Parassiti intestinali: sintomi e malattie correlate
I parassiti intestinali, o vermi, sono sempre più
frequenti nel corpo e spesso portano a disturbi molto severi. Conoscere i
sintomi e capire l'importanza di una corretta diagnosi e terapia è
indispensabile per risolvere diversi problemi di salute.
di Urbano Baldari - 19/02/2016
Parassiti intestinali: sintomi e malattie correlate
I parassiti intestinali elminti (i vermi) sono spesso
sottovalutati dalla clinica ma dal punto di vista della Medicina
dell'Informazione sono invece molto importanti.
Nella mia pratica diagnostica quotidiana, li trovo spesso
presenti (con le loro frequenze), nel contesto di patologie anche molto
importanti, anche gravi e complesse. Se è vero che nel mondo occidentale è raro
vedere le grandi infestazioni verminose, tuttavia le contaminazioni minori di
questi esserini sono molto comuni, ma poco conosciute nei loro aspetti clinici,
e purtroppo poco indagate.
È probabile che le grandi migrazioni di popolazione, sia
umana, che animale, di questi ultimi anni, possano “mescolare le carte”, ovvero
rendere presenti determinati ceppi di elminti, che in passato non si trovavano
nei paesi cosiddetti “evoluti”.
Attualmente, esiste una tendenza, da parte di molti
medici, di non considerare come pericolose le parassitosi. Quando va bene,
queste forme sono considerate collegate alla Medicina Tropicale, cioè a quella
scienza che studia le patologie proprie dei paesi più caldi, e in via di
sviluppo (oppure, purtroppo, senza alcuno sviluppo).
Questa colpevole mancanza è accompagnata, spesso, da una
totale ignoranza sull’argomento, tanto è vero che, dispiace dirlo, anche nei
laboratori più organizzati manca la figura del parassitologo. Di più, io,
personalmente, ho l’impressione che per molti medici questo problema
semplicemente NON ESISTA e quindi non viene preso in considerazione.
Eppure i vermi sono sempre più frequenti e si
accompagnano spesso a disturbi molto severi. Chi sostiene in modo quasi
assoluto che i vermi siano tra le principali fonti d’inquinamento del corpo,
sia dal punto di vista chimico, che da quello informazionale, è la dottoressa
H.R. Clark, la quale ha sviluppato una metodica di ricerca frequenziale
concettualmente simile a quella da me eseguita, pur essendo tuttavia
operativamente molto diversa.
È molto probabile che uova, larve, cisticerchi e vermi
adulti, essendo molto grandi, rispetto agli altri microrganismi, possiedano
proporzionalmente un vasto ventaglio di antigeni in grado di attivare e
modificare il sistema immunitario e il flusso di informazioni all’interno del
corpo; inoltre, sembra che i parassiti, morendo, liberino nell’ambiente virus e
batteri che essi portano dentro di sé. Detta in altri termini, la mole
d’informazioni anomale che possono incidere sul “software” dei sistemi
biologici è vasta, e tale da indurre modifiche profonde e serie soprattutto a
livello di risposta immuno-allergica e di tipo nervoso.
Alterazione della flora batterica e sistema immunitario
Un altro danno, molto importante, è la capacità di questi
esserini infestanti l’intestino, di provocare alterazioni nel numero e nella
qualità della flora batterica che ci aiuta a proteggere le cellule intestinali,
ci produce vitamine e sali minerali, ci prepara le proteine per essere
assimilate e utilizzate.
A questo va aggiunto il danno diretto del parassita, il
quale, secondo la sua specie, ha un ciclo vitale di riproduzione e sviluppo ben
preciso, toccando più ospiti, sia stabili, che occasionali e, all’interno di
questi, più organi. Esso ritorna sempre, per deporre le uova, nell’intestino o
nella colecisti, e questo succede, per lo più, seguendo il ciclo lunare: nei
giorni in cui c’è una nuova fase lunare (in pratica, circa quattro volte al
mese).
