Cos'è Veramente lo Yoga
Un metodo scientifico per sperimentare l'infinito - con
la versione originale dello Yoga Sutra di Patanjali
di Giulio Cesare Giacobbe
Cos'è Veramente lo Yoga - Libro
Questo libro, scientificamente fondato, esplora l'essenza
e lo scopo dello Yoga con precisione e chiarezza; contiene inoltre una
rivoluzionaria interpretazione del più importante trattato dello Yoga, lo Yoga
Sutra di Patanjali, un vero e proprio trattato di psicologia che precorre la
psicologia occidentale di duemila anni: basti pensare alla scoperta
dell'inconscio, che nello Yoga Sutra è chiaramente individuato e descritto.
Introduzione del libro "Cos'è Veramente lo
Yoga" di Giulio Cesare Giacobbe
Sin dai primordi dell'umanità, i grandi spettacoli
naturali hanno suscitato negli esseri umani l'idea dell'infinito.
Ma dell'infinito essi non avevano alcuna esperienza.
Ciò di cui avevano esperienza era il finito.
Sicché quando il capitalismo nascente necessitò di
calcolare e misurare i beni accumulati, essi inventarono una matematica in cui
naturalmente i numeri erano finiti e in cui un segmento era composto
naturalmente di un numero finito di punti.
E' quello che viene di fare spontaneamente a chiunque.
La setta greca dei Pitagorici dispensò così la propria
scienza con cui si poteva calcolare e misurare, con cui si poteva costruire i
templi che avrebbero meravigliato l'umanità per i secoli a venire.
Ma venne il giorno in cui la loro scienza crollò come un
castello di carte.
Il giorno in cui uno di loro, Ippaso di Metaponto, scoprì
che la diagonale del quadrato di lato 1 ha come misura un numero seguito da un
numero infinito di decimali.
Un numero infinito.
I greci avevano il terrore, dell'infinito.
L'infinito è impensabile, lògos.
Quindi non soltanto perché questa scoperta annullava la
loro scienza, il loro potere, ma anche perché li metteva di fronte al baratro,
all'irrazionale, all'infinito, decisero di punire Ippaso con la massima pena.
Lo annegarono in mare e lasciarono che gli animali facessero scempio del suo
cadavere.
Ma l'infinito, rifiutato dalla ragione, si riappropriò
della mente umana.
E venne un altro matematico, un altro greco, Euclide, che
sull'infinito costruì un'altra matematica.
Una matematica in cui i numeri sono infiniti e in cui un
segmento è composto di un numero infinito di punti.
Contemporaneamente dall'altra parte del mondo, in India,
fu inventato un sistema di numerazione che comprendeva non solo l'infinito ma
anche il nulla.
° nulla infinito oo
E poi, molto più tardi, si scoprì che se non si usano
questi due piccoli simboli non si riesce a far volare un aeroplano, non si
riesce a far funzionare un computer, non si riesce ad andare sulla Luna.
Come è possibile?
Come è possibile che l'infinito, una cosa di cui noi non
abbiamo esperienza, condizioni così la nostra vita e caratterizzi così la
realtà?
Il fatto è che noi, dell'infinito, l'esperienza ce
l'abbiamo. Non tutti noi, ma alcuni di noi sì.
I nostri sciamani sotto l'influsso di sostanze
stupefacenti, i nostri mistici avvinti dall'estasi, l'infinito lo hanno visto.
Come estendere a tutti noi questa esperienza?
In modo sicuro, scientifico, senza dover fare ricorso
agli stupefacenti o a un'estasi mistica a cui non tutti sono in grado di
accedere?
E' così, che è nato lo Yoga.
Lo Yoga è un metodo scientifico capace di far provare a
chiunque l'esperienza dell'infinito.
Attraverso la realizzazione di uno stato percettivo
straordinario, che chiameremo percezione estatica, in cui è presente la sola
percezione di esistenza, che quindi esaurisce apparentemente tutto l'esistente
e coincide appunto con l'idea dell'Infinità. Si tratta di uno stato di trance
caratterizzato dalla perdita delle percezioni fondamentali (dell'ambiente
fisico, del tempo, dello spazio e infine dell'Io) normalmente presenti nella
percezione ordinaria.
Uno stato in cui non vi è più la percezione dei limiti.
In cui vi è appunto la percezione dell'infinito.
Il vissuto soggettivo di tale stato è estremamente
gratificatorio.
Esso è stato denominato dalla tradizione Sat-Chit-Ananda
(Esistenza-Coscienza-Beatitudine): beatitudine della sola coscienza di esistenza.
E' stato considerato lo stato coscienziale in cui l'essere umano realizza
l'unione con l'infinito e quindi con l'assoluto. Il termine Yoga significa
appunto questo: "unione".
L'esperienza yogica è verosimilmente molto antica. In un
sigillo ritrovato a Mohenjo Darò, nella valle dell'Indo, viene rappresentata la
postura tipica della tradizione yogica antica, la Siddha Asana.
