Transevolution
L'era della Decostruzione Umana
di Daniel Estulin
Transevolution - Libro
“La razza umana è in via di estinzione? Se sì, allora in
favore di cos’altro? Chi è il nostro nemico? Sullo sfondo, uno sviluppo
tecnologico mozzafiato, la continua voglia di cambiare se stessi, di
aggiornarsi e trasformarsi in qualcosa di meglio, di superiore, di più
resistente e magari immortale. Forse l’unico nostro nemico è l’inaccettabile
fragilità umana”
Daniel Estulin
Utilizzando un rapporto del governo del Regno Unito,
Tendenze strategiche 2007-2036, Daniel Estulin crea un’immagine 3D del futuro
per spiegare come i progressi scientifici e tecnologici, distruzione economica,
la sovrappopolazione, conquista dello spazio e la gara per l’immortalità si
scontrano in una lotta mortale tra i super ricchi e resto dell’umanità.
Senza dubbio, stiamo assistendo ad una esplosione senza
precedenti nella conoscenza scientifica e abbiamo imparato di più negli ultimi
50 anni che in tutta la storia umana. Grazie alle meraviglie della scienza.
Estulin in questa nuova opera ci spiega che ora, attraverso la genetica, la
robotica, le tecnologie dell’informazione e la nanotecnologia, abbiamo i mezzi
per controllare la materia, l’energia e la vita stessa.
Non abbiamo mai visto nulla di simile prima e questo
solleva profonde domande su ciò che significa “essere umano”.
Con l’avvento della nuova scienza e della tecnologia
relativa alla rivoluzione genetica, possiamo letteralmente riscrivere il nostro
patrimonio genetico.
Nell’arco di una generazione, siamo passati da piante
geneticamente modificate ad animali geneticamente modificati.
Il passo successivo è la modifica antropologica degli
esseri umani?
Cosa ci aspetta nel futuro?
Il libro sorprendente di un autore visionario.
Senza dubbio, quest’opera è la prima al mondo che mette
insieme tutti questi elementi per creare una visione terribilmente realistica
di ciò che aspetta la vita umana nel futuro.
Il primo libro esistente che parla dell’evoluzione del
concetto di Essere Umano.
Un libro da leggere perché ci racconta ciò che ci aspetta
in futuro e il futuro riguarda ognuno di noi.
Leggi un estratto dal libro di Daniel Estulin
"Transevolution"
Introduzione - Transevolution - Libro di Daniel Estulin
L'anno è il 2015. È un'epoca di grande innovazione e
progresso tecnologico e, contemporaneamente, è anche un tempo di caos e di
cospirazioni: un'era di collasso finanziario che attraversa il mondo, di popoli
spinti via in massa dalle proprie terre di origine, nonché di ricchi che
diventano sempre più ricchi, più potenti e persino più temuti giorno dopo
giorno. Nel 2015 i grandi colossi finanziari del pianeta hanno ormai più potere
degli stessi governi nazionali. Questi conglomerati hanno messo sul lastrico i
governi e li hanno in tal modo asserviti agli interessi della loro potente
élite. La fase finale del processo di fusione che porterà alla nascita definiva
della "società per azioni del mondo unico" è già innanzi a noi.
«L'era dorata dell'energia a basso costo è ormai storia
vecchia. La competizione per le risorse energetiche» domina la scena economica.
Il peggioramento delle condizioni ambientali, l'uso sempre più frequente delle
coltivazioni intensive e il ritmo dell'urbanizzazione hanno via via ridotto la
fertilità delle terre coltivabili. La mancanza di cibo è alla radice degli
spostamenti di massa di popolazioni su scala globale. Si registra una grave
scarsità di risorse idriche in alcune delle aree più popolate del mondo, come
India, Cina e Pakistan, il che contribuisce a scatenare delle frizioni (da cui
a loro volta vengono provocate azioni militari e spostamenti di popolazione su
larga scala) in regioni dall'equilibrio già fragile in partenza.
L'umanità è in pericolo. Un cambiamento, a questo punto,
diviene necessario. Non siamo ancora alla fine del mondo, ma possiamo
intravederla dal punto in cui ci troviamo ora. Potete sentirla nell'aria e
toccarla con la punta delle vostre dita.
Quale futuro ci aspetta? Cosa accadrà domani? Tra un
anno? Nella prossima generazione? Diverse ricerche governative con il massimo
livello di riservatezza, tanto negli Stati Uniti quanto in Gran Bretagna,
dipingono un futuro a tinte fosche: nell'arco dei prossimi venticinque anni il
mondo si tramuterà in una distopia orwelliana, in cui ristrette élite
prospereranno alle spalle di una popolazione ridotta sempre più alla fame.
