Il punto sulle allergie respiratorie
Comprendere l'origine delle allergie respiratorie e le
possibilità terapeutiche alternative
di Urbano Baldari - 13/05/2015
Il punto sulle allergie respiratorie
Mi sono domandato qual è la necessità primaria del nostro
organismo quando incontra una sostanza. Prima di tutto l'organismo deve
chiedersi: essa è nostra (SELF) o proviene dall’esterno (NON-SELF)?
Immediatamente, deve rispondere a quest’altra richiesta: se è NON-SELF, allora
è buona o cattiva, cioè fa bene o male?
Onde arrivare a questi obiettivi, l’organismo mette in
atto un complesso sistema di modifiche biofisiche, cibernetico-quantistiche e
biochimiche. Tutto ciò che, infatti, accade, nasce da messaggi che la sostanza
estranea manda, sotto forma di frequenze che cercano corrispondenti armoniche
nelle emissioni elettro-dinamiche del corpo, nei suoi organi, molecole, atomi:
da questo può nascere un incontro che modifica l’assetto chimico del sistema biologico,
che così può giudicare tra self e non-self. Molto semplicemente: il self e il
non-self "buono" hanno l'ok per passare ed essere beneficamente
utilizzati; il non-self "cattivo" deve essere eliminato.
Nel caso di allergie o intolleranze, ci troviamo di
fronte a veri e propri errori di valutazione da parte dei coordinatori del
sistema immunitario: in pratica, i linfociti T, o per una serie di eventi che
ne inducano un calo nel numero o un’alterazione nella “forza di azione” loro
propria di discernere, non producono risposte congrue, ma giudicano come
aggressori pericolosi molecole che, invece, o sono potenzialmente utili (come
gli alimenti), oppure di per sé innocue, come i pollini.
In entrambi i casi (allergia o intolleranza),
l’attivazione di risposta eccessiva si produce anche con minime introduzioni di
alimenti o pollini, e si mantiene nel tempo, cioè esiste una “memoria
immunologica”, che prolunga, praticamente all’infinito, la potenzialità di
comparsa di sintomi.
Primavera, tempo di sternuti: un allergico in famiglia
Almeno un bambino o un adulto allergici, con sintomi
respiratori anche severi, lo abbiamo in famiglia: questo fa capire la
diffusione di questo fenomeno.
Per comodità dividiamo il gruppo di pazienti con allergie
respiratorie in due sotto gruppi:
- chi presenta sintomi della parte alta delle vie
respiratorie: rinite (il cosiddetto “raffreddore da fieno”, ad esempio), spesso
associata a congiuntivite (“occhi che bruciano e lacrimano”), prurito nella
parte posteriore del palato (“prurito in gola”). In questi casi la prima
domanda da fare è: per tutto l’anno, oppure solo nel periodo dei pollini? (che
parte, grosso modo, da febbraio e arriva a inizio luglio nella pianura padana);
- chi manifesta asma, broncospasmo, laringospasmo,
respiro ansante (dispnea), cioè sintomi propri delle medie e basse vie
respiratorie: anche a questi dobbiamo porre il medesimo quesito.
Un paziente può scivolare nel tempo da un sottogruppo
all’altro, oppure ricadere in entrambi contemporaneamente, magari con una maggiore
intensità di sintomi bassi o di quelli alti.
Le tre leggi che governano il nostro sistema informatico
ci dicono che:
1) si guarisce da dentro verso fuori, si peggiora da
fuori verso dentro: in pratica, se si passa dal naso al polmone si peggiora, viceversa
si migliora;
2) si guarisce dal basso verso l’alto, si peggiora
dall’alto verso il basso; l’esempio precedente spiega anche questa
trasformazione clinica;
3) si guarisce dal recente all’antico, si peggiora
dall’antico al recente: nuovi sintomi, specialmente più bassi e profondi,
indicano una progressione sfavorevole. Il ritorno di vecchi sintomi,
scomparendo quelli insorti successivamente, può mostrare un decorso che si sta
evolvendo in positivo.
Questi tre criteri nella mia pratica guidano lo studio di
ogni paziente e l’analisi dei risultati raggiunti dalla terapia, assieme al
quarto criterio clinico:
4) se il paziente riuscirà a fare cose che prima non
poteva permettersi, si sarà raggiunto un buon risultato. Al contrario, la
terapia sarà stata inefficace se nuovi sintomi non effimeri e più invalidanti
compariranno.
Cause delle allergie secondo la Medicina
dell'Informazione
La prima cosa da fare è individuare i percorsi
informatici che sfociano in un’allergia respiratoria.
