cm