«I concetti di democrazia e libertà saranno scomparsi,
rimpiazzati da una dittatura ad alta tecnologia fondata sulla sorveglianza, il
controllo e il lavaggio del cervello da parte dei mass media, sulla repressione
poliziesca e su una rigidissima separazione tra i diversi ceti della società.
La grande maggioranza degli individui vivrà in condizioni paragonabili a quelle
del Terzo Mondo e sarà sottoposta al pericolo costante» di povertà, carestia,
malattie e sterminio fisico»
Giunti al 2015, l'oligarchia globalista vede a portata di
mano la possibilità di far precipitare l'umanità intera in una nuova
"epoca oscura" manipolando scientemente la teoria evoluzionistica a
sfondo razziale elaborata da Darwin, fondata sulla selezione naturale ("la
sopravvivenza del più forte"), che ha inoltre disinvoltamente applicato ai
principi sociali andando a creare il cosiddetto "darwinismo sociale".
Ai più ciò potrebbe apparire come un film di fantascienza
hollywoodiano ambientato in un fosco futuro, eppure vi posso assicurare che è
tutto concreto. Anzi, accade già attorno a noi.
Queste sono le conclusioni a cui è giunto un rapporto
commissionato dalle autorità britanniche. Nel dicembre del 2006, infatti, il
ministero della Difesa del Regno Unito ha redatto nel massimo riserbo un
documento in cui si delineava l'evoluzione futura del genere umano. Tale studio
era a sua volta frutto di alcuni riservatissimi scambi di vedute avvenuti in
coda alla conferenza del Bilderberg del 2005, svoltasi presso l'albergo Dornit
Sofitel Uberfahrt a Rottach-Egern (Germania). 11 gruppo di studio era stato
selezionato dal comitato direttivo del Bilderberg nel gennaio del 2005, ben
prima dello svolgimento della conferenza vera e propria (cominciata il 5 maggio
e protrattasi per tre giorni e mezzo).
Il pomeriggio dell'8 maggio, appena la maggior parte dei
convitati aveva lasciato l'incontro, un ristretto e selezionato gruppo di
membri del Bilderberg si ritirò nell'esclusivo castello di Ringberg, affacciato
sul lago di Tegernsee ai piedi delle Alpi Bavaresi. Il palazzo era stato voluto
dal duca Leopoldo di Baviera, membro della casata dei Wittelsbach, che governò
la Baviera per ottocento anni.
Cinque mesi prima, nel gennaio del 2005, nell'ambito di
un incontro di preselezione del Bilderberg, ai delegati nazionali del gruppo
era stato chiesto (con un accordo di massima segretezza) di assemblare un
gruppo di ricerca e preparare dei rapporti dettagliati incentrati su densità di
popolazione, disponibilità delle risorse naturali, prevenzione del conflitto,
questioni economiche e così via. Le conclusioni di tale rapporto sarebbero poi
state ulteriormente approfondite nel corso degli incontri riservati del 9 e 10
maggio al castello di Ringberg, unitamente a quelle della conferenza tenutasi
qualche giorno prima.
Nessuno era a conoscenza dello svolgimento di
quest'evento (tenutosi, quindi, separatamente dalla conferenza ufficiale),
eccetto il comitato direttivo del Bilderberg e un gruppo selezionato dei membri
più influenti dell'organizzazione. Quest'incontro avrebbe delineato il futuro
dell'umanità e i suoi obiettivi erano definibili addirittura come
"prometeici".
Tra gli individui selezionati, figuravano i più alti
papaveri dell'elite del Bilderberg: Etienne Davignon, per lungo tempo a capo
dell'organizzazione, nonché vicepresidente di Suez-Tractebe; Francisco Finto
Balsemào, ex primo ministro portoghese e una delle figure più potenti
nell'ambito delle manovre politiche sopranazionali; David Rockefeller (uomo che
non ha bisogno di alcuna presentazione); Timothy F. Geithner, a quel tempo alla
presidenza della Federai Reserve Bank di New York e più tardi segretario al
Tesoro nel primo mandato di Obama; Richard N. Haass, presidente del potente
think tank statunitense noto come Council on Foreign Relations; Victor
Halberstadt, professore di Economia all'Università di Leiden ed ex presidente
del Bilderberg; Allan B. Hubbard, assistente in Politica economica di George W.
