I segreti delle campane tibetane
da manipurastudio.it
26 marzo 2015
Secondo la Tradizione indiana il cosmo ha avuto origine
dal suono che è una forma di energia molto potente. Il suono originario è l’OM,
il suono sacro primario ed il primo movimento vibrazionale da dove veniamo ed
al quale ritorneremo.
Perciò la musica che è in grado di risvegliare la
coscienza del sé con le vibrazioni sonore primordiali è considerata sacra ed in
particolare quella delle campane tibetane ci fa entrare in contatto con la
parte più profonda di noi stessi favorendo uno stato di benessere e di
meditazione, permettendoci di ritrovare quella sensazione di unità tra corpo e
spirito che ci appartiene ma che spesso dimentichiamo.
Le campane tibetane riproducendo la vibrazione sonora
originaria dell’OM ci permettono di affrontare il tema degli effetti del suono sulla
mente, sul corpo e sullo spirito dato che il modo più semplice di comunicare
della materia cellulare vivente è tramite le vibrazioni sonore.
Cercherò ora di illustrare i fenomeni connessi
all’utilizzo delle campane tibetane dal punto di vista storico, simbolico,
terapeutico e conoscitivo.
Cenni storici
Le campane tibetane (“singing bowls”), sono strumenti
sonori diffusi soprattutto in Tibet, in Nepal, ma anche in India , Giappone e
Cina.
La loro origine risale probabilmente a circa 3000 anni
fa, cioè in un periodo precedente al Buddismo. Secondo la tradizione, in quel
periodo in Asia si praticava una forma di culto animistico chiamata Bon. Questa
particolare forma di sciamanesimo attribuiva al suono delle campane, ma anche
di altri strumenti come cimbali (ting-sha) e gong, un grande potere di
guarigione, e la capacità di avvicinare l’uomo alla divinità.
Anticamente si narra che le campane venissero prodotte
durante determinati periodi dell’anno ed in corrispondenza di fasi lunari
adeguate, in concomitanza a pratiche legate al culto del fuoco. Si dice che
venissero recitati dei mantra durante la forgiatura per decidere lo specifico
potere ed uso della campana. Si narra di Campane tibetane mitiche,
antichissime, venerate da tutti i monaci del Tibet. I monasteri che le
custodivano erano meta di pellegrinaggio da parte di monaci e fedeli laici che
desideravano ricevere beneficio ed illuminazione dall’ascolto del loro suono.
Le campane tibetane cominciarono a diffondersi in
Occidente negli anni ‘50, dopo l’occupazione del Tibet da parte della Cina. In
seguito all’occupazione cinese, molti monaci fuggirono dal Tibet. Quando in
Europa cominciarono a diffondersi i monasteri le campane furono adoperate per
le pratiche religiose. Da quel momento le campane furono impiegate anche per il
loro potere curativo nella suonoterapia.
Le campane tibetane
Sono formate con una lega derivante dalla fusione di
sette metalli che corrispondono simbolicamente a ciascuno ai sette pianeti del
sistema solare ed il loro suono è in grado di armonizzare i sette centri
energetici – chakra – a seconda della nota prevalente e delle sue armoniche. Il
suono caratteristico di ciascuna campana varia in base alla proporzione dei
componenti della lega, alla forma ed allo spessore; e viene provocato da un
batacchio di legno con il quale si possono esercitare dei rintocchi o una
vibrazione sonora continua facendolo girare lungo il bordo della campana.
Sebbene ciascuna campana tibetana emetta una o 2 note prevalenti, esse
riproducono la vibrazione dell’OM (il mantra originario) che si è propagato al
momento della nascita dell’universo.
Secondo la simbologia cosmica le relazioni tra i 7
metalli ed i pianeti è la seguente:tabella metalli paneti
http://www.taianokai.org/wp-content/uploads/2012/10/tab-1.bmp
Le Campane Tibetane producono quindi suoni in armonia con
le vibrazioni delle sfere celesti, e trasmettono queste vibrazioni a chi le
suona o anche semplicemente le ascolta. Questo fenomeno si chiama, in termini
tecnici, “concordanza di fase” e si ottiene quando due onde tendono ad unirsi e
a vibrare all’unisono. Grazie a questo fenomeno, quando si percuote una campana
tibetana si creano delle forti vibrazioni che si propagano lungo il braccio (se
la campana viene tenuta sul palmo della mano) o lungo il punto di appoggio
della campana stessa (nel caso ad esempio in cui venga appoggiata sui chakra),
massaggiandolo in profondità.
Si viene così a creare una concordanza di fase fra la
campana e la persona che vi è a contatto (biorisonanza) producendo di solito
uno stato di profonda quiete interiore ed esteriore che può andare anche al di
là del semplice rilassamento. Il corpo umano è un insieme di vibrazioni e onde,
e se gli organi sono sani, vibrano alla giusta frequenza, mentre quelli
ammalati hanno una frequenza disturbata. Le vibrazioni delle campane tibetane
richiamano la frequenza armoniosa originale e stimolano così il corpo che entra
in sintonia con la sua frequenza ritrovando autonomamente le proprie frequenze
armoniose.
