Scienza e Conoscenza - n. 54
Nuove scienze, Medicina non Convenzionale, Consapevolezza
Scienza e Conoscenza - n. 54 - Rivista Cartacea
Scopri la magia dell'acqua con il nuovo numero di Scienza
e Conoscenza!
«Gli oceani ci ispirano, ci emozionano e ci
tranquillizzano. Alcuni pensano che dobbiamo il nostro intelligente cervello, e
il successo che esso ha reso possibile, allo stretto legame che i nostri
antenati avevano con il mare. Ma la nostra relazione con il mare risale a tempi
ben più lontani: arriva fino alle origini della vita stessa. Siamo creature
dell’oceano»
Callum Roberts, biologo marino
Anche se a una prima occhiata il mondo ci appare dominato
dalla materia nella sua forma solida – alberi, strade, case, prati, animali – a
ben vedere è l’elemento liquido a farla da padrone. L’acqua è il principale
componente dell’organismo umano e l’elemento preponderante sul pianeta Terra,
il pianeta Blu.
L’acqua l’abbiamo sempre percepita come una cosa
semplice, una molecola facile, composta dai suoi due atomi di idrogeno e uno di
ossigeno. La sua formula chimica l’abbiamo imparata alla scuola elementare e ci
è familiare come andare in bicicletta, come mangiare una mela. Forse ci
ricordiamo della prima volta che abbiamo visto il mare, o un grande fiume, o un
lago e dell’emozione che quella visione ha lasciato di noi. Forse ci ricordiamo
quando abbiamo realizzato, guardando il mappamondo, che si deve girare un bel
po’ la sfera per vedere fin dove arriva l’oceano Pacifico.
«I pesci non sanno cosa sia l’acqua – scriveva Osho – ci
vivono, nuotano e ci muoiono, appaiono e scompaiono nell’acqua, ma non sanno
cosa sia». Anche noi uomini non sappiamo cosa sia l’acqua, almeno non lo
abbiamo saputo per molto tempo, non ce ne siamo preoccupati.
Abbiamo trascurato il fatto che l’acqua ci compone, che
siamo esseri fatti d’acqua e che quest’acqua una funzione, un ruolo, lo deve
pur avere; ci deve pur sostanziare in qualche modo, a livello fisico,
biologico, organico ma anche spirituale ed energetico: non può essere solo un
riempitivo.
Questo numero di Scienza e Conoscenza è dedicato a tutti
coloro che non si sono accontentati di vedere l’acqua come H2O – pensiamo a
Emoto, a Benveniste, a Quinton, a Del Giudice – ed è fatto da tutti coloro che,
proseguendo sulla strada aperta da questi illustri maestri, hanno continuato a
indagare la natura dell’acqua, fino a scoprire, prove scientifiche alla mano,
che quella semplice e tanto familiare molecola è il più potente mezzo di
ricezione e trasmissione di informazioni nel corpo, e non solo.
Marianna Gualazzi
Indice
Acqua secca, matrice della vita - È possibile estrarre
corrente dall'acqua? Come funzionano i granuli omeopatici?
Roberto Germano
Acqua informata - la rivoluzione nella cura
Urbano Baldari
Sorella Acqua - Il meraviglioso mondo quantistico spiega
come l'acqua possa ricevere e riemettere segnali elettromagnetici e, quindi,
diffondere informazioni
Gianni Vota
Acque Sacre - Lourdes, Fatima, il Gange: cos'hanno di
straordinario le acque considerate sacre e curative?
Carmen Di Muro
H2O: amore e gratitudine - Masaru Emoto e la pedagogia
dell'acqua
Andrea Nitta
Il siero della vita
- Plasma di Quinton: acqua di mare che guarisce
Valerio Pignatta
Acqua coerente e cromopuntura
Vincenzo Primitivo
Il cancro e il Buddha - Le malattie tumorali come
squilibrio energetico, mentale e spirituale
Gioacchino Pagliaro
Vivoterapia - Omeopatia in natura con estratti freschi di
vegetali
intervista al dottor Paolo Mosconi
Cibo-spazzatura -
Perché siamo dipendenti?