Una caratteristica dei vermi, non di tutti, è quella di
risalire dalla valvola di Oddi, posta nella parte alta dell’intestino tenue,
lungo le vie biliari e, meno, pancreatiche, stabilendosi in aree “più protette”
dalle aggressioni esterne. Un’altra localizzazione privilegiata è l’appendice:
non di rado infiammazioni di questo organello linfatico sono causate da una
forte infestazione parassitaria.
Ogni elminta ha in genere ospiti preferenziali nel regno
animale, con i quali, entro certi limiti, contrae una specie di “modus
vivendi”. Molto spesso, ciascun verme infesta due ospiti, appartenenti a due
specie diverse del regno animale: uno intermedio e uno definitivo. In
determinate circostanze, però, si possono avere infestazioni intermedie e
definitive anche in altri appartenenti al regno animale, che fungono da ospiti
occasionali. È così che, a volte, assistiamo a patologie da elminti che non
propriamente dovrebbero svolgere parte del loro ciclo vitale nell’uomo. In
questi casi è possibile che il sistema immunitario non riconosca appieno la
specie infestante, e non riesca a operare una buona contrapposizione, ad
esempio, quando i vermi, troppo presenti, muoiono e liberano frammenti
biochimici, ma soprattutto imputs informatici “nuovi”.
Questo è il motivo, all’opposto, per cui Enterobius
vermicularis (Ossiuro), cioè il parassita più conosciuto come “obbligato” per
l’uomo, sia come ospite intermedio, che definitivo, provoca sintomi marginali
(a meno che, come detto prima, non sia risalito lungo le vie biliari), mentre
altri elminti, di cui per noi umani è
più difficile la infestazione, o che hanno un ciclo vitale con più ospiti, sono
in effetti più pericolosi e devastanti. Per il vero, esiste anche una maggiore
“tolleranza”, prima informatica e poi biochimica, verso taluni parassiti,
piuttosto che verso altri, a seconda della razza e del luogo di provenienza
dell’individuo umano che viene infestato. Infine, conta molto lo stato
dell’intestino, le eventuali disbiosi o patologie del digerente, essendo questa
la porta principale di entrata di tali agenti (la seconda è quella inalatoria:
uova o cisti di parassita possono essere inalate dalla terra, dove sono state
lasciate da animali che lì hanno defecato).
Il sistema difensivo intestinale elabora una risposta
generica, formata dalla attivazione di eosinofili, IgA, ed eventualmente IgE,
la quale, in condizioni normali, permette di contrastare e limitare in modo
efficace tutti parassiti elminti, i quali vengono “contenuti” in un numero di
individui non in grado di nuocere all’organismo
in cui si sono introdotti: fintantoché questo controllo funziona come
“regolatore” ecologico, non si corrono particolari pericoli, a meno di
comportamenti a rischio.
I comportamenti e le abitudini che mettono a rischio di
contaminazione da parassiti
1) la convivenza stretta con animali. La Dott.ssa Clark
punta il dito, nei suoi libri, sulla convivenza, nello stesso appartamento, tra
uomini e animali domestici. Questi ultimi, soprattutto se non vengono
continuamente curati, lavati, nutriti in modo conveniente alla specie, e se
vivono “part-time” fuori casa, a contatto con altri animali, oppure se sono
molto piccoli, o se sono molto vecchi, o se non sono stati adeguatamente
deparassitati, possono essere portatori di malattie parassitarie. Gli elminti
possono essere all’interno dei mammiferi stessi, per cui anche gli animali
domestici possono essere ospiti transitori.
Per ovviare al problema la Dott.ssa Clark consiglia di tenere fuori casa
gli animali, di pulire bene le mani e le unghie dopo averli accuditi, oppure di
portare guanti protettivi.
2) Le scarse norme igieniche, come utilizzo degli stessi
asciugamani per più persone, il non lavare adeguatamente vegetali da consumarsi
crudi, il non lavarsi bene le mani spazzolando le unghie dopo aver manipolato
terra, sabbia o foglie cadute nel terreno.
