Emozioni, stati d'animo e malattia
Quale ruolo hanno le nostre emozioni e i nostri stati
d'animo nell'insorgere dei disturbi e delle patologie che affliggono il nostro
corpo?
di Carmen Di Muro - 30/06/2014
“Se l’anima si
ammala essa consuma il nostro corpo”
Ippocrate
Ci hanno sempre spinto a credere e a vedere il corpo come
una macchina che, come ente a sé, funziona nel suo rigoroso automatismo, non
credendo che in realtà il benessere o il malessere possa dipendere dalla nostra
dimensione immateriale: quella degli stati affettivi. Non ci si ammala per caso
o per pura fatalità, ma la nostra dimensione corporale risente in modo profondo
del costante intreccio tra le varie dimensioni immateriali - spirituale,
emozionale, psichica - che ci compongono e di cui noi siamo parte e tutto. Ogni
malattia, ogni semplice indizio che il nostro corpo ci manifesta, in realtà, è
sintomo e voce di un processo molto più profondo e di un disagio che si
concretizza prima nella non materia per poi esprimersi in maniera manifesta nel
concreto della nostra carne.
Ricerchiamo primariamente la causa nell’alimentazione,
nell’ambiente e nei nostri geni che come tracce indelebili ci guidano e
plasmano la nostra esistenza, non rendendoci conto che il nostro malessere e la
nostra sofferenza fisica trovano, innanzitutto, origine prima in quel mondo
sottile, in quel mondo energetico di cui noi stessi siamo composti e ci avvolge
e che determina in ogni istante la nostra salute. La medicina ufficiale ci
insegna che nel momento in cui insorge il sintomo c’è una chiara disfunzione a
livello organico o cellulare e che basta aggiustare, per così dire, la parte
malfunzionante per far sì che l’intera macchina ritorni a funzionare in modo
perfetto. Eppure ci sono casi in cui pur avendo aggiustato l’ingranaggio o il
processo disfunzionale, pur avendo oliato i vari meccanismi con gli adeguati
trattamenti e le giuste terapie farmacologiche il disagio è lì, in silenzio,
pronto per manifestarsi in modo ancora più invasivo. Perché tutto ciò? Perché
da determinati malesseri non si riesce a guarire? O meglio, perché a volte
viene aggiustata la superficie, ma il disturbo ricompare o si manifesta in modo
del tutto diverso?
Oggigiorno, ciò che a noi è negata è la grande verità
sulla nostra straordinaria natura. Ci hanno insegnato a guardare a tutto ciò
che ci accade con le lenti scure della menzogna, attribuendo ogni malattia alla
sola dimensione biologica e/o ambientale. In realtà le cose non stanno proprio
così perché tutto ciò che ci accade, tutto ciò che si manifesta nella nostra
dimensione corporale sotto forma di patologia, altro non è che riflesso di un
primo malessere interno della sfera dei nostri sentimenti, della nostra
componente affettiva che chiaramente si va ad intrecciare in una danza armonica
alle varie dimensioni esterne (sociale, ambientale ecc).
Studi ed anni di ricerche nel campo delle emozioni ci
hanno indirizzato verso la comprensione dei meccanismi fisiologici e dei
processi biochimici implicati nell’insorgere dell’emotività. Una vasta
letteratura nel campo, ci illustra come queste siano funzionali per l’essere
umano affinché possa muoversi nel grande ventaglio dell’esistenza. Ma più che
vederle come il nostro fondamento, esse sono state più volte ridotte a un
prodotto, viste come risposte funzionali che l’essere umano mette in atto di
fronte a stimoli specifici. Questo è sì vero, ma è vero pure che queste sono il
primo indizio che noi abbiamo sui sussulti e sui moti del nostro spirito. Le
emozioni ci parlano di noi e degli altri, ci guidano e danno senso alla nostra
esistenza. Non esiste essere umano che non senta o sperimenti un’emozione. Esse
sono ontologiche: energie che ci indirizzano e che determinano il prossimo
passo a partire dal quale muoverci. Sono la fonte del nostro benessere e al
contempo del nostro malessere. Veri e propri campanelli d’allarme energetici e
non semplici affezioni del cuore, esse ciò indicano se la strada che stiamo
percorrendo è giusta o sbagliata.
