Esperienze di premorte e fisica quantistica
La Fisica Quantistica ci viene incontro nel fornire delle
solide basi teoriche ai fenomeni che intercorrono nelle esperienze di premorte
di Francesco Albanese - 06/08/2015
Esperienze di premorte e fisica quantistica
La teoria centrale della sopravvivenza alla morte ruota
attorno al concetto di memoria quantica (Goswami, 2011). L’idea è che parte
della nostra memoria sia non locale, vale a dire che non risieda localmente nel
cervello, ma in “un luogo” privo di spazio-tempo. L’antico termine sanscrito
per questo “luogo” è Akasha, quello più moderno è Campo Quantistico, quello più
metafisico è Coscienza. Secondo la filosofia dell’idealismo monista (Goswami e
altri, 1993), è la Coscienza la base di tutta l’esistenza, non la materia: sia
il mondo materiale che quello mentale emergono dalla Coscienza. La Coscienza
perciò non è un epifenomeno del cervello, ma quella base dell’esistenza che
contiene tutte le possibilità di manifestazione (di ciò che è mentale e di ciò
che è materiale), incluso il cervello stesso (Goswami, 2011). Non è allora il
cervello a creare la Coscienza, in quella catena di causalità verso l’alto in
cui crede la Scienza dualistica, secondo la quale le particelle subatomiche e
le loro interazioni creano l’atomo, insiemi di atomi creano le mole-cole,
insiemi di molecole formano le cellule, alcune delle quali sono neuroni,
collettività di neuroni costituiscono il cervello e il cervello genera i
processi mentali, tra cui la Coscienza (Goswami, 2004). Il cervello non può
creare la Coscienza, perché è solo un oggetto. E dato che, nell’ottica della
fisica quantistica, gli oggetti sono solo onde di probabilità che “si
materializzano” nel momento in cui con l’osservazione facciamo collassare una
funzione d’onda, è più corretto dire che è la Coscienza a creare il cervello
(Goswami, 2015).
In vita, la Coscienza trova un correlato neurofisiologico
nei processi quantistici coerenti di strutture cerebrali chiamate microtubuli,
processi che sembrano regolare l’attività delle membrane sinaptiche (Hameroff e
Penrose, 2014). Con la morte, e la conseguente cessazione dell’attività
cellulare, l’informazione legata ai processi quantistici dei microtubuli si
libera, venendo meno l’associazione col corpo fisico. L’informazione non si
disperde nel nulla, ma viene trasferita non localmente alla Coscienza. Se
questo è ciò che possiamo chiamare anima, allora la nostra anima è costituita
dello stesso tessuto con cui è fatto l’universo.
NDE e fisica quantistica
Lette attraverso le leggi che regolano il mondo
dell’infinitesimamente piccolo, le esperienze caratteristiche delle NDE
acquistano un significato diverso da quello di essere mere allucinazioni o
meccanismi di difesa del cervello contro la paura:
la visione del proprio corpo dall’alto, o dalla
prospettiva dei soccorritori, può essere spiegata dal principio di non
località: il soccorritore guarda il corpo senza vita ed “acquisisce le
informazioni” della scena, mentre la Coscienza fa collassare una realtà simile
tra le tante possibili, in un fenomeno molto simile a quello della telepatia
(Goswami, 2011);
dopo la morte si verifica una transizione della Coscienza
dal mondo materiale, che opera a una velocità inferiore a quella della luce, a
un mondo che opera ad una velocità maggiore, quello spirituale, o
superluminale. È molto probabile che questa transizione produca un effetto
tunnel (il tunnel descritto nei racconti), nel-lo stesso identico modo in cui
sembra prodursi quello che gli astrofisici chiamano buco nero (Wolf, 1998);
l’assenza di spazio e di tempo è una caratteristica
peculiare del Campo Quanti-stico/Coscienza. Il Campo anticipa lo spazio e il
tempo, perché spazio e tempo emergono dal Campo. Pertanto “il ritorno” alla
Coscienza, al di fuori della mate-ria, libera dal costrutto dello spazio e dal
trascorrere del tempo;
l’assenza di spazio e di tempo che caratterizza il Campo
Quantistico è anche la spiegazione più plausibile della capacità di comunicare
istantaneamente e senza parole di cui racconta chi ha sperimentato una NDE. Nel
Campo, la trasmissione di informazione non avviene nel modo tradizionale in cui
siamo abituati a speri-mentarla ogni giorno, ma in maniera non locale. Quindi
non vi è alcuna trasmis-sione di informazione, alcun passaggio diacronico da un
punto ad un altro di qualche tipo di segnale in un determinato tempo.
Piuttosto, ciò che si verifica è il cambiamento sincronico dello stato quantico
delle particelle;
infine, la ricapitolazione della propria vita e l’accesso
a una conoscenza assoluta equivalgono ad aver avuto accesso allo stesso campo
di informazione che tutto con-tiene, che trascende ogni limite
spazio-temporale, che collega non localmente ogni singola particella
dell’Universo, in ogni luogo e in ogni tempo: il Campo Quantistico, o se
preferiamo, l’Akasha.
Conclusioni
Assieme ai racconti delle vite passate acquisiti mediante
ipnosi regressiva, Le esperienze di premorte sono una forte prova indiziaria
del fatto che qualcosa sopravviva alla morte, sia che si voglia chiamare anima,
spirito, o Coscienza. La Fisica Quantistica ci viene incontro nel fornire delle
solide basi teoriche ai fenomeni che intercorrono nelle NDE, aprendo una
concreta possibilità di lettura alternativa, rispetto a quella data negli
ultimi tre secoli, da Cartesio in poi, e che ha trovato ascolto esclusivamente
nella sfera della religione e della spiritualità. Anche in questo caso si parla
di teorie, certo. E per questo si parla di prove indiziarie. Ma, allo stesso
modo, di teorie si parla nel ritenere che la Coscienza non sia altro che il
risultato di qualche scarica elettrica in una matassa di neuroni. La Scienza ha
bisogno di risposte certe per poter costantemente demarcare i propri progressi,
ma forse il progresso più grande sarebbe rappresentato dalla risposta sincera
ad una sola domanda: “Se non sappiamo esattamente cosa la Coscienza sia, co-me
possiamo parlare della sua morte?”
Bibliografia
Elsaesser-Valarino, E. (2014). Straordinarie Esperienze.
Una breve saggio sulle esperienze transpersonali legate alla morte fisica.
Barzanò: Edizioni Stazione Celeste.
Goswami, A. (2015). Comunicazione personale con l’autore.
In “Dieci minuti con Amit Go-swami”. Intervista di Albanese, F. Varignana (BO):
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Francesco Albanese
Perché mi Capita? - Libro >> http://goo.gl/zmKBbP
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Editore: Editoriale Programma
Data pubblicazione: Settembre 2015
Formato: Libro - Pag 120 - 15 x 21 cm
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NDE - Visioni Premorte >> http://goo.gl/ybaczo
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