Rocco Palmisano
Big Bang o Big bluff? - I lati oscuri di una delle teorie
più accreditate della scienza
Luigi Maxmilian Caligiuri
Acqua di Quinton, il siero della vita
L'acqua di mare può essere utilizzata come cura? Per
quali patologie? Alla scoperta di René Quinton, il biologo francese che a fine
Ottocento mise in luce le connessioni biologiche tra l'acqua di mare e
l'organismo umano - Articolo tratto da Scienza e Conoscenza n.54
Acqua di Quinton, il siero della vita
L'evoluzione della vita sul nostro pianeta ha preso
slancio, come sappiamo, dall'ambiente marino, dato che l'atmosfera non aveva,
inizialmente, le caratteristiche per consentire la sopravvivenza dei primi
microscopici esseri viventi.
Stiamo parlando di miliardi di anni fa per le forme di
vita relativamente più primitive (ad esempio le alghe) e di centinaia di
milioni di anni per alcune più evolute (come gli antenati delle meduse). Nella
catena evolutiva che è seguita, la complessità e la differenziazione degli
esseri viventi è andata poi crescendo sino allo sbarco per alcune specie di
essi sulla terraferma, sbarco che ha comportato, nelle diversificazioni
ulteriori che sono seguite in altrettante centinaia di milioni di anni, anche
la comparsa dell'essere umano.
Chi era René Quinton
Un fisiologo e biologo francese vissuto a cavallo tra la
fine dell'Ottocento e i primi del Novecento, René Quinton (1866-1925), che,
come assistente, conduceva ricerche sulla temperatura e la composizione salina
tra le specie presso il Laboratorio di Patologia Fisiologica al Collegio di
Francia, riflettendo e analizzando questa storia pregressa comune a tutte le
forme di vita iniziò a ipotizzare delle spiegazioni biologiche su alcune
funzioni metaboliche dell'organismo umano che potevano avere a che fare con
questa eredità acquatica e marina. Da questo inquadramento e dalla
sperimentazione conseguente che ne seguì, Quinton riuscì anche a trarre delle
terapie molto efficaci e funzionali che hanno preso e portano a tutt'oggi il
suo nome.
Ma vediamo più da vicino questa scoperta affascinante che
ha procurato allo scienziato francese, molto noto e apprezzato al suo tempo ma
oggi dimenticato, i soprannomi di “filosofo del mare” e di “Darwin francese”.
Le leggi di Quinton
Studiando l'ambiente marino e scoprendo che l'acqua di
mare e il corpo umano sono abbastanza simili (nonché che la prima rimane
bevibile e iniettabile), Quinton elaborò una teoria secondo cui gli organismi
che hanno abbandonato l'ambiente marino durante l'evoluzione conservano nel
sangue la concentrazione salina propria dell'acqua all'epoca in cui
l'abbandonarono (legge di costanza osmotica).
Ma non solo. Secondo Quinton, gli attuali organismi
animali delle diverse specie, manifestatisi per la prima volta nell'ambiente
marino a livello primitivo, tendono a serbare, al fine del loro funzionamento
cellulare, le cellule costitutive degli organismi corrispondenti nel mezzo
marino delle loro origini (legge della costanza marina).
In pratica, nonostante i milioni o miliardi di anni
trascorsi, nell'essere umano c'è una continuità con l'ambiente marino che
ancora influisce e caratterizza fortemente l'organizzazione biologica e
cellulare del suo organismo. Secondo Quinton, il liquido in cui sono immerse le
nostre cellule (i liquidi extracellulari e in particolare il liquido
interstiziale) sarebbe ancora, per composizione, più o meno lo stesso liquido
marino di milioni e miliardi di anni fa.
Da questa premessa si deduce che Quinton presupponeva un
aumento della concentrazione salina graduale nella scala evolutiva del pianeta,
dato che oggi il contenuto di cloruro di sodio nell'ambiente cellulare interno
di un uccello è 7,2 g su 1.000 g mentre quello del mare è 33 g su 1.000.
Quinton credeva che la vita animale fosse apparsa nel momento in cui il mare
aveva una concentrazione compresa tra 7 e 8 g per ogni 1.000.