Bush e direttore del Consiglio economico nazionale; James L. Jones, comandante
del SHAPE (Supreme Headquarters AUied Powers Europe, Quartier generale supremo
delle potenze alleate in Europa); Henry Kissinger; Henry R. Kravis, socio
fondatore della Kohlberg Kravis Roberts & Co., in compagnia di sua moglie
Marie-Josée Kravis, membro associato dell'Hudson Institute; la regina Beatrice
dei Paesi Bassi; Matìas Rodriguez Inciarte, vicepresidente esecutivo del Gruppo
Santander, in qualità di rappresentante degli interessi della famiglia Botin;
Peter D. Sutherland, presidente di Goldman Sachs e British Petroleum;
Jean-Claude Trichet, governatore della Banca centrale europea; Jacob
Wallenberg, esponente della più potente famiglia di Svezia; James D. Wolfensohn,
presidente della Banca mondiale, e Paul Wolfowitz, che era al tempo il suo
successore già designato. Questo gruppo di uomini e donne si era riunito per
decidere niente di più e niente di meno che il futuro dell'umanità. Quanto
venne deliberato dietro ai cancelli chiusi del castello di Ringberg sarebbe poi
divenuto, un paio di anni più tardi, la base fondante del rapporto più
ambizioso mai stilato nella storia umana. Strategie Trends 2007-2036 è un
rapporto di 91 pagine che, usando il governo britannico come punto di partenza
poi da rimuovere o sostituire, funge da modello per le strategie nazionali
future del Regno Unito attraverso le analisi dei fattori di rischio principali
e le crisi che nel futuro andranno a riguardare diversi settori e mercati, come
quello finanziario, economico, politico, demografico e tecnologico in tutto il
mondo. Il punto più rilevante del rapporto si concentra su un'analisi
multidimensionale del quadro futuro delle politiche di difesa nell'arco di una
generazione. Lo studio Strategie Trends rappresenta la vera e propria spina
dorsale della politica difensiva del Regno Unito. Il futuro, stando a quanto
riferito nel rapporto,
«...è connotato da un numero sconcertante di variabili
correlate tra loro».
Nell'anno 2015 si stima che più del 50% della popolazione
mondiale viva in ambienti urbani, anziché rurali. II documento recita:
«Si assisterà a una crescita sostanziale delle
baraccopoli e di quartieri cittadini non studiati a tavolino e nati senza pianificazione,
andando in questa maniera a incrementare il dispendio di risorse e l'impatto
ambientale».
Degrado urbano, infrastrutture scadenti, emarginazione di
ampie fasce di popolazione visibile a occhio nudo, vari livelli di povertà e un
generale senso di sfiducia aumenteranno, con il passare del tempo, fino ad
assumere l'aspetto di questioni politiche di notevole importanza
«...fondate su istanze di giustizia morale che scavalcano
i confini nazionali, compreso un attivismo di matrice violenta di diversità e
impatto variabili».
Il rapporto sostiene esplicitamente che
«in tutte le società, a eccezione di quelle più ricche,
la maggior parte dell'umanità continuerà a sperimentare avversità... e la
povertà assoluta continuerà a essere una sfida globale»*.
E si spinge anche oltre, identificando le minacce
militari potenziali del futuro e concentrandosi in particolare sugli sviluppi
in aree destinate a modellare il più ampio contesto strategico, in cui la
Difesa si troverà a dover interagire. Un tema chiave del documento riguarda la
quantità di popolazione e le risorse disponibili sulla Terra.
Si paventa, con parole nette
«...un rischio maggiore di catastrofi umanitarie, causato
da un insieme di fattori come il cambiamento climatico, la carenza delle
risorse naturali, l'iniqua distribuzione della ricchezza, lo scoppio di
epidemie e il fallimento delle autorità nella gestione della crescita della
popolazione e del fenomeno dell'urbanizzazione».
Nell'arco di una sola generazione, tra il 2007 e il 2036,
il boom della popolazione mondiale porterà a un incremento di persone da 7 a
quasi 10 miliardi; il 98% di questa crescita su scala mondiale riguarderà i
Paesi meno sviluppati. Si stima che nel 2036 i due terzi circa della
popolazione mondiale vivranno in aree con accesso limitato a fonti idriche.
