Metamedicina 2.0 - Ogni Sintomo è un Messaggio
Edizione del Decennale, grandemente rinnovata e aumentata
di Claudia Rainville
Metamedicina 2.0 - Ogni Sintomo è un Messaggio - Libro
Dieci anni di lavoro nel campo della microbiologia hanno
fornito a Claudia Rainville il rigore, il metodo d’indagine e di analisi
necessari per questa ricerca, durata a sua volta diciannove anni.
L’esperienza personale della malattia (cancro, mal di
schiena cronico, depressione nervosa e una quantità di operazioni) e
l’autoguarigione completa che ne è seguita hanno condotto la Rainville a
testare con altri la sua convinzione: VI È UNA CORRELAZIONE fra sintomo e causa
profonda, confermata dal vissuto personale di migliaia di uomini e donne che si
sono rivolti a Claudia Rainville.
Se siete fra coloro che s’interrogano sul senso profondo
della loro malattia, questo libro potrebbe condurvi alle cause profonde e dare
il via ad un vero processo di autoguarigione.
Leggere i sintomi come messaggi del corpo: una chiave
semplice, fondata su un’enorme casistica, per comprendere cosa c’è dietro una
malattia e guarire. La metamedicina va al di là della semplice cancellazione
del dolore o della scomparsa dei sintomi, incentrandosi sulla ricerca del
fattore responsabile dei disturbi.
Ogni sintomo è un messaggio è un grande best seller di
Macrolibrarsi ed è considerato dalle persone che lo hanno letto una bibbia
della salute.
Introduzione di "Metamedicina 2.0 - Ogni Sintomo è
un Messaggio" - Libro di Claudia Rainville
Il termine "metamedicina" è formato dal
prefisso greco meta, che significa "al di là" e dal sostantivo
"medicina", che significa "l'insieme dei mezzi messi in atto per
prevenire, guarire e alleviare le malattie".
La metamedicina va al di là della semplice cancellazione
del dolore ο della scomparsa dei sintomi, incentrandosi sulla ricerca del
fattore responsabile dei disturbi.
In metamedicina, il dolore, il malessere ο l'affezione
sono considerati segni precursori dell'incrinarsi dell'armonia in una parte
dell'organismo, e far scomparire questi segnali senza ricercare l'informazione
di cui sono forieri sarebbe come disinserire l'allarme antifumo dopo che ha
rilevato un focolaio d'incendio. Ignorando l'allarme, rischiamo di trovarci nel
bel mezzo delle fiamme, ed è precisamente quanto fanno coloro che inghiottono
una medicina senza cercare di capire quale sia l'origine del segnale.
Questo non implica automaticamente che sia necessario
rifiutare una medicina che potrebbe darci sollievo: significa invece non
limitarsi a voler cancellare il dolore ο a voler far scomparire i sintomi, ma
voler eliminare anche ciò che ha potuto originarli.
A titolo d'esempio vi racconto un'esperienza personale,
vissuta all'età di undici anni: avevo un orzaiolo dopo l'altro e una compagna
di classe mi suggerì di rivolgermi a una sua zia guaritrice, che avrebbe potuto
liberarmene. Andai a trovarla, e la donna si limitò ad appoggiare il suo anello
d'oro nel punto in cui stava spuntando un nuovo foruncolo dolorosissimo; mi
disse: «Vai e non ringraziarmi», cosa che io feci. Da quel giorno, non ho mai
avuto un altro orzaiolo.
Mi aveva guarita? L'interrogativo è tutto qui.
Far scomparire un sintomo, un dolore ο una manifestazione
non significa necessariamente guarigione perché la causa che gli ha dato
origine può ripresentarsi dopo un certo tempo, in modo più ampio oppure sotto
una nuova forma.
Fu proprio ciò che accadde a me: la mia fiducia nelle
qualità terapeutiche della donna era stata sufficiente per annullare del tutto
quel "segnale" del mio organismo, ma la causa che l'aveva originato
non era stata eliminata sicché, in seguito, ebbi una tonsillite dietro l'altra.
Questa volta mi rivolsi al medico di famiglia che mi prescrisse in un primo tempo
delle compresse di iodio, che mi diedero ben poco sollievo. Poi passò agli
antibiotici, i cui risultati furono piuttosto effimeri; la soluzione definitiva
era di farmi operare di tonsille. L'intervento chirurgico ebbe luogo, ma la
causa del problema era ancora lì sicché, in seguito, si manifestarono faringiti
e laringiti.
Le cartelle cliniche sono piene di storie di questo
genere; per esempio, c'è il caso di una donna a cui trovano un piccolo nodulo
al seno, durante un esame di routine: il medico le raccomanda di fare una
mammografia, poi una biopsia; diagnosi: una massa lipomatosa, ovvero un ammasso
di tessuto grasso di natura benigna. La paziente si sente rassicurata. Qualche
anno dopo la stessa donna scopre un'altra protuberanza sul seno: non si preoccupa,
pensando che si tratti probabilmente di un'altra cisti di grasso ma, questa
volta, il seno le fa male; inoltre compaiono gangli ascellari, il che la spinge
a recarsi nuovamente dal medico. Dopo gli esami adeguati, la diagnosi è:
cancro. A questo punto, interviene il chirurgo eliminando il tessuto anomalo
dal seno. La paziente viene sottoposta per un anno a trattamenti di
radioterapia e chemioterapia, dopo di che sembra si possa cantar vittoria. La
paziente conduce una vita normale. Poi compaiono dolori alle anche, e sì scopre
che si tratta di un cancro alle ossa: pochi anni più tardi, la donna muore per
un cancro generalizzato.
