Comprendi la tua Malattia con le Scoperte del Dottor
Hamer
Perchè ti ammali, perchè proprio ora, perchè questi
sintomi, quanto è importante per te, come si evolve
di Michel Henrard
Comprendi la tua Malattia con le Scoperte del Dottor
Hamer - Libro
Scopri la Nuova Medicina Germanica, e comprendi come
metterla in pratica con questo manuale!
Perché non tutti coloro che sono venuti in contatto con
una persona con il raffreddore si ammalano? Perché gli uomini accusano più
spesso bronchiti, ulcere allo stomaco o infarti cardiaci rispetto alle donne?
Perché il cancro metastatizza in un malato e non in un altro? Che cosa provoca
il passaggio da una semplice sieropositività senza sintomi alla malattia
dichiarata?
Interrogarsi sull’origine della propria malattia
differisce molto da una persona all’altra e dipende dalle credenze di ognuno e
dal disagio creato dall’affezione. Se la maggior parte delle persone si pone
poche domande, esse si chiedono tuttavia se la loro malattia è grave.
In questa straordinaria opera, l’esperto di Nuova
Medicina Michel Henrard, ci spiega l’importanza della precisa comprensione
della nostra malattia. Basandosi sugli studi del dottor Hamer, e grazie a oltre
vent’anni di esperienza sul campo, questa guida ci aiuta a capire le cause
delle principali patologie di cui soffriamo.
Dopo un’introduzione generale che riassume gli eventi che
hanno portato alla sua scoperta, nella prima parte dell’opera vengono
illustrate Le cinque leggi biologiche scoperte da Hamer:
conflitto e relazione psiche cervello organi;
soluzione dei conflitti;
i sintomi delle fasi di malattia e guarigione;
il ruolo dei microbi;
la quintessenza.
Ogni capitolo delle Cinque Leggi del dottor Hamer prevede
una parte in cui, oltre alle nozioni essenziali e costituenti, vengono spiegate
e illustrate le dinamiche di guarigione, gli esempi di conflitto, gli schemi
riassuntivi, le crisi epilettoidi relative, ecc. Ci sono poi due capitoli
dedicati alla lateralità biologica e al ruolo degli ormoni sessuali.
Nella seconda parte sono descritti i vari apparati
(digerente, respiratorio, urinario, cardiocircolatorio ecc.) e per ognuno di
essi vengono analizzate le varie malattie che si possono presentare con i
relativi conflitti e risoluzioni.
Per la prima volta un testo di medicina germanica
organizzato e strutturato in maniera organica e lineare, facile da consultare e
in cui si trovano subito le informazioni che si cercano.
La Prima Legge Biologica - Estratto da "Comprendi la
tua malattia con le scoperte del dottor Hamer"
LE RELAZIONI TRA PSICHE, CERVELLO E ORGANI. ORIGINE
PSICHICA DELLA MALATTIA
Questa legge biologica è la prima a essere stata
enunciata dal suo autore nel 1981, che l’ha battezzata “legge ferrea del
cancro”.
Legge perché si tratta di constatazioni di rapporti
necessari e costanti tra fatti, così come recita il dizionario. Ferrea giacché
la resistenza di questa lega allude alla solidità della legge, la cui verifica
non viene mai a mancare se la si utilizza. E cancro per ragioni storiche,
poiché è per questo tipo di malattia che Hamer ha iniziato le sue ricerche.
Si potrebbe benissimo anche chiamarla “legge ferrea delle
malattie”, a eccezione di quelle dovute a fattori esterni evidenti e che non
rientrano nel quadro di questo libro. Si tratta di traumatismi vari,
intossicazioni, irradiazioni, carenze nutrizionali e vitaminiche, affezioni
genetiche.
A causa delle importantissime nozioni di base che ci
fornisce, questa legge è il cardine di tutto il sistema esplicativo.
Tre elementi da considerare invece di uno
Il solo esame delle modificazioni funzionali e delle
lesioni di un organo non ci dice nulla sulla loro origine. Per quanto
approfondito, l’esame non ci svela che una descrizione cui si dà il nome di
diagnosi di una malattia in mezzo a centinaia di altre. Ma perché proprio
quella e in quel preciso momento della vita di una persona? Per arrivare
all’obiettivo di quest’opera, occorrerà tener conto ancora di altri due
elementi.
Cominciamo con il più semplice da definire.
È sempre un organo, ma molto particolare e decisamente
complesso: il cervello.
È particolare perché il suo ruolo può essere paragonato a
un supercomputer che gestisce il corpo nel suo insieme, con quei numerosi
terminali che sono i suoi prolungamenti nervosi in contatto con tutti i nostri
organi. È complesso a causa di tutte le attribuzioni che già gli sono state
riconosciute sulla memoria, le emozioni, le facoltà intellettuali, la
regolazione delle funzioni automatiche o non coscienti ecc.
