ll sale fa bene!
Il sale marino naturale nella nostra salute: come e
perché utilizzarlo per dare gusto alla nostra alimentazione e alla nostra vita
di Sabine Eck - 28/10/2013
ll sale fa bene!
Credo che pressoché tutti abbiamo sperimentato quella
voglia “matta” o meglio “impulsiva”, che grandi e piccini, senza distinzione di
età, o di strato sociale, o di livello di istruzione, sviluppano verso il cibo salato.
Ognuno ovviamente ha il suo favorito: il bimbo di 8 mesi apre la bocca solo se
la mamma mette “una montagna di parmigiano” sulla pappa; il bimbo di 20 mesi
beve l’acqua del mare durante il bagno al mare col suo papà; il bambino già
grandicello di 3 anni stravede per il prosciutto cotto; il ragazzo di 15 anni
adora le lasagne, i tortellini e soprattutto i wurstel; o ancora la ragazza sui
18 continuamente a dieta gusta i semi salati di zucca (i brustolini) o i
pistacchi tostati e salati; il maschio adulto in carriera ordina come contorno
sempre le patatine fritte; o la signora che ha sperimentato ogni tipo e moda di
dieta fa fuori un etto, o più, di prosciutto crudo; o la dietologa stessa che
mangia un pacchetto intero formato famiglia di patatine (di nascosto, e
ovviamente in un momento di black out mentale, cioè di debolezza come si suol
dire); o il nonno che ruba fette di salame dal frigo, perchè sua moglie non
sala mai nulla (perchè l’hanno detto in televisione…); o il macrobiotico che
condisce il suo piatto con il gomasio in abbondanza, esclamando che fa bene al
cervello, oppure con il tamari o il miso; e il vegetariano che non si fa
scappare mai l’ultima oliva sul piatto…
E qui mi fermo, ma sono sicura che vi verranno in mente
altri esempi visti e vissuti in prima persona.
Come mai questa fame di sale?
Indistinta per tutti, diversa solo nella tipologia del
cibo.
L’unica eccezione è rappresentata forse solo dai
“masochisti delle diete", che fanno tutto quel che gli si dice, mentre la
vita gli scorre fra le mani fra ansie e frustrazioni (nota: per digerire bene
il cibo bisogna goderselo, altrimenti non vengono emessi i preziosi succhi
digestivi che dipendono dal sistema del Vagotono/Parasimpaticotono: sistema
biologico che regola la salute e la rigenerazione del nostro organismo).
Acqua e sale: gli ingredienti del brodo primordiale
Facciamo subito un piccolo e velocissimo viaggio
all'indietro: la vita inizia nel grande brodo/mare primordiale: acqua, sale,
oligoelementi e pian piano arrivano le prime forme di vita sempre più complesse
e articolate. Le cellule prima semplici ed "egoiste" (unico scopo di
vita: moltiplicarsi) “scoprono” che insieme (in simbiosi) si diventa più grandi
e più forti e si creano delle specie di “società di interessi simbiotiche”
(organismi superiori, appunto), dove ognuno svolge il proprio compitino
specializzato. I nostri mitocondri, ex batteri (oggi la fabbrica endocellulare
dell'energia) sono uno stupendo esempio di questa fusione di interessi.
In memoria degli inizi rimangono comunque delle cellule
totipotenti conosciute come le famose e ultra-nominate cellule staminali (gli
scienziati e gli eruditi sull'argomento mi perdonino per la semplificazione
fumettistica della santissima evoluzione).
Ed è così che giungiamo a quel sistema che ha due grandi
principi sui piatti della bilancia: Simbiosi e Lotta: un sensibile e sottile
equilibrio dinamico ed evolutivo. Azzarderei dire che finché prevale il
principio della simbiosi, si genera evoluzione. E laddove prevale la lotta? Qui
ognuno risponda per se stesso.
La culla marina dell'utero materno
Giunti qui vorrei ricordarvi che siamo tutti nati con il
sale sulla bocca: anzi ci siamo fatti nove mesi in una culla marina nell’utero
materno: il liquido amniotico corrisponde proprio al mare primordiale. Chi
volesse approfondire, può immergersi nelle ricerche di Renè Quinton, illuminato
scienziato francese, purtroppo “dimenticato” e del tutto taciuto, come
purtroppo succede troppe volte…
Il primo alimento non è quindi il latte materno (dolce),
ma il liquido amniotico (salato) e il sangue materno (pure salato), perché
l’acqua nel nostro corpo è salata ovunque. Il bicchiere di acqua che bevete,
una volta assorbito, entra nel pool-fisiologico: 0.9% di salinità, la salinità
del mare primordiale secondo Quinton.