3) I giochi dei bambini, o lavoro, o hobbies quando
vengano manipolate terra, foglie, erba, vegetali, in cui hanno defecato animali
domestici o selvatici (ad esempio ratti) portatori d’infestazione. Questa è una
delle più comuni vie d’infestazione, e si combatte o con l’utilizzo di guanti
protettivi, o con il lavaggio accurato delle mani, utilizzando uno spazzolino
per ripulire bene le unghie.
4) L’assunzione di cibi proteici crudi, come pesce o
carne, che possono essere infestate da Anisakis marina, o Tenie, o Trichinella.
Shushi, tartare e carpacci non sono proprio esenti da rischi, a meno che le
carni non siano state sottoposte a trattamenti preventivi (ad esempio un
adeguato periodo di surgelamento –detto “periodo di abbattimento”-).
Personalmente, io le vivande proteiche le mangio cotte. Teoricamente, anche
salumi e affumicati potrebbero essere a rischio, anche se le procedure di
preparazione e i controlli veterinari sul capo macellato assicurano un buon
margine di sicurezza.
Le parassitosi, soprattutto quelle importanti, possono
realmente essere più frequenti in chi convive, negli stessi ambienti, con
animali domestici (mammiferi come il cane e il gatto, oppure uccelli liberi),
oppure in chi frequenta assiduamente appartamenti in cui vivono i suddetti
animali da compagnia.
Paradossalmente, il rischio sembra più presente in questi
casi, che in coloro che operano nel campo dell’allevamento, in quanto costoro
sono più portati a seguire norme igieniche protettive.
Viceversa, è più facile che si infettino bambini che
vivono in campagna, i quali giocano con la terra, che può essere infestata da
uova di elminti, provenienti dalle deiezioni degli animali da cortile, ecc. Da
non trascurare i contenitori di sabbia per giocare, presenti, ad esempio, negli
asili, i quali, se al mattino ospitano i piccoli, alla sera permettono ad
animali randagi (ratti, gatti e cani) di espletare in pace le proprie funzioni
fisiologiche; se questi siti non sono adeguatamente protetti, potrebbero
diventare fonti di infestazione.
La dottoressa Clark sostiene che le contaminazioni umane
casuali con parassiti, i cui principali ospiti sono di norma anche altri
animali (mammiferi, uccelli, pesci o molluschi, ma anche pulci che parassitano
i mammiferi), stiano aumentando continuamente. Per tali motivi, l’autrice
sostiene che sarebbe molto importante riconoscere questi possibili agenti,
molto spesso presenti soprattutto in caso di diabete, cefalea, sindrome da
fatica cronica, patologie intestinali anche molto impegnative, asma, orticaria
cronica, patologie cardiache, patologie muscolari, patologie neurologiche
complesse, sclerosi multipla e perfino
tumori.
La lettura dei suoi libri può essere di grande aiuto ad
aprirsi a un mondo normalmente poco conosciuto non solo dalle persone “non
addette ai lavori”, ma anche dai medici. Qui di seguito sono riportati per
patologia i principali vermi in causa; le segnalazioni hanno solo un
significato indicativo, e sono frutto della verifica personale, effettuata
nella clinica, di quanto la dott. Clark asserisce. Esse non hanno né valore
assoluto, né vi sono lavori accademici che confermino, in modo inequivoco,
questi dati: tuttavia, a volte, i risultati di una terapia antiparassitaria
risultano molto efficaci.
AGITAZIONE E INCAPACITA’ DI STARE FERMI
È un sintomo spesso trascurato, ma molto importante:
tutte le specie di parassiti possono esserne causa. Nei bambini, parassitosi e
streptococco provocano dei veri e propri cambiamenti comportamentali: sono
bimbi che diventano insopportabili, capricciosi, insonni, piagnucoloni…
DIABETE
Trematode pancreatico (Eurytrema pancreaticum). Questo
verme migra nel pancreas, dove provoca un danno sia diretto che informatico
sulla produzione dell’insulina, nel diabete non autoimmune.
CEFALEA
Strongylodes stercoralis,Echinococcus granulosus, Opistorchis
felineus, piccolo tenie del genere Himenolepis: molte cefalee ed emicranie
definite “essenziali” rispondono brillantemente agli antiparassitari. I
parassiti in questione si localizzano spesso, come punto di partenza del ciclo
vitale, nella sacchetta biliare.