È il ruolo supplementare che Hamer gli ha attribuito a
farne un elemento indispensabile nella comprensione della malattia. Quasi ogni
parte del cervello è in relazione, tramite i suoi prolungamenti nervosi, con un
organo preciso del corpo. Questa zona o “relais”, “focolaio”, governa l’organo
inviandogli le informazioni corrette per un funzionamento ottimale. Ne consegue
che una disfunzione del relais sarà all’origine delle modificazioni patologiche
dell’organo ad esso collegato.
A questo punto resta da sapere cos’è che sregola un’area
precisa del cervello. Il terzo elemento non è un organo, ma il lato o aspetto o
parte sensibile, emotiva e soggettiva del nostro essere.
È tramite essa che prendiamo coscienza della realtà o
piuttosto della nostra realtà. Per designarla, Hamer ha scelto il termine
semplice e sufficientemente conosciuto di psichismo. Ma non avremo bisogno di
alcuna scuola o griglia interpretativa codificata che faccia parte di quel
vasto ambito che è la psicologia. L’unico fattore che dovremo considerare il
più precisamente possibile è ciò che l’individuo ha accusato al momento di
un’esperienza per lui difficile. Utilizzerò spesso il termine di “sentito” o di
“vissuto” per designare nello psichismo ciò che è particolarmente importante
dato che è a questo livello che si gioca l’esordio della malattia. Abbiamo ora
i tre elementi che costituiscono la triade psico-cerebro-organica.
Ma per evitare di ripetere espressioni un po’ lunghe,
utilizzerò più spesso il termine di triade. Andiamo ora a vedere le sue
caratteristiche, e poi ciò che accade a ciascuno dei tre livelli, per
comprendere il processo che genera quella che chiamiamo una malattia.
Il funzionamento della triade, le sue connessioni
La sua prima caratteristica è che essa funziona in
maniera sincrona, giacché se c’è una perturbazione a uno dei livelli ve n’è una
contemporaneamente corrispondente negli altri due. Ciò vale qualsiasi sia lo
stadio della malattia, dal suo inizio e sino alla guarigione. La seconda è il
senso direzionale dell’alterazione. Quest’ultima ha origine dalla psiche e tocca
nello stesso tempo, poiché c’è sincronismo, una zona del cervello che
immediatamente sregolerà l’organo corrispondente.
Tra i tre elementi correlati esistono due connessioni:
tra la psiche e il cervello e tra quest’ultimo e gli organi. Non c’è interazione
diretta tra il mentale e il corpo, poiché il circuito passa attraverso il
sistema nervoso. Una possibilità che vi è correlata è il sentito doloroso degli
organi che ci fanno soffrire. Ma in questo caso ci si ritrova davanti allo
scenario classico che va di nuovo a modificare la triade nello stesso senso.
Volevo ugualmente accennarvi poiché vi ritorneremo sopra
più avanti, specialmente studiando “il circolo vizioso” di alcune affezioni.
Indipendentemente dai fattori esterni, ci sono anche conseguenze dovute allo
stato del cervello in seguito alla riparazione dei relais, e che vanno
ripercuotendosi sullo psichismo e altri organi oltre a quelli corrispondenti a
questi stessi relais.
Ugualmente, ci sono interazioni tra relais e interazioni
di carattere meccanico tra gli organi stessi: situazioni che vedremo nella
seconda e nella terza legge, così come nei Capitoli che vanno dal 6 al 9 e che
trattano nozioni supplementari sui conflitti. Per il momento, teniamo a mente
la sequenza che qualificheremo come “normale”.
Quello che succede a livello della psiche: lo shock e il
conflitto
È tramite la psiche che l’individuo affronta la realtà
dell’esistenza e le sue difficoltà. Si tratta dunque della sua realtà, del modo
in cui percepisce gli avvenimenti della sua vita.
Sino a che sarà in grado di “gestire” mentalmente queste
difficoltà – per esempio prevedendole o disponendo di risorse sufficienti
acquisite nella sua storia precedente – non si ammalerà. Vivrà eventualmente
emozioni più o meno forti e sgradevoli, ma che si risolveranno presto con la
sola conseguenza di qualche perturbazione funzionale e temporanea.
Potrà essere ad esempio un periodo di insonnia dovuto a
un sovraccarico di preoccupazioni, contrazioni allo stomaco dopo un banale
diverbio, un bisogno più frequente di urinare, sudori o palpitazioni cardiache
nell’apprensione di un incontro ecc. Niente più che qualche scossone intorno a
un centro di gravità che resta stabile, ma che provoca già delle ripercussioni
attraverso il sistema nervoso e dunque un “linguaggio del corpo”.
