Wilhelm Reich: uno scienziato border line
Dall'Austria agli Stati Uniti, dalla psicoanalisi
all'energia orgonica: storia di uno scienziato border line
di Emanuele Cangini - 08/06/2015
Wilhelm Reich: uno scienziato border line
Wilhelm Reich
(1897-1957) è stato un filosofo, ufologo, psichiatra e psicoanalista. La
sua vita è stata caratterizzata da una ricerca ardita e senza compromessi che
ha avuto il merito di puntare il dito sul lato oscuro della società borghese
dell'epoca.
Wilhelm Reich tra marxismo e scuola psicoanalitica
Reich ripercorre nella sua disamina un processo di
svisceramento sociologico, colpendo con precisione chirurgica i nervi scoperti
dell’ipocrisia dei costumi convenzionali; discepolo di Sigmund Freud, ne
apprende i metodi interpretativi ed eziologici del rapporto tra società e
sessualità, scorgendo in questa dualità una importante chiave di lettura e
interpretativa sul piano fenomenologico. Già nel 1920 era membro attivo della
Società psicoanalitica di Vienna, toccando con mano in quella realtà l’aspetto
terapico delle nevrosi contestualizzate nel rapporto diretto con le classi meno
abbienti, a dispetto del diffuso costume dell’epoca nel quale si collocava
l’aspetto di procedura terapica secondo una visione “separatista”
paziente-analista.
Allo scoccare dell’anno 1927 si iscrive formalmente al
Partito comunista; gesto inquadrabile non solo nella naturale prosecuzione e
formalizzazione di proprie personali idee, ma ancor di più in una manifesta
possibilità di coniugare al meglio le sue convinzioni terapeutiche con la
possibilità di estenderle più diffusamente a tutti i contesti sociali.
Condizione perfetta per gettare le basi di quello che
diverrà una dei cardini dei suoi costrutti teoretici, il tentativo di
conciliare i precetti marxisti con i cardini della scuola psicoanalitica
(tentativo di sintesi che verrà ripreso da Herber Marcuse 1898-1979, celebre
filosofo e sociologo tedesco). Su queste premesse creò negli anni che vanno dal
1925 al 1930 i primi consultori per ragazzi, atto che fu di poco antecedente al
suo “banditismo” per l’Europa in conseguenza all’instaurarsi del regime nazista
che, di certo, non vedeva di buon occhio taluni schieramenti politco-ideologici
né, tantomeno, talune controverse discipline arditamente innovative come quella
coniata dallo stesso Reich.
La teoria orgonica
Espulso, nel 1934, dalla Società psicoanalitica
internazionale, approda negli Stati Uniti dove, in aperta antitesi con colui
che fu il suo mentore, Freud, prende le distanze dalla “svolta”, battezzata
come idealistica, espressa nell’opera Il disagio della civiltà dello stesso
Freud, obiettando una inconciliabilità di fondo tra il principio di Thanatos e
il principio di originaria integrità e purezza della natura umana.
Nel 1942 fonda l’Orgone Institute, destinato allo studio
della “energia orgonica” (presunta forma di energia cosmica primordiale che si
manifesta nell’orgasmo sessuale, nell’ambito di una precisa condizione
bioelettrica dei fenomeni sessuali), nella convinzione che tale energia potesse
essere accumulata da apposite apparecchiature e utilizzata per la cura di
malattie come il cancro e la leucemia.
Le forzature della sua teoria priva di fondamento
scientifico provocarono la sua condanna: nel 1954 fu denunciato dalla Federal
Food and Drug Administration per i suoi esperimenti e nel 1956 condannato alla
reclusione e alla distruzione del materiale prodotto dall’Orgone Institute e
delle sue opere.
Reich e Pasolini
Senza ombra di dubbio non è inappropriato scorgere un
parallelismo tra quanto affermato da Reich
e Pier Paolo Pasolini (scrittore e regista italiano, 1922-1975). Una
indagine, quella del primo, acuta e approfondita sulla mentalità borghese,
sulla sua struttura e sulle dinamiche che la caratterizzano, certamente affine
alle conclusioni del secondo, che con maestria aveva compreso i paradossi
educativi e comportamentali di una classe sociale a “immagine e somiglianza”
del divino consumismo.
La stampa tacciò Reich di pornografia: condizione
certamente spiacente, ma che permette di riproporre il parallelismo con
Pasolini che, nel film Salò o le 120 giornate di Sodoma, istiga un forte e
provocatorio attacco alla borghesia come matrice del fascismo e della violenza.
In questo aspetto trovano convergenza le polemiche dei due pensatori: quella di
Reich proveniente da un retroterra psicoanalitico e medico, quella di Pasolini
di derivazione più sociale e dai contenuti certamente più classisti, si fondono
nel lucido attacco alla infelicità umana come effetto prodotto dalla
repressione sessuale.
Arrestato nel 1957 e affetto da crisi psicotiche Reich morì
nel novembre dello stesso anno per attacco cardiaco; triste e misteriosa
chiusura di sipario di poco antecedente alla data del suo rilascio sulla
parola, che sarebbe dovuta avvenire di lì a una settimana.
Luigi de Marchi, Vincenzo Valenzi
Wilhelm Reich >> http://goo.gl/075kAe
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