La carenza di cibo, di acqua, di medicinali, di
condizioni igieniche adeguate e di beni necessari di primaria importanza
potrebbe portare a una situazione di collasso. Lo studio sostiene
esplicitamente, senza mezze parole, che
«...il divario in costante crescita tra la maggioranza
della popolazione e un ristretto numero di super-ricchi altamente esposti in
pubblico rappresenta, con ogni probabilità, un pericolo per l'ordine e la
stabilità sociale. Di fronte a queste sfide, le fasce non garantite della
popolazione mondiale potrebbero unirsi tra loro, sfruttando l'accesso alle
fonti di conoscenza e a risorse e abilità utili, per dare vita a processi
transnazionali, onde tutelare i propri interessi particolari».
Il risultato di un crescente senso di disperazione
diffuso in tutto il mondo porterà a
«...guerra civile, violenza tra diverse comunità,
insorgenze di vario genere, criminalità diffusa e disordine generalizzato».
A fronte di una spirale di caduta infernale verso il
basso dei mercati finanziari e di un collasso economico su scala globale, lo
studio predice
«...uno sconvolgimento dei prezzi di grande impatto,
provocato da un picco nei prodotti energetici oppure da una serie di carestie
alimentari»
da cui potrebbe
«...essere messo in moto un effetto domino tale da
causare un crollo dei mercati di primaria importanza a livello internazionale,
che potrebbe riguardare diversi settori».
Gli effetti di una simile implosione, ripercuotendosi
lungo l’intera filiera dell’economia globalizzata, potrebbero a loro volta
portare al crollo del sistema politico internazionale e alla caduta definitiva
dell’economia mondiale. Tutto ciò significa che l’intera umanità è in pericolo?
Ebbene no. Questo perché, anche in caso di «erosione delle libertà civili
fondamentali» i super-ricchi saranno protetti attraverso «nuove scoperte
tecnologiche e strette misure di sorveglianza». Unita a
«banche dati di controllo invadenti, altamente efficaci e
accessibili, la nascita di una cosiddetta “società del controllo” andrà a
mettere progressivamente in discussione le conquiste consolidate sulla
riservatezza dei dati privati dei singoli individui, con conseguenti effetti in
tema di libertà civili e diritti umani».
Con la fine degli Stati nazionali così come li conosciamo
oggi, e l’emergere di grandi blocchi economici interconnessi gli uni con gli
altri dal mercato globale, ai Paesi indipendenti «si sostituiranno le
mega-città».
Il rapporto definisce una mega-città come «un vasto
ambiente urbano, sorto in una regione in via di sviluppo», che può contare su
una popolazione base di oltre 20 milioni di abitanti.
A causa di enormi migrazioni di popolazione, le città
finiranno per espandersi fino a proporzioni inimmaginabili
«...che andranno ad alimentare situazioni già presenti di
sacche endemiche di illegalità ed elevati livelli di violenza».
Le mega-città, presumibilmente, si riveleranno incapaci
di gestire un simile afflusso di popolazione e
«...falliranno prima del 2035. Gli effetti saranno
equivalenti… ai fallimenti degli Stati, che anzi quello delle città potrebbe a
sua volta favorire».
Data la lezione di alcune recenti esperienze registrate
negli USA, è plausibile che una stabilizzazione manu militari di una metropoli
debba rendere necessaria l’applicazione della legge marziale o, come il
rapporto cerca di far passare in modo ingannevole,
«...un approccio completo, che preveda la collaborazione
tra diverse agenzie di sicurezza, competenze specialistiche e un continuo
impegno operativo».
L’innovazione tecnologica e lo strapotere della tecnica
faranno sì che le guerre vengano combattute non più tra gli Stati, ma sotto
forma di
«...conflitto endemico in teatri urbani di tipo
asimmetrico contro avversari che possono contare su elevate capacità di
sopravvivenza in un simile ambiente e con capacità di combattimento».
Queste vengono definite turbolenze sociali.
LA TURBOLENZA SOCIALE
Eric Trist e Frederick Emery, due eminenti psicologi,
hanno formulato una teoria della turbolenza sociale per una “riduzione del
danno degli effetti delle crisi future”; sostanzialmente, in essa si afferma la
possibilità di sottomettere i popoli ricorrendo a fenomeni di massa come crisi
energetiche, collassi economici e finanziari o attacchi terroristici.
«Se questi “shock” dovessero arrivare ravvicinati e se
fossero scatenati con una scala di intensità crescente, sarebbe possibile
portare un’intera società a uno stato di psicosi di massa»,
hanno sostenuto Trist ed Emery. Inoltre, hanno
puntualizzato:
«I singoli individui potrebbero cadere in uno stato di
dissociazione mentale, nel momento in cui cercassero una via di fuga al terrore
provocato da questi avvenimenti, alla realtà dei fatti; la gente potrebbe
pertanto entrare in uno stato di rifiuto, rifugiandosi in campi come gli
intrattenimenti e i diversivi di massa, pur essendo però esposta al rischio di
esplosioni improvvise di rabbia incontrollata».