Il sigillo è datato dagli studiosi alla seconda metà del
terzo millennio avanti Cristo.
Occorre tuttavia attendere la seconda metà del primo
millennio a.C. per avere il primo documento letterario della tradizione yogica.
Si tratta dello Yoga Sutra di Patanjali. Lo Yoga Sutra (Aforismi sullo Yoga) è
considerato universalmente il trattato classico dello Yoga. In particolare del
Raja Yoga, la via regale dello Yoga.
Lo Yoga Sutra costituisce infatti la trattazione più
sistematica che noi possediamo di questa disciplina. Il rigore formale e
linguistico, la sistematicità, l'essenzialità, la precisione, l'esattezza
dell'osservazione, il metodo sperimentale e l'esaustività descrittiva dello
Yoga Sutra contribuiscono a definirlo un trattato scientifico.
Lo Yoga Sutra è scritto in sanscrito ed è attribuito
dalla tradizione a un filosofo di nome Patanjali vissuto nel II sec. a.C, da
non confondersi con un grammatico dello stesso nome, d'epoca anteriore.
Per due millenni lo Yoga Sutra è stato considerato un
trattato di metafisica.
Ma tutti sanno che lo Yoga è una disciplina psicofisica.
Come è possibile che una disciplina psicofisica abbia come
proprio testo ufficiale un trattato di metafisica?
Questo libro nasce da questa domanda.
E' come se un manuale di sartoria fosse scambiato per un
manuale di ballo perché l'abito che descrive è un abito da ballo.
L'interpretazione metafisica dello Yoga Sutra è stata
data da commentatori il cui interesse era esclusivamente filosofico. I
principali commentatori dello Yoga Sutra sono stati Vyasa (Yogabhasya, VII
sec), Bhoja (Rajamartanda, IX sec), Ramananda Sarasvati (Maniprabha, XVI sec.)
e Nagesha (Chayavyakhya, XVII sec). I commentatori moderni si rifanno all'uno o
all'altro dei commentatori antichi, per cui espongono anch'essi delle letture
metafisiche dello Yoga Sutra.
Cosa ha permesso a questi filosofi di interpretare lo
Yoga Sutra come un trattato di metafisica? Non possono essersi inventati
tutto. Qualcosa deve averli indotti a una tale interpretazione. E' stata la
presenza nel testo dei termini Purusha e Atma.
L'esperienza della percezione estatica è un'esperienza
straordinaria. Uno stato in cui la coscienza è priva di oggetti e si riflette
in se stessa. Quale termine usare per indicare una tale esperienza?
Nella cultura indica al tempo di Patanjali il concetto di
Coscienza era indicato con il termine Purusha. Questo termine era stato
istituito dalla filosofia Sàrnkhya (fondata nel IX sec. a.C. ma sistematizzata
nel IV sec. a.C), che lo aveva contrapposto al termine Prakriti, denotante la
materia. Da qui deriva l'identificazione che i commentatori hanno istituito fra
Sàmkhya e Yoga.
Un altro termine che al tempo di Patanjali indicava in
qualche modo la coscienza era il termine Atma, istituito dalla filosofia
Puratana Vedanta (v sec. a.C), presso cui designava l'entità coscienziale
individuale (Anima).
Si tratta indubbiamente di due termini metafisici.
Quali termini usare tuttavia per designare un'esperienza
eccezionale come la percezione estatica che consiste nella percezione di sé
come pura coscienza se non i termini correnti di Purusha e Atma, designando
appunto la coscienza, in assenza di termini psicologici specifici?
La presenza di tali due termini è stata però fatale, al
saggio di Patanjali. Esso è stato per secoli scambiato per un testo di
metafisica. La dimensione metafisica è indubbiamente importante, per lo Yoga.
Non si può negare che suggestioni metafisiche possano sorgere spontaneamente,
dopo avere sperimentato la trance estatica, introdotta come vedremo da stati
allucinatori quanto meno impressionanti.
Ma ciò costituisce un'interpretazione a posteriori di
quell'esperienza. Una riflessione intellettuale che non coincide con
quell'esperienza ma ne costituisce il commento. Come sono tutti quelli scritti
da coloro che di quell'esperienza hanno parlato dopo avere letto lo Yoga Sutra.
E che magari quell'esperienza non hanno fatto.
Perché un conto è una speculazione metafisica fondata su
un'esperienza personale, un conto è una speculazione metafisica fondata sulla
lettura di commenti scritti da altri. I commenti appartengono a un ambito
temporalmente e logicamente posteriore all'esperienza yogica.
E allora cos'è veramente lo Yoga? Di cosa tratta
veramente lo Yoga Sutra di Patanjali? Una lettura del testo scevra da
pregiudizi metafisici ha condotto a una scoperta eccezionale.
Lo Yoga Sutra non è un trattato di metafisica ma un
manuale tecnico che descrive la pratica psicofisica dello Yoga. Anzi, più
generalmente è da considerarsi un trattato di psicologia.