Un altro modo di adoperare le campane tibetane è quello
di tenere la ciotola nella mano sinistra appoggiandola sulla punta delle 5
dita. Fisicamente questa impugnatura consente la massima vibrazione della
campana, e da un punto di vista simbolico rappresenta una energia femminile yin
di contenimento (la ciotola) sostenuta dalle 5 “buddhità” (le dita), poiché
ogni dito rappresenta una forma di manifestazione del Buddha.
Schema riassuntivo dei chakra
http://www.taianokai.org/wp-content/uploads/2012/10/tab-2.bmp
Le sette note musicali prodotte dalle sette campane
tibetane possono riequilibrare i 7 chakra corrispondenti.
Suonoterapia con le campane tibetane
Secondo la medicina tradizionale ogni malattia nasce da
una disarmonia fra il corpo e lo spirito (mente), come ad esempio nel caso di
traumi fisici e morali che rompono l’equilibrio psico-fisico. Infatti, il corpo
umano è pervaso di onde di energia che si propagano tra gli organi e che fanno
vibrare l’organismo come uno strumento musicale.
Se le frequenze delle vibrazioni si distorcono in alcune
regioni corporee a causa di disturbi psico-fisici si determinano degli accumuli
e blocchi energetici; le campane possono riportare in armonia l’organismo
riequilibrando i chakra corrispondenti perché producono un campo vibrazionale
armonico che entra in risonanza con il nostro corpo riarmonizzandolo. Per i
suoi effetti benefici il massaggio sonoro con le campane tibetane (suono
terapia) è sempre più adoperato e garantisce un rilassamento profondo e totale
dell’organismo, in quanto, essendo il corpo umano composto in prevalenza di
acqua, la vibrazione raggiunge ogni piccola parte del corpo, anche in
profondità.
I principali vantaggi sulla salute mediante il massaggio
sonoro sono: stimolare l’energia vitale, favorire il rilassamento, combattere
l’insonnia, migliorare la concentrazione, sincronizzare gli emisferi cerebrali,
migliorare la respirazione.
Queste considerazioni sulla suonoterapia ci permettono di
comprendere meglio quanto sia importante l’effetto dell’ambiente sonoro in cui
viviamo abitualmente.
Infatti ogni giorno nella nostra vita siamo soggetti a
dei veri e propri bagni sonori, spesso deleteri, come quando siamo immersi nel
traffico o in metropolitana, ed è per questo che bisogna fare attenzione alla
propria “dieta sonora”, cercando di dedicare più tempo ai suoni benefici, come
passare del tempo in mezzo alla natura, tra il canto degli uccelli, il suono
delle onde del mare, il silenzio meditativo della montagna, ecc…
Le frequenze vibrazionali naturali
Lo studio delle frequenze vibrazionali ha portato ad
alcune interessanti considerazioni. Il nostro corpo nel suo stato più naturale
e rilassato vibra ad una frequenza fondamentale che va dai 7,8 agli 8 cicli al
secondo (Hertz); la Terra vibra anch’essa alla frequenza fondamentale di circa
8 cicli al secondo (la cosiddetta risonanza Schumann). Per tale ragione il
nostro organismo e la Terra sono in sintonia vibrazionale e questa sintonia è
ancora più evidente al livello del sistema nervoso quando si raggiunge lo stato
meditativo di serena vigilanza durante il quale vengono emesse onde alfa con
frequenza di circa 8 cicli al secondo.
Anche le campane tibetane emettono onde alfa simili alle
onde cerebrali con frequenze comprese tra gli 8 e i 12 Hertz, ed hanno una
configurazione regolare e sincronizzata; ciò spiega il loro effetto
riarmonizzante. Per comprendere meglio il fenomeno si consideri che le onde
cerebrali possono emettere quattro frequenze distinte ognuna delle quali
corrisponde a determinati stati di coscienza:
http://www.altrogiornale.org/wp-content/uploads/2015/03/onde.jpg
onde beta: sono prodotte dal cervello in stato di veglia;
onde alfa: sono prodotte dal cervello in stato di calma e
meditazione;
onde teta: corrispondono allo stato di dormiveglia o
sonno leggero;
onde delta: sono associate al sonno profondo.
Da questa suddivisione appare chiaro che l’emissione di
onde alfa (con frequenze dagli 8 ai 12 Herz) da parte delle campane tibetane è
in grado di favorire lo stato di coscienza che conduce alla calma ed alla
meditazione.
La danza dell’acqua
vibrazioni dell'acquaUna miriade di goccioline si
generano durante la risonanza di una campana tibetana contenete dell’acqua. Un
fenomeno degno di nota che riguarda le campane tibetane è quello che si
verifica quando si pone dell’acqua dentro di esse e si fanno risuonare. Le
vibrazioni fanno increspare l’acqua che zampilla in centinaia di goccioline che
corrono sospese sulla superficie in un’incredibile danza.