Come si rapporta, però, il documento Strategic Trends con
questioni come la turbolenza sociale, le psicosi di massa e l’asservimento dei
popoli?
«Le forze militari regolari verrebbero dispiegate con
sempre maggior frequenza negli scenari in cui sono attive forze armate
irregolari, assembramenti di miliziani, bande, criminali comuni, compagnie
militari private (Private Militare Companies, PMC), terroristi e insorti,
spesso nel ruolo di avversari, ma in taluni casi neutrali o persino alleati».
Una simile tattica è etichettata come metodo per spezzare
il morale attraverso una strategia del terrore. Di fatto, con uno scenario
simile stiamo parlando di due facce della stessa medaglia. Da una parte si
conduce una sottile e coperta opera di manipolazione e controllo del pensiero e
della coscienza umana, ricorrendo al potere della televisione, in particolare,
e in generale dell’intrattenimento,
«utilizzati sia su una lista in continua crescita di
coloro che vengono additati come nemici dell’America, sia sullo stesso pubblico
americano, confuso e in perenne stato di tensione, per cui i grandi canali
televisivi di informazione configurano e spacciano una narrazione dei fatti
sempre più superficiale, facendosi concorrenza in una sorta di teatro Kabuki di
correttezza ed equilibrio».
In contemporanea, dall’altra parte,
«...si registra uno spostamento diretto e sfacciato dei
paradigmi, mutando le concezioni di base, ampliando i parametri, cambiando il
campo e tutte le regole del gioco che caratterizzano l’identità di una società
in un arco eccezionalmente corto di tempo».
Una delle figure di spicco coinvolte nel progetto della
guerra psicologica contro le popolazioni tramite la turbolenza sociale indotta
è Kurt Lewin, un pioniere degli studi sulla psicologia delle masse, che fece
parte fin dall’inizio della cosiddetta “Scuola di Francoforte” e scappò dalla
Germania con l’ascesa al potere di Hitler. Il seguente brano, tratto dal suo
libro Prospettiva temporale e morale del gruppo, mostra bene come intendeva
Lewin la guerra psicologica:
«Una delle tecniche principali per spezzare il morale
attraverso una “strategia del terrore” consiste precisamente nella seguente
tattica: mantenere l’individuo in uno stato di dubbio perenne, relativamente
alla sua posizione e semplicemente a ciò che lo potrebbe aspettare. Aggiungendo
a ciò frequenti oscillazioni tra l’introduzione di rigide misure di controllo
sociale alternate a promesse di un buon trattamento, assieme alla diffusione di
notizie contraddittorie, il “quadro cognitivo” della situazione viene reso
ulteriormente nebbioso, in modo che un individuo possa cessare di essere
cosciente persino di quando un piano conduca o meno all’obiettivo da lui
voluto. In tali condizioni, anche coloro che hanno finalità ben definite, e
sono disposti a correre dei rischi per perseguirle, saranno ingabbiati da
profondi conflitti interiori riguardo a quanto mettere in pratica».
Nel corso degli ultimi cinquant’anni la ricerca in
settori quali quello della psicologia, della sociologia e della psichiatria ha
evidenziato che sussistono dei limiti chiaramente marcati nella quantità e
nella natura dei cambiamenti con cui la mente umana è in grado di rapportarsi.
Secondo l’Unità di ricerca sulla scienza politica (Science Policy Research
Unit, SPRU) dell’Istituto Tavistock presso l’università del Sussex, le “crisi
future” sono inneschi di «malessere fisico e psicologico, derivato dal
sovraccarico registrato dal meccanismo decisionale della mente umana». In altre
parole,
«...una catena di eventi che si succedono a una tale rapidità
da rendere impossibile alla mente umana l’assorbimento dell’informazione».
Uno scenario possibile causato da questo quadro viene
definito come scenario della superficialità. Secondo Emery e Trist, dopo essere
stata sottoposta a continui shock, la maggior parte della popolazione presa di
mira scopre di non avere più la volontà necessaria per compiere qualsiasi
scelta, e riduce pertanto il
«valore delle proprie intenzioni… Questa strategia può
essere perseguita solo attraverso la negazione scientifica delle radici più
profonde dell’umanità, che relazionano... gli individui gli uni con gli altri a
un livello personale, andando a cancellare quella che è la loro psiche
individuale».