Ben inteso, non tutte le storie vanno così: non è che
tutti quelli che hanno gli orzaioli finiscono necessariamente per avere in
seguito tonsilliti ο laringiti, e chi ha una cisti al seno non necessariamente
svilupperà un cancro. L'evoluzione della manifestazione è determinata dalla
causa stessa che può essere temporanea ο prolungata: sono le cause di grande
intensità ο che vengono alimentate a dar luogo a una serie di manifestazioni ο
a malattie gravi come il cancro, la sclerosi, eccetera.
Fintantoché si interviene sull'effetto ο sulle
manifestazioni che, sempre nel caso del nostro esempio, sono l'estrazione del
lipoma (ciste di grasso), l'asportazione del seno, i trattamenti di
radioterapia e chemioterapia, la causa continua a lavorare e a propagarsi
proprio come un'erbaccia che viene tagliata senza estirparne le radici.
Teniamo a mente che non vi è alcuna manifestazione (dolore,
indurimento, sanguinamento, eccetera) priva di causa; ogni causa produce
effetti che a loro volta generano nuove cause e ancora più numerosi effetti.
Cosa avrebbe potuto fare quella guaritrice che avevo
consultato quando avevo undici anni per condurmi verso una vera guarigione?
Avrebbe potuto certamente usare l'anello d'oro che aveva posato sul miο
orzaiolo ma, in seguito, avrebbe dovuto farmi delle domande, aiutarmi a
scoprire e poi a eliminare il fattore responsabile di questi orzaioli.
Queste ultime due tappe corrispondono all'approccio
tipico della metamedicina, che può essere usato da medici, infermieri,
terapeuti, guaritori, pranoterapeuti e così via per guidare la persona che si è
rivolta a loro nel processo di recupero della salute.
Volutamente uso il verbo "guidare", perché
l'unica guarigione vera è l'autoguarigione.
Non si può guarire nessuno contro la sua volontà, e
soltanto la volontà sincera di guarire può motivare una persona a operare i
mutamenti necessari nei suoi atteggiamenti, nel suo sentire e nelle emozioni
responsabili della sua sofferenza.
Come può intervenire la metamedicina in un processo di
guarigione? La metamedicina aiuta a ricostruire la storia di un disturbo, di
una malattia ο di un mal-essere profondo risalendo per quanto possibile alla
comparsa dei primi sintomi; a questo scopo si usano le chiavi che orientano il
"colloquio pertinente", necessario per scoprire la ο le cause del
male.
Quale "colloquio pertinente" avrebbe potuto
mettere in atto la guaritrice se fosse stata al corrente della metamedicina?
Servendosi della simbologia del corpo e delle sue manifestazioni, avrebbe
saputo che, giacché il disturbo mi colpiva gli occhi, la causa aveva a che fare
con qualcosa che vedevo; inoltre avevo continue infezioni e spesso le infezioni
sono collegate alla collera che fermenta dentro di noi; di conseguenza mi
avrebbe chiesto se c'era qualcosa che vedevo e che mi mandava in collera.
Era proprio questo il mio caso: verso l'età di undici
anni, assistevo continuamente a scene di violenza in famiglia, e quando vedevo
mia sorella con il sangue al naso per ore perché era stata picchiata, provavo
una collera furibonda nei confronti di mio fratello che esprimeva la propria
sofferenza attraverso la violenza. Ε tuttavia avevo troppa paura di lui per
osare dire anche solo una parola: la collera nel vedere quelle scene si
manifestava dunque attraverso gli orzaioli, e la mia impotenza nell'esprimerla
si traduceva in tonsilliti, faringiti, laringiti. Non appena quel fratello si
allontanò dalla famiglia, tutto cessò.
In un primo tempo, la guaritrice avrebbe potuto dunque
farmi prendere coscienza di questa collera che ribolliva in me e, in una
seconda fase, avrebbe potuto aiutarmi a liberarmene facendomi capire quale
fosse la ragione del comportamento aggressivo di mio fratello: non era forse
stato picchiato anche lui? Non portava forse in sé una grande sofferenza, che
esprimeva attraverso la violenza perché si sentiva incapace di liberare le
lacrime? In tal modo, invece di giudicare mio fratello, avrei potuto
comprenderlo... Chissà?! Se si fosse sentito compreso e amato, forse questo
l'avrebbe aiutato, e avrebbe aiutato anche noi...
È notevole come l'aiuto che si può dare a una persona
tramite la metamedicina spesso finisca per avere ricadute positive sulle
persone che la circondano.
