Qual è il mistero della quinta dimensione?
Perché ci serve sapere che esiste una quinta dimensione?
Come possiamo influenzarla? E perché lei influenza noi?
di Vincenzo Fanelli, William Bishop - 04/01/2016
Qual è il mistero della quinta dimensione?
Estratto da “La mente quantica” di Vincenzo Fanelli e
William Bishop
La quinta dimensione
Nella quinta dimensione vi sono una moltitudine di
percorsi dove possiamo saltare in ogni momento. Questi salti sono influenzati
dalle scelte e dagli altri.
Qui entra in ballo quello che afferma la meccanica
quantistica: “L’osservatore influenza il sistema osservato”.
Ogni scelta genera diversi percorsi alternativi.
Esistono numerose possibilità dove io posso diventare un
milionario, un muratore, un medico, un poliziotto ecc.
Sono le mie scelte e chi mi circonda a influenzare il
percorso.
Questi percorsi esistono tutti nella quinta dimensione.
Supponiamo che esista una fantomatica tecnologia per
tornare indietro nel tempo e che mi permetta di andare a trovare il me stesso
ragazzino. Immagina che io possa dargli tutti i cavalli vincenti dei prossimi
20 anni (ricordi il film Ritorno al futuro II?) in modo da poter accumulare una
fortuna.
In questo modo, ad esempio, dalla professione d’impiegato
cambierei la storia diventando un milionario.
Per far questo dovrei piegare la quarta dimensione (il
tempo) lungo la quinta dimensione in modo da tornare indietro e fare le azioni
giuste. Ma questo non è possibile, perché il mio attuale percorso di vita è già
segnato, non esistono alternative nella quarta dimensione. Esiste la mia unica
linea di vita.
Dovrei andare su una linea temporale diversa, una linea
di vita virtuale dove sono ricco. Queste alternative esistono nella quinta
dimensione. Per accedervi istantaneamente dovrei piegare la quinta dimensione
grazie alla sesta.
Per farti comprendere quanto noi siamo completamente
ignari di quanto ci accade, voglio fare un altro esempio riguardante la seconda
dimensione.
Prendiamo una striscia la pieghiamo su se stessa e la
uniamo creando un “nastro di Moebius”.
Nastro di Moebius
Un essere bidimensionale la percorrerebbe tutta su
entrambi i lati senza rendersi conto delle curve e dei giri. Il percorso gli
apparirebbe piatto e, senza comprenderne il perché, ritornerebbe al punto di
partenza.
Noi esseri tridimensionali, invece, vedremmo le curve e i
giri comprendendo perché l’essere bidimensionale ritorna il punto di origine.
L’essere bidimensionale non vedrebbe nulla rimanendo stupito di questo continuo
loop.
Ora, noi esseri umani siamo così arroganti da pensare di
aver capito tutto sull’esistenza, ma siamo esattamente come quell’essere
bidimensionale.
Non percepiamo l’interezza del tempo (quarta dimensione),
non vediamo tutte le linee di probabilità contenute nella funziona d’onda
(quinta dimensione) e non sappiamo minimamente come trasferirci su un ramo di
realtà desiderato (piegare la quinta lungo la sesta dimensione).
Il fatto di non sapere e di non poter percepire,
non significa che qualcosa non esiste.
Significa solo che siamo limitati alle tre dimensioni.
Riconduciamo gli eventi straordinari a qualcosa che sia
comprensibile: quando abbiamo una premonizione pensiamo che sia un caso e
quando otteniamo qualcosa di impossibile, liquidiamo il fatto a un colpo di
fortuna.
Come vedi, siamo proprio come un punto sul foglio di
carta, incapaci di capire cosa accade perché confinati in realtà nella terza
dimensione.
In un’era ormai dimenticata, qualcuno ci aveva insegnato
a piegare la quinta dimensione. Questo sapere è andato perduto e tenuto
volutamente segreto alla massa.
È giunto il momento di recuperare questa antica capacità
ormai atrofizzata e di co-creare la vita desiderata.
Giuditta Dembech
Quinta Dimensione >> http://goo.gl/vHbuXv
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