Né i numerosi stress legati alle preoccupazioni della
maggior parte di noi, né l’accumulo di uno o più di essi, bastano a ricoprire
il ruolo di detonatore che attraverso l’alterazione della triade genererà una
malattia. Utilizzo la parola detonatore di proposito, poiché è solo tramite uno
shock psichico che inizia il processo di ogni patologia. Lo shock è
un’esperienza vissuta dolorosamente, ma brusca e imprevista, qualunque sia il
grado precedente di preoccupazione/i. Ci coglie alla sprovvista, non
lasciandoci alcuna possibilità di reagire velocemente con un comportamento per
noi abituale e sufficientemente efficace. Al contrario, ci lascia come
storditi, costernati, destabilizzati.
Per illustrare questo aspetto improvviso e ineluttabile,
Hamer utilizza l’immagine di un portiere che si tuffa da un lato quando la
palla colpisce la rete dall’altro. Preso in “contropiede”, non può fare
nient’altro che guardare impotente la palla. Si ha quindi immediatamente
l’inizio di quello che Hamer ha denominato il conflitto biologico. Sul piano
psichico l’individuo resterà sotto l’influenza dello shock, “rimuginando”
l’evento che non ha potuto gestire, alla ricerca di una soluzione. E gli altri
due elementi della triade sincrona saranno simultaneamente sregolati. Ma prima
di affrontare i livelli cerebrale e organico, ecco un breve esempio di cui mi
sono spesso servito durante le visite.
Chiedo a una persona di immaginare che lasciando il mio
studio incontrerà un grande amico che non vede da sei anni. Dico anche che avrà
l’istinto di abbracciarlo pieno di gioia, ma l’avverto che sarà accolta molto
male e perfino insultata. Se riesco a convincerla, quando uscirà, essa avrà
potuto anticipare l’evento e non avrà alcuno shock. Diversamente, se non lo sa,
andandogli incontro esprimerà naturalmente la sua gioia: «Come sono contenta di
rivederti, sono anni che... ». Ma sarà interrotta dalla risposta: «Non ho più
alcuna voglia di vederti, ti ho visto abbastanza, lasciami in pace». La persona
può sviluppare un conflitto dal sentirsi rifiutata, perché quello che le accade
è doloroso e totalmente imprevedibile. Destabilizzata sul colpo, non può
gestire questa esperienza con una reazione e un comportamento per lei abituali.
Hamer ha dato a questo shock il nome di DHS, acronimo di
Dirk Hamer Syndrome, in ricordo della morte di suo figlio Dirk in seguito alla
quale egli stesso sviluppò un cancro. In questo libro, utilizzerò
indifferentemente le espressioni di shock o shock conflittuale, dal momento che
esso è all’origine del conflitto e della DHS.
Un altro punto importante da sottolineare è l’aspetto
profondamente intimo e dunque coinvolgente dello shock. Se questo è vissuto
come un colpo del destino, che nulla avrebbe potuto cambiare, non genererà
conflitto. Al contrario, occorre che ci sentiamo toccati personalmente con un
senso di lacerazione interiore, di rimessa in discussione, da cui non possiamo
uscire. Anche la sofferenza morale, perlomeno nella sua consueta accezione, non
è un criterio di shock conflittuale.
La miglior prova è il lutto che prima o poi quasi tutti
dovremo provare. Se il fatto di venire a conoscenza brutalmente della morte di
un proprio caro fosse una DHS, ne usciremmo più o meno tutti gravemente malati,
cosa che non succede. Di contro, se ci rimproveriamo qualcosa – a torto o a
ragione, non è quello il problema – a proposito di questa morte, ciò può dar
luogo a dei conflitti tra i più gravi. All’origine di alcuni tipi di cancro si
trovano anche incidenti d’auto, consigli dati od omessi e per i quali ci si
rode ancora lunghi mesi dopo perché ci si sente responsabili.
Precisiamo ora la nozione di conflitto biologico,
intimamente legata allo shock, dal momento che ne è la conseguenza immediata.
Conflitto è un termine generico che significa antagonismo, opposizione tra
persone o gruppi. È utilizzato in diversi ambiti come i conflitti sociali,
giuridici, armati ecc. Ma è anche impiegato in psicologia, dove designa
l’opposizione interiore che fa seguito a desideri e motivazioni inconciliabili.
Hamer l’ha scelto riferendosi all’impasse psichica in cui ci sprofonda la DHS,
ma aggiungendo “biologico” poiché esso perturba tutta la triade, e dunque il
nostro funzionamento biologico.
Nel seguito del testo, il termine conflitto sarà sempre
sinonimo di questo concetto di conflitto biologico. Ogni conflitto dev’essere
studiato nelle sue due grandi caratteristiche, due parametri di cui uno è
qualitativo, il suo tenore soggettivo, e l’altro è quantitativo, la sua
intensità e la sua durata.
