Emilio Del Giudice e l’acqua
Continua il viaggio alla scoperta della “memoria
dell’acqua” da Talete a Del Giudice passando per Benveniste ed Emoto
di Emanuele Cangini - 22/07/2015
Emilio Del Giudice e l’acqua
«L’acqua è la sostanza da cui traggono origine tutte le
cose; la sua scorrevolezza spiega anche i mutamenti delle cose stesse. Questa
concezione deriva dalla constatazione che animali e piante si nutrono di
umidità, che gli alimenti sono ricchi di succhi e che gli esseri viventi si
disseccano dopo la morte». Questo scriveva sull’acqua Talete di Mileto,
filosofo della Grecia antica tra i più vicini, assieme ad Aristotele, alla
contemplazione filosofica di stampo occidentale.
Parole che non nascondono affatto l’importanza attribuita
al prezioso elemento che, sin dagli albori dei tempi, condiziona ogni dinamica,
biologica e non, del nostro amato pianeta. Elemento che compare nei miti
ancestrali, nei culti efesini e nelle mitiche divinazioni della profana regina
Olimpiade di Samotracia, madre di Alessandro il grande: proprio in acqua lo
partorì, narra il mito, avvolta nelle spire di un sinuoso serpente tanto
sinistro quanto regale.
L’acqua: musa ispiratrice fin dall’antichità
Elemento, l’acqua, che ben si presta al mito, alla poesia
e a tutte le licenze poetiche che la prassi artistica conviene come, altresì,
seppur in tempi più recenti, ha vestito i panni di musa ispiratrice per una
tipologia di indagine totalmente più empirica e scientifica. Ho esaminato negli
articoli precedenti i preziosi contributi in tal senso, di scienziati quali
Benveniste ed Emoto i quali, con rigorosa prassi metodologica, ne hanno
investigato le proprietà fisico-chimico-energetico-strutturali.
Emilio Del Giudice e la differente interpretazione della
“memoria dell’acqua”
Se da un lato l’analisi benvenistiana volgeva la propria
attenzione verso un aspetto più prettamente “dinamico” dell’acqua, inteso forse
meglio come serie di succussioni finalizzate alla trasmissione sottile del
principio curativo (ambito omeopatico, “il simile cura il simile”), dall’altro
l’approccio emotiano concepiva una metodica di osservazione certamente più
votata all’aspetto strutturale, essendo quest’ultimo il risultato della diversa
esposizione informazionale a fonti differenti, come suoni, parole o emozioni. A
queste due soluzioni interpretative, indubbiamente calzanti, se ne aggiunge una
terza, alternativa e complementare allo stesso tempo: quella di Emilio Del
Giudice (1940-2014), fisico teorico italiano pioniere nella formulazione della
teoria delle stringhe. Napoletano appassionato, verace e diretto del quale si
possono, per portata, ricordare le ricerche svolte presso l’Istituto nazionale
di fisica nucleare, unite alla collaborazione con Giuliano Preparata,
celeberrimo teorico di fisica a livello mondiale; proprio con quest’ultimo
elaborò quei princìpi tanto discussi sull’elettrodinamica quantistica (QED), i
quali riaccesero un tanto sopito quanto inatteso dibattito sopra la materia
della “memoria dell’acqua”, previa attivazione elettromagnetica molecolare.
Forse provocatoria ma certo coraggiosa l’affermazione di
Del Giudice secondo la quale, con il plauso di Montagnier, si poteva supporre
una sorta di relazione “sessuale” tra le molecole d’acqua, ponendole come
controparte simbolica di una dualità poligamo-monogama certamente sintesi di
una facoltà di scelta attivante precisi processi biochimici.
Ne scaturiva una riflessione, diretta conseguenza delle
premesse poc’anzi esposte: come possono talune molecole determinare il proprio
percorso in un tempo indicibilmente veloce quale quello di una reazione
fisico-biologica?
La “non monogamia molecolare” dell’acqua secondo Del
Giudice
«Quando in un sistema di reazione vengono inserite le
materie prime, regolate le sostanze fisiche e le molecole si urtano, producono
un gran numero di specie chimiche. Sono esseri poligami promiscui... Se le
molecole non hanno indicazioni specifiche “vanno con il primo che capita”, e in
breve si producono tutte le specie compatibili», questo il responso
irreprensibile di Del Giudice. Metabolizzata questa assonanza sulla presunta, o
meno, non monogamìa molecolare, occorre prendere atto della velocità certamente
maggiore delle reazioni all’interno del nostro organismo.
L’interazione “identificativa” tra molecole è di stampo elettromagnetico;
questo il funzionamento dei sistemi biologici, che si aggiunge alla precedente
concezione esclusivamente “biochimichista”.
Famoso, in pertinenza a quanto esposto, è l’esempio,
citato dallo stesso Del Giudice, del comportamento del vapore acqueo: alla
soglia dei 100 °C l’acqua passa di fase in maniera coordinata seguendo un
“input” di chiaro stampo elettromagnetico.
Se, al contrario, lo stesso processo fosse diretto da
leggi esclusivamente chimiche e termiche, assumerebbe un comportamento sicuramente
più casuale e non coordinato, contraddicendo quella perfetta simultaneità degli
eventi che giustifica la concezione asserita in partenza.
Emilio del Giudice, napoletano di nascita, tanto quanto
d’estrazione: quella stessa immediatezza comunicativa elaborata nei sunti delle
ricerche scientifiche condotte, trova perfetto riscontro nella dimensione certo
non meno evocativa, della spontaneità partenopea, magnificamente rappresentata
da Eduardo de Filippo e Massimo Troisi: proprio quest’ultimo, nel film Il
postino, regala a un lontano, ma mai dimenticato Pablo Neruda, uno scorcio di
massima poesia, una parentesi fulminea di eccelsa ispirazione ispirata,
prosaicamente, da una vaga contemplazione dell’acqua.
«Il rumore del mare», scrive Mario Ruoppolo al poeta
Neruda. Perché ricordasse la grandezza che aveva smarrito e che, solo nel
silente ascolto dell’acqua, poteva ritrovare.
Nicola Del Giudice, Emilio Del Giudice
Omeopatia e Bioenergetica >> http://goo.gl/nqW7HX
Le medicine alternative: dalla stregoneria alla scienza
Editore: Edizioni Libreria Cortina Verona
Data pubblicazione: Febbraio 1999
Formato: Libro - Pag 302 - 14,5x23
Ultima ristampa: Marzo 2011