Suono e conoscenza
di Giancarlo Petroni
Quando all’interno di un’importante istituto tecnico
iniziai il corso per divenire tecnico del suono, nell’ascoltare il discorso
introduttivo del professore di acustica provai una certa perplessità. C’era
qualcosa di misterioso in questo fenomeno del suono, ma nessun altro nella
classe sembrava mostrare la mia curiosità. Abbiamo una sorgente sonora, si
diceva, ovvero un elemento vibrante. La vibrazione della sorgente si propaga
all’interno di un mezzo, solitamente l’aria, e giunge fino al timpano, o meglio
al nostro apparato uditivo. Il nostro apparato uditivo trasforma le vibrazioni
del timpano in una sensazione. Quindi ricapitolando, mi dicevo, abbiamo un
elemento vibrante, ad esempio la membrana di un altoparlante, o le corde
vocali. Abbiamo poi l’aria: l’elemento vibrante sposta le particelle d’aria, e
se una particella d’aria viene spostata dalla sua posizione di equilibrio, le
forze elastiche dell’aria stessa tendono a riportarla nella posizione iniziale.
Tuttavia a causa dell’inerzia della particella essa si sposta oltre
l’originaria posizione di equilibrio, e da qui il fenomeno di propagazione
della vibrazione. E’ quella che viene chiamata “la danza delle particelle”:
così come in un campo di grano il vento muove le spighe del grano ma
contemporaneamente gli steli rimangono fermamente ancorati al terreno, allo
stesso modo le particelle d’aria che consentono la propagazione dell’onda non
si allontanano molto dalle loro posizioni di equilibrio. La vibrazione però si
sposta e giunge finalmente al timpano che inizia a vibrare in un modo
equivalente. Corda che vibra, aria che vibra, timpano che vibra… ma insomma il
suono cos’è? E cosa lo distingue da un’altra qualsiasi onda?
Quello che è certo è che c’è qualcosa che si muove, ciò
che è chiamato onda sonora, ma malgrado la situazione complessiva sia ben
chiara, non sappiamo bene come definire questo qualcosa, salvo affermare che si
tratta di energia. Vediamo ora la definizione che del suono dà l’enciclopedia
treccani: La sensazione uditiva e le vibrazioni di un mezzo (per lo più l’aria,
ma anche mezzi elastici qualunque) che possono produrre tale sensazione. Per
estensione, tutte le vibrazioni propagantisi in un mezzo, anche se non udibili
per frequenza o intensità. Le vibrazioni possono essere eccitate nel mezzo o a
esso trasmesse dalle vibrazioni di un corpo (sorgente sonora) e a loro volta
eccitano l’orecchio (generalmente per azione diretta sul timpano).
Qui, rispetto alle comuni definizioni del suono, c’è un
elemento curioso e in un certo senso illuminante: si dice che per suono si
intende una vibrazione percepibile dal nostro apparato uditivo, e che per
estensione si possono considerare suoni tutte le altre vibrazioni, anche se non
udibili per frequenza ed intensità. Anche se questa definizione non è molto
condivisibile, perché altrimenti chiameremmo suono qualsiasi cosa, dalle onde
del mare, ai terremoti, alle radiazioni luminose, essa pone però l’accento su
un dato importante, ovvero che ciò che distingue un terremoto da un colore, un
colore da un suono, un suono da un’altra qualsiasi vibrazione, è semplicemente
l’entità della vibrazione, in particolare per ciò che concerne l’intensità e la
frequenza. In altri termini, e qui arriviamo al punto, tutta l’apparente varietà
dei fenomeni che conosciamo e osserviamo nel mondo e nell’universo che ci
circonda sembra essere dovuta al diverso grado di vibrazione di una medesima
energia.
D’altronde le antiche tradizioni spirituali affermavano
che tutto è vibrazione, non solo la luce, i suoni o i segnali elettromagnetici
che usiamo per le trasmissioni radio o di altro genere, ma anche gli esseri
viventi, le pietre, le montagne, i mobili di casa, le emozioni, i sentimenti,
tutto dipende dalla vibrazione di una medesima energia. Se questo è vero, ne
consegue anche che ogni cosa ed ogni essere vivente sono solo apparentemente
separati ma in realtà connessi tra loro. I diversi centri di percezione
dell’essere umano sono sensibili a specifici intervalli di frequenze di questa
energia vibrante. Alcune vibrazioni ad esempio sono percepite dagli occhi,
altre dall’apparato uditivo (il suono appunto), altre dalla mente, e altre
ancora da centri di percezione interiori che non sono utilizzati negli stati
ordinari di coscienza.