La concentrazione salina di ogni animale dipende quindi,
secondo Quinton, dall'epoca della propria comparsa, a seconda che sia più o
meno recente.
Tuttavia oggi sappiamo che non è possibile affermare che
la concentrazione salina dei mari è aumentata negli ultimi 600 milioni di anni,
dato che l'analisi dei sedimenti oggi possibile mostra che perlomeno non è
cambiata negli ultimi 200 milioni di anni.
Anche riguardo alla temperatura corporea Quinton fece una
proposta di spiegazione evolutiva. Misurando personalmente la temperatura
rettale di tutti gli animali che riuscì a reperire stabilì la cosiddetta legge
di costanza termica. Essa sosteneva che specie di animali simili ma nate
evolutivamente in tempi diversi avevano in effetti temperature basali diverse.
Lui riscontrò differenze che andavano dai 16 gradi dell'ornitorinco ai 43 gradi
dei mammiferi delle regioni artiche. In sostanza, mentre il pianeta andava
raffreddandosi, la vita cellulare comparsa a una certa temperatura tendeva a
mantenere, al fine del proprio funzionamento, la temperatura delle proprie
origini.
Studi odierni hanno dimostrato che esistono animali
ambientati a temperature anche ben inferiori o anche superiori a quelle
rilevate da Quinton. Inoltre egli non poté tenere conto dell'alternarsi delle
ere glaciali di cui al suo tempo non si aveva conoscenza e che contraddicono la
sua prospettiva.
Un'ulteriore legge affermata da Quinton, detta della
costanza luminosa, è invece quella che afferma la capacità degli organismi
fosforescenti di produrre la luce al fine di mantenere l'elevata attività
cellulare propria di certe specie.
Dal mare, la vita
Sebbene gli assunti di Quinton (riuniti alla fine in
un'unica legge di costanza generale) non siano oggi riconfermati da
sperimentazioni e vengano ritenuti privi di ogni evidenza scientifica per le
scoperte successive che li hanno quasi completamente invalidati, non si può non
ritenere che la “filosofia marina” che sottende il lavoro di Quinton (di cui
intuitivamente possiamo percepire una certa logicità e riscontro biologico) ci
riservi una notevole possibilità di intervento su molte patologie e concorra a
spiegare alcune modalità di funzionamento e di guarigione proprie
dell'organismo umano.
In un'epoca in cui si pensava che la materia vivente
fosse costituita e dipendesse esclusivamente da una certa quantità di
corpuscoli atomici, il sostenere che in essa vi si riscontra invece tutto
l'insieme degli elementi presenti nell'acqua di mare fa di lui un precursore di
quella branca della biologia che sottolinea l'importanza degli oggi stranoti
oligoelementi, figura chiave di molti metabolismi cellulari e organici.
Va inoltre ricordato che le scoperte di Quinton hanno
caratterizzato per molti decenni la medicina balneare, poi trascurata nel
secondo dopoguerra, ma oggi di nuovo in auge e in ripresa nei centri termali e
marini salutistici.
Il mare, come elemento primordiale vitale per l'essere
umano, è studiato attualmente da molti scienziati anche nella sua accezione
terapeutica.
Il suo utilizzo come fonte anche di ioni fondamentali è
una possibilità di cui molti terapeuti sono sempre più consapevoli.
E Quinton ne fornì anche delle sperimentazioni terapeutiche
accurate.
Il plasma di Quinton
L'opera di Quinton non rimase impaludata a livello di
speculazione teorica, ma trovò sbocco concreto nel 1907 in un vero e proprio
“dispensario marino” che vide la luce a Parigi e che fu da lui diretto. Il
successo conseguente (300 iniezioni al giorno di quello che poi sarà chiamato
“plasma di Quinton”) portò all'apertura di altri dispensari simili, sia nella
capitale che in altre città della Francia e di altri paesi.
Ma che cos'è questo “plasma” che ancora oggi è possibile
acquistare in farmacia e che anzi sta conoscendo un momento di riscoperta
all'interno delle medicine non convenzionali? La preparazione del plasma
richiede un protocollo molto severo e la scelta del prodotto da parte
dell'acquirente dovrebbe senz'altro cadere su quelle aziende farmaceutiche che
lo rispettano.