Il tenore soggettivo del conflitto
È il modo del tutto personale in cui lo shock è stato
accusato. Si può anche parlare di contenuto soggettivo o di colorazione
individuale. È questo che va a determinare il relais cerebrale toccato e
l’organo colpito, e non l’avvenimento dello shock in sé. Quest’ultimo ci serve
unicamente a localizzare nel tempo l’inizio del conflitto. In altre parole, non
si può stabilire alcuna relazione tra l’avvenimento e la malattia. Non si può
prevedere che la perdita del posto di lavoro, una rottura sentimentale, un
affronto o un’altra forma di aggressione, l’esito sfavorevole di un processo o
un furto, provocheranno tale conflitto.
Illustriamo quanto affermato con due esempi sui quali
ritorneremo quando vedremo le conseguenze a livello cerebrale e organico,
limitandoci a qualche possibilità tra molte altre. Avendo subìto
un’osservazione molto umiliante, un uomo l’accusa come un rifiuto da parte del
suo autore e vive un “conflitto di separazione”, non essendo più possibile il
contatto con questa persona.
Ma il concetto di contatto può non avere alcuna
importanza per lui, poiché dopo tutto non è che un collega di lavoro. Se si
farà carico di questa critica fatta invece da un superiore gerarchico durante
una riunione pubblica, ne farà un “conflitto di svalutazione”. O ancora,
vivendola come una cosa inaccettabile, il conflitto sarà quello che noi
chiamiamo di “contrarietà indigesta”.
Una donna viene a sapere dell’infedeltà coniugale del
marito. I sentimenti più frequenti sono una frustrazione sessuale, il senso di
dissoluzione della famiglia, un’autosvalutazione in riferimento alla rivale, la
paura di non potersi più far carico materialmente della propria esistenza. Ma
la lista completa delle possibilità è molto più lunga, e ognuna di esse ha
un’affezione che vi corrisponde. Questa può anche comportare colorazioni
diverse per uno stesso shock.
Infine, se l’evento è stato ben gestito psichicamente,
non ci sarà alcun conflitto biologico. Concludiamo questo paragrafo insistendo
sul fatto che il tenore soggettivo del conflitto va sempre ricondotto a
emozioni fondamentali, al di là del contenuto aneddotico dello shock. Si
troveranno dei vissuti come rifiuto, paura, svalutazione, disgusto, sozzura,
lotta, rivalità, mancanza, espropriazione ecc.
L’intensità e la durata del conflitto
Questi due elementi sono da mettere in relazione tra
loro, poiché insieme condizionano l’ampiezza del conflitto. Ma non sono
necessariamente in relazione proporzionale, poiché un conflitto può essere di
forte, media o debole intensità e, in ogni caso, di una durata molto variabile.
Tuttavia bisogna considerarli insieme, giacché è l’ampiezza del conflitto che
condizionerà l’importanza delle modifiche biologiche. E queste iniziano a
partire dall’instaurazione del conflitto e si accumulano sino a che il
conflitto non è risolto.
Vedremo più avanti le diverse evoluzioni che può avere un
conflitto, ma fermiamoci un istante sull’intensità dello shock iniziale.
Paragonerò questo shock all’impatto di un sasso gettato sulla superficie calma
di uno stagno. Se il sasso è grande come un pugno, le poche e piccole onde
centrifughe che provocherà si smorzeranno presto. Se pesa una tonnellata, le
ondate arriveranno senz’altro a toccare anche i bordi dello stagno. E se è un
meteorite, tutta la terra intorno sarà scossa, con alberi sradicati molto più
in là delle rive, lasciando delle tracce che noi definiamo cicatrici. Questa
semplice immagine permette di capire che l’intensità della DHS può influire
sulla durata del conflitto, ma non in modo quantitativamente proporzionale,
poiché anche un conflitto forte può essere risolto molto in fretta.
Ecco due esempi per mostrare che l’intensità e la durata
non sono correlati proporzionalmente. Venite a sapere che vostro figlio è stato
ricoverato in ospedale, lontano da casa, in seguito a un incidente d’auto, e
voi l’avevate lasciato andare malgrado non avesse la patente di guida. Se ne
fate uno shock conflittuale di paura per la sua vita, il conflitto può essere
risolto nel momento in cui arrivate all’ospedale e capite che il ragazzo non ha
che qualche ferita lieve; uno shock forte ma un conflitto breve.