L’osservazione di un fenomeno quale il suono ci rivela
quindi la fondamentale unità dell’universo: non possiamo scomporre il mondo in
unità minime dotate di esistenza indipendente, in tanti “mattoncini” che
compongono tutta la realtà (come immaginava la fisica classica, a differenza di
ciò che sostiene la fisica quantistica). La realtà ci appare piuttosto come una
complessa rete di relazioni tra le varie parti del tutto. Abbiamo affermato che
tutto ciò che conosciamo è costituito dalla stessa energia vibrante, che tutta
l’apparente varietà dei fenomeni è dovuta al diverso grado di attività delle
vibrazioni, e che ogni cosa ed ogni essere vivente sono solo apparentemente
separati ma in realtà connessi tra loro. Questo porta ad un principio
fondamentale a tutte le tradizioni che hanno veicolato il senso profondo della
realtà, stiamo parlando di quella che da alcuni è stata chiamata la dottrina
dell’Unità: tutto ciò che esiste, tutte le cose e gli esseri viventi, tutto
l’universo, è essenzialmente Uno.
Provate ora ad accendere il vostro impianto stereo e
riproducete una delle vostre canzoni preferite, scelta tra quelle che vi
emozionano di più. Se avete scelto la canzone giusta inizierete a sentire una
sensazione al centro del petto, sensazione che presto si diffonde in tutto il
corpo: si tratta di quella sensazione a cui diamo il nome di emozione. Siete
solo voi in una stanza e un impianto stereofonico che riproduce della musica,
non c’è niente di realmente emozionante dinnanzi a voi, ad esempio una persona
amata, o un bel paesaggio. C’è solo una sottile membrana (quella
dell’altoparlante) costituita da un materiale sintetico, o da semplice carta,
che vibra dinnanzi a voi. Eppure l’emozione c’è, scaturita dal semplice
movimento vibratorio di una membrana a forma di cono.
Questa osservazione rende credibile la nostra
affermazione precedente, ovvero che anche le emozioni sono vibrazione di
un’energia universale, dato che è bastato un comune elemento vibrante a
produrne un po’. E rende credibile anche la seconda affermazione, ovvero che
esiste una connessione tra tutto ciò che esiste, dato che abbiamo osservato una
connessione tra un elemento fisico molto semplice come la membrana di un
altoparlante e un elemento intangibile e appartenente a un mondo per lo più
sconosciuto come quello delle emozioni.
Ora, mentre continuiamo ad ascoltare la nostra canzone
(fatelo ora!), chiediamoci: dove si trova l’emozione che stiamo vivendo? La
risposta più immediata potrebbe essere dentro di noi. Ma dovrebbe trovarsi
anche dentro la canzone, voglio dire dentro la registrazione del brano, visto
che è soltanto quando questo viene riprodotto che sento tale emozione. E di
conseguenza molto probabilmente l’emozione si trova anche nell’aria, o meglio
nello spazio fisico in cui ci troviamo visto che non soltanto io, ma chiunque
si trova nel medesimo spazio sta vivendo un’esperienza simile. E ancora, è
presumibile che l’emozione di partenza, se cosi vogliamo dire, si trovasse in
colui che l’ha scritta, e in colui che l’ha interpretata, per poi essere rimasta
impressa nel supporto (digitale o analogico che sia) che è stato usato durante
la registrazione.
A questo punto mi torna alla mente una breve storiella
appartenente alla tradizione sufi: un ragazzo sta camminando con una candela
accesa in mano, ad un certo punto incrocia un anziano signore che lo ferma, e
poi con il tono di colui che si ritiene saggio dice: “ragazzo dimmi, secondo te
da dove viene questa luce?”. E il ragazzo prontamente, prima spegne la candela,
poi risponde: ”tu dimmi dove è andata, e io ti dirò da dove veniva!”.