In un simile scenario prende costantemente piede un senso
generale di apatia, spesso preceduto da esplosioni insensate di violenza, ben
rappresentate da quanto avvenuto negli anni Sessanta e Ottanta a Los Angeles
con il fenomeno delle bande di strada, in quella che Emery e Trist ribattezzano
come risposta sociale organizzata alla dissociazione; per intenderci, qualcosa
di simile a quanto raccontato nelle pagine del romanzo Arancia meccanica di
Anthony Burgess, con una società in preda a una rabbia simile a quella dei
cuccioli di animale.
«Un gruppo sociale di questo tipo diventa facile da
controllare ed eseguirà docilmente qualsiasi ordine gli venga impartito senza
ribellarsi, il che è il vero obiettivo ultimo del processo»,
aggiungono Trist ed Emery. Va detto, inoltre, che gli
elementi adulti dissociati non sono in grado di esercitare alcuna autorità
morale sui propri bambini, dal momento che sono essi stessi troppo coinvolti
dai deliri infantili inculcati loro dal televisore. Se state per caso dubitando
di quanto si sta sostenendo, notate come la generazione più avanzata di oggi
abbia accettato passivamente la decadenza etica della generazione nichilista
dei suoi figli e badate a come gli adulti siano giunti ad accettare, senza
resistenza alcuna, uno standard morale così basso rispetto al passato.
Proprio come avviene nella società distopica dipinta da
Il mondo nuovo di Huxley, in tale contesto non è contemplata la possibilità di
giungere ad alcuna decisione netta, nel campo dell’etica e della sfera privata;
un perfetto esempio di tale deriva possono essere i “figli dei fiori” e la
ribellione, all'epoca della guerra del Vietnam, con il suo smodato uso di
droghe.
Le “frequenti oscillazioni” cui si accennava in
precedenza, che portano al disorientamento dell’individuo, possono passare
attraverso diversi stadi:
«Una fase di stabilità, in cui gli individui hanno più o
meno la possibilità di adattarsi a quanto accade loro, oppure di turbolenza, in
cui i singoli che vi si trovano coinvolti hanno di fronte la possibilità di
intraprendere azioni per alleviare la tensione o di accettare il nuovo ambiente
sociale caratterizzato dall'insicurezza. Nel caso in cui la turbolenza non
cessi, ma addirittura si intensifichi, si giunge a un punto di rottura in cui
divine impossibile, per gli individui, trovare una via di adattamento positiva.
Sempre secondo Trist ed Emery, è in questo frangente che la capacità di
adattamento volge al negativo, dal momento che le persone, in risposta al
costante stato di insicurezza in cui vivono, optano per una reazione che porta
a un peggioramento oggettivo della qualità delle loro vite: cominciano a
rifiutare la realtà, a negarne l’esistenza e a costruirsi vie di fuga irreali
sempre più infantili per far fronte a un simile quadro generale. Sottoposta a
condizionamenti di aumentata turbolenza sociale, la gente diventa più
malleabile nel cambiare la propria scala di valori, accettando standard etici
nuovi e più bassi, allontanandosi dall'umanità e regredendo sempre più a uno
stato quasi animale».
Il secondo scenario cui si accennava consiste nella
«...segmentazione della società in parti più piccole. In
questo quadro, ogni gruppo (di natura etnica, razziale e sessuale) finisce per
scagliarsi contro l’altro. Le nazioni subiscono processi di balcanizzazione su
scala regionale e, a loro volta, le nuove realtà saranno interessate da spinte
centrifughe di natura etnica, spezzettandosi ulteriormente».
Trist ed Emery si riferiscono a questo fenomeno come a un
«...rafforzamento dei pregiudizi all'interno di un gruppo
sociale e verso l’esterno, man mano che gli individui cercano di semplificare
la propria sfera decisionale. Emergono, pertanto, le linee naturali delle
divisioni sociali, che diventano vere e proprie barricate».
Lo studio Strategic Trends ha – nemmeno a dirlo – una
risposta pronta anche per questo scenario. Gli attori non statali saranno
sempre più
«...sfruttati da un più ampio spettro di individui e di
agenzie di socializzazione, persino da criminali, terroristi e gruppi
sovversivi, come strumenti di appoggio per le loro attività di natura più
coercitiva e violenta. I raggruppamenti sociali derivati risulteranno altamente
instabili, dissolvendosi di volta in volta o appena gli interessi per cui erano
nati saranno stati soddisfatti, oppure qualora si presentassero opportunità più
favorevoli rispetto a quelle presenti; l’uso del soft power per vincere il
consenso sarà con ogni probabilità appannaggio degli attori meno vincolati alla
responsabilità legale o a considerazioni di tipo morale».