In virtù di ogni emozione sperimentata si attivano le
relative strutture cerebrali, le quali a loro volta implicano una
ridistribuzione dell’energia nervosa sui relativi organi coinvolti. Le emozioni
sviluppano delle modificazioni a carico di organi ed apparati, e viceversa.
Sperimentare emozioni negative (rabbia, ostilità, tristezza, paura ecc) in modo
continuativo e permanente fa sì che ci sia un mutamento nella funzionalità
organica e cellulare del nostro corpo che a lungo andare manifesterà l’eccesso
di energia distruttiva sotto forma di disturbo fisico. Organi centrali e
periferici del corpo sono tutti interconnessi da una rete informativa
multidimensionale (attualmente studiata dalla PNEI
psico-neuro-endocrino-immunologia), rete che trasmette informazioni a tutti i
livelli gerarchici- organici e cellulari- e la perturbazione di un suo nodo
porta inevitabilmente a ripercussioni su tutto l’insieme. L’azione di danno è
promossa dalla specifica attività di neurotrasmettitori e neuropeptidi, i quali
rilasciati con continuità dalla presenza di emozioni negative, stimolano i
rispettivi recettori e auto-ossidano, producendo radicali liberi, che danno
vita a sequenze di processi patologici, in grado di danneggiare seriamente le
cellule nelle quali si attivano. La loro azione si attua sia nell’area
cerebrale di produzione, sia negli organi periferici dotati di recettori sulle
membrane cellulari in grado di riconoscerli e reagire di conseguenza.
Non ci rendiamo conto dello stretto rapporto che
intercorre tra la nostra dimensione spirituale e la nostra dimensione materiale
in quanto ci hanno insegnato a credere a tutto ciò che si vede, non pensando
che in realtà, il mondo interno sia fondante per la strutturazione e la
creazione di quello esterno, del nostro stato di benessere o di malattia. La
scienza ci ha sempre analizzato e scomposto nelle nostre parti manifeste.
L’uomo considerato come un aggregato e non come totalità interagente tra tre
entità dinamiche ovvero Psiche, Anima e Corpo.
Noi siamo fusione di queste tre componenti modali e nel
momento in cui ci ostiniamo a considerarle come tre dimensioni a sé riduciamo
la nostra stessa natura a quella oggettuale. L’emotività è voce della nostra
sfera profonda, voce della nostra componente prima, di quel principio immanente
che alberga in noi: la nostra Anima. Nel momento in cui sono presenti in modo
invasivo emozioni e stati d’animo negativi, a lungo andare anche il nostro
corpo fisico a livello concreto sarà in risonanza con lo stesso tipo di
linguaggio della sfera della nostra emotività. L’emozione ci avvisa e ci rende
consapevoli che qualcosa di noi va cambiato o migliorato, ma soprattutto che
l’Amore che ci guida ed è perno della nostra esistenza viene bloccato nella sua
massima espressione dalla presenza di energie di polo opposto, che stanno
contaminando il nostro essere e a cui noi ci stiamo accordando in modo invasivo
e che a lungo andare avranno ripercussioni fortissime sul nostro stato di
salute.
La nostra carne parla di noi e in sé contiene e manifesta
tutte le tracce del nostro mondo interno. Le cellule del nostro corpo si
modificano e cambiano in virtù delle nostre vibrazioni emozionali, di
quest’energia profonda che produciamo.
Fare spazio all’amore significa distruggere a livello
concreto ogni tipo di energia improduttiva, ogni emozione disturbante che possa
ostacolare il nostro massimo benessere fisico e mentale, nonché la nostra
felicità.
ESSERE È AMORE
DAL PENSIERO ALLA MATERIA.
VIAGGIO SCIENTIFICO NELLA PURA ESSENZA
di Carmen Di Muro
Gagliano Edizioni
Candace B. Pert
Molecole di Emozioni >> http://goo.gl/p5jU5B
Il perché delle emozioni che proviamo. Prefazione di
Deepak Chopra
Editore: Tea libri
Data pubblicazione: Febbraio 2007
Formato: Libro - Pag 430 - 13x20
Note: Edizione Economica