Non bisogna però credere che la metamedicina sia un
approccio semplicistico, anzi: non si limita a una causa che produce un
effetto, perché un sintomo, un dolore ο una malattia possono risultare da un
insieme di fattori riuniti.
Una storia molto simile, infatti, può produrre
manifestazioni molto diverse a seconda della persona: ad esempio, lo stress
emotivo dovuto alla perdita di un figlio in un incidente può, per una madre,
dar luogo a un cancro al seno e, per un'altra, provocare un fibroma uterino;
per un'altra ancora, interverrà una depressione nervosa. Nel primo di questi
casi, è possibile che la madre si sia sentita responsabile se non addirittura
colpevole dell'incidente accaduto al figlio; nel secondo caso la donna forse si
è sentita impotente di fronte alla sofferenza del figlio e ne ha conservato un
dolore profondo; infine, nel terzo caso, forse quel figlio era la sua ragione
di vita e la morte del bambino può averle tolto il gusto di vivere, da cui è
derivata la depressione.
Una stessa malattia può a sua volta avere cause molto
diverse; ad esempio l'asma può esprimere, in una persona, un senso di
oppressione perché si sente limitata nel suo spazio; questo spazio può
riguardare tanto un bisogno di libertà quanto il bisogno di essere
riconosciuto, ο di avere un posto tutto per sé. In un'altra persona, può essere
collegata a un senso di colpa profondo relativo alla propria nascita (se questa
persona per esempio si è creduta responsabile della sofferenza di sua madre): a
causa di questo senso di colpa, la persona si vieta di vivere appieno, e lo fa
impedendosi di respirare bene. In ultimo, in un altro caso, potrà trattarsi del
bisogno di ottenere attenzione.
Per questo non possiamo affermare, partendo da un
disturbo ο da una malattia, che la ragione, la causa è precisamente
"questa": ci serviremo della simbologia del corpo e delle sue
manifestazioni solo per orientare il colloquio, che è l'unico a consentirci di
ricostruire la storia per scoprire la causa inerente.
Quando si vuole sfuggire ad una situazione
che comporta una lezione importante per la nostra
evoluzione,
la malattia può obbligarci ad affrontarla.
Indice
Ringraziamenti
Prologo
Che cos’è la metamedicina©?
Prima parte - Svegliare la propria coscienza
1 - Assumersi la responsabilità della propria salute e
della propria felicità
2 - Il cervello e il suo ruolo nelle manifestazioni di
equilibrio e squilibrio
3 - Come non farsi influenzare
4 - Come usare bene le programmazioni
5 - L’origine della malattia ovvero “cosa ti dice il
male”
Seconda parte - Le chiavi dell’autoguarigione
6 - Il disagio di vivere e come liberarsene
7 - Il senso di colpa e le sue ripercussioni: come
liberarsene
8 - Le paure e le loro ripercussioni: come liberarsene
9 - La collera e come superarla
10 - La vergogna e le sue manifestazioni: come superarla
11 - Come ricostruire la storia del proprio disagio o
della propria malattia
Terza parte - Indagare la simbologia del corpo
12 - Apparato di sostegno e apparato locomotore
13 - La testa e gli organi di senso
14 - La pelle e gli annessi cutanei
15 - L’apparato respiratorio
16 - L’apparato circolatorio
17 - L’apparato digerente
18 - L’apparato genitale e il seno
19 - L’apparato escretore
20 - Il sistema ghiandolare e i centri energetici
21 - Le chiavi della salute e del benessere
Epilogo
Appendice 1
Appendice 2
Note dell’autrice
Indice analitico
Claudia Rainville, medico, ha trascorso parte della sua
vita in uno stato di depressione e male di vivere che l'ha portata a tentare
varie volte il suicidio. L'ultima volta ha sperimentato la morte clinica e
allora, come lei racconta, è rinata. Dopo quell'esperienza il principale
interesse della Rainville è stato quello di scoprire le cause mentali e
spirituali della malattia, perché solo guarendo le cause interiori e profonde,
la necessità psicologica di soffrire, è possibile guarire definitivamente da
ogni male fisico.
Dieci anni di lavoro nel campo della microbiologia hanno
fornito a Claudia Rainville il rigore, il metodo d’indagine e di analisi
necessari per questa ricerca, durata a sua volta dodici anni. L’esperienza
personale della malattia (cancro, mal di schiena cronico, depressione nervosa e
una quantità di operazioni) e l’autoguarigione completa che ne è seguita
l’hanno condotta a testare con altri la sua convinzione. Secondo Claudia
Rainville vi è una correlazione fra sintomo e causa profonda, confermata dal
vissuto personale di migliaia di uomini e donne che si sono rivolti a lei per
guarire.
Claudia Rainville ha creato la Metamedicina, un potente
metodo terapeutico che ha già aiutato molte persone nel mondo.
Claudia Rainville
Metamedicina 2.0 - Ogni Sintomo è un Messaggio - Libro
>> http://goo.gl/CG1gb1
Edizione del Decennale, grandemente rinnovata e aumentata
Editore: Amrita
Data pubblicazione: Gennaio 2000
Formato: Libro
Nuova Edizione: Giugno 2015