PRURITO AI GENITALI O ALL’ANO; VULVO-VAGINITI
Sono sintomi molto frequenti e comuni, e anche qui, non
si sa se per ignoranza o per che altro, la diagnosi di parassitosi viene spesso
trascurata. Tutte le specie di elminti, compresi gli OSSIURI. Quante candidosi
vaginali, o presunte tali, hanno questa origine!
ORTICARIA CRONICA,ERUZIONI CUTANEE ECZEMATOSE O POLIMORFE
Ascaris Lumbricoides, Anchilostoma, Taenia spp.,
Schistosoma spp., Opistorchis felineus: da soli o in compagnia di bacteri. In
genere la localizzazione primaria è nell’intestino o nel complesso
fegato-colecisti
BRUXISMO (digrignamento dei denti involontario), PRURITO
AL NASO, CONTINUO SBATTIMENTO DELLE PALPEBRE
Sono i sintomi “minori” dei parassiti. Essi rappresentano
segnali semeiotici assolutamente da non trascurare, e dovrebbero far riflettere
il medico sulla possibilità della presenza di questi “ospiti” poco graditi e
informaticamente attivi. Tutte le specie di elminti possono essere in causa,
soprattutto quelli che risalgono lungo le vie biliari.
ASMA
Ascaris lumbricoides, Toxocara canis, Himenolepis nana e
diminuta: per inalazione diretta di uova presenti nella terra, o per
informazioni che arrivano da fegato o colon seguendo le vie informatiche, cioè
i meridiani.
PATOLOGIE MUSCOLARI
Trichinella spiralis, Trichiuris trichiura (da carne
cruda o poco cotta): dolori muscolari, astenia spesso entrambi severi. Anisakis
marina (si assume col pesce crudo o poco cotto): provoca patologia toracica con
dolori folgoranti e sintomi simili al dolore stenocardico.
SINDROME DA FATICA CRONICA (CFS)
Potenzialmente tutti
TUMORI
Fasciolopsis buski, Fasciola epatica, Filaria (per
quest’ultima, solo linfomi o tumori toracici e mediastinici): si ritrovano come
frequenze in coloro che hanno già un terreno molto danneggiato. Potenzialmente
il sistema difensivo è molto prostrato, sono possibili metastasi epatiche.
PATOLOGIE CARDIACHE, DISPNEA e ASMA CARDIACI
Filaria, Loa Loa: poco conosciuti, questi parassiti danno
forme cardiache molto pericolose, con aritmie, dilatazioni ventricolari.
MALATTIA INFIAMMATORIA CRONICA INTESTINALE
Potenzialmente tutti: disbiosi intestinali con
malassorbimento di peptidi alimentari non assimilabili, meteorismo, diarrea,
stipsi, alvo alterno, muco nelle feci, sangue nelle feci.
PATOLOGIE NEUROLOGICHE COMPLESSE: MENINGISMI/MENINGITI,
CEFALEE CON FEBBRE, SINTOMI EPILETTICI VARI, MORBO DI PARKINSON e SINDROMI
PARKINSON-LIKE
Cisticercosi: Tenia solium, Tenia saginata, Tenia
pisiformis, Diphyllobotrium latum, Hymenolepis nana, Hymenolepis diminuta,
Echinococcus spp, Ascaris lumbricoides, Trichinella spiralis, Strongyloides
stercoralis, Paragonymus westermani: spesso l’epilessia, il morbo di Parkinson,
tanto per citare due malattie neurologiche gravi, sono collegate a parassitosi.
I parassiti anche qui partono dalla vescica biliare.
FENOMENI DI AUTISMO E SINDROMI CORRELATEINCUBI NOTTURNI,
AGITAZIONE, “PAVOR NOCTURNUS” DEI BAMBINI Potenzialmente
TUTTI I PARASSITI che nel loro ciclo biologico prevedono un passaggio
attraverso il SISTEMA NERVOSO CENTRALE: Tenie, Himenolepis nana e diminuta,
Opistorchis felineus, Diphyllopbotrium latum, Strongyloides stercoralis,…
Sicuramente, anche senza essere così assolutisti, questo
è un grosso problema, sottovalutato, non si sa perchè, dalla medicina
accademica. La ricerca con ET ed EAV integrati può dare notevole aiuto in
queste diagnosi.