Nel 1831 la fisica di Michael Faraday dimostrò che quando
un fluido orizzontale viene fatto vibrare in senso verticale la sua superficie
rimane piatta fino a un valore limite dell’accelerazione: a quel punto sulla
superficie si formano delle onde che oscillano con una frequenza pari a metà
della frequenza incidente. Man mano che aumenta la forza impressa, cioè man
mano che aumentiamo la velocità con cui facciamo girare il batacchio sul bordo
della campana tibetana, si originano onde di forme più complesse. Infine le
onde diventano non quantificabili, la superficie si rompe e si formano delle
goccioline che rimbalzano, rotolano e scivolano sulla superficie. Gli
scienziati le chiamano walker drops (gocce camminatrici).
Affinché le goccioline camminatrici permangano devono
rimbalzare a una determinata frequenza, pari alla metà della frequenza
dell’accelerazione impressa cosicché entrino in risonanza con le onde sulla
superficie dell’acqua. Inoltre l’acqua deve trovarsi in una condizione molto
vicina al valore limite dell’accelerazione stabilito da Faraday in modo che le
onde più ampie e lunghe interagiscano con le goccioline che cadono. Ogni
gocciolina rimbalza sul fianco dell’onda che si è creata al precedente rimbalzo
e riceve un impulso in una direzione specifica lungo la quale procede a
velocità costante.
Perciò queste goccioline camminatrici presentano sia un
comportamento da particella che un comportamento da onda; questo doppio
comportamento corpuscolare-ondulatorio è tipico delle particelle subatomiche descritte
dalla meccanica quantistica e riflette la visione buddista del modo fenomenico.
Si chiedono, allora, i ricercatori se da queste antiche campane per la
meditazione possano emergere importanti considerazioni riguardanti la moderna
fisica che, secondo i monaci, si sta sempre più avvicinando alla conoscenza
tradizionale buddista ed induista. Particolare in cui si notano alcune
goccioline sferiche generate dalla vibrazione di una campana tibetana.
Riassumendo, le campane tibetane costituiscono una pratica
alchemica ancestrale che viene oggi riosservata ed analizzata anche al livello
scientifico, permettendo così una compenetrazione unificatrice tra la
conoscenza “antica” e quella “moderna”. Uno studio di acustica e fluidodinamica
analizza il suono e le vibrazioni della coppa di metallo e della superficie
dell’acqua in una campana tibetana e scopre come rispondono a determinate
frequenze.
È un suono profondo e vibrante che incanta anche i
profani, e ancora di più incantano gli straordinari zampilli che si creano se
la ciotola è riempita d’acqua e si fa scorrere un batacchio di legno lungo il
suo bordo: le vibrazioni fanno increspare l’acqua che zampilla in centinaia di
goccioline che corrono sospese sulla superficie in un’incredibile danza.
Non è facile spiegare con la fisica questi fenomeni. Ci
hanno provato Denis Terwagne dell’Università di Liegi e John W. M. Bush del
Dipartimento di Matematica del MIT di Boston. Il loro lavoro è pubblicato sulla
rivista Nonlinearity.
Hanno cominciato con riprendere la fisica di Michael
Faraday che nel 1831 dimostrò che quando un fluido orizzontale viene fatto
vibrare in senso verticale la sua superficie rimane piatta fino a un valore
limite dell’accelerazione: a quel punto sulla superficie si formano delle onde
che oscillano con una frequenza pari a metà della frequenza incidente. Man mano
che aumenta la forza impressa, cioè man mano che aumentiamo la velocità con cui
facciamo girare il batacchio sul bordo della campana tibetana, si originano
onde di forme più complesse. Infine le onde diventano caotiche, la superficie
si rompe e si formano delle goccioline che rimbalzano, rotolano e scivolano
sulla superficie. Gli scienziati le chiamano walker, “camminatrici”.
Affinché le goccioline camminatrici permangano devono
rimbalzare a una determinata frequenza, pari alla metà della frequenza
dell’accelerazione impressa cosicché entrino in risonanza con le onde sulla
superficie dell’acqua. Inoltre l’acqua deve trovarsi in una condizione molto
vicina al valore limite dell’accelerazione stabilito da Faraday in modo che le
onde più ampie e lunghe interagiscano con le goccioline che cadono. Ogni
gocciolina rimbalza sul fianco dell’onda che si è creata al precedente rimbalzo
e riceve un impulso in una direzione specifica lungo la quale procede a
velocità costante.
Queste goccioline camminatrici presentano sia un
comportamento da particella che un comportamento da onda; questo doppio
comportamento corpuscolare-ondulatorio è tipico delle particelle
submicroscopiche descritte dalla meccanica quantistica.
Si chiedono, allora, i ricercatori se da queste antiche
campane per la meditazione possa emergere la moderna fisica.
Suren Shrestha
Guarire con le Campane Tibetane - Libro
Nuova Edizione Ampliata
Editore: Punto d'Incontro
Data pubblicazione: Ottobre 2013
Formato: Libro - Pag 155 - 14 x 21 cm
Nuova Edizione: Novembre 2014
http://www.macrolibrarsi.it/libri/__guarire-con-le-campane-tibetane-libro.php?pn=1567