Potremmo immaginare una versione aggiornata di questa
vecchia storiella. Un ragazzo cammina per la strada con un impianto Hi-Fi
portatile ascoltando una bella canzone. Un anziano signore lo ferma e chiede:
”ragazzo dimmi da dove viene l’emozione che stai provando?”, e il ragazzo,
prima preme stop sull’apparecchio e poi dice:”tu dimmi dove è andata ed io ti
dirò da dove veniva!”. Ora però siamo usciti di casa e ci troviamo ad una bella
festa danzante, la musica è coinvolgente, ipnotica e allegra allo stesso tempo,
e ci ritroviamo a ballare, magari davanti ad una bella ragazza (o ad un bel
ragazzo, a seconda dei gusti). In una situazione simile può succedere che le
diverse energie costitutive dell’essere umano inizino a sincronizzarsi, stiamo
parlando principalmente dell’energia emozionale, sessuale, intellettuale, a cui
vanno aggiunte le energie che costituiscono il corpo fisico vero e proprio
(secondo la convinzione che anche la materia, a prescindere che sia organica
oppure non-organica, consiste di energia anch’essa). Il corpo si muove, i
pensieri sono positivi, l’emozione è positiva e potente, ad un certo punto non
riusciremo neanche più a distinguere l’una dall’altra energia, si sono
unificate in un tutt’uno pieno di senso. Questa sincronizzazione non concerne
unicamente l’essere umano nella sua individualità, si tratta di una
sincronizzazione tra le diverse energie dei tanti esseri umani partecipanti al
medesimo evento sonoro. Le persone si ritrovano a vivere gradualmente dei
pensieri, emozioni, stati d’animo sempre più simili, fino a che l’intera massa
di individui si sente finalmente unita, quasi fossero tanti elementi di un
medesimo organismo.
E’ ciò che hanno constatato i neurologi del Max Planck
Institut di Berlino, quando eseguendo una serie di elettroencefalogrammi su
otto coppie di chitarristi jazz, durante esibizioni di un’ora, si sono resi
conto che, molto rapidamente (semplicemente ascoltando in cuffia il ritmo della
canzone scandito da un metronomo…), le onde cerebrali dei musicisti tendevano a
regolarizzarsi e a diventare simili, esattamente come le armonie dei rispettivi
strumenti musicali. Man mano che i due musicisti suonavano, le loro onde
cerebrali diventavano sempre più simili, fino a diventare quasi indistinguibili.
Abbiamo detto che tutto è vibrazione, ma in realtà non è
esattamente così, perché ancora non ci siamo chiesti da dove nascono tali
vibrazioni, avranno pure un’origine? Ebbene secondo le antiche tradizioni, c’è
una Vita, un Principio assoluto, senza moto ed eterno, di cui non si può dire
molto senza correre il rischio di creare confusione e fraintendimenti, che crea
delle vibrazioni, attraverso le quali se ne creano delle altre, attraverso il
principio del moto causa moto.
Il principio Assoluto è anche la Fonte della conoscenza.
Diciamo spesso che l’antica Grecia è la culla della
nostra civiltà occidentale. Vediamo allora cosa sosteneva Aristotele (e come
lui anche altri grandi filosofi precedenti dei quali lui stesso ha ereditato il
sapere, come Platone o Pitagora), con un estratto del dodicesimo libro (Λ,
Lambda), della Metafisica, conosciuto come il «libro teologico» della
Metafisica di Aristotele.
[…]C’è qualcosa che sempre si muove d’un movimento
incessante, e tale movimento è circolare. Lo si vede non soltanto col
ragionamento, ma anche nel fatto.
[…]l’universo è eternamente lo stesso nel suo mutamento
periodico,[…]Ma se l’universo nel suo mutamento periodico è sempre lo stesso,
bisogna ci sia qualcosa di permanente ed eterno che agisca sempre allo stesso
modo.
Diremo, per conseguenza che il primo cielo è eterno. Ma,
allora, esiste anche qualcosa che lo muove. E siccome quel primo cielo fa da
intermedio, essendo mosso e movendo insieme, così c’è qualcosa che muove non
mosso, eterno, che non è altro se non sostanza e atto.
Dire che tutto è vibrazione e dire che tutto si muove
d’un movimento incessante e circolare equivale a dire la stessa cosa, in quanto
oscillazione, vibrazione e ciclo sono pressoché sinonimi. La civiltà
occidentale ha invece per secoli dimenticato l’insegnamento di questi grandi
uomini del passato, ed è giunto il momento di riprendere l’antico insegnamento
e adattarlo ai nostri tempi. Ma soprattutto gli uomini contemporanei devono
imparare a stare nell’Unità: vedere Uno, sentire Uno, udire Uno, “Essere”
totalmente e in ogni momento. Le crisi sono frutto delle divisioni, dei
pensieri minori; occorre sforzarsi nel portare la mente verso pensieri
positivi, e cercare l’Unità.
Giancarlo Petroni
Risonanze - Libro >> http://goo.gl/q9xg73
La conoscenza suprema del suono
Editore: Venexia Edizioni
Data pubblicazione: Agosto 2012
Formato: Libro - Pag 159 - 14,5x22