La risposta della società a questo processo di
disintegrazione psicologica e politica risiede in uno stato autoritario
orwelliano, modellato cioè su quello delineato da George Orwell nel libro 1984.
In quest’opera, le vite e i conflitti tra gli individui che compongono la
società sono sottoposti alla volontà del “Grande Fratello”; un conflitto senza
via di uscita
«...è diretto da ciascuna élite di ogni gruppo sociale
contro i suoi stessi membri; l’obiettivo della guerra non è promuovere o
impedire la conquista di territori, ma tenere intatta la struttura della
società».
Lo stesso tipo di conflitto senza soluzione di continuità
viene predetto anche dal rapporto Strategic Trends. È prevedibile che
«La tecnologia delle comunicazioni informatiche
(Information Communications Technology, ICT) divenga talmente invasiva da
arrivare al punto che gli individui siano connessi permanentemente a una rete
online o a un flusso binario di scambio di dati, con conseguenti implicazioni
in ambito di libertà civili; anzi, il non essere connessi potrebbe essere
considerato motivo di sospetto».
L’onnipresenza in costante aumento dell’ICT renderà
possibile la rapida formazione di comunità di singoli accomunati dai medesimi
interessi, così come la mobilitazione veloce e coordinata di significative
masse di individui.
«Una simile mobilitazione rapida – ben rappresentata dal
fenomeno dei flash mob – potrebbe, in linea teorica, essere impiegata pure da
Stati, da organizzazioni terroristiche e criminali, oltre a coinvolgere gruppi
di persone che vadano anche oltre i confini nazionali, costituendo in tal modo
una vera e propria sfida per le agenzie di sicurezza, che dovranno confrontarsi
con questo potenziale di agibilità e fluidità».
Un requisito fondamentale consiste nel fatto che
«...un simile livello di sofisticatezza avrà bisogno di
un’applicazione concertata e completa di tutti gli strumenti e delle agenzie a
disposizione del potere statale, assieme a una cooperazione tra tutte le
autorità e gli organismi competenti che abbiano un ruolo nella risoluzione di
una crisi o nel porre fine a un conflitto».
Che cosa significa quanto descritto, per sintetizzare?
Molto semplice: legge marziale.
Una volta piegate le residue forme di resistenza, si
assiste al terzo possibile scenario degli “shock futuri”, il più drammatico,
che vede un ripiegamento e una ritirata esistenziale
«...nella sfera privata, accompagnata a un ripudio di
quei legami sociali che potrebbero comportare il coinvolgimento nelle questioni
che riguardano altri individui».
Trist ed Emery sono portati a ritenere che gli individui
saranno sempre più docili nell'accettare «la perversa disumanità dell’essere
umano che ha caratterizzato le società autoritarie». Per intenderci: i due non
parlano tanto di un ritorno alla struttura statale di una dittatura quanto
piuttosto del quadro morale che lo caratterizza.
Per sopravvivere in un simile contesto, gli uomini non
avranno altre scelte all'infuori di sottomettersi allo Stato o entrare in
clandestinità. Sempre per citare il documento Strategic Trends,
«se mirano ad aggirare il controllo, le intercettazioni e
le capacità invasive delle forze di sicurezza (dotate di tecnologia avanzata),
con particolare menzione per i reparti provvisti di piattaforme e sistemi
satellitari, tutti i potenziali oppositori non potranno che riconoscere i
vantaggi della clandestinità. Nel futuro gli Stati mirano a sistemare in
clandestinità la maggior parte delle loro strutture strategiche, nonché del
loro potenziale di deterrenza strategica. Allo stesso modo, gli elementi
irregolari dell’opposizione si troveranno a organizzarsi in reti clandestine
per finalità sia offensive che difensive, soprattutto in intricati ambienti
urbani».
Le tattiche per spezzare le forze di resistenza: il
ricorso illimitato a tutti gli strumenti e alle agenzie in mano al potere
statale, la mobilitazione rapida, i flash mob, la sempre più invasiva
“tecnologia delle comunicazioni informatiche”, la frammentazione della
struttura sociale, l’illegalità endemica ed elevati livelli di violenza
diffusa, le banche dati di controllo invadenti, altamente efficaci e accessibili,
l’emergere di una “società della sorveglianza”, l’erosione delle libertà
civili, le catastrofi umanitarie
Ecco come appare il futuro prossimo. Istintivamente siamo
portati a non credere a simili conclusioni, anche se esistono solide prove di
tutto questo in un rapporto preparato su committenza del Bilderberg e di un
governo nazionale.
