Il principio di connessione acausale di Jung
CARL GUSTAV JUNG, IL CAMBIAMENTO - LA NUOVA VISIONE.
«Il principio filosofico che sta alla base della nostra
concezione della regolarità delle leggi di natura è la causalità. Se il
rapporto tra causa ed effetto dimostra di aver solo validità statistica e
soltanto una verità relativa (...) ciò significa che il legame tra eventi è in
certe circostanze di natura diversa da quella causale ed esige un diverso
principio interpretativo. »
«A differenza della causalità, la sincronicità si
dimostra un fenomeno connesso principalmente con processi che si svolgono
nell'inconscio.
Alla psiche inconscia spazio e tempo sembrano relativi,
ossia la conoscenza si trova in un continuum spaziotemporale in cui lo spazio
non è più spazio e il tempo non è più tempo. Se quindi l'inconscio sviluppa e
mantiene un certo potenziale alla coscienza, nasce la possibilità di percepire
e "conoscere" eventi paralleli.»
Jung riteneva che il sincronicismo è il pregiudizio
dell’Est, la causalità è il moderno pregiudizio dell’Ovest; egli credeva
nell’esistenza di un inconscio collettivo, un’area profonda e universale della
mente, una dimensione dell’esistenza che, nascosta sotto le apparenze della
realtà esteriore, ne condiziona e ne dirige i movimenti. Durante il periodo che
segnò la rottura con Sigmund Freud, a Jung accaddero una serie di situazioni
sincroniche. La più conosciuta di queste sincronicità avvenne mentre Freud
stava rimproverando Jung della sua passione per lo spiritualismo, e lo metteva
in guardia contro la marea nera di fango dell’occultismo. Jung provò
un’emozione di reazione, sentì un caldo bruciante al diaframma dopodiché
entrambi udirono un forte suono proveniente dalla libreria. Jung ebbe la
sensazione che quel colpo fosse dovuto alla sua situazione energetica
interiore, e lo comunicò a Freud, che dissentì. Subito dopo Jung espresse la
sensazione che l’effetto si sarebbe ripetuto, cosa che puntualmente avvenne
lasciando Freud molto scosso
Da quel momento le loro strade si separarono e questo
condusse Jung a vivere il periodo più difficile della sua vita; iniziò
un’esplorazione della psiche, dei tipi psicologici, dell’estroversione e
dell’introversione fino ad elaborare il concetto di inconscio collettivo. La
sua ricerca entrava nelle pericolose aree profonde in cui l’antico e lo
spirituale si incontrano, in cui sarebbe utile la presenza di un maestro o di
una guida, e che Jung, grazie alla sua forza interiore, riuscì ad esplorare da
solo.
Dopo un sogno in cui aveva simboleggiato la sua mente
come una casa con una cantina nascosta, in cui una porta conduceva in una
caverna ancora più remota e preistorica, Jung iniziò la sua discesa simbolica
nelle profondità della coscienza, come gli Dei sumeri che scendevano agli
Inferi prima di raggiungere le vette risplendenti.
Il grande psicologo ebbe una serie di visioni terrifiche
e angoscianti, in cui antichi spiriti come Filemone, Simon Magnus, Lao Tzu,
Klingsor, entravano in contatto con lui, istruendolo e facendogli da guida. Gli
episodi culminarono nel 1916, quando l’intera abitazione di Jung era “infestata”
dalle presenze che lo portarono a scrivere I sette sermoni ai morti, uno
scritto profetico con una visione cosmologica globale del mondo fisico e
spirituale. Questo scritto segna la fine del periodo di caos mentale di Jung;
vi si trovano elementi concettuali di grande importanza come la creazione della
coscienza individuale, la creatura, dall’indifferenziato pleroma, e intuizioni
sul terreno comune da cui sono evolute la mente e la materia. La sua intuizione
dei miti della creazione anticipa i caratteri della visione olistica; Jung
aveva conosciuto le profondità e le vette della sua psiche ed era, così, pronto
per comprendere e dare espressione in termini moderni all’antico concetto di
sincronicità.
La Sincronicità - Libro >> http://goo.gl/eS06ZE
Carl Gustav Jung
Editore: Bollati Boringhieri
Data pubblicazione: Gennaio 1980
Formato: Libro - Pag 120 - 11x17,5
Carl Gustav Jung, nato a Kesswill, in Turgovia, nel 1875,
era figlio di un pastore protestante. Studiò medicina a Basilea e nel 1900 si
trasferì a Zurigo, dove iniziò la pratica medica sotto la guida di Eugen
Bleuler. Allievo e seguace di Freud, Jung si allontanò dal maestro nel 1913, a
causa di forti dissensi. Tra le sue opere, che hanno creato un nuovo indirizzo
nella ricerca psicoanalitica, ricordiamo La psicologia della dementia praecox,
Libido, simboli e trasformazioni, L’io e l’inconscio, La psicologia del
transfert. È morto a Küsnacht nel 1961.