Se vi chiedo di scegliere di mangiare per un mese solo
cibo dolce o solo cibo salato, cosa scegliereste? Sono sicura al 90% che
scegliereste salato! Questo solo per indicarvi che il nostro “istinto” ci
segnala in effetti la scelta giusta, perfino il super-goloso sente che senza
sale non si vive. Ne sono testimoni simboliche alcune meravigliose favole sul
sale, chiamato anche “oro bianco”: vere e proprie perle ì metaforiche di
saggezza.
Se poi ancora vi chiedessi che cosa serve per sopravvivere
nel deserto? Acqua certamente! Ma la seconda scelta per importanza è il sale,
poi seguono gli zuccheri. Ed eccoci arrivati alla ricetta base di tutte le
"bibite energetiche”, composte esattamente dalla “triade della
sopravvivenza”: acqua-sale-glucidi, ovviamente pure usata in determinate
situazioni per via endo-venosa in ospedale.
Elenco tutti questi aspetti-basici ampiamente conosciuti,
ma a volte dimenticati, per ricordare che la vita dipende sempre e genialmente
da questi tre protagonisti; soprattutto in situazioni di estremo sforzo.
Ovviamente non si può vivere solo di questi tre “alleati”, ma senza di loro
null’altro ha valore.
Detto tutto ciò, possiamo passare a qualche
considerazione meno nota sul sale nella nostra alimentazione.
La "voglia di sale"
Peggiore è la nostra alimentazione, ricca di proteine
animali (altamente acidificanti per il nostro metabolismo) e povera di vegetali
naturali, stagionali e biologici, in associazione a scarso tempo (o addirittura
mai) trascorso all’aperto (ufficio-scuola-vita moderna), più grande sarà la
“voglia di sale”. Dobbiamo sapere che in situazioni di acidosi cronica il
nostro corpo comincia a prendere delle precauzioni veramente intelligenti: lo
stomaco (precisamente le sue cellule parietali situate nella parete gastrica)
capta il sale (NaCl) e lo “smonta”: il Cloro (Cl) va nel pool dell’acido
cloridrico (HCl) e quindi esce così dall’organismo attraverso l’intestino,
tanto da rendere le feci acide (facilmente durante abusi di proteine animali,
diarree da intossicazioni da farmaci o altro). Il Sodio (Na), invece, viene
utilizzato per produrre Bicarbonato (NaHCO3) che viene invece immesso nella
vena gastrica (in medicina è chiamata la “marea alcalina”): quindi entra nel
corpo per fungere da efficiente anti-acido e non solo: ne sono “ghiotti” il
pancreas, il fegato, e certe ghiandole intestinali per produrre i loro liquidi
digestivi alcalini. Riassumendo in parole essenziali: il nostro stomaco è un
“sistema geniale” che produce Bicarbonato per alcalinizzare (tamponare gli
acidi) il nostro metabolismo al bisogno e su richiesta. E per fare questa
operazione capta il Sale (NaCl) dal sangue. La reazione chimica che avviene
nelle cellule parietali è questa: NaCl + H20 + CO2 = HCl + NaHCO3.
Si tratta di un sensibilissimo sistema di
auto-regolazione e la “fame perenne di sale”, essendo materia prima, ne è la
spia vivente: quando sentiamo questa insaziabile fame significa che stiamo
mangiando davvero male.
Essendo tedesca ho avuto la grande fortuna di poter
leggere gli studi dell’illuminato dottor. Friedrich F. Sander, che ha compreso
e studiato questa importantissima funzione gastrica negli anni Cinquanta. La
vergogna è che questa specifica e geniale funzione gastrica non viene insegnata
agli studenti di medicina, nel senso che ogni paziente che ha una gastrite
florida (iper-acida) non fa altro che auto-alcalinizzarsi; quindi la gastrite è
un sintomo, una spia, un indicatore, una lampadina di allarme, chiamatelo come
volete: ma segnala senza ombra di dubbio che il corpo è sotto grave stress
biochimico e sta cercando di compensare. E l’unica terapia da fare sarebbe un
attento esame dello stile di vita e dell'alimentazione per attuare consigli che
guariscono il fenomeno. Invece, vengono prescritti gli antiacidi di turno e gli
inibitori della pompa. Tutt’al più era meglio il cucchiaino di bicarbonato dei
nonni (molto usato dopo stravizi alimentari domenicali). Mi crea molta
tristezza che questa scoperta sia rimasta ignorata: se impediamo allo stomaco
questo meccanismo di auto-alcalinizzazione e continuiamo con un pessimo stile
alimentare, il metabolismo attinge ai minerali del nostro sistema osseo che
rappresenta la grande riserva alcalina del nostro organismo. A voi le
conclusioni.