DIAGNOSI
La misurazione dei punti di agopuntura indica l’organo di
partenza, il percorso informatico e la tipologia di “hacker” coinvolti.
Possedendo una banca dati informatica (ad esempio quella del programma
“ACUPRO”) si possono stabilire con precisione gli aggressori del sistema
informatico nel corpo del paziente.
Chi non possedesse questi strumenti, ma sospettasse dalla
descrizione dei sintomi una parassitosi, può procedere a una ricerca
parassitologica nelle feci.
Devo dire che purtroppo questo esame si rivela spesso
inutile e fuorviante: per una serie di motivi che non sto a descrivere, esso
risulta quasi sempre negativo. A me è
capitato di sentire genitori che sono andati a far vedere il verme, uscito
dall’ano del loro figlio, al medico pediatra di base, per farsi prescrivere
l’esame e sapere la specie di appartenenza dell’ospite indesiderato: ebbene, la
risposta era risultata negativa!
Per questo motivo e per mia esperienza personale io
consiglio un prelievo di sangue: nella formula leucocitaria dell’emocromo,
esiste un valore molto importante e semplice da individuare: la conta degli
eosinofili. Se questi leucociti (globuli bianchi) sono sopra il quattro per
cento e sotto il venti per cento, la probabilità di aver a che fare con una
infestazione parassitaria è molto alta.
TERAPIA per parassiti intestinali e segreti in cucina
La prima cosa da osservare è come vi siano popolazioni
che hanno introdotto nella loro alimentazione cibi che sono naturalmente
antiparassitari. Vi porto alcuni esempi “etnici” di cucina:
i macellai di Norcia, da secoli, introducono spicchi di
aglio lungo tra carne e osso del prosciutto prima di salarlo e metterlo appeso;
nella dieta mediterranea l’aglio stesso ha un ruolo
primario;
in India, il curry, miscela di erbe con azione
antisettica, antiossidante e antiparassitaria, è la base dell’alimentazione:
non so se vi è mai capitato, ma la digestione di cibi preparati “all’indiana” è
spesso molto buona, lasciando una sensazione di benessere;
il “nocino”, liquore di mallo di noce, bevuto a fine
pasto, esercita una azione antiparassitaria.
Una parassitosi in atto si combatte con antiparassitari
chimici. Ad esempio, io uso Mebendazolo e Albendazolo, di preferenza*. Questi
farmaci vanno assunti meglio a stomaco vuoto, ll farmaco va assunto ad ogni
quarto di luna: luna crescente, nuova, calante, piena, cioè all'incirca una
volta alla settimana: in pratica, basta guardare il logo della luna nel
calendario (quelli che ce l'hanno). In quei giorni solamente, per almeno un
ciclo completo (4 assunzioni) si prende il farmaco.
Queste assunzioni assicurano una buona disinfestazione,
contrastando tutto il ciclo vitale dei parassiti. Una miscela di estratti
liquidi di mallo di noce, artemisia assenzio e chiodi di garofano, da assumersi
nei giorni intermedi completa l’operazione di bonifica.
Nelle forme meno aggressive, o più vecchie, dove il danno
è soprattutto sull’informazione, basta il secondo prodotto da solo.
Naturalmente è meglio associare anche una specifica terapia omeopatica, infatti
ogni parassita ha il suo rimedio che lo contrasta.
* Questi prodotti richiedono la ricetta medica. Non sono
farmaci da banco. Vanno assunti solo sotto controllo medico e dopo un'accurata
visita di diagnosi.
Urbano Baldari
Trattato di Medicina dell'Informazione - Vol II + CD-Rom
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Editore: Nuova Ipsa Editore
Data pubblicazione: Marzo 2010
Formato: Libro - Pag 646 - 17x24 - cartonato