Primo percorso: la partenza è direttamente sul canale di
polmone. L’inizio è da ricercarsi o in un evento scatenante sulle vie
respiratorie o sui tessuti linfatici a esse adiacenti, come le tonsille. Gli
agenti scatenanti infettivi (che causano precedenti infiammazioni che scatenano
poi il meccanismo immunitario che porta all’allergia) sono: Adenovirus (i virus
influenzali); virus Epstein Barr (dà tonsilliti violente con alito molto
pesante e febbre alta); Streptococco (il più comune); Chlamydia (battere che
provoca epidemie scolari, resistente all’Amoxicillina, che è l’antibiotico di
primo impiego); Mycoplasma (stesso discorso del precedente, in più dà profonda
stanchezza). In queste situazioni, terapie “improvvide” quali antinfiammatori
per ridurre la febbre e il “mal di gola”, aerosol con cortisonici, antibiotici
non efficaci inducono l’attivazione allergica con un meccanismo di sovraccarico
informatico che disorienta l’organismo.
Con partenza da canale di polmone troviamo anche le
allergie da sostanze chimiche, inalate casualmente (grossi sovraccarichi
concentrati in singole o poche occasioni), oppure sul luogo di lavoro o per
abitudini assidue (continui contatti anche con minime dosi). A questo gruppo
appartengono anche il lattice (atleti nelle palestre, chi lavora o frequenta
spesso ambienti con potenziali alte concentrazioni di lattice nell’aria), e i
fumatori (inalano thiurami e carbamati, anticrittogamici usati come per evitare
che le foglie di tabacco siano attaccate da micotossine).
Secondo percorso: da apparato digerente a polmone. La
partenza può essere dal canale di Grosso Intestino, oppure da Fegato o da
Vescica Biliare.
In caso di partenza intestinale, i sintomi allergici
prima di tutto riguardano il naso (rinite), e sono dovute in genere a
infiammazioni sia del tenue (che poi passa all’intestino crasso informazione
anomala, e da qui al polmone) che del colon stesso. Altra possibilità sono le
disbiosi intestinali, cioè alterazioni nell’ecosistema dell’epitelio del digerente,
in cui i batteri “buoni” sono soppiantati da specie ostili.
In caso d’inizio da fegato/vescica biliare i sintomi sono
molto più aggressivi e violenti, spesso con rinite con muco giallo verdastro,
asma, broncospasmo e laringospasmo. Il 90% di tutto quello che è chiamato
“intrinseco” (che vuol dire: “non so cosa stia succedendo, ma ti prescrivo
tanto, ma tanto cortisone”) parte da queste stazioni. Le cause principali sono
i parassiti (vermi), che sono risaliti per via retrograda dal tenue alle vie biliari;
streptococco; salmonella (stesso percorso informatico-anatomico). Lo
streptococco dà intolleranza all’uovo; la salmonella induce intolleranza al
latte: si tratta di pazienti che hanno un attacco di asma mangiando un gelato.
Terzo percorso: da Rene a Polmone. Il canale di rene
incontra nella sua strada la laringe, per cui una patologia renale scarica su
quest’organo, provocando laringospasmo. Il successivo utilizzo di cortisone
provoca la discesa lungo il meridiano di polmone dei sintomi: broncospasmo e
poi asma bronchiale, con comparsa di allergie a inalanti (pollini, ma spesso
acari e muffe). Il paziente non ha attacchi violenti, ma i sintomi sono
persistenti e invalidanti. L’agente causale più comune è lo streptococco.
Quarto percorso: da Milza a Polmone. Questo caso riguarda
allergie da sostanza chimica, in cui il primo movente è l’attivazione di una
risposta abnorme immunitaria (avviene nel canale di milza). A ciò segue una
diffusione ad altre aree funzionali, quali la cute (dermatiti da contatto), le
mucose ano-retto vaginali (vaginiti e infiammazioni ano-perineali), e il
polmone, dove si manifesta dispnea (respiro ansante a contatto con la sostanza
allergizzante). Un esempio è l’allergia da formaldeide dove il paziente che
entra in un bagno può presentare dermatite ano-perineale da carta igienica e
dispnea da liquidi igienizzanti ambientali.
Quinto percorrso: crisi pseudo-asmatiche emozionali. La
partenza è dalla priche, che attiva una risposta dispnoica da ansia o una
pseudo-chiusura di gola come in un attacco di panico o in una crisi isterica;
questi casi sono rari ma possibili.
Questo articolo è tratto dalla rivista :
Scienza e Conoscenza - n. 52 >> http://goo.gl/AaPB0W
Nuove scienze, Medicina non Convenzionale, Consapevolezza
Editore: Scienza e Conoscenza - Editore
Data pubblicazione: Maggio 2015
Formato: Rivista -