Il sale nello svezzamento
Un importante aspetto da analizzare per crescere le nuove
generazioni entro una cultura alimentare veramente sana e corretta è
rappresentato dallo svezzamento pediatrico classico, che include purtroppo
alcuni errori tragici: si “proibisce” di dare il sale ai bambini, ma si
permette di dare il parmigiano e a 8 mesi (e spesso anche prima) il prosciutto
cotto! Ricordiamo che il bambino conosce il sale già in pancia: diciamo che è
il suo alleato di crescita e rappresenta una memoria biologica dell’intimo rapporto
con la madre. Appena (ri)trova il sale fuori dal corpo vi si affeziona proprio
in memoria del suo vissuto intrauterino, volendo rimanere nel linguaggio
metaforico. Avete presente i bambini di pochi mesi che bevono l’acqua del mare,
succhiano i portachiavi, giacche, ciabatte e così via di pelle (tutti conciati
o prodotti col sale!). Ora capirete il perché. Le preziose verdure, invece,
vengono somministrate dopo circa un’oretta di cottura (brodo vegetale) e poi
frullate e aggiunte alla pappa. Il gusto è sempre tristemente uguale, e dopo
poco, da un giorno all'altro, il bambino odierà questa preparazione.
Da vent'anni consiglio di aggiungre poco sale integrale
sulle verdure cotte a vapore, al massimo due tipi di verdure insieme e un
pochino di olio buono. Con questo sistema il bambino memorizza il sale con la
verdura e non con formaggio e prosciutto (io lo chiamo “l’autostrada verso
wurstel & co”). Appena possibile si propone il pinzimonio con verdure crude
tagliate adeguatamente. Chi è interessato, trova dettagliate indicazioni sul
sito ilpastonudo.it nella mia rubrica “Ali per la mente”.
Come imparare ad amare le verdure
Sono riuscita a far mangiare le verdure ad adulti
accaniti carnivori spiegando loro questa trappola istintiva: basta condire bene
le verdure con sale integrale, capperi, olive, volendo anche gomasio, semi
tostati e salati (girasole) per scoprire il mondo meraviglioso dei vegetali e
per uscire così finalmente dai raptus per affettati, formaggi, patatine, snack
ultrasalati e simili invenzioni di chi di istinti e imprinting se ne intende
alla perfezione (ovvero l'industria alimentare).
Perché sceglierlo integrale
Che il sale sia meglio integrale e non raffinato, quindi
ricco di elementi e oligoelementi a mio avviso non andrebbe nemmeno più discusso.
Andate a vedere le ricerche di Renè Quinton: ha guarito migliaia di bambini
distrofici e segnati dalla povertà con infusioni di acqua marina (allo 0.9%).
Il sito oceanplasma.org è pieno di documentazioni di questa mente irrequieta,
amante della vita e instancabile ricercatore, e di altri medici studiosi delle
virtù terapeutiche che derivano dritte dal mare, il quale contiene quasi tutti
gli elementi della famosa “Tabella di Mendeleev” (escluso ovviamente quelli
instabili) ed è da un pezzo che sappiamo quanto sono importanti elementi come,
ad esempio, il Magnesio: il famoso Cloruro di Magnesio deriva dalla
raffinazione del sale. Il mare contiene poi dei sali sulfurei, bromuri, iodio,
cromo: la lista è lunghissima. Immaginate il sale marino naturale come una
grande orchestra: ogni elemento è un musicista e la musica è bella e armoniosa
perché tutti suonano insieme, in sinergia! Il concetto della presenza
temporanea di questi “mattoni basilari” dell’evoluzione non è ancora studiata
in dettaglio, ma con cuore e intuizione si può percepire la grandezza di questo
principio. La vita procede per sinergia, collaborazione, autoregolazione, è
esposta a bio-ritmi, stagioni, rapporti dinamici con l’ambiente; la vita è un
ballo piuttosto che una marcia misurabile e imponibile.
Vi siete mai chiesti perchè la maggior parte delle
persone ha un'immagine con il mare sullo sfondo del computer? Ma certo! È
l’istinto verso le nostre origini: mare-mater-matrix: un primordiale richiamo
verso “la culla della nostra esistenza” e della sua naturale, generosa e
meravigliosa vitalità.
Questo articolo è tratto dalla rivista:
Scienza e Conoscenza - N. 44
Nuove scienze, Medicina non Convenzionale, Consapevolezza
Sabine Eck
Il Sale fa Bene - Guida alla salute n. 36 >>> http://goo.gl/MuNIwp
Salute, sapere, saggezze, storia e storie sul vero sale
marino naturale
Editore: Andromeda Edizioni
Data pubblicazione: Luglio 2010
Formato: Libro - Pag 150 - 15x21