Happy Brain: risveglia e potenzia la mente
Più intelligenti, più attivi, più felici: il metodo che
risveglia e potenzia la mente
di Wendy Suzuki
Happy Brain - Libro
Scopri come migliorare il tuo cervello semplicemente...
facendo attività fisica!
La connessione mente-corpo non è solo un modo di dire.
L'attività fisica, infatti, cambia il nostro equilibrio
biochimico.
Se cominciamo a fare esercizio, certo diventiamo più
magri e tonici, ma soprattutto siamo più reattivi ed energici, potenziamo
memoria e creatività, e ci sentiamo finalmente completi e realizzati.
Non è solo teoria: la neuro-scienziata Wendy Suzuki ha
deciso di mettere in pratica i suoi studi e di dare una svolta alla propria
vita di single in sovrappeso dedita solo al lavoro. Verificando sul campo cosa
funziona e cosa no, racconta in questo libro la sua esperienza e dà consigli
pratici validi per tutti.
Attingendo a tutte le potenzialità del nostro cervello
possiamo farlo funzionare meglio.
Le chiavi per attivarlo al cento per cento sono:
Esercizio aerobico
Meditazione e mindfulness
Relazioni ed esperienze gratificanti.
E i risultati saranno:
Pensare con lucidità
Potenziare la memoria
Lavorare con più concentrazione
Migliorare l'umore
Aumentare l'energia
Dalla quarta di copertina
Ricercatrice in neuroscienze, una cattedra all’università
e grandi riconoscimenti professionali. Per il resto, alla soglia dei
quarantanni, Wendy Suzuki è single, sovrappeso e senza amici. In poche parole,
non è felice.
Finché decide che deve cambiare qualcosa nella sua vita e
inizia un esperimento su se stessa. Si rende conto che intere aree cerebrali
sono inutilizzate, soprattutto quelle sensoriali. Il primo passo è riconnettere
il cervello al corpo praticando attività fisica regolare e adottando un regime
alimentare più sano che la rimetta in forma. Scopre così che più fa movimento
più le piace.
Cresce la motivazione, il corpo si rafforza e si
tonifica, cala il peso e aumenta l’energia. Inaspettatamente, si accorge di
avere anche una memoria migliore e di essere più creativa, rapida ed efficace
sul lavoro. E da ex timida, si rivela persino brillante a livello sociale:
fioccano gli inviti e con essi nuove attività, stimoli e incontri romantici.
Da neuroscienziata Wendy ha indagato le ragioni
biochimiche dietro questi mutamenti repentini per dare anche a noi la chiave
del suo sorprendente successo.
Attraverso la propria esperienza, descrive un percorso
facile e valido per tutti, arricchito da consigli pratici per migliorare in
soli quattro minuti la memoria, la concentrazione, le capacità cognitive e di
apprendimento. Non sono trucchi ma scienza, perché i meccanismi che regolano la
connessione corpo-cervello sono universali e comprovati: basta una scintilla
per innescare una reazione a catena che cambierà per sempre il vostro
benessere, la vostra mente e la vostra vita.
Introduzione di "Happy Brain" - Libro di Wendy
Suzuki
Un giorno mi sono svegliata e mi sono resa conto che non
avevo una vita.
Dovevo ancora compiere quarantanni, ero una
neuroscienziata di fama mondiale e avevo ricevuto numerosi premi: secondo molti
avevo tutto. In fin dei conti il sogno della mia vita si era avverato: dirigevo
un prestigioso laboratorio di ricerca neuroscientifica all'Università di New
York ed ero diventata docente di ruolo, due traguardi estremamente difficili da
raggiungere.
Troppe mie compagne del corso di specializzazione, dove
il rapporto maschi-femmine era cinquanta-cinquanta, avevano finito per
rinunciare alla ricerca scientifica. Le ragioni erano quelle comuni alle donne
di qualunque professione: i mariti avevano trovato lavoro in una città dove non
c'erano impieghi in campo scientifico, oppure si erano prese una pausa per
avere dei figli e rientrare nel mondo del lavoro era quasi impossibile. A
scoraggiarle era anche l'altissima competizione per ottenere borse di studio e
finanziamenti, o le lunghe ore di studio e di ricerca sempre mal pagate, così
avevano semplicemente trovato altri sbocchi per il loro talento e la loro
creatività.
Le donne che come me avevano perseverato erano poche.
Oggi sono in media il 28 per cento del personale delle
facoltà scientifiche nelle principali istituzioni di ricerca nordamericane. Il
calo abissale dal 50 per cento di specializzande al 28 per cento di scienziate
nelle facoltà è come un grande segnale lampeggiante di pericolo per le donne:
«Attente: la vita è terribilmente difficile da queste parti!»
Nonostante le statistiche scoraggianti, non ho mai
gettato la spugna.
Ho pubblicato numerosi articoli su prestigiose riviste
scientifiche e ho vinto molti premi per i miei lavori sull'anatomia e la
fisiologia legate alla memoria. Ero un modello per le ricercatrici
scientifiche, l'orgoglio delle mie coetanee. Sulla carta avevo una carriera ai
massimi livelli e un curriculum impeccabile; soprattutto, amavo dedicarmi alla
scienza, moltissimo.
Ma allora, cos'è che non andava? Beh... tutto il resto.
A essere onesta, la mia vita era piuttosto deprimente.
Mi ero costruita una carriera da sogno, ma non avevo una
vita sociale, né un fidanzato. I rapporti con i membri del mio dipartimento e
del mio stesso laboratorio erano tesi. Quando uno dei miei colleghi anziani
stabiliva all'ultimo minuto che dovevo scrivere io il testo di un esame,
correggere gli elaborati degli allievi o preparare gli esercizi, non me la
sentivo di dire di no. Quando uno studente decideva (senza dirmelo) di accettare
un posto da insegnante e ridurre la sua partecipazione a una ricerca che stava
conducendo con me, andavo su tutte le furie. L'unico modo che conoscevo per
relazionarmi con i colleghi del mio laboratorio era attraverso il lavoro, o
meglio, ammazzandomi di lavoro.
Non riuscivo a parlare d'altro, perché nella mia testa
non c'era altro.
E l'ho già detto che ero anche troppo grassa? Dieci chili
in sovrappeso, per essere precisi. Ero infelice e, per la prima volta nella mia
vita, completamente disorientata. Ero brava nella ricerca scientifica e a fare
carriera, ma a quanto pareva non altrettanto con il resto.
Non fraintendetemi: amavo quello che facevo, la scienza
era ed è ancora la mia passione.
Ma si può vivere di solo lavoro?
È stata una folgorazione: mi mancava qualcosa, qualcosa
di essenziale.
Che cosa fa allora una donna di scienza in questi casi?
Per quanto mi riguarda, ho deciso di condurre un
esperimento su me stessa.
Un esperimento che ha cambiato il corso della mia vita.
Facendo leva sulla mia esperienza ventennale nella
ricerca neuroscientifica, ho provato a compiere il grande passo: mi sono
avventurata al di là del mio mondo e ho scoperto un universo completamente
nuovo, fatto di salute e felicità. E per ironia della sorte, mi sono ritrovata
esattamente là dove avevo iniziato. A quel punto è avvenuta in me una completa
trasformazione.
Determinata a cambiare il mio destino, ho fatto da cavia
a me stessa: da scienziata di mezza età in sovrappeso che non sapeva come
essere sana e felice mi sono trasformata in una persona che porta avanti una
carriera di successo e, allo stesso tempo, relazioni umane significative e
appaganti.
Ero in fondo a un baratro, e sapevo che solo io potevo
tirarmene fuori. Non volevo svegliarmi un decennio più tardi, a cinquantanni
suonati, e rendermi conto che la mia vita era vuota, a parte le pubblicazioni e
i riconoscimenti. Volevo di più, molto di più.
Chiedevo troppo? Forse ciascuno di noi è destinato a fare
una sola cosa nella vita, a scegliere una sola via? Non abbiamo tutti molte
sfaccettature?
A quale parte di te hai rinunciato, cara lettrice o caro
lettore, per inseguire il tuo lavoro o la tua famiglia o magari entrambi? E se
ne avessi la possibilità, non ti piacerebbe rientrare in contatto con quella
parte repressa di te - creativa, divertente, esuberante, infantile - che
cavalcava la vita come un cowboy a un rodeo?
La mia risposta? Sì, eccome!
Così, avvicinandomi ai quaranta ho iniziato ad affrontare
quella che appariva come un'inevitabile dissociazione tra i miei due sé. Volevo
diventare una donna completa e felice.
I libri su che cosa sia la felicità e come conquistarla
abbondano, e dalle mie letture ho capito che la felicità sta tutta nel modo di
prendere le cose, e nella capacità di spostare il proprio piano emotivo dal
negativo al positivo. La felicità sembra anche richiedere una certa auto-indulgenza:
dobbiamo abbandonare l'idea che siamo vittime stoiche, che più produciamo più
valiamo, per concederci invece la libertà di esplorare e creare.
Ho imparato che la felicità ha a che fare con la
determinazione e con il libero arbitrio: si tratta dì rivendicarla attivamente,
non di aspettarci che qualcun altro ce la recapiti a domicilio in un bel pacco
regalo con tanto di fiocco rosso.
Da scienziata, tuttavia, sentivo di avere bisogno di
qualcosa di più sostanziale che mi indicasse realmente il cammino da seguire.
Allora perché non applicare alla mia vita tutto ciò che
avevo imparato sulle neuroscienze?
Mi sono resa conto che per essere felice dovevo usare
tutta la mia mente, non solo quella parte che ideava importanti esperimenti. Ho
capito che c'erano vaste aree del mio cervello che avevo smesso di usare, o che
usavo molto poco, da quando avevo cominciato la mia carriera all'Università di
New York. Avevo la sensazione che quelle parti sotto-sfruttate stessero per
scomparire.
Per esempio, ampie zone delle aree motorie cerebrali non
«lavoravano» più semplicemente perché non mi muovevo mai. Parti del mio
cervello sensoriale, quelle coinvolte in certi tipi di creatività non
scientifica, e quelle coinvolte nella meditazione e nella spiritualità, erano
come deserti sterili rispetto a quelle che progettavano nuovi esperimenti,
seguivano scrupolosamente le regole e, soprattutto, non smettevano mai di giudicarmi.
Tutte le aree preposte allo studio e alla ricerca erano verdi e rigogliose,
brulicanti di vita come la foresta pluviale amazzonica, ma il resto era arido.
Allora ho capito che, come primo passo verso la felicità,
dovevo innanzitutto rientrare in contatto con tutto il mio cervello.
Ma c'era dell'altro.
Malgrado il mio interesse per l'incredibile strumento che
abbiamo in testa, sapevo bene che non siamo solo cervello: abbiamo anche un
corpo, che al cervello è connesso e ci permette di interagire con il mondo. Gli
stimoli, dunque, servivano non solo alle aree dimenticate del mio cervello, ma
a tutto il mio corpo, da molto tempo trascurato.
A poco a poco ho quindi imparato che per essere felici è
necessario usare in modo equilibrato tutte le parti del cervello e connettere
quest'ultimo al corpo.
Quando riallacciamo mente e corpo, amplificandone la
meravigliosa e inestricabile connessione, creiamo le condizioni per far
funzionare meglio il nostro cervello: affiniamo l'intelletto e aumentiamo le
capacità mnemoniche; impariamo a sfruttare gli aspetti positivi del nostro
ambiente, compresi i nostri corpi, e a proteggerci da quelli negativi, come
stress, pensieri cupi, traumi e dipendenze.
Il mio cammino è iniziato con regolari esercizi aerobici
dopo moltissimi anni di sedentarietà in cui al massimo facevo un po' di yoga,
giusto per mettere a tacere la coscienza. Sentire il mio corpo diventare ogni
giorno più reattivo mi sembrava una magia. Mi trasmetteva una fiducia tutta
nuova nella mia fisicità, qualcosa che avevo provato solo da piccola. Mi faceva
sentire forte, e con il tempo perfino più sexy. Anche il mio umore migliorava a
mano a mano che mi allenavo, e memoria e attenzione si affinavano allo stesso
ritmo: il mio corpo imparava costantemente cose nuove, e al mio cervello questo
piaceva!
Ho iniziato a godermi di più la vita, il mio livello di
stress è diminuito e mi sentivo più creativa. Ho anche riversato la mia nuova
passione per l'esercizio fisico nella mia attività di scienziata, esplorando
modi diversi di porre domande e prendendo in considerazione tematiche che prima
non mi interessavano. Ma il vero miracolo è stato che la nuova fiducia in me
stessa, il rinnovato senso della fisicità e l'inedito buon umore hanno iniziato
a sgretolare la mia «personalità da scienziata». La Wendy noiosa, stacanovista
e con manie di controllo che avevo cosi amorevolmente cullato per tanti anni
stava sparendo.
Potevo finalmente riscoprire passioni a lungo
dimenticate, cercare e abbracciare la gioia.
Detto questo, però, l'arma segreta per attivare il
cervello e sfruttare il potere della connessione mente-corpo è sempre la
neuroscienza. Sono l'esempio vivente dell'importanza di questa disciplina:
tutto ciò che facevo con il mio corpo, infatti, modificava il mio cervello
rendendolo migliore! Una volta capito questo, volevo solo andare avanti. Ho
scoperto che dedicando tempo allo sviluppo di altri aspetti della mia identità
mi sentivo più completa e più motivata a fare i cambiamenti necessari per
essere felice, per gestire i pensieri negativi, per restare concentrata e
raggiungere i miei obiettivi.
Il messaggio che voglio trasmettere con questo libro è
che in base alle ricerche neuroscientifiche è possibile usare il cervello per
essere felici.
Oggi ho quarantanove anni. Sono in perfetta forma,
felice, e ho una vita sociale ricca, attiva e sorprendente. E sono impegnata
come mai prima nella mia carriera. Vado spesso in giro per il mondo per
partecipare a convegni e conferenze: grazie al fascino che il cervello esercita
sulle persone, sono richiestissima. Intervengo ai TEDx e a eventi analoghi.
Parlo a folle di accademici, ma non trascuro mai l'attività fisica, che è stata
la scintilla della mia trasformazione. Anzi, all'Università di New York tengo
un corso di neuroscienze che prevede una parte di esercizio fisico, più uno
settimanale di sola attività fisica, gratuito e aperto a studenti, docenti e
all'intera comunità newyorkese. Insomma, predico bene e razzolo altrettanto
bene, ogni santo giorno!
In questo libro voglio condividere la mia storia,
raccontarvi come sono riuscita a raggiungere questa condizione felice, questa
vita che, mentre mi avvicinavo alla fatidica soglia degli «anta», desideravo
tanto vivere. Ma voglio anche trasmettervi le nozioni scientifiche alla base
del mio cambiamento.
Dopo avere letto queste pagine, il nesso tra tutte le
ricerche sul cervello di cui sentirete parlare dai media e il vostro benessere
personale vi sarà più chiaro. Vi offrirò anche consigli e spunti di riflessione
basati sulla mia esperienza, nonché sulle scoperte recenti e meno recenti in
campo neuroscientifico. Definisco questo libro un «programma personalizzato»:
non qualcosa di rigido e standardizzato, ma un insieme flessibile di nozioni
scientifiche, consigli e suggerimenti accessibile a tutti, che vi consentirà di
cambiare, crescere e sfruttare al meglio il vostro potenziale.
Vi racconterò storie appassionanti sul mio lavoro e su
quello dei leggendari pionieri della mia disciplina. Vi mostrerò come siamo arrivati
a scoprire quello che sappiamo sul cervello, ma anche tutto ciò che ancora non
conosciamo.
In ogni capitolo troverete delle pratiche «pillole di
scienza», che riassumono i concetti fondamentali delle neuroscienze utili nella
vita quotidiana. E troverete anche gli Sblocca Cervello, trucchetti e
scorciatoie per accedere in 4 minuti al potere che il cervello ha di rigenerare
l'energia perduta, risollevare l'umore e migliorare le prestazioni
intellettive. Scopo di tali consigli è rendere concreti e fruibili da tutti i
concetti delle neuroscienze. Quando vi serve un po' di carica in più e non
avete tempo o voglia di fare attività fisica, seguitene uno!
Allora, siete pronti a usare il cervello per trasformare
la vostra vita?
Ok, cominciamo!
Indice
Introduzione
Come una geek si è innamorata del cervello
La scienza della neuroplasticità e dell’arricchimento
Risolvere i misteri della memoria
Come si formano e si fissano i ricordi
Il mistero della memoria colpisce ancora
Non solo una questione di neuroni
Mai più in sovrappeso
Riconnettere cervello, corpo e spirito
La nascita di un’idea
Come l’attività fìsica influisce realmente sul cervello
Ginnastica in aula
L’esercizio fisico rende più intelligenti
Io mi stresso, tu ti stressi, tutti ci stressiamo!
Contrastare la neurobiologia della risposta allo stress
Far sorridere il cervello
Il sistema cerebrale della ricompensa
Il cervello creativo
Brillanti intuizioni e pensiero divergente
Meditazione e cervello
Calmare la mente e continuare a crescere
Nota finale
Ringraziamenti
Riferimenti bibliografici
Wendy Suzuki si è specializzata in neuropsicologia e
neuroscienze a Berkeley e San Diego, e ora insegna all’università di New York.
Ha partecipato a un TED e ha scritto numerosi testi scientifici.
Wendy Suzuki
Happy Brain - Libro >> http://goo.gl/f04MTs
Più intelligenti, più attivi, più felici: il metodo che
risveglia e potenzia la mente
Editore: Sperling & Kupfer Editori
Data pubblicazione: Agosto 2015
Formato: Libro - Pag 334 - 13x18,5 cm