Dei centonovantasei sutra di cui è composto lo Yoga
Sutra, centonovantadue sono infatti dedicati a descrizioni di stati o dinamiche
psichiche e quattro a descrizioni di tecniche fisiche (Asana, Pranayama,
Pratyayahara). Nessuno è dedicato a descrizioni metafisiche. Lo Yoga Sutra
comprende considerazioni generali sulla psicologia umana.
Possiamo affermare che lo Yoga Sutra è il primo trattato
di psicologia della storia umana, che anticipa di oltre duemila anni la
psicologia scientifica occidentale. In esso troviamo scoperte psicologiche
realizzate dalla scienza occidentale soltanto nel XX secolo. Una per tutte,
l'inconscio.
L'esposizione dello Yoga Sutra nella sua versione
originale assume quindi un'importanza rilevante per la psicologia. Ma anche
l'esegesi tradizionale di questo testo e la stessa tradizione dello Yoga
possono giovarsi di questa scoperta.
Il piano di esposizione di questo libro è il seguente.
Per prima cosa viene presentata la traduzione del testo.
Essa è stata costruita sulla traduzione letterale del testo sanscrito riportata
da Taimni. Al fine di una maggiore evidenza e chiarezza della materia esposta,
i sutra sono riportati in un ordine diverso da quello originale. La materia è
divisa per paragrafi intitolati ai diversi argomenti trattati. A ogni sutra
segue un commento comprendente non soltanto l'esplicazione e l'approfondimento
dei temi trattati, ma anche i riferimenti interni del testo. I termini
salienti riportati nel Glossario e i nomi degli autori sono scritti in
grassetto. Questi ultimi rimandano alle opere esposte nella Bibliografia.
Di seguito viene fornito il testo originale nella sua
traduzione letterale e nel suo ordine originale. Per ogni sutra vengono dati i
criteri della ricostruzione linguistica conducente alla traduzione, che viene
riportata per una immediata comparazione.
Viene poi presentata una sintesi avente il fine di
fornire una visione d'insieme veloce e immediata della materia trattata.
Viene quindi riportato uno schema delle fasi del Samadhi,
utile per districarsi nella complicata trama delle diverse figure psicologiche
esaminate in questa fase cruciale dello Yoga.
Segue un Glossario che permette di risalire alle voci
salienti del testo nell'ambito della traduzione.
Viene poi esposta la psicologia presente nello Yoga
Sutra. Segue una descrizione della pratica della metodica yogica esposta nello
Yoga Sutra, ossia del Raja Yoga. Viene infine presentata una disanima sulle
tradizioni dello Yoga. Chiude il libro una bibliografia in cui vengono
riportati gli estremi delle opere in esso citate con il solo cognome
dell'autore.
Questa lettura dello Yoga Sutra scientifica e,
necessariamente, per adesione al testo, psicologica, è rivoluzionaria. Quindi
questo è un libro rivoluzionario. Come dovrebbero essere tutti i libri.
Qualunque saranno le valutazioni del lettore, mi congratulo anticipatamente con
lui per la pazienza adoperata nella lettura di questo affascinante ma non
facile libro.
Indice
Introduzione
Yoga Sutra - Traduzione
La percezione ordinaria
La memoria
La tensione
Lo yoga
L'Illuminazione
Il Samadhi
Il samyama e le percezioni paranormali
La percezione estatica
Yoga Sutra - Testo originale
Sintesi
La percezione ordinaria
La memoria
La tensione
Lo yoga
L'Illuminazione
Il Samadhi
Il samyama e le percezioni paranormali
La percezione estatica
Le fasi del Samadhi
Glossario
La Psicologia
La pratica
Le tradizioni
Bibliografia
Giulio Cesare Giacobbe si è laureato in Filosofia
all'Università di Genova e in Psicologia negli Stati Uniti (California). Ha
praticato analisi personale e formazione in psicoterapia presso l'Istituto di
Psicosintesi di Firenze.
E' titolare dell'insegnamento di Fondamenti delle
Discipline Psicologiche Orientali presso la Facoltà di Lettere e Filosofia
dell'Università di Genova, dove vive e lavora.
Giulio Cesare Giacobbe è iscritto all'albo degli
psicologi Italiani ed è abilitato all'esercizio della psicoterapia in Italia e
negli Usa.
Giulio Cesare Giacobbe
Cos'è Veramente lo Yoga - Libro >> http://goo.gl/kCahHi
Un metodo scientifico per sperimentare l'infinito - con
la versione originale dello Yoga Sutra di Patanjali
Editore: L'Arte di Essere
Data pubblicazione: Luglio 2015
Formato: Libro - Pag 230 - 14 x 21,5 cm
Prima Edizione: 1994
Già edito con il seguente titolo: La Psicologia dello
Yoga. Lettura psicologica dello Yoga Sutra di Patanjali