Nel protocollo originale l'acqua è prelevata a dieci
metri di profondità in zone vorticose, ridotta poi a concentrazione isotonica e
preparata in ambiente sterile senza aumento di temperatura e senza contatto con
oggetti metallici né processi elettrici, al fine di conservare intatto
“l'ambiente vivente”.
Esistono due preparazioni di plasma di Quinton: quella
isotonica e quella ipertonica che contiene una concentrazione tre volte
maggiore di minerali e oligoelementi. Quella isotonica invece ne ha una
concentrazione identica a quella del plasma del sangue umano. A seconda delle
patologie per cui viene consigliato di assumere quest'acqua di mare il medico
di riferimento o il naturopata sceglieranno l'una forma o l'altra, che vengono
assunte normalmente per bocca sotto forma di fiale bevibili (ne esiste anche una
variante in polvere per le malattie dermatologiche).
Le iniezioni, un tempo così diffuse, non sono più
praticate dal 1982 a seguito di un caso di intolleranza verificatosi in
Francia: in un paziente sottoposto a iniezione di un preparato di acqua di mare
si manifestarono effetti indesiderati, ma mancano molti elementi per valutare
il caso in maniera obiettiva, in quanto non si conosce né la marca dell'acqua
iniettata, né il punto d'iniezione, né per quale patologia era stata fatta la
prescrizione.
Acqua di mare che cura
Il meccanismo di funzionamento di questi preparati è
legato alla loro azione sull'equilibrio acido-basico, sul rafforzamento del
sistema immunitario (tramite l'apporto degli elementi essenziali all'attività
cellulare) e sulle caratteristiche terapeutiche degli ioni più importanti
(potassio, calcio, sodio, magnesio).
Il più noto studioso e commentatore di Quinton, André
Mahé, sostiene che l'ipervitalità riscontrata sui soggetti trattati in ogni
esperimento e trattamento di Quinton , sia che si tatti di animali che di
essere umani, suggerisce che l'organismo trova nell'acqua di mare un apporto
vitale superiore rispetto a quello dell'“ambiente interno” da cui è stato
tratto. Per usare una metafora, si potrebbe dire che il plasma è destinato a
sostituire, nell'acquario dell'organismo umano, acqua inquinata – da tossine ad
esempio – dell'ambiente interno con acqua di mare assolutamente pura,
particolarmente adatta per la fisiologia cellulare.
Le cure possono essere eseguite a casa per le malattie
più comuni, ma anche in centri specializzati in tema per le patologie più
gravi. Se ne fa un uso crescente anche in odontoiatria, idrocolonterapia,
attività sportive e infine in veterinaria.
Per avere un'idea della vastità dell'intervento
possibile, basti dire che sino al 1975 il plasma di Quinton era presente sul
dizionario Vidal (dizionario farmaceutico francese destinato ai medici) per le
seguenti indicazioni: gastroenteriti, tossicosi, eczema, anoressia, trattamento
prenatale, parti prematuri, anemia, astenia, sovraffaticamento, disturbi della
senescenza, vomito in gravidanza, costipazione, dissenteria, tubercolosi
polmonare, sclerosi a placche, infezioni utero-genitali, raffreddori, riniti,
sinusiti, orticaria, psoriasi, allergie e molto, molto altro ancora.
Metodo terapeutico interessante e da riscoprire quindi,
privo di effetti collaterali e ricco di implicazioni filosofiche che andrebbero
recuperate. Speriamo che le scoperte di Quinton possano essere riportate
all'attenzione del grande pubblico, reinterpretate e aggiornate alla luce delle
attuali conoscenze.
Articolo per gentile concessione di Scienza e Conoscenza
Scienza e Conoscenza - n. 54 - Rivista Cartacea >> http://goo.gl/FqhjNg
Nuove scienze, Medicina non Convenzionale, Consapevolezza
Editore: Scienza e Conoscenza
Data pubblicazione: Ottobre 2015
Formato: Rivista - Pag 80 - 19,5x26,5 cm