«In ogni caso, dobbiamo avere il coraggio di lasciare che
le prove parlino da sé, dal momento che, come il lettore avrà modo di
constatare, la posta in gioco non è semplicemente la nostra idea di cosa sia o
meno veritiero. Al di là del fatto che la nostra visione del mondo possa essere
messa in crisi o mandata in mille pezzi dalle rivelazioni contenute nel
materiale preso in esame, il nocciolo della questione non cambia: ovvero che
una cospirazione sia assolutamente concreta, che sia tuttora in atto e che l’11
settembre 2001 sia stato solamente l’antipasto di quanto era stato preparato
per noi»32.
Siamo, è veramente il caso di dirlo, alla soglia di
svolte apocalittiche e il bivio che ci troviamo ad affrontare proprio in questi
tempi stabilirà se vivremo il XXI secolo da uomini liberi in nazioni libere
oppure se diventeremo un branco di schiavi asserviti, selezionati come bestie e
privati della nostra umanità.
Indice
INTRODUZIONE
Capitolo 1 - L'economia
Come funziona la moneta
Perché l'impero sta distruggendo il sistema finanziario
mondiale?
Spopolamento e "limiti per la crescita" secondo
il club di Roma
La commissione trilaterale
1973: l'incontro del Bilderberg e la pianificazione
dell'imbroglio petrolifero
La vera ragione dietro l'incremento del 400% del prezzo
del petrolio
Derivati, ipoteche e bolla speculativa
Fine della corsa
Fusioni e acquisizioni: la "world company spa"
Il salvataggio delle banche del 2009
Sistema del credito contro sistema monetario
La fine
Capitolo 2 - Cospirazione geneticamente modificata
L'Organizzazione mondiale del commercio
Il cibo come arma
Monsanto, Cargill e Archer Daniels Midland (ADM) sono
diventati nomi familiari
Come funziona
La commissione trilaterale
Il dopoguerra
La rivoluzione verde
Organismi geneticamente modificati (OGM)
Flenry Kissinger
Cibo geneticamente modificato
Un comune denominatore
Deregolamentazione e speculazione
La lobby medica globale dei Rockefeller
Una metodologia dalla culla alla tomba
Africa
Ordine perpetuato dal caos
Il Codex alimentarius: riduzione della popolazione sotto
copertura
Vita artificiale e DNA sintetico autoreplicante
Dall'eugenetica alla genetica
Il futuro è adesso
Capitolo 3 - Riprogrammare le masse
Modello di psicologia delle masse
La televisione
Analisi statistiche
I social network: il nuovo organo Mighty Wurlitzer
Una famiglia felice
La rete di sorveglianza totale
Twitter: l'uccellino blu della felicità
Il "pensiero di gruppo"
Il terrificante mondo di Google
Foschi legami
Il monopolio globale dei media
La concezione autoritaria dell'essere umano
Capitolo 4 - L'esplorazione spaziale
Fase 1: Estrazione dell'elio-3
Tecnologia e spazio
Il supersoldato
La falena cyborg
Nanotecnologia
I metamateriali
Nanointelligenza e nanoarmamenti
La nanotecnologia e la produzione di armi: modus operandi
Total Information Awareness
PROMIS
La realtà aumentata
Tecnologia futuristica
Bestiame umano
Capitolo 5 - Il transumanesimo
L'età delle transizioni
2045: una nuova epoca per l'umanità
Il film Prometheus e i piani futuri dell'élite
Il futuro siamo noi
Transumanesimo
L'eugenetica
Malthus e la Compagnia britannica delle Indie orientali
Darwin e il Club X
La nozione di evoluzione
L'eugenetica negli USA
La mente alveare
La realtà virtuale
Il mondo di Matrix
La funzione eterodiretta della televisione
MK-Ultra: ritorno al futuro
Neuroscienza
DARPA
Controllo assoluto
I fili di collegamento
Il percorso per rendere obsoleta la "normalità"
L'uomo digitale 2.0
La polizia per la repressione del pensiero
Armi psicotrope
Il futuro
EPILOGO
Daniel Estulin
Transevolution - Libro >> http://goo.gl/ZXFlvG
L'era della Decostruzione Umana
http://www.macrolibrarsi.it/libri/__transevolution-l-era-della-decostruzione-umana-libro.php?pn=1567