Davanti a una pagella scolastica catastrofica portata a
casa da vostro figlio, ne fate voi stessi un conflitto di svalutazione perché
vi sentite responsabili di avergli imposto tale scuola. Ci rimuginate sopra
fino alla pagella dell’anno seguente, eccellente conseguenza di un cambiamento
di orientamento scolastico che gli avete consigliato. Ritrovate quindi la pace
dello spirito nella faccenda che non vi aveva tormentato che in modo molto
modesto; uno shock poco intenso ma un conflitto lungo.
Un altro modo di illustrare la complementarietà tra intensità
e durata è quello di rappresentarle con un grafico. L’intensità è collocata
sulla coordinata verticale e la durata su quella orizzontale, il prodotto delle
due ci dà una superficie. Questa costituisce ciò che si chiama la massa
conflittuale, un’espressione equivalente all’ampiezza del conflitto, ma che
traduce forse meglio l’insieme delle modifiche accumulate durante la durata del
conflitto.
Concluderò queste precisazioni sullo shock o DHS
attirando l’attenzione del lettore sulla definizione più completa che Hamer ne
ha dato, e che ritroverà in tutte le sue opere, comprese quelle odierne, e
naturalmente presso gli autori che lo citano, qualunque sia il loro scopo,
copiarlo o criticarlo. Ciò eviterà un perpetuo malinteso per una semplice
questione di terminologia. «La DHS è uno shock conflittuale estremamente
brutale, acuto e drammatico, vissuto nell’isolamento. Il vissuto di questo
shock drammatico determina un’evoluzione quasi simultanea sui tre livelli
psichico, cerebrale e organico».
Questa definizione si è prestata a creare già molta
confusione in numerosi lettori, lasciandoli perplessi sulla sua pertinenza a
causa del suo aspetto drammatico. All’epoca del mio debutto nella NM fu anche
il mio caso e vi racconterò un aneddoto fra i tanti. Durante un seminario
tenuto da Hamer, mi ero intrattenuto con uno psicologo che mi stava mostrando
il suo progetto di libro sulle scoperte di Hamer stesso. Ero andato subito a
leggere la famosa definizione, per trovarla una volta ancora intatta. Avevo
allora chiesto a quello psicologo che conoscevo da un seminario precedente: «Ma
quale shock estremamente brutale e drammatico trovi ci sia all’origine di un
raffreddore o di un piccolo eczema di una settimana o due?». Dopo tante
focalizzazioni su questa nozione, sia con medici che con pazienti, vorrei
essere il più chiaro possibile.
Nella definizione di Legge ferrea del cancro ho spiegato
l’origine storica da cui Hamer aveva iniziato le sue osservazioni su casi
spesso gravi di tumore, e in quel caso le DHS erano evidentemente drammatiche.
Analizzando l’intensità dello shock, ho utilizzato l’immagine di un oggetto più
o meno pesante gettato in uno stagno. A rischio di ripetermi, lo esprimerò
ancora molto semplicemente: ciò che conta è solo la realtà soggettiva dell’individuo.
E nella sua psiche, la DHS può essere sia piccola che gigantesca, provocando un
conflitto di qualche ora... o per il resto della sua vita.
Cosa succede a livello del sistema nervoso
La modifica del ritmo neurovegetativo
Per capire ciò che succede a questo livello, mi sembra
necessario un accenno a qualche concetto psicologico di base che includa
termini più difficili, ma indispensabili per ciò che segue. Il sistema nervoso
comprende il cervello, che può essere considerato come il supercomputer che
governa l’insieme del corpo, e i suoi numerosi terminali che sono i nervi. La
parte del sistema nervoso che si occupa della vita vegetativa autonoma
dell’organismo, ossia di tutte le funzioni automatiche, indipendenti dalla
nostra volontà cosciente, è il sistema neurovegetativo.
Esso comprende principalmente due grandi insiemi di
circuiti indipendenti e distinti nel loro ruolo, ma la cui complementarietà e
l’alternanza di attività regolari sono fondamentali per una buona salute. A
seconda dei casi, si parla di eutonia o di distonia neurovegetativa. I due
elementi di questa coppia sono il sistema ortosimpatico o simpatico e il
sistema parasimpatico o vagotonico. I loro centri di regolazione sono situati
nel cervello, ma le loro ramificazioni nervose percorrono tutto il corpo.
L’ortosimpatico stimola tutto ciò che è fisiologicamente
previsto per tenerci in uno stato di all’erta, attività e potenziale
combattività. Include un aumento dei livelli di ormoni necessari, della
pressione e del ritmo cardiaco, un utilizzo dell’energia immagazzinata nelle
diverse molecole e organi periferici. È predominante durante il giorno.
Il parasimpatico stimola invece lo stato di risposo e di
recupero con abbassamento dei livelli di ormoni energizzanti, della pressione e
del ritmo cardiaco, aumento della produzione e dell’immagazzinamento di
molecole a partire dal nutrimento assimilato durante il giorno. È predominante
di notte.
Fin dallo scoppio del conflitto, c’è una rottura
dell’equilibrio neurovegetativo con una predominanza ortosimpatica, che viene
definita come uno stato di ortosimpaticotonia, o più correntemente di
simpaticotonia e che va a dare l’avvio a tutta una serie di sintomi quali
agitazione, diminuzione del sonno, dell’appetito, del peso, la costrizione dei
vasi con freddo in tutto il corpo e soprattutto alle estremità, l’aumento della
pressione arteriosa, secrezioni surrenali ecc. La complessità e l’intensità di
questo quadro sintomatologico sono naturalmente proporzionali all’ampiezza del
conflitto, e ciò può essere anche solo un leggero stato di insonnia e di
nervosismo, associato a una bulimia compensatoria.
Ma un conflitto molto grave può portare il paziente a uno
stato di ebetismo, facendogli perdere una decina di chili in qualche settimana.
Questa rottura dell’equilibrio nervoso è dovuta allo stress del conflitto di
cui bisogna capire la natura profonda. Le sue manifestazioni possono essere
molto spiacevoli, ma hanno un senso e sono l’espressione nel corpo di un
surplus di all’erta necessaria per aumentare le possibilità di trovare una
soluzione al conflitto.
Senza lo stress la razza umana non sarebbe senz’altro
sopravvissuta alle lotte per l’esistenza. Ma c’è un rovescio della medaglia che
è l’inizio di un conto alla rovescia, poiché lo squilibrio neurovegetativo ha i
suoi limiti, che corrispondono di fatto alla nostra capacità di vivere un
conflitto. E quando li raggiungiamo, è la morte per sfinimento o cachessia.
Ritorneremo più avanti su questo importante tema.
Il danno di un relais
Parallelamente allo squilibrio neurovegetativo, viene
colpita un’area precisa del cervello ed è questa perturbazione cerebrale che,
modificando le informazioni emesse dal cervello, scatena la malattia
nell’organo, il cui buon funzionamento dipende da queste informazioni stesse. È
il sentito soggettivo, la colorazione del conflitto che va a determinare l’area
esatta del cervello e quindi l’organo malato.
Riprendiamo qui due esempi riportati precedentemente
completandoli sui piani organico e cerebrale.
Il primo è quello dell’individuo che ha dovuto subire
un’osservazione molto umiliante alla quale non ha potuto far fronte e su cui va
rimuginando da alcuni giorni, settimane o mesi. Tra tutti i sentiti possibili,
riprendiamo i tre considerati.
Se è un “conflitto di separazione”, la regione del cervello
colpita sarà la zona della corteccia sensoriale che gestisce il buon
funzionamento dello strato superficiale della pelle e sarà quest’organo che si
ammalerà.
Se si tratta di un “conflitto di svalutazione” di sé, la
regione cerebrale relativa è il midollo cerebrale e l’organo colpito sarà il
sistema osseo.
Se è un “conflitto di tipo indigesto”, la ripercussione
si avrà sulla zona cerebrale e organica corrispondente, con danno alla gola,
allo stomaco, al colon ecc. secondo le molteplici sfumature proprie di questo
genere di conflitto.
Il secondo è quello della donna che viene a sapere
inaspettatamente che suo marito la tradisce. Alcune possibilità di conflitto
tra le altre sono:
Al momento della DHS, il conflitto è una frustrazione
sessuale. Il relais colpito al cervello si trova nell’emisfero corticale
sinistro perinsulare. Questa zona cerebrale controlla il collo dell’utero, ed è
quindi quest’organo che si ammalerà.
Non è la sessualità la cosa più importante e, al momento
della DHS, lei avverte il crollo della propria famiglia. Ad esempio è
ossessionata dalla futura sorte dei propri figli che vede già straziati da un
divorzio. È quello che viene chiamato “conflitto del nido” che colpirà la parte
laterale del cervelletto da cui deriverà una lesione al seno.
Una svalutazione di se stessa (“Valgo meno dell’altra
perché mio marito va da lei”) con ripercussioni sul midollo cerebrale e
conseguente lesione ossea.
La vive come una porcheria compiuta dal suo coniuge, per
esempio perché questa relazione è con la sua migliore amica, una prostituta,
una minorenne ecc. Il relais sarà sul tronco cerebrale, generalmente quello del
colon o dello strato profondo della mucosa vescicale.
Si vede messa alla porta, senza più mezzi di sussistenza
sufficienti. Un tale “conflitto di carenza” ha il suo relais nel tronco
cerebrale e l’affezione concernerà la parte principale del fegato chiamata
parenchima.
Oppure ancora questa donna, in seguito a conseguenze
sociali e materiali, si sente immersa in una situazione insopportabile da cui
non può fuggire e la malattia, attraverso la corteccia cerebrale perirolandica,
sarà una sclerosi multipla.
Ricordiamo che l’elenco completo delle eventualità è più
lungo e che la donna non avrà alcuna lesione organica se supererà lo shock
subito. Ella potrà anche avere differenti impatti dallo stesso shock, di cui
alcuni più deboli si noteranno poco, mentre uno o l’altro comporteranno una
patologia grave come quelle etichettate come cancro.
Cogliamo qui l’occasione per completare le conseguenze a
livello cerebrale di una DHS. Sino a ora, abbiamo considerato solo il danno a
un unico relais, ma una DHS ne può perturbare molti con i danni organici
corrispondenti. In questo caso, è raro che questi danni siano di intensità
simile e sarà quello più importante che occorrerà ricercare prima di tutto.
Una DHS può anche dissestare più parti di uno stesso
relais, provocando altrettante localizzazioni nell’organo ad esso collegato.
Prendiamo come esempio la molteplicità delle chiazze di eczema sulla pelle,
quella della decalcificazione in un osso e quella dei focolai di proliferazione
cellulare a livello del fegato, del colon o di un seno. Prendendo il caso del
seno, è tuttavia evidente che è meglio avere dieci focolai grandi come la
capocchia di uno spillo che non una sola massa grande come una noce. A
condizione naturalmente che queste modificazioni biologiche non si evolvano.
Ma la medicina ritiene che il cancro sia allora già
disseminato e dilagante e vorrà asportare tutto il seno, un intervento che per
la donna può essere drammatico. Ritorneremo a lungo sui discorsi e sulle
terapie della medicina classica per via della sua incomprensione delle leggi
biologiche.
In ogni caso, per comprendere il danno cerebrale e
organico ciò che conta è unicamente la colorazione soggettiva del conflitto.
Descrivere esattamente ciò che accade a livello dei
relais rimane ancora nell’ambito delle ipotesi. Il dottor Hamer li ha
identificati per ogni conflitto e ne ha rilevato la mappa. Ciò gli è stato
possibile esaminando numerose TAC in cui ha rilevato un aspetto diverso a
seconda che il conflitto fosse attivo o in soluzione.
Nel primo caso ha identificato anelli concentrici che
formano l’immagine di un bersaglio. Nel secondo caso, ha potuto vedere più
facilmente un’immagine che associa un edema e una proliferazione cellulare.
Ma tutto ciò è stato rifiutato dagli specialisti, che
sostengono che i bersagli non sono che artefatti o immagini senza significato e
legate al funzionamento dello scanner computerizzato, mentre gli edemi e le
proliferazioni cellulari vengono diagnosticati come tumori cerebrali da
trattare se possibile in quanto tali, oppure considerati come trombosi o altri
incidenti cardiovascolari. E l’espressione peggiorativa “focolaio di Hamer”
proviene dai suoi detrattori.
Lui stesso ha utilizzato espressioni come “rottura di
campo” nel cervello e ha supposto che ci fossero modifiche/distruzioni ai
prolungamenti delle cellule nervose o neuroni. Questi prolungamenti sono di due
tipi, gli assoni centrifughi che inviano informazioni e i dendriti centripeti
che le ricevono. Ma Hamer riconosceva anche che, nell’impossibilità di
sezionare il relais e osservarlo attraverso un’analisi al microscopio,
quest’ambito rimaneva come la “scatola nera” del processo cerebrale.
Quello che accade a livello degli organi. Sintomi e
lesioni.
Oltre agli esempi già citati, mi terrò sulle generali,
poiché visto il numero degli organi, i loro danni esatti sono l’oggetto della
seconda parte del libro. È anche necessario conoscere innanzitutto la seconda e
la terza legge biologica. La seconda ci dà insegnamenti sulla natura dei
sintomi seguenti a questi stadi.
Quello che si può già fare presente è che i cambiamenti
iniziano subito dopo lo shock iniziale e continueranno a svilupparsi sino a che
durerà il conflitto. Potrei affrontare senz’altro numerose malattie, perché è
proprio il nome delle stesse che il pubblico cerca. Ma vista la diversa
interpretazione della NM, descriverò soprattutto i fatti che queste
modificazioni sono e che si riducono a tre modalità reattive.
Il conflitto può provocare una proliferazione cellulare.
E se ciò accade ad esempio a livello del colon, un tumore che minaccia di
causare un’occlusione intestinale dovrà essere operato. Oppure può scatenare
una distruzione cellulare. Se ciò avviene sulla parete di un organo come lo
stomaco, il rischio di una perforazione giustificherà del pari un intervento chirurgico.
Il conflitto può provocare anche una diminuzione
funzionale come quella di un organo di senso, della motricità o di una
ghiandola. Se riguarderà l’udito o la capacità muscolare, il deficit sarà una
sordità o una paralisi. La differenza tra una patologia apparentemente anodina
e uno stato più grave è proporzionale alla massa conflittuale.
Ma terminiamo questo paragrafo con un proponimento più
positivo, poiché la maggior parte dei conflitti finisce per fermarsi,
affermazione che sarà l’oggetto della seconda legge.
Indice
Prefazione
Introduzione
Alcune domande senza risposte
L’anello mancante della medicina
Alcune espressioni eloquenti
Il dottor Ryke Geerd Hamer
PRIMA PARTE
GLI STRUMENTI TECNICI DEL SISTEMA ESPLICATIVO: LE CINQUE
LEGGI BIOLOGICHE
Presentazione
Capitolo 1 – LA PRIMA LEGGE BIOLOGICA
Le relazioni tra psiche, cervello e organi. Origine
psichica della malattia
Nozioni essenziali
Nozioni complementari
- Precisazioni sulla triade psico-cerebro-organica
- Precisazioni sul conflitto
- Alcuni grandi temi conflittuali
- Terreno ed ereditarietà
- I conflitti del lattante e del feto
- I binari del conflitto
Capitolo 2 – LA SECONDA LEGGE BIOLOGICA
Le due fasi della malattia. Quando il conflitto è risolto
Nozioni essenziali
Nozioni complementari
- Stadi del conflitto ed evoluzioni della malattia
- Pericoli e complicazioni di ciascuna fase
- La crisi epilettoide
Capitolo 3 – LA TERZA LEGGE BIOLOGICA
La natura dei sintomi in ciascuna delle due fasi
Nozioni essenziali
Nozioni complementari
- Tessuti embrionali e parti del cervello
- La migrazione del tessuto ectodermico
- Mappa dei relais cerebrali
- Precisazioni sulla proliferazione riparatrice
- La surdeterminazione della diagnosi
Capitolo 4 – LA QUARTA LEGGE BIOLOGICA
Il ruolo dei microbi
Nozioni essenziali
Nozioni complementari
- Il tropismo microbico
- Il sistema immunitario
- Altre domande
Capitolo 5 – LA QUINTA LEGGE BIOLOGICA
La comprensione del significato dei sintomi in natura. La
quintessenza
Nozioni essenziali
Nozioni complementari
Capitolo 6 – LA LATERALITÀ BIOLOGICA: ESSERE DESTRIMANI O
MANCINI
Capitolo 7 – LA LATERALITÀ ANATOMICA: LA LESIONE ALLA
PARTE DESTRA O SINISTRA DEL CORPO
Capitolo 8 – ESSERE UOMO O DONNA. IL RUOLO DEGLI ORMONI
SESSUALI
Capitolo 9 – LA PRESENZA DI SVARIATI CONFLITTI
Capitolo 10 – L’IMPORTANZA DELLE CONVINZIONI PERSONALI,
DEL VISSUTO DEI SINTOMI E DELLE CONCEZIONI MEDICHE
Capitolo 11 – L’UTILIZZO PRATICO DEGLI STRUMENTI
ESPLICATIVI
Capitolo 12 – CHE COSA CAMBIA NELLA DIAGNOSI
Capitolo 13 – CHE COSA CAMBIA NELLA TERAPIA
SECONDA PARTE
LE MALATTIE E I LORO CONFLITTI
Presentazione
Capitolo 14 – IL CANCRO
Capitolo 15 – LA PELLE
Capitolo 16 – IL SISTEMA LOCOMOTORE
Capitolo 17 – IL SISTEMA CARDIOVASCOLARE
Capitolo 18 – IL SISTEMA RESPIRATORIO
Capitolo 19 – IL SISTEMA DIGERENTE
Capitolo 20 – IL SISTEMA URINARIO
Capitolo 21 – IL SISTEMA GENITALE
La donna
L’uomo
Capitolo 22 – IL SISTEMA GHIANDOLARE
Capitolo 23 – GLI ORGANI DI SENSO
Capitolo 24 – LA SCLEROSI MULTIPLA
Capitolo 25 – L’AIDS
Capitolo 26 – ALLERGIE E MALATTIE IMMUNITARIE
Capitolo 27 – LE TURBE MENTALI
Conclusione
Indice delle malattie
Bibliografia
Michel Henrard
Comprendi la tua Malattia con le Scoperte del Dottor
Hamer - Libro >> http://goo.gl/OBmrVr
Perchè ti ammali, perchè proprio ora, perchè questi
sintomi, quanto è importante per te, come si evolve
Editore: Macro Edizioni
Data pubblicazione: Aprile 2015
Formato: Libro - Pag 268 - 17x24 cm