Dalla Maesta' di Martini alla fisica quantistica - 2
Scienza e Fisica Quantistica
Dalla "Maestà" di Simone Martini alla fisica
quantistica - seconda parte
Un affascinante lettura dell'opera di Simone Martini alla
luce della teoria quantistica di Bohm detta dell'ordine implicato
di Davide Fiscaletti - 15/09/2018
Sulla base di quanto detto, le caratteristiche dei
personaggi raffigurati e del background sotteso dalla scena della “Maestà” di
Simone Martini, a mio parere, ci aprono la possibilità di individuare delle
significative connessioni, e di effettuare rilevanti parallelismi, con svariati
temi e teorie della fisica quantistica, dall’ordine implicito di Bohm fino ad
arrivare al vuoto quantistico della teoria quantistica dei campi.
Per quanto riguarda il parallelismo tra le
caratteristiche dei personaggi rappresentatati nella “Maestà” di Simone Martini
e l’ordine implicito di Bohm, possiamo dire che, proprio come l’ordine
implicito di Bohm comporta una fisica emergente da un livello primigenio,
primordiale, dove anche le particelle, che nel mondo macroscopico che
percepiamo appaiono localizzate “qui” o “là” durante le misurazioni, sono
espressione di una totalità indivisa, una sorta di ologramma – in cui una
singola corrispondenza tra le parti di un oggetto e le parti della sua
registrazione non esiste, ogni punto nella registrazione è piuttosto legato
alla struttura complessiva dell’oggetto e ogni parte dell’oggetto è legato alla
complessiva registrazione – allo stesso modo anche le creature affrescate da
Simone Martini nella “Maestà” sono la proiezione di una realtà più profonda, di
un luogo implicito soprannaturale e superiore, sono strutture derivate da questo
background superiore, che può quindi essere in qualche modo considerato
l’ordine implicito che genera i processi descritti da questo affresco.
Il fatto che i personaggi affrescati nella “Maestà” siano
delle mere apparizioni, privi di concretezza fisica e che il mondo trasmesso
dal dipinto sia un mondo di pura immagine, al di sopra della realtà, uno spazio
indefinito, con architetture fragili, sottili, decoratissime, indica
chiaramente che, nella visione proposta da Simone Martini, la realtà tangibile
esperita può essere vista come la proiezione, l’espressione dinamica di una
struttura ontologica globale più fondamentale, costituita appunto da questo
luogo “altro”, soprannaturale, compatibilmente con la visione di Bohm
dell’ordine implicito. Se nella sua teoria dell’ordine implicito Bohm
comunicava le sue idee riguardo la non-separabilità delle particelle
subatomiche utilizzando le immagini dell’ologramma e dell’olomovimento,
qualcosa del genere sembra fare anche Simone Martini nella “Maestà”. Le
architetture fragili, sottili, decoratissime, le forme smaterializzate,
alleggerite e impalpabili, i colori delicati e astratti presenti nell’affresco
del pittore senese possono essere visti come la trasposizione delle immagini dell’ologramma
e dell’olomovimento che rappresentano il processo di totalità indivisa che ha
luogo nell’ordine implicito del mondo quantistico. Le architetture fragili,
prive di concretezza fisica, le forme impalpabili che costituiscono un tutt’uno
con un luogo implicito soprannaturale, superiore, possono essere considerate,
nel mondo che Simone Martini intende trasmettere in questo dipinto,
l’espressione del carattere non separabile della realtà materiale al livello
fondamentale, in altre parole possono essere viste come la controparte,
nell’universo di Simone Martini, della non-località quantistica.
Il fatto che Simone Martini nella “Maestà” abbia
eliminato ogni riferimento alla materia intesa come qualcosa avente
un’esistenza primaria, suggerendo un mondo magico, al di sopra della realtà
tangibile, mostra chiaramente, a mio parere, come il pittore senese in qualche
modo riesca ad anticipare, in questo suo affresco, alcune caratteristiche
chiave del comportamento delle particelle atomiche e subatomiche. Vale a dire
appunto il fatto – evidenziato dalla visione di Bohm dell’ordine implicito –
che le particelle materiali del mondo fisico – nonostante ci appaiano separate
e aventi una struttura relativamente stabile ed autonoma – in realtà, ad un
livello fondamentale, sono il riflesso di un processo di totalità indivisa che
ha luogo in un background più profondo, l’ordine implicito, caratterizzato da
non-località e non-separabilità. Il fatto che il mondo indefinito trasmesso
dalla “Maestà” sia un luogo contemporaneamente interno (come è indicato dal
pavimento in prospettiva) ed esterno (come è indicato dal cielo sullo sfondo),
e caratterizzato allo stesso tempo da notte (blu notturno del cielo) e giorno
(luce intensa su tutti i particolari) può essere visto come la rappresentazione
in qualche modo visiva della natura eterea del processo di totalità indivisa
che ha luogo nell’ordine implicito, corrispondente alle immagini dell’ologramma
e dell’olomovimento con cui Bohm comunicava le sue idee riguardo alla struttura
ontologica fondamentale dei processi quantistici.
Davide Fiscaletti
Marchigiano, laureato in fisica all’Università di Bologna
nel 1999, è membro ricercatore dello SpaceLife Institute, centro di ricerca che
si propone di aprire nuove prospettive in campo scientifico (in particolare: lo
sviluppo di una nuova visione nell’ambito della fisica; lo sviluppo della
cosmobiologia, disciplina scientifica che interpreta l'evoluzione della vita
come parte integrale dell'evoluzione dell'universo; lo sviluppo scientifico
della consapevolezza umana libera da ogni influenza religiosa e filosofica). Si
occupa di fondamenti della fisica teorica, segnatamente di questioni interpretative
della meccanica quantistica, di relatività, di gravità quantistica e di
consapevolezza.
Al XCII Congresso Nazionale della Società Italiana di
Fisica (Torino, 20 settembre 2006) ha presentato uno studio dal titolo
“Potenziale quantico: analisi-storico critica e prospettive aperte”; al XCIII
Congresso Nazionale della Società Italiana di Fisica (Pisa, 27 settembre 2007),
ha presentato uno studio dal titolo “Dualismo oggettivo onda-corpuscolo e
potenziale quantico: prospettive aperte”; al XCVI Congresso Nazionale della
Società Italiana di Fisica (Bologna, 20 settembre 2010), ha presentato uno
studio dal titolo “Non località, potenziale quantico e l’arena dei processi
quantistici”.
Tiene seminari e conferenze su tematiche inerenti la sua
ricerca.
Continua la lettura su:
Scienza e Conoscenza n. 64 - Rivista Cartacea
Nuove Scienze, Medicina non Convenzionale, Coscienza
Autori Vari