Il lato oscuro di Nikola Tesla
Scienziato stravagante, geniale, intuitivo e bizzarro,
scoprì la capacità delle onde elettromagnetiche a bassa frequenza di propagarsi
senza decrementi d’intensità in ogni angolo del pianeta
di Emanuele Cangini - 25/03/2015
Il lato oscuro di Nikola Tesla
Chiudiamo gli occhi per un attimo e immaginiamo di
catapultarci in una calda giornata estiva del 1931. Percorrendo una strada
della città di Bufalo, stato americano del New York, tutto d’un tratto,
scorgiamo affiancarsi a noi un’autovettura completamente silenziosa e priva
della benché minima emissione inquinante. Cosa che ci spiazzerebbe,
considerando il livello di progresso tecnologico del tempo, e ancor di più se
in possesso di un misero nozionismo relativo al ciclo del motore a combustione
interna. Pare un racconto fantasioso, ma si tratta al contrario di un fatto
realmente avvenuto.
Al volante di questa unica e straordinaria macchina (una
berlina Pierce-Arrow), sedeva Peter Savo, nipote di un “signore” per la cui
presentazione non servono particolari squilli di tromba: Nikola Tesla.
Nikola Tesla le onde elettromagnetiche e i raggi cosmici
Scienziato stravagante, geniale, intuitivo e bizzarro,
scoprì la capacità delle onde elettromagnetiche a bassa frequenza di propagarsi
senza decrementi d’intensità in ogni angolo del pianeta, attraverso una
particolare zona, detta di Schumann, sita tra la superficie terrestre sino alla
ionosfera (circa 80 km).
Scoperta che come naturale conseguenza elaborava un
modello nel quale, sintonizzato un apposito dispositivo elettrico sulla
opportuna frequenza di ricezione, era permesso a chiunque usufruire
gratuitamente di questo infinito bacino d’utenza energetico. Ricerca che venne
spesso ostracizzata da chi vedeva in questa opportunità una potenziale minaccia
ai propri interessi economici; Tesla dovette abbandonare ogni velleità in tal
senso per mancanza di finanziamenti.
Ma l’illustre scienziato non aveva ancora finito di
stupirci: nel 1887 dirotta con vigore le proprie attenzioni verso una branca
d’indagine allora piuttosto controversa, quella dei “raggi cosmici”,
arrivandone a formulare persino una teoria (secondo la quale esisterebbero in
natura particelle elettriche di non certa provenienza, magari prodotte da
stelle e/o supernovae, utilizzabili come fonte d’energia eterica). Famosa ed
emblematica è l’immagine che ritrae lo scienziato seduto e imperturbabile, nel
suo laboratorio, assorto nel prendere appunti, mentre tra lui e il soffitto si
dispiegano saette e fulmini in ogni direzione, che si diceva fosse in grado
d’innescare e produrre artificialmente.
Oggetto di studio furono anche le correnti telluriche,
per mezzo delle quali appurò la effettiva qualità di buon conduttore del suolo
terrestre.
Nel 1898, disponendo della somma di 150.000 dollari,
inaugura l’inizio del cantiere di costruzione della Wandrclyffe Tower, forse
nota ai più come Torre di Tesla, struttura ideata per la trasmissione
dell’energia senza fili e destinata al settore della telefonia attraverso
l’atlantico. Una divergenza di vedute tra lo scienziato e i finanziatori, tra i
quali era annoverato anche il ricco banchiere J.P. Morgan, causò, seppur vicina
al completamento, il blocco dei fondi destinatari; e questo con gran rammarico
di Tesla che, non certo per la prima volta, vedeva alcuni dei propri
“entusiasmi” scientifici svanire in una bolla di sapone.
Ironia del destino volle che, nel 1917, la torre venisse
smantellata nonostante, nel 1904, a causa di una variazione di “paternità”
voluta dall’ufficio brevetti, l’invenzione della radio venisse attribuita
ufficialmente al Nobel Guglielmo Marconi.
Il mistero sul "raggio della morte" di Nikola
Tesla
L’alone di mistero più forte però, rimane quello che
avvolge il mito del “raggio della morte” che Tesla avrebbe brevettato in gran
segreto negli ultimi anni di vita. Arma magnetica (Teleforce) che, s’ipotizza,
avrebbe permesso di distruggere qualsiasi nemico a qualsiasi distanza; composta
da un generatore erogante una grande differenza di potenziale, un amplificatore
atto a sviluppare la forza generata e un tubo a vuoto destinato a concentrare e
“comprimere” il fascio di particelle, venne ritenuto “brevetto” degno di
attenzione anche dal Dipartimento della difesa americana.
Non so se mai ci sarà dato di squarciare il velo
misterico che avvolge Tesla e, in modo particolare, alcune delle affascinanti
invenzioni che gli vengono attribuite; come nemmeno posso affermare quanto ci
sia di vero nel mito che lo abbraccia da sempre. Ma su una cosa non nutro alcun
dubbio: il suo talento, il suo genio, il suo saper anticipare i tempi, quegli
stessi che lo vedranno eccellere tra le più grandi menti scientifiche di
sempre, quegli stessi tempi presso i quali saprà lasciare una traccia
